sabato, luglio 26, 2025

Gocce d'inchiostro: Un indovino mi disse - Tiziano Terzani

La memoria, spesso ce lo dimentichiamo, ci fa strani scherzi. Si ricorda e si dimentica quello che vuole. E lo fa apparentemente senza alcuna ragione: almeno non chiara a noi che spesso crediamo di ricordare ogni cosa, o quello che ci appartiene, o che possiamo controllare.

Mi considero una lettrice attenta, ambiziosa, e amo rileggere i romanzi perché nel rileggere un testo scorgo cose o elementi che non avevo visto di primo acchito. Una volta mi disperavo, quando prendendo nuovamente un testo a distanza di qualche tempo e non ricordavo un passaggio, una frase. Qualcosa insomma. Ma a  pensarci bene, negli anni, ho constatato che non ha poi tanta importanza. Se oggi leggo un romanzo, e fra qualche mese potrei dimenticarlo non c’è dubbio che posso rileggerlo quando mi pare e piace. Tutto questo per dire che pur quanto cerchi di sforzarmi sicuramente della storia che Terzani si portò dentro qualche pezzo lo persi lungo la strada, qualche anno fa quando lo lessi per la prima volta, e ora che ho concluso anche questa ennesima rilettura. Poiché per certe letture necessito sicuramente di una seconda lettura. Ma al momento non è questa una delle mie preoccupazioni. Amo rileggere i romanzi, soprattutto quelli miei preferiti. Metto da parte questi inutili pensieri e tiro fuori, magari distorcendo e manipolando la realtà che mi circonda, andando a frugare nei recessi dell’anima di questo volume.

Quando la voce di Terzani giunse al mio orecchio non sapevo dove sarei approdata, quanto poco o nulla, ma questa storia mi ha in qualche modo colpito. Semplice, sparsa in una landa piatta e desolata, appoggiata ai bordi della mia anima, di cui mi è stato affidato il compito di mettere ordine in una cosa che mi è stata a cuore: i suoi ricordi. Il mondo esterno influì eccessivamente sui miei umori. E si osserva il mondo come se osservandolo attraverso un caleidoscopio: una piccola mossa e tutto ero rotolato come un tappeto dinanzi ai miei occhi.

Come la prima volta, anche questa seconda volta Terzani mi fece un ottima impressione e il nostro incontro fu uno squilibrio del mio percorso letterario. Il suo autore in un certo senso mi ha aiutato a carpirne la sua << forza vitale >>, ed io in un certo senso l’ho aiutato.




Titolo: Un indovino mi disse

Autore: Tiziano Terzani

Casa editrice: Tea

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 429

Trama: Nella primavera del 1976, a Hong Kong, un vecchio indovino cinese avverte l'autore di questo libro: << Attento! Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare. Non volare mai >>.

Dopo tanti anni Terzani non dimentica la profezia ( che a suo modo si avvera … ), ma anzi la trasforma in un'occasione per guardare al mondo con occhi nuovi: decide infatti di non prendere aerei per un anno, senza tuttavia rinunciare al suo mestiere di corrispondente. Il 1993 diviene così un anno molto particolare di una vita già tanto straordinaria: spostandosi in treno, in nave, in auto e talvolta anche a piedi, Terzani si trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata. Il risultato di quell'esperienza è un libro fuori dall'ordinario, che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e grande reportage.

La recensione:


Forse il futuro è davvero già passato ed è per questo che alcuni riescono a << leggerlo >> con la stessa facilità con cui tutti noi vediamo la luce di una stella che in verità si è già spenta da secoli. Il segreto sta tutto nel togliersi dalla dimensione del tempo; il tempo come siamo abituati a concepirlo, quello fatto di anni, di ore, di secondi.


Le incredibili gesta di Tiziano Terzani finirono nel 2004, quando il mondo possedeva solamente qualcosa di cui non sapeva di che farsene. Lettori di ogni sesso, età furono a loro volta padroni di un tesoro di inestimabile bellezza, scovato tempestivamente in un epoca che sta avanzando in un lento declino, abili profanatori di teorie e critiche, desiderosi di un'indipendenza fisica e morale che non tutti possiedono. Tanti, come me in questi ultimi giorni di Aprile, sono partiti lasciandosi alle spalle una realtà che non soddisfa nella sua massima integrità. Tanti si sono lasciati alle spalle monumenti, tombe, leggende, ricordi bellissimi e tantissimi fantasmi racchiusi in meno di cinquecento pagine che oggi altro non sono che un viaggio sulla vita. Gran belle esperienze di vita nelle quali sono molto pochi coloro che vi vogliono abitare e posti in cui non si è mai soli. Esperienze che non accennano a svanire nè a sbiadire dalla memoria di chi lo ha amato e conosciuto, così preciso e meticoloso, mosso da un impasto di cinismo, scetticismo e ironia, che con vigore e coraggio denunciò l'inutilità di una guerra che per tutti è una crociata, chiedendo solo di essere quello che viaggia con gli occhi dell'altro, pur di guardare là dove altri non si spinsero mai. Non giunsero.

Ogni sera tra le rovine di un cuore giovane racchiuso nella gabbia toracica di una massa di carne instabile e alquanto malconcia ho visto la sagoma di un maestro, un uomo la cui anima ha aderito perfettamente alla mia. Lui era un giornalista, un aviatore, uno studioso. Io una comunissima ragazza messinese, amante dei libri e della buona letteratura. Fummo scoperti amanti dell'arte del leggere e dello scrivere e da allora il nostro incontro fu come una condanna. Amore, vita, speranza e abbandono in una passione continua.

Qualche tempo fa un rispettosissimo Terzani concordava con me sul fatto che la bellezza di un tramonto cela talvolta qualcosa di speciale. Il momento in cui l'aria si fa più pura, limpida, permettendo così all'individuo di guardare, in quel momento, dentro di se, alla ricerca di una qualche spiegazione che possa appagarlo del tutto. Questa situazione è stata per un certo lasso di tempo un ospizio per il mio povero cuore ed era comprensibile che, fra le tante esperienze di vita del signor Terzani, qualcosa avesse fatto breccia in me.

E' in questi momenti, dove il mio spirito sembra splendere di una luce tutta sua, che mi piace pensare che questo tipo di letture altro non sono che lettere indirizzate a nessuno in particolare. Fermi ai bordi dell'anima, come un brusco scorto di sensibilità che spiega qualcosa sull'autore. Cose che possedeva già sotto la pelle, ma che non sapeva dire. E, pur di scrollarsi addosso la tristezza, la curiosità, o l'inappagamento dei sensi, indirizzava i suoi pensieri verso un unico e fondamentale argomento: qual è il vero significato del viaggio? Quanto si può apprendere da ciò, e quanto si può fantasticare sulle vite altrui dall'osservazione di un dettaglio o un gesto? La sua partecipazione sul campo lo resero noto, celeberrimo, partecipe ad una lotta di una terra in coesione fra storia e amore, un pezzo in più di mondo a cui tenta di esplorare e capire. Identificandosi in cause che sembravano giuste, ma esprimendo la sua passione con uno stile che dimostra come il giornalismo sia un ramo della letteratura. Sebbene il suo lascito, quello più importante, è quello che ha avuto su di noi e sul modo per cui interpretò il mondo.

Essere vuoti come un guscio, desiderosi di essere riempiti da qualcosa, in una realtà che è un grande tuffo nel vuoto, è davvero logorante. Viaggiare, dunque, identificarsi e stabilire dei rapporti col prossimo è la linfa vitale dell'anima. Rinascita di un nuovo sole, come quello della Creazione, mentre alcune forme oscure escono da un'oscurità cosmica per svanire completamente come per dare speranza, sulla soglia della vita e della morte.

Quella di Un indovino mi disse, così come Un altro giro di giostra, è quel genere di storia ambiziosa, un esperienza sulla vita, che dà un senso a tutto ciò che ci circonda, proveniente da un mondo in cui la ragione spiega tutto. Dove ogni cosa è precaria, la certezza e l'incertezza divengono enormi masse congenite. In compagnia di un viandante che diviene poi fiore. La sua anima cresce e dà frutti e i suoi vizi lavati via dalla fatica del viaggiare, che reclama la nostra attenzione. E che Terzani riesce magistralmente a descrivere e che vibra di potenzialità simbolica. Perchè coinvolge in esperienze vissute in prima persona, denuncia ogni forma di tradimento, approda alla figura di apostolo della non violenza contro la fine collettiva, come uno straniero che appartiene al tempo, allo spazio, agli esseri umani che si affollano intorno.

In un mondo dove la vita è sempre più naturale, dove l'umanità è ancora più varia, dove il tempo sembra scorrere ininterrottamente, da un altura di una montagna Terzani osserva quello che si lascerà alle spalle. Interprete di anime, scrittore di parole e di storie di cui è possibile sentirne ancora l'eco, libero dai sensi di colpa, quasi felice, dipana la storia dei suoi viaggi come una miriade di spiriti radunati che raccontano bisbigliando la loro storia, invocando l'arrivo di molti altri spiriti, molte altre storie.

Una storia che ci parla di speranza, di quanto sia cattivo e ingiusto il destino, e che rivela segreti utili per capire il mondo. Strutturato alla maniera delle testate giornalistiche, fa sorgere le riflessioni più profonde dell'animo umano. Non bisogna più guardare il mondo circostante da un caleidoscopio - un piccolo gesto, affinché ogni cosa possa apparire bianco e luminoso -, ma mettere fine agli alti e bassi affinché ogni cosa torni alla normalità o abbia un suo equilibrio. Viaggiare diviene così qualcosa di fondamentale. Qualcosa che esalta, rinvigorisce, dà da pensare, e, soprattutto, vivere. Un' iniezione di adrenalina, un innamoramento che riempie di emozioni. Un mezzo di crescita spirituale, come un compagno di avventure fa le avverse stelle, in cui ogni parte di vita è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita.


A far finta, per un po', d'esser ciechi si scopre che, per compensare la mancanza della vista, tutti gli altri sensi si affinano.



Valutazione d'inchiostro: 4

8 commenti:

  1. Ciao Gresi! Io ho letto la biografia di Terzani, curata dal figlio, e ho visto anche il film, e che dire? Sono rimasta incantata da questo uomo straordinario. Ho intenzione di leggere tutte le sue opere e mi fa piacere conoscere un'altra persona che lo ammira come me!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, Maria! A me Terzani in un certo senso mi affascina, ma allo stesso tempo talvolta potrebbe stancare. É un autore però da tenere sott'occhio ;)

      Elimina
  2. Sembra proprio uno di quei libri intensi che ti lasciano qualche spunto di riflessione: annotato!

    Nel frattempo colgo l'occasione per invitarti al mio Little Linky Party per i due anni del mio blog, Vento di Libri. http://ventodilibri.blogspot.it/2017/04/festeggiamo-i-due-anni-del-blog-little.html
    Se vorrai partecipare o anche solo fare un salto mi trovi qui :)

    RispondiElimina
  3. E' da un pò che voglio leggere Terzani e avevo comprato questo libro solo che l'ho lasciato in attesa.. la recensione mi ha messo ancora più dubbi :/

    RispondiElimina

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang