Titolo: L'ultima canzone
Autore: Nicholas Sparks
Prezzo: 20,00 €
Casa editrice: Frassinelli
Trama: A quattordici anni, la vita di Veronica Miller, detta Ronnie, è stata completamente stravolta dal divorzio dei genitori e dall'allontanamento del padre, che da New York si è trasferito a Wilmington, in North Carolina. Tre anni dopo Ronnie è ancora fiduciosa, soprattutto con lui, che non vede quasi mai. Finché sua madre non decide - nell'interesse di tutti, secondo lei - di mandarla a trascorrere l'estate nella sperduta cittadina affacciata sull'oceano dove il padre di Ronnie, ex pianista e insegnante di musica, vive un'esistenza tranquilla in sintonia con la natura, tutto concentrato nella creazione di un'opera destinata alla chiesa locale.
La recensione:
La vita, ora lo capiva,
assomigliava a una canzone. Al principio c'è il mistero, al termine la
conferma, ma nel mezzo ci sono le emozioni che arricchiscono l''intera
esperienza.
Mi è davvero piaciuto essere stata per
qualche ora a Wilmington, nel North Carolina. Diversa gente, diversi colori,
diverse storie. Penso a come siano davvero strane le sorprese che talvolta ci
riserva la vita. O forse quel che mi facevo succedere? Con l'approssimarsi del
mese d'agosto, accettando la sfida letteraria indetta su Facebook, avevo preso
in mano la situazione, avevo cominciato a guardarmi intorno con altri occhi.
Sarebbe stata una storia dal sapore dolce amaro a fiondarmi fra le pagine di un
romanzo più acclamato degli ultimi tempi, a stare con Ronnie e Will. Certo che
un certo <<disagio>>, come mi piace ogni tanto chiamarlo, aveva una
sua faccia oscura, inquieta; ma ne aveva anche una di luce, potenzialità,
rinascita. Questo <<disagio>> mi fece scoprire e, con gli anni,
apprezzare Nicholas Sparks a cui non avrei mai prestato attenzione, se non
fosse dovuto dal mio impellente bisogno di riprendere in mano una delle opere
più celebri dell'autore. Forse qualcosa dentro di me esigeva un ricordo, ed
ecco che leggo di un padre prostrato dal cancro.... per farmi ricordare. Santo
cielo, pensavo proprio un bel ricordo!
Eppure, questo consumarsi lentamente fra
la vita e la morte mi era entrato sotto pelle, quel treno che conduce al
paradiso che si impantana in stazioni umidi e soffocanti, non in maniera
spropositata ma nemmeno ridotta, mi dava pensiero. E' un po' quel genere di
domanda che ancora la scienza non riesce a dare una risposta, anche se penso
che la catena di eventi che determinano il nostro personale destino dipenda
proprio da noi stessi. Ho avuto l'impressione di assistere ai vani salti di un
acrobata che volteggia per aria fra un trapezio e un altro... finché una delle
sbarre manca alla presa. Così la mia mente concepiva la condizione di Steve,
precipitando nel vuoto.
Ero consapevole che, pur con tutto
l'entusiasmo che mi era venuto per Ronnie e per il suo amato Will, non potevo
seriamente ignorare l'ipotesi di sprofondare, giorno dopo giorno, in un
sotterraneo buio in cui non avrei trovato limiti, da cui non conosco la fine e
che forse non aveva via d'uscita. Forse ero io stessa vittima di un grande
tormento interiore, ma la situazione era questa: triste, irrimediabile.
Certamente Steve avrebbe trovato la giusta strada per ritrovare la pace, ma non
riuscivo a capacitarmi del perché la vita sia così ingiusta. Mettere fine anche
alla sua produzione di cellule impazzite. E il solo fatto che dovessi assistere
impotente a tutto ciò aumentava il fastidio che il mio aiuto non sarebbe
servito a niente.
Con la mia solita poltrona preferita, su
cui partii all'ultimo minuto, mentre il sole stava per tramontare, tornai a
Wilmington e mi ritagliai, felice, un posticino tutto mio.
Era ciò che volevo.
La notte volavo su una spiaggia dorata,
vegliata dall'acquoso bagliore della luna, in un mondo che non era poi così
lontano dal mio ma in cui mi sono persa completamente. Camminando lungo il mare
e un nido di testuggine, osservando impunemente due giovani ragazzi che,
punzecchiandosi, contemplavano il piccolo nido, dando l'impressione di essere
loro stessi rinchiusi in un guscio.
Presi tutta questa tenerezza come
qualcosa d'infinitamente dolce. E leggere L'ultima
canzone, dunque, è stato come sognare ad occhi aperti. Un incanto. Parole
che traboccano fiducia, ricordi deteriorati dal tempo, che si infrangono come
un'onda sulle sponde del tempo, amori passionali e struggenti cui è impossibile
non farsi cullare. Emozionarti anche quando ripercorro mentalmente gli anni in
cui si resero conto di provare immancabilmente un inspiegabile sentimento,
fatto di gioia e dolore. Il desiderio di voler tornare indietro nel tempo per
spazzare via tutta la tristezza, ma con la sensazione che, se lo avrebbero
fatto, se ne sarebbe andata anche la gioia. O, i ricordi che vengono assimilati
e accettati come una condanna, lasciandoli che li guidino tutte le volte che si
affacciano alla loro memoria.
Con L'ultima
canzone ho avvertito il piacere di sentire sulla pelle la poesia o il
toccante romanticismo che, con grazia e incanto, evoca perfettamente dalla sua
penna al fine di rendere i suoi romanzi come una certezza assoluta nel panorama
della narrativa romantica. Tipici racconti che generano ansia e batticuore.
Dove il sentimento amoroso viene enfatizzato ed esplicato mediante poesia: come
espressione di idee, emozioni e sentimenti dei protagonisti o metafora di
solidarietà e conforto.
Romantico e scorrevole, sin dalle prime
pagine, L'ultima canzone è stata una
lettura davvero molto bella e coinvolgente. Una storia comune e molto
realistica, che riesce a penetrare, membrana dopo membrana, nei cuori di due
innamorati nati sotto una cattiva stella, e un padre che, dal palcoscenico
artificiale della vita, osserva la clessidra del tempo scorrere come in un
palmo di una mano. Osannare l'amore intenso di un padre che dovrà abbandonarsi
a un destino così crudele e egoista, che lo condurrà dinanzi a una strada che
non è più in salita ma in discesa.
Guazzabuglio di immagini dalle diverse
tonalità, serie di sfumature, dalle più chiare a quelle più scure o viceversa,
ritratto umano terribilmente realistico e coinvolgente di protagonisti di amori
tragici e dolorosi, L'ultima canzone
è per me un po' di tutto questo. Pagine che palpitano, in cui possiamo
riconoscere un pezzo di noi stessi, scovare così a fondo i sentimenti degli
esseri umani, di cui Sparks dà qui l'ennesima conferma della sua straordinaria
sensibilità e bravura.
Ci sono persone che possono convivere con
la loro coscienza, fino a un certo punto. Loro vedono sfumature di grigio dove
io vedo solo bianco e nero...
Valutazione d'inchiostro: 4
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