Quando il fascino misto a stupore nei riguardi di un
autore che conoscevo solo per sentito dire sboccia repentinamente come un bacio
lieve su una guancia, capisco che la mia strapiena libreria accoglierà presto
qualche altra opera di Antonio Tabucchi. La sconfinata magia che di certo
caratterizzano le pagine di Requiem
mi indussero a nutrire un particolare interesse, anche se per un tempo troppo
limitato, e a valutare l'ipotesi che quello che ho letto in queste pagine altri
non è che uno specchio dell'anima dell'autore. Un riflesso incondizionato di
riversare in quel contenitore imperfetto della scrittura, ricordi di un epoca
lontana o passata.
Dopo la segnalazione di un romanzo che sembra
promettere grandi cose, e il weekend oramai alle porte, il mio pensiero
riguardo una confessione sussurrata dalla soglia morale di un uomo che, quando
scrisse questo romanzo, si apprestava a congedarsi definitivamente da questo
mondo. In un fiume di parole, con la speranza che aiutino e fortificano
l'anima.
Titolo: Requiem
Autore: Antonio Tabucchi
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 8€
N° di pagine: 138
Trama: In uno stato a metà tra la coscienza e
l'incoscienza, tra l'esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si
trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, in una Lisbona deserta e
torrida di un'ultima domenica di luglio. Sa di avere azioni da compiere -
l'ultima soprattutto: l'incontro con un personaggio illustre e scomparso che
forse, come tutti i fantasmi, si presenterà solo a mezzanotte, ma non ha idea
di come compierle. Si affida così al flusso del caso, secondo una logica che
segue le libere associazioni dell'Inconscio. E si trova a compiere a un
percorso che lo porta a vivere il ricordo nell'attualità di quella giornata, a
riandare ad alcune tappe fondamentali della sua vita, a cercare di sciogliere i
nodi irrisolti all'origine del suo stato allucinatorio. L'allucinazione, il
viaggio, il sogno durano dodici ore, durante le quali si comprimono e si
dilatano i tempi di una vita: passato e presente si mescolano per spiegarsi a
vicenda, morti e vivi si incontrano negli stessi luoghi, i luoghi si fissano in
un'immobilità che non ha niente a che fare col tempo.
La
recensione:
Ormai
l'anima non ce l'ho più, adesso ho l'Inconscio, ho preso il virus
dell'Inconscio, è per questo che sono qui.. è per questo che sono stato capace
di trovarti.
Antonio Tabucchi tornò in Italia qualche anno dopo
essere stato a Lisbona. Scrisse saggi, romanzi, racconti, testi teatrali
tradotti in tutto il mondo. Era passato alla Storia della narrativa italiana
come il <<Padrone del tempo>>, e sebbene sino adesso non avevo
ancora avuto il privilegio di leggere qualcosa scritto da lui, io, viaggiatrice
d'inchiostro alla scoperta di qualcosa - qualcosa di indefinibile a cui non
riesco a dare ancora un nome -, ho letto Requiem
come se fossi davanti a una nuova esperienza. E in realtà, a pensarci bene,
dopo il numero spropositato di autori che affollano la mia nicchia letteraria,
solo adesso mi rendo conto che di questa figura non ne conoscevo nemmeno
l'esistenza. Con una manciata di pagine mi sono accorta di essere rimasta
affascinata da questo autore. Una forza travolgente, un sentimento famigliare
già riscontrato in qualche altro romanzo, silenziosamente ha affondato le
radici e cominciando a crescere.
Rimango decisamente compiaciuta nel notare quanto
fossero diverse le mie opinioni in merito, dopo aver letto Requiem. E sorrido divertita se penso alla diffidenza o allo
scetticismo che avevo tracciato nell'aria come una mano invisibile, che
solitamente sorgono quando m'imbatto in opere di autori sconosciuti, tipiche di
me. La riproduzione che lo scrittore aveva realizzato del suo fedele Io
d'inchiostro, che aveva lasciato imprigionato nella cella della sua anima,
nelle mani di un destino vago e incerto, è stata a dir poco perfetta. Se,
perlopiù, dopo aver considerato che la compagnia insolita di uno scrittore il
cui talento era per me sconosciuto avrebbe potuto accrescere il mio interesse
nei suoi riguardi.
