La metà del mese di aprile mi sorprese
incantata, ammaliata, piacevolmente sorpresa dalla lettura di un romanzo la cui
autrice per me era del tutto sconosciuta. Proseguendo e idealizzando un
progetto letterario già avviato quando la pandemia sconvolse completamente le
nostre vite, di letture ancora da leggere ne resta ancora un certo numero ma
non così esorbitante da scandalizzare o scongiurare in attimi di tranquilla e
totale immersione. Colpo di sole faceva parte di questa pila, a cui ha fatto seguito
non solo un certo interesse, tanto che per un momento fu sconcertante constatarne
la mia irrimediabile ignoranza, e la sua << chiamata >> fu
assolutamente notevole, beneficiaria perché mi era mancato respirare storie che
rifocillassero il mio spirito. Come un bellissimo sole che trasmette pacatezza,
tranquillità, la mia anima ha potuto così brillare fra avverse stelle, cieli
celesti da cui sembra impossibile uscirne, se non vivendo appieno la vita mediante
ciò che ci viene dato, godendo di ogni singolo istante donato. E più che narrare
le banalissime vicende di una ragazza come tante, forse lei stessa? -, scriva
una lunga poesia che proclama il sentimento amoroso e ciò che ne consegue. L’estatico
si ammantava a un paesaggio famigliare, molto simile a quello ritratto da Gabriel
Marquez, che mi ha coinvolta tantissimo, sorriso fra me e me nel constatare che
a volte ci sia bisogno anche di questo. Scandagliando la libertà interiore,
morale, i legami che intercorrono fra figure di cui non ne conoscevamo nemmeno
l’esistenza, trascendendo il passato, scandagliando l’amore nel presente.
Autore: Emilia Pardo Bàlzan
Casa editrice: 12 €
Prezzo: ETS
N° di pagine: 130
Trama: Colpo di sole o «colpo di fulmine»? Che cosa spinge una giovane vedova galiziana dell'alta società a infrangere l'etichetta, partecipando alla chiassosa e popolana festa di San Isidro, sotto il sole cocente del maggio madrileno, tra vino, zingare e zuffe di strada, in compagnia di uno scapestrato giovane andaluso? Un romanzo femminista che mette in campo le disparità tra i due sessi e l'assurdità di certi clichés maschilisti; ma anche un'opera che riscopre i costumi popolari e tradizionali spagnoli in modo ironico e divertente.
La recensione:
La donna è un pendolo che oscilla
continuamente tra l’istinto naturale e l’oppressa vergogna, e l’uomo più
delicato non riuscirà a non finire qualche
volta il suo invincibile pudore.
Eppure, la sua autrice, non indirizzandosi a niente e nessuno in particolare, se non forse alla sua stessa anima, esplica come la forza irrimediabile di un incontro possa sconvolgere l’universo personale di un individuo, tirando al suo personale carro assetti che non possiedono nulla di originale e mai visto, ma minando la sua capacità di saper parlare di sentimenti. Dunque, impossibilitata a rimanere indifferente alla prosa semplice ma intensa dell’autrice, ho visto la calda luce dei sentimenti posarsi su anime tristi in cui sono riservati messaggi tristi, invisibili al tatto ma non allo splendore ardente dell’animo, interpretando e traducendo il mondo in forme più semplici. In un’epoca che non è più la nostra, aggirandosi in silenzio dentro fortezze sguarnite e, come unico segno di vita, in languidi esercizi di osservazione della vita e del tempo che scorre inesorabilmente.
Immagini frammentarie di un amore forte ma contrastante, il silenzio che attornia il luogo circostante, la fragranza di qualcosa di semplice e coinvolgente, dai toni vivaci, emozionanti, appassionanti e coinvolgente attratta e desiderosa di andare avanti.
La bellezza di colori sgargianti, che rifugiano da qualunque forma di malignità, in forme curate di arte e letteratura. La filippica di conoscenze e culture sconosciute, la fatalità di eventi rispecchiano l’anima di queste figure che distratti in forme amorose e realistiche, richiamano alla mente echi perduti nella brezza fresca di un fiume, nel ricordo dell’amata.
L'incontro con un vecchio amico di lunga data. Una storia d'amore che è un valzer che è stato composto in molti anni, emblema di complicità contrastata. Parole sussurrate, lacrime appena versate e un'ispirazione così intensa da risvegliare, col suo brusio, i cittadini. Una storia che ho riesumato in qualche stanza remota della mia memoria che, col tempo, sicuramente scomparirà ma ripristinerò nel momento in cui accadrà. Riassumendo la trama della vita di queste anime come una serie di eventi occasionali.
Leggendolo in una manciata di giorni, nonostante il tempo mi abbia costretto a dimenticare cose che non avrei voluto dimenticare - immagini, scene di vita che hanno nutrito il mio cuore come nettare di vita -, muovendomi furtiva in mezzo a innamorati insaziabili che non finivano mai di baciarsi nelle tenebre, non ho trovato tra le sue pagine quell'amore forte e potente cui mi ero immaginata. Ed non l'avvertì nemmeno quando giunsi alla conclusione della storia, riscontrandoli esclusivamente in gesti o azioni quotidiane. In un pomeriggio di fine aprile sono stata catapultata in Spagna, contro le mie abitudini e i miei desideri, come se non fossi consapevole di quello che stavo facendo, analizzando con occhio clinico gli intricati passi azzardati di due amanti impossibili, che non hanno idea di cosa voglia dire amare. Un tempio segreto in cui, nonostante tutto, ho potuto contemplarne le meraviglie e di cui mi sono completamente assuefatta, perché stregata da questa contorta concezione d'amore.
Una storia intrappolata nella ruggine dell'abitudine, tanta sconosciuta quanto leggibile, che prevale nel ricordo dell'amore dei due amanti.
Una storia che ha un ché di intimistico e solenne, che ci parla di menzogne, follia. E che ci permette di seguire attentamente le vicende di questa giovane donna tramutandola in un’anima errante. Ripercorrendo il tempo del ricordo ed evocando scene di vita legati all’amore vero: innumerevoli scogli che sono stati superati; gli incidenti causati pur di vedersi anche solo per un istante. La consapevolezza che l'amato appartenga a te e nessun altro.
Valutazione d’inchiostro: 4
Libro interessante, ottima recensione, grazie
RispondiEliminaA te 🤗❤️
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