Ho conosciuto Dawson e Amanda,
le figure recise e romantiche che compongono un altro tassello del puzzle
sparkiano, qualche anno fa, quando ero appena entrata nella soglia dei
vent'anni e di loro non ne conoscevo nemmeno l'esistenza.
I personaggi di Sparks,
infatti, sono talmente numerosi da sembrare una foresta, tanti alberi che sono
cresciuti proprio lì, e che l'autore ha scolpito così bene in una foresta di
corpi, facce, animali. Le diversità annuali, di nomi, luoghi o tematiche danno
l'impressione che nei suoi romanzi Sparks dia se stesso. Donne scolpite come un
vaso pregiato, schiave di una realtà senza gioia, facce tagliate in due dal
coltello dell'autore che come un abile scultore mostra i due lati della loro
faccia separati da qualche tempo. Figure troncate, scolpite sapientemente
sensibili e vulnerabili, come frammenti di corpi. Chissà quanti lettori di
notte, proprio come me, avranno versato lacrime, quando tutto il mondo si
spegne, gli alberi si piegano, col cuore colmo di nostalgia per le mie
impennate amorose, gemendo per questo nuovo battito. Questa nuova vita?
In
mezzo a queste domande, a queste figure, la storia di Dawson e Amanda
spicca esile, piccola, come un bambino dalla faccia rotonda, piccola e imberbe.
Perché questo suo romanzo non posso di certo considerarlo indimenticabile
come I passi dell'amore o Ricordati di guardare la
luna, ma la sua agro dolce storia di passioni represse, amori passati e poi
ritrovati, il suo apparire maturo e assennato gli conferiscono qualcosa che
affascina, intriga. Poiché inzuppato dalla realtà umana, poderoso e commovente in
cui alla fine si cerca invano un legame che non potrà mai consolidarsi. Scherzi
di un destino egoista e crudele, che contorcono persino le nostre budella.
Titolo:
Il meglio di me
Autore:
Nicholas Sparks
Casa
editrice: Frassinelli
Prezzo:
19, 90 €
N° di
pagine: 392
Trama:
Tutti volevano credere che si potesse amare per sempre. Lei ci aveva creduto,
una volta, aveva diciotto anni … Nella primavera del 1984, quando frequentavano
il liceo, Amanda e Dawson si erano innamorati: profondamente,
irrevocabilmente. Nonostante appartenessero a due mondi opposti, il loro amore
sembrava tanto grande da sfidare le regole della vita di Oriental, la cittadina
del North Carolina dove erano cresciuti. Dawson, segnato dalla violenza della
sua famiglia, pensava che il sentimento per Amanda lo avrebbe riscattato da un
destino di solitudine e infelicità. Per lei, Dawson era uno spirito libero e
appassionato, tutto quello che la sua rigida educazione di ragazza perfetta le
aveva negato. Ma alla fine di quell'ultima estate, imprevedibile e fulminea
come un temporale d'agosto, le loro strade si erano bruscamente divise. Ora,
venticinque anni dopo, Amanda e Dawson si ritrovano a Oriental per il funerale
di Tuck, il vecchio amico che un tempo aveva dato rifugio alla loro giovane passione.
Nessuno dei due ha avuto la vita che sperava … e nessuno dei due ha dimenticato
il primo sconvolgente amore che li aveva cambiati per sempre. Mentre eseguono
le ultime volontà di Tuck, espresse in due lettere, scoprono in quelle pagine
verità impensabili su chi è rimasto, chi se n'è andato e soprattutto sul loro
legame. Costretti ad affrontare ricordi dolorosi, Amanda e Dawson verranno
a conoscere i veri motivi delle scelte fatte nel passato.
La
recensione:
Chi mi
osserva da lontano vede una ragazza minuta, di soli venticinque anni, nei cui
occhi le scorrono ancora calde lacrime. Questa ragazza ha appena visto le
speranze di una giovane donna evaporare nell'aria, come invisibili volute di
fumo, e non si può fare a meno di pensare: "Perché talvolta la vita sa
essere così egoista? Perché bisogna soffrire così tanto per la morte di una
persona cara, per l'abbandono che si prova nel nostro fragile cuore quando si
pensa tutto sia perduto?" Io mi soffermo a compiere queste profonde
riflessioni. Io non riesco a non complicarmi la vita, in qualunque situazione,
e a credere che la vita talvolta è davvero ingiusta. A volte ci racconta bugie,
ma so sempre quando sta mentendo. Mi impongo a prendere certe cose di petto, a
non affezionarmi a cose che so potrebbero essere effimere come una lieve brezza
estiva. C'è bisogno di essere amati, coccolati. L'altro giorno è venuta a
trovarmi un amica di cui non avevo notizie da un bel po' di tempo, un amica che
anni fa mi ha parlato per ore del dispiacere causatogli dalla perdita del suo
più grande amore. Mi ha confessato che ogni tanto ama tornare nel luogo in cui
tutto ciò accadde, rileggere le sue lettere, che adora, e non riesce a capire
come mai lo ha abbandonato. Amanda ne soffre ancora molto.