Una notte calda, lunga, magnifica per ascoltare
storie, con una tenera e piena luna che ci sorveglia sopra le nostre teste,
fanno da cornice a questa magnifica storia. Come una scultura a cui si presta
il lusso di ammirarla, soggiornai fra i vicoli bui e tortuosi di una città
sconosciuta e misteriosa per conoscere di prima mano tutti quei personaggi che
avevano accompagnato la mia avanzata lenta fino a che qualcuno avesse ordinato
di mettere il punto finale: l'avvenente e prosperosa Moglie del Signor
Casimiro; Il Barman del Museo di Arte Antica, Il Venditore di Storie, Il
Suonatore di Fisarmonica. Ogni personaggio era un dettaglio stanziato nel
nulla. Un anticipo più che sufficiente delle "valorose gesta" del
nostro eroe di carta.
Mi sono incamminata verso Lisbona con un'espressione
di solidarietà mista a un forte sentimento di curiosità in cui, salutando
qualunque viandante l'autore incrociava con un gentile cenno della mano, potei
muovermi senza che nessuno mi riconoscesse. La mia passione per la scrittura mi
permise di accogliere con facilità quello che esulano le pagine di Requiem, motivata dall'idea che si
trattasse del fantasma dello stesso Tabucchi. E, come un sonnambulo che
attraversa a braccia tese un paesaggio e tutto quello che tocca, sono entrata a
far parte di un sogno che mi ha costretta a vivere da due parti: dalla parte
della realtà e dalla parte dei sogni. Si avverte questa sensazione che qualcosa
si dissolvi nell'aria, e improvvisamente si prova un forte desiderio di
toccarla, come se chi legge facesse parte di questa stramba realtà parallela.
Leggendo Requiem
per la prima volta, dopo tante e accorate richieste dettate dal cuore, ho
potuto comprendere - seppur non ancora nello specifico - la ragione per cui
Tabucchi ha conquistato un numero così grande di lettori. La combinazione di
talento e una disarmante innocenza è così bella e perfetta che sorge spontaneo
definirla <<magica>>. Un abile lettore di anime scrisse dei versi
mediante quel contenitore imperfetto della scrittura, componendo una musica
sconosciuta mediante parole ermetiche e simboliche che sfiorano il surrealismo.
Assumono poco a poco una risonanza famigliare, in cui ogni singola parola trova
un posto particolare dentro l'anima di chi legge. E, solo alla fine, ci narra
poemi dettati esclusivamente dal suo genio, senza la minima difficoltà. Poemi
amorosi o reali scritti semplicemente per farli leggere a qualcuno, o anche a
se stesso. Per riscaldare un po' il suo cuore … e anche quello mio. Ed è
proprio questa semplicità a colpire dolcemente con forza, chi lo
"ascolta".
Situazioni che oscillano fra il reale e il possibile
e che sono pieni di una libertà e di una forza vitale che non possono essere
racchiusi nei confini del senso comune, in pagine bianche che evocano qualcosa
di speciale. Un altro tempo, un altro luogo, o una particolare dimensione della
mente in cui io mi sono persa completamente.
Un abile intreccio di riferimenti incrociati nella
produzione tabucchiana. Una trama quasi inesistente, ma dipanata con
meticolosità nell'alternarsi dei "mondi paralleli". Un'avventura
sensazionale che altri non è che un esame della coscienza dell'autore,
tribolazioni, purificazioni, dinanzi a un tempo tiranno che oramai ha ingoiato
qualunque cosa. Un viaggio in uno stato a metà tra coscienza e incoscienza in
cui si arriverà a un punto in cui non si saprà più cosa è vero o sbagliato.
Perdendoci nel labirinto del tempo di cui siamo stati prigionieri e, vagando
come un anima in pena che tuttavia esiste grazie alla dinamica dei ricordi,
cercando quella specifica risposta che abbia indotto l'autore a scrivere questa
storia. Una storia balorda, senza soluzione, ma che cambierà la vita di
chiunque voglia leggerla.
Quando
ero giovane avevo sempre pensato che quell'azzurro fosse mio, che mi
appartenesse, e invece adesso era un azzurro esagerato e distante, come
un'allucinazione.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao, bellissima e profonda recensione, come sempre. Si nota benissimo che questo libro ti ha toccato il cuore e l'anima e adesso non vedo l'ora di leggerlo anche io. Ne ho sentito parlare spesso, ma il tuo è il primo parere che leggo. Grazie perché altrimenti mi sarei persa una lettura che sicuramente mi emozionerà :)
RispondiEliminaOh, ma grazie a te, Maria! È stata la prima esperienza con Tabucchi, e penso che presto se ne ripresenterá una seconda volta 😊😉
EliminaQuesto romanzo sembra davvero interessante, sicuramente vale la pena di inserirlo in w.l!! :)
RispondiEliminaCiao Gresi!
Oh, si! Ne vale proprio la pena 😊
EliminaCiao, Ilaria! 😉😊