Gironzolano quasi sempre per una manciata di minuti i miei
pensieri, ogniqualvolta concludo di leggere un romanzo, sostando temporaneamente o più del dovuto pur di interpretare
ciò che racchiudono le sue pagine. Poi a mia volta prendo il volo. Riesco a
trovare delle spiegazioni, e con le parole cerco di valicare i confini del
possibile. Ho così traversato un ponte invisibile, che collega il mondo di qua
con quello di là, avvolta in un sudario di fascino e oblio che mi ha permesso di
approdare nella Londra vittoriana d’inizio ottocento. Ho scritto, pensato tante
cose, riassettato nuovamente secondo la più piatta routine, e quella di Sara
Collins fu una bella esperienza di lettura che riflette la condizione razziale
di giovani donne e uomini che disgraziatamente riflette quella attuale. E la
meticolosa descrizione non provoca reazioni di raccapriccio o spavento bensì
rammarico e frustrazione. Questa storia non possiede nulla di nuovo da altri
romanzi che circolano al momento, eppure sono sempre squarci ideali per
interpretare meglio il mondo circostante.
Il mio stato d’animo diviene quasi sempre ambivalente e
contradditorio, e instaurando un legame fatto esclusivamente di armonia e
condivisione, mi sono sentita parte integrante di un mondo totalitario che
sopraffae e che come un effetto scatenante innesca una sorta di avversione ad
interagire col mondo esterno.
Titolo: Le confessione di Frannie Langton
Autore: Sara Collins
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 432
Trama: 1826. Londra è in fermento. La folla
ha preso d’assalto l’Old Balley, il tribunale in cui si celebrano i processi
più importanti del Paese. La folla è lì per vedere Frannie langton, la
cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni. Mr e Mrs Benham.
L’accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e
manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma nonè la
verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Così finalmente, dal banco
degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una
piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E
finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non
per questo meno dure.
La recensione:
Rievocando il passato mi rendo
conto che la nostra vita può essere una storia che raccontiamo a noi stessi,
che possiamo essere al contempo la persona che legge e l’oggetto della lettera.
Senza
lasciarmi il tempo di prendere fiato, mi avvinghiai all’abbraccio della mia
accompagnatrice e la seguì furtivamente incantata dal suo passo svelto, comprendendola
in ogni sua nefandezza. Tutto ciò che ho dovuto fare è stato semplicemente
affiancarmi a una giovane cameriera mulatta, come nel tentativo disperato di
distinguerla dalle belve feroci che la stavano assalendo. Mi sono sentita
inerme, e man mano che mi inerpicavo nel lungo e impervio cammino della sua
vita squarci di vita, qui raccontati come confidenze riportate in un diario,
colpi inflitti alla sua anima semplice e appassionata, come un giusto castigo
per un comportamento poco licenzioso. E sebbene ci si frappone, e pur avendo l’inclinazione
innata di combattere ad armi pari, non compresi completamente la sua
inettitudine nel poter reagire con la rapidità necessaria, affinchè la verità
giungesse a galla.
Scene
ricche di fascino, ammaliamento, intrise di un ritmo serrato ed avvincente
avvolti in una patina di oppressione, quasi ansia, scivolarono nella mia mente
con prepotenza e impetuosità. Ritrovare il controllo e scorgere la luce in un
luogo che di speranze e fede ne concede molto poco, esplicano il triste
grigiore di un caso irrisolto, di una cameriera che giace ingiustamente in una
prigione, di cui l’autrice, studiandone le fattezze, scrutandola in ogni parte
del suo animo, rumina un’idea che si è rivelata entusiasta sin dalla prima
pagina. E pur di comprenderla appieno, era necessario avvicinarsi con molta
cautela. E di cautela, fra le pagine dell’esordio di Sara Collins, ce né voluta.
Mosse da seguire, ricordi vaghi che
prepotentemente tornano a galla … magari due o tre contemporaneamente. Dimentichiamo
il resto, e voltiamo pagina.
Nelle
ultime ore, Frannie Langton fu estremamente coinvolgente – non noiosa e
malinconica – e limitata all’essenziale. La sua autrice fa di questo romanzo
una postilla oscura per poter scrutare cosa succedevano alle donne di umili
origini, specialmente quelle di colore, nelle camere oscure e segrete di corte,
nella speranza di strappare al tempo e allo spazio qualcosa di più del solito
silenzio: Frannie Langton era condannata. Ho temuto per la sua vita. Poi ho
scoperto la verità, cosa celava così tanto gelosamente, comprendendo come
questo dovevo comprenderlo molto tempo prima.
