Nella confusione generale, spesso io, come tutti, dimentico come un qualcosa di semplice, apparentemente superficiale possa poi diventare meraviglioso. Avevo dimenticato questa storia, nonostante i ricordi che li legano alla mia anima sono ancora saldamente ancorati. Ma l’acquisto impulsivo di questo romanzo in una nuova veste, in questa, mi indusse a guardarmi dentro e accogliere nuovamente la storia di questo simpatico ma ingenuo burattino nel mio cantuccio personale. Non rievocandolo semplicemente così com’è, ma con una spruzzata di memorie, sprazzi di reminiscenze che mi sorpresero a vedere, una me ancora bambina, spaparanzata sul divano della sua amata nonna materna, immersa nella lettura, col libro posto a mò di leggio sopra le sue piccole gambine. Non che ci sia qualcosa d’importante, ma Pinocchio lo ricordo così: l’infanzia è una delle fasi più belle, e i ricordi in questo caso un buon espediente per plasmare il nostro spirito, perché la bellezza di certe storie, di certe parole è insinuata nell’idea o nella memoria che attribuiamo a quel determinato ricordo. In questo caso, le avventure di un ragazzino che all’epoca aveva qualche anno più di me, che si scontrò contro qualunque principio di moralità, qualunque provvedimento incisivo, avvertì come mie, risposero ad ogni mia richiesta, a qualunque processo di crescita personale cui entrambi fummo costretti ad attenerci.
Autore: Carlo Collodi
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 240
Trama: Il falegname Geppetto si fa un burattino con un pezzo di legno speciale, che parla in modo impertinente e si muove. Appena il "padre" gli fa le gambe, però, Pinocchio prende vita e scappa. Nel corso delle sue tante avventure racconta bugie, viene derubato da un gatto furbo e da una volpe, finisce nella pancia di un pescecane... e alla fine scopre come realizzare il suo sogno di diventare un bambino vero.
La recensione:
Di Pinocchio, però, serbo un ricordo particolare. La storia di questo piccolo burattino, detto dai più come marionetta, aveva emesso il suo piccolo vagito nell’androne di un corridoio lungo e poco luminoso, mentre mia sorella combatteva l’ennesima battaglia contro i Pokemon, la cui provenienza era sconosciuta. Negli anni seppi che trattavasi di un regalo a sorpresa per Natale, ma il fascino che serbai a questa lettura – acceso come una scintilla sin dalle prime battiture – mi trascinò letteralmente in un altro mondo, il profumo dei baiocchi e del caramello ancora fresco, ragazzini scalmanati e disobbedienti, l’odore grezzo di fumo e gas che in una sola boccata, in un solo soffio mi portò nel bel mezzo di un’avventura che sfugge continuamente alla felicità, alla serenità spirituale, e di colpo la mente viaggia fra le vie sgretolate di una città italiana di cui non si fa cenno, vagando però felice in compagnia del mio nuovo amico d’inchiostro.
Il nostro inaspettato ma bellissimo incontro mi prese in contropiede e adesso, alla soglia dei trentun anni, so cosa provai, quali gesti espressi, quali incontri organizzai successivamente affinché la sua permanenza si protrasse per qualche altro giorno, benedetto Pinocchio e la sua testardaggine!
Mi venne così la tentazione di rileggerlo, di rivivere questa storia, non lasciandomi però sedurre dal lento ondeggiare dei ricordi, quanto meritando di leggerlo con occhi diversi, in un corollario di immagini, suoni e parole che avevano tanto di famigliare. Ed ecco che le tradizioni, il ritmo che avevano preso queste mie imprevedibili scorribande erano diventate qualcosa di più serio, e dopo aver investito nell’ennesimo acquisto libroso che mi aiutò a rievocare tutto questo, smisi di credere che quella magia sorta fosse scomparsa. Anzi, si intensificò maggiormente e ritornare in questo luogo, in sua compagnia, poco alla volta, fra una lettura e un’altra, cominciò a divenire ancora più straordinario, ammaliante del previsto. Infilato in un gioco di luci e ombre, realtà e finzione, che mi sorprese pronta, famelica, desiderosa di riportare in vita tutto questo, mediante ogni parola, ogni verso contenute in questo gioco lirico. Così contenta di averlo rivisto, così irrimediabilmente attratta da qualcosa che vale la pena fare un piccolo sforzo in più per comprenderlo, scoprirlo. Forse un giorno i miei stessi figli saranno attratti da questa buffa marionetta! Entrare a far parte del suo mondo, alleandosi con chiunque, persino col Gatto e la Volpe, riportando alla luce un’avventura che forse sarà ripresa e ancor ripresa in futuro, ritenuta quasi quel genere di lettura in remissione.
Valutazione d’inchiostro: 4
Questo libro mi é piaciuto; grazie per la recensione
RispondiEliminaA te :)
EliminaCiao Gresi, ho letto questo celeberrimo romanzo anni fa, per un corso universitario, ed è stata una piacevolissima lettura! Quella di "Pinocchio" è una fiaba davvero immortale e adatta a tutti i tempi :-)
RispondiEliminaAnche per me :)
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