Del
resto, come dargli torto? Sono trascorsi quattordici lunghi anni da quand'è che
la mia amata nonna è volata in cielo. Quattordici lunghi anni in cui nel tempo
le cose persero il suo sapore.
Quando
Amanda andò via mi misi a sedere alla scrivania, dinanzi al computer e rimasi un
attimo a riflettere, fino all'ispirazione. Quello che mi appresto a scrivere è
un lungo e fagocitato reflusso di ciò che mi sembrava giusto o sbagliato di
scrivere, condividerlo, viverlo. Talvolta penso di essere in una campana di
vetro simile a un fermacarte, una palla di vetro in cui, quando la scuoto, i
fiocchi di neve cadono danzando su un castello in miniatura.
Questo
castello ricorda la struttura di quest'ennesima recensione, il breve resoconto
di ciò che mi è passato nella testa durante la lettura di Sparks. E ' la copia
sputata di un castello letterario che Leopardi, ma anche Murakami o lo stesso
Sparks avrebbero scritto al posto mio. Questa recensione, infatti, non può
presentarsi drammatica, profonda, e, se si vuol esagerare, intensa, completamente
incline al mio umore, nel periodo che seguì la lettura sparksiana. Una
recensione in cui mi sono premurata ad adattare un mini resoconto, con talvolta
qualche pennellata di luce e colori.
Il
meglio di me è ambientato in una gaia cittadina di mare, piena di
visitatori estivi, ma di cui io non mi sono sentita completamente parte di
questa vita. Io ero reduce da un viaggio forsennato e colorato, con un pompiere
forte e romantico, dopo un "omicidio" pressoché disumano per una cosa
tanto bella e meravigliosa come la letteratura, e dopo un lungo ma doveroso
trionfo ero incuriosita della storia della dolce Amanda. La sua storia, così
come quella delle sue coetanee letterarie, non si può certo differenziare o
ritenere diversa dalle altre, ma si è districata perfettamente fra esperienze e
generazioni diverse, tra presente e passato, dove il lettore finisce,
inevitabilmente, per preferire più uno rispetto l'altro. Ad aspettare
impazientemente di leggere l'unica voce che sentiva come sua in un coro di
suoni e rumori indistinti. La voce che sentivo come "mia" e che ho
desiderato continuamente sentire, infatti, è stata la sua: lei che gran parte
della sua vita ha amato Dawson come non ha mai amato nessun altro. Lui che con
un fisico possente ma asciutto, gli occhi ancora colmi di lacrime e il cuore
ancora traboccante d'amore per la sua metà perduta, non mi ha tuttavia
emozionato come il vecchio Noah de Le pagine della nostra vita.
Quello
di Il meglio di me è un racconto realistico, intriso di forza
e drammaticità che, con un po' di insoddisfazione personale, non mi ha
entusiasmato del tutto. Mi ha lasciata un po' delusa e insoddisfatta per il
poco interesse a cui viene qui dato l'amore e, soprattutto, desiderosa di
ritrovare il vecchio Sparks con l'ennesima lettura di romanzi che consiglierei
senza esitare. Il finale, tragico
ma veritiero, dà l'ennesima conferma della straordinaria sensibilità e bravura
dell'autore di saper scovare così a fondo i sentimenti degli esseri umani. E,
sebbene io lo conosca da così tanti anni da considerarlo quasi un vecchio amico
d'infanzia, leggerlo mitiga quasi sempre qualcosa nel mio cuore. Come un
frammento di vetro variopinto, quasi sempre mi permette di vedere un mondo
prismatico. Un altro mondo, molto simile a quello in cui vivo, in cui mi sento
accudita con amore e pazienza.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Adoro Sparks e questo libro mi è piaciuto molto. Mi dispiace che non ti abbia convinto appieno
RispondiEliminaAnche io amo Sparks, Susy, ma questo romanzo non mi ha entusiasmato come gli altri suoi romanzi
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