mercoledì, luglio 19, 2017

Gocce d'inchiostro: Harry Potter e l'ordine della fenice - J K Rowling

Quando decisi di leggere il quinto capitolo della saga fantasy più amata negli ultimi tempi, verificai attentamente se quella di Harry era la storia che avrei voluto custodire per qualche tempo.
Come un uccello d'inverno, ho planato fra le vecchie e polverose mura di un castello fatiscente, beandomi completamente della magia che trasudavano le sue pagine. Leggere il quinto capitolo di questa saga mi ha trasmesso la sensazione di essere stata buttata giù dalla Torre di Astronomia, e di precipitare negli abissi infernali. La vita del giovane Harry pendeva letteralmente sul filo di un rasoio e, sebbene costellato da una vastità di sensazioni che alla fine convergono tutte in un'unica cosa, nel dolore, ho avuto come la sensazione che la mia struttura corporea fosse stata smantellata, fatta a pezzi. In cui persino la morte è davvero devastante.



Titolo: Harry Potter e l'ordine della fenice
Autore: J K Rowling
Casa editrice: Salani
Prezzo: 24 €
N° di pagine: 807
Trama: Il quarto volume delle avventure di Harry Potter ci ha lasciato col fiato sospeso: Lord Voldemort è tornato. Che cosa succederà ora che l'Oscuro Signore è di nuovo in pieno possesso dei suoi terrificanti poteri? Quanta morte e distruzione seminerà nel tentativo di riprendere il dominio del mondo? Sono le stesse domande che si pone Harry Potter, disperatamente segregato - come tutte le estati - nella casa dei suoi zii Babbani, lontano dal mondo magico che gli appartiene. Ma qualcosa è cambiato anche in lui. Ormai quindicenne, lo ritroviamo divorato dalla frustrazione, dalla rabbia e dall'ansia di ribellione tipiche della sua età.

La recensione:
Freddo. Un freddo che morde la pelle, taglia la carne e trapana le ossa. Un freddo umido che attanaglia i muscoli e brucia le viscere. Freddo. Sin dal primo istante in cui metto piede a Grimmauld Place è questo quello a cui riesco a pensare.
L'oscurità è avvolta da un banco di foschia. Piccole nuvolette di fumo si librano nel cielo come fiati di vapore. Sono gli aliti di luce smorta che aderiscono alle ombre di due adolescenti come un polvere brillante e fa trapelare i confini dello spazio in cui si trovano. Le mie pupille riescono a dilatarsi e ad intravedere un vicolo buio lungo e stretto. Tutt'attorno un'umidità e un freddo pungente che artiglia sin dentro le ossa, rilucendo nella penombra come se un pianto oscuro vi si scivolasse sopra. Di fronte a me un lampione proietta il suo riflesso pallido e, più in avanti, i volti di due ragazzi a me molto famigliari.
Harry e Dudley. Due macchie nerastre da cui pendono brandelli di pelle e di carne.
Vorrei aiutarli, comprendere le loro intenzioni, ma ho la voce rotta e riesco soltanto ad articolare un gemito vuoto. So perfettamente che quel freddo penetrante e pungente, quella repentina mancanza di felicità che si sono impossessati di me è quella provocata da due creature maligne e mai viste prima: i Dissennatori.
Nei giorni che hanno scandito l'inizio di un estate diversa ma vivida, ho sognato di viaggiare a bordo di un treno sul quale ero l'unica passeggera. La locomotiva cavalcava furiosa su un paesaggio rurale spoglio e incolto verso un labirintico castello, torri affilate e un groviglio di ponti e tetti in una cospirazione di moltitudini segreti e complotti impossibili sotto un cielo sanguinolento. Poco prima di penetrare in un tunnel che sembra non avere fine, varcando inconsapevolmente la soglia dell'Inferno, in un aura di luce cremisi.
Il liquido grigiastro ed evanescente di una consunta e dorata bacchetta, l'oscurità, l'incessante lotta fra Bene e Male, una creatura demoniaca e famelica che gode a mietere vittime sono sempre stati qui, ma da quand'è che ho deciso di rileggere il quinto capitolo della saga ho prestato molta più attenzione. Ogni cosa acquisisce una certa importanza. Un gioco di luci e ombre si abbatte sulla cittadella della mia coscienza. Come non avrei mai potuto immaginare. Perfino al buio mi sono accorta che masse di carne instabili, macchi scure che fanno parte di un paesaggio meraviglioso e suggestivo hanno suppurato quello che mi è parso il mio permesso di soggiorno.
Il dolore lancinante di una cicatrice mi ha aiutato a capire molto di più.
Le immagini di quanto ho visto iniziano a disegnarsi nei miei pensieri. Ricