martedì, novembre 12, 2019

Gocce d'inchiostro: Bohémien minori - Eimear McBride

Mi sono imposta di non farmi trascinare dal dubbio dello sconosciuto che ostento quando mi imbatto in romanzi di cui non ne conoscevo nemmeno l'esistenza, non essere prevenuta per nessun motivo. Sono sempre preparata alle cocenti delusioni letterarie e decisa, anche,come sempre del resto, a combattere. Bohemien minori ne è un esempio, un buon esempio a dire il vero in cui, dopo le prime dieci pagine, non ho dubitato più neppure per un secondo di ciò che è: dichiarazione d'amore ai sentimenti, all'emozione, alla vita alla forza dei ricordi che mi hanno coinvolta direttamente, e che coincidono con l'importanza del comunicare, il sentirsi intrecciati come fitti grovigli. Metafora di libertà mancata e sopravvalutata.
Titolo: Bohémien minori
Autore: Eimear McBride
Casa editrice: La nave di Teseo
Prezzo: 22€
N°di pagine: 388
Trama: Eily ha diciotto anni, si è appena trasferita a Londra dall'Irlanda: vuole studiare recitazione, cominciare a lavorare, diventare famosa, un pó come tutte le aspiranti attrici che arrivano dalla provincia. Se all'inizio la città la stordisce - è dopotutto una ragazza semplice e un pó ingenua - piano piano inizia a trovare il suo posto nel mondo e a farsi delle amicizie. Non sa ancora però quanto tutto è in procinto di cambiarla di nuovo e per sempre, fino a quando non incontra Stephen, un attore di vent'anni più grande di lei, e non se ne innamora follemente. I due iniziano una relazione che li appassiona e li consuma, sfociando spesso in una violenta inquietudine: se Eily è elettrizzata dal loro amore e dalle luci della grande città, Stephen è perseguitato dai demoni del suo passato e dalla paura dei rovinosi rischi del loro rapporto.

La recensione:

Non è forse l'amore che facciamo per metà della notte - perché di sicuro a questo punto non è così che va chiamato? Ma lo facciamo come se non ci fosse tempo a sufficienza sulla terra per appagare il nostro piacere e il nostro godimento. 

Questo romanzo fu la molla. Eimear McBride entrò nel mio cerchio personale e ci rimase, stanziato in un angolo della mia coscienza come se si trattasse di qualcosa di estremamente bello, ma, allo stesso tempo, fragile. La copertina trasmetteva già un certo dramma: la molla doveva essere stata questa. Se per caso non mi fossi imbattuta tra le pagine di Bohémien minori, se non ci fossimo incontrati, inconsapevolmente, a vivere la vita come se recitando una parte, la sceneggiatura di un copione che mette a nudo l'anima di chiunque, non avrei mai visto ciò che ho potuto vedere e non avrei mai fatto ciò che ho realmente fatto. Che altra spiegazione c'era? Ero rimasta così affascinata dalla storia che l'autrice si porta dentro, che non ho potuto non immedesimarmi a tal punto di assorbirne l'essenza. 
Le parole in questo romanzo hanno una coscienza tutta loro. Si interrompono come il sopraggiungersi di un ricordo, un intuizione improvvisa. Così fluidamente, come avviene nella mente umana, e fortunatamente questo romanzo ha una coscienza sviluppata molto bene. È ammirevole, il modo per cui l'autrice ha saputo destreggiarsi fra i meandri contorti di una storia che non possiede nulla di speciale o innovativo, ma che ha tanta coscienza e alla quale sta tanto a cuore il benessere dei protagonisti. Il loro continuo affannarsi nel cercare la libertà, in un mondo crudele che non dà alcuna via di scampo e che, nonostante tutto, ti permette di scovare uno spiraglio di felicità, nella bellezza delle cose. 
Il sacrificio di 'scovare' una via di fuga, mi tenne lontana dalla routine, da pensieri torbidi che generalmente popolano le mie nottate miti. Perché Eily mi era entrata così sottopelle che ciò che la turbava mi agitava interiormente. Era questa forse la lezione impartitaci dall'autrice nel vincere la paura che incutevano a questa ragazza le cose? 
Opera drammatica ed intensa, profonda ed introspettiva che non ha avuto bisogno di molte parole per raccontarsi, Bohémien minori getta una particolare importanza su un tipo di amore romantico atipico, ma non sconosciuto, passionale, quasi ossessivo, che resterà impresso nel mio cuore. Sebbene il ritmo lento, pigro, assopito come dalla forza di gravità, nel quale la protagonista si rifugia e in cui può rintracciare le sue tracce, cela al suo interno un ché di tragico, momenti di tensione, ansie o paure. 
Nell'epoca antecedente alla nostra, una storia come quella narrata dall'autrice certamente sarebbe stata oggetto di critiche, aberrazioni, disagi. Eily e Stephen incarnano il prototipo di quell'amore estremamente necessario, che si mossero in un paesaggio anonimo, quasi asettico, concepito quasi come per risultare invisibile. 
Legata a un amore cocente ed indissolubile, spontaneo e irruento, in bilico fra il reale e il possibile, dipinto in tutto il suo splendore, dove l'amore funge da bisogno primordiale in cui l'uno non può vivere senza l'altro, un'esplicita manifestazione d'amore su due ragazzi di età diversa e sulle difficoltà che dovranno affrontare per coronare il loro sogno. Un viaggio che continua oltre la carta, e a cui non ho assegnato il massimo dei voti semplicemente per la visione pessimistica che l’autrice riserva ai suoi personaggi. La vita sa essere crudele ed egoista, talvolta, ma sotto sotto ogni tanto può anche riservarci sensazioni positive da lasciarci senza parole. Conflitti interiori che potrebbero donarci una visione più ampia di noi stessi. 
Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo 

10 commenti:

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