Tutti
gli indizi erano rivolti verso un'unica persona, e il lettore si dirige quasi
per caso, passeggiandole attorno e sbirciando nelle falde del suo cuore per
vedere cosa realmente nascondeva. Si, qualcosa c’era. Quanto meno c’erano
rapporti amorosi ambigui, relazioni focose e all’epoca inaccettabili, una pedina
nera in un mondo colmo di anime vagabonde e senza corpo infilate in un piccolo
vano della sua esistenza con una distanza ravvicinata, e non c’era alcun
motivo di sospettare che non le appartenesse. Camminando così lentamente
attorno a Frannie, determinata a restarci finchè la verità non fosse giunta o
qualcuno al suo posto, con gli occhi fissi su una giovane donna mulatta, amante
della scrittura e della buona letteratura, ho letto Le confessioni di Frannie
Langton aprendo e chiudendo cassetti del passato e di un presente lontano,
fermandomi soltanto in qualche punto esclusivamente per
riprendere fiato. Intorno, tutto mi sembrava così opaco come se il tempo
lontano che la Collins ci descrive egregiamente dalle pagine mi avesse
risucchiata in una stanza fredda e umida. Qualche secondo, e dovetti cedere al
richiamo distorto di una creatura selvaggia, esuberante, che tuttavia resta
ancorata a condizioni di disuguaglianza, atti di fede o infelicità, proiettati
in un epoca in cui il colonialismo e la tratta degli schiavi erano alla stregua
di filosofi o letterari che aspiravano ad una via di redenzione. Sebbene non si
ceda alla ragione, ai vasti richiami del passato, restando in una posizione
neutrale a ciò che si aspira. Ma nessuna di queste concezioni prende corpo,
dato che la condizione della protagonista resterà immutata: e la Collins
estrapola una storia che per ogni ricordo che sopraggiunge, tenta di immaginare
in che modo la sua figlia d’inchiostro possa essere legata a quella di una
moglie di un ricco uomo oppure il suo essere lì, quale ruolo avrebbe rivestito
nel caso il suo fosse stato un alibi intaccabile.
A
una lettrice curiosa, un’immagine di questo tipo non può di certo esercitare un
fascino misterioso su questa figura imperscrutabile, fantasma della mente e
dell’immaginazione che mi ha accompagnata ovunque e in ogni ora, e soprattutto fra
le ombre della notte, quando il chiarore freddo e luminoso di un astro,
riflesso in una cella maleodorante e cupa conferisce una dimensione
sconosciuta. Con trepidante attesa ho osservato il tutto pur di scorgerne le
aspettative. Le confessioni concitate, avvinte di una giovane donna, poste
elegantemente sul cuore di una giovane donna, costituiva l’attrattiva
principale. Indelebili, dai risvolti rossastri, che ha marchiato Frannie come
peccatrice di una colpa che realmente non può così definirsi. Una meteora
apparsa in un momento, ardendo fosca attraverso un banco di nubi.
Parabola
morale che imprime nei suoi astanti la dolorosa e potente lezione che davanti
alla purezza infinita siamo tutti peccatori, l’esordio di Sara Collins ha vasti
richiami alla Lettera scarlatta di Hawthorne come simbolo su cui piangere,
qualcosa da guardare esclusivamente senza poter interagire col corso degli
eventi nel quale il rispetto nei riguardi del prossimo è rinchiuso nella linfa
vitale della sua storia. Individualmente fragile, frutto di un arte e una
fantasia così fertile e sontuosa, Frannie è una protagonista dal cuore talmente
grande che ha racchiuso molti ospiti, ma dimora solitaria e gelida senza un
focolare domestico. Con conseguenza che il suo mondo resterà per sempre
oscurato dalla sua innocenza e più perduto ancora per una colpa ingiustamente
inflitta.
Il
conflitto tragico, la colpa, il destino coincideranno con un’acerrima mancata
di azione e di parola in cui gli uomini divengono padroni di se stessi, ma
privi di speranza, camuffati sotto una scorza dura e impenetrabile. In
una bellissima ostentazione del nulla, con una capacità d’osservazione non
sempre chiara e diretta, l’esordio di Sara Collins è un monito verso la libertà
d’espressione e d’azione in cui i protagonisti avvertono l’esigenza di essere
confortati, consolati e che percepiscono la presenza di una realtà che li
renderà presto partecipi. Una realtà che li ha visti infrangere le regole e le
convenzioni del secolo, inducendoli così a desiderare quello per cui è giusto
lottare: la libertà, l’indipendenza. La percezione dell’aver perso tutto, il
distacco dal mondo, infondono una certa irrequietezza, e in un silenzio che
stordisce Frannie sperimenterà le gioie dell’amore fisico e morale attraverso
un lento processo della propria condizione di penitente.
Tutto ciò che esiste al mondo è
già più terribile e più meraviglioso di qualsiasi cosa possiamo aggiungerci
noi.
Valutazione d’inchiostro: 4
Ciao Gresi, non conoscevo il romanzo ma m'ispira molto :-)
RispondiEliminaBuona domenica!
È davvero molto bello! Te ne consiglio la lettura ☺️☺️
EliminaOttima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie a te ☺️☺️
EliminaPiaciuto molto anche a me, come sai. :)
RispondiEliminaLo so ☺️☺️
EliminaTrama coinvolgente e recensione appassionata. Adoro i thriller e questo romanzo mi incuriosisce molto. Prendo nota :)
RispondiEliminaGrazie ☺️☺️ spero allora lo leggerai ☺️☺️
Eliminanon conoscevo questo romanzo, ottima recensione, mi hai incuriosito!
RispondiEliminaGrazie! Mi farai sapere ☺️☺️
EliminaLa frase con cui hai concluso "Tutto ciò che esiste al mondo è già più terribile e più meraviglioso di qualsiasi cosa possiamo aggiungerci noi" è bellissima... se nel romanzo ne sono presenti altre altrettanto belle ho scoperto un motivo in più per considerarlo come possibile lettura! ♥
RispondiEliminaUna lettura magnifica. Non lasciatela scappare ☺️☺️☺️
EliminaLa copertina mi ispira un sacco! E anche la trama non sembra male, è da leggere insomma ;)
RispondiEliminaEsattamente ☺️☺️☺️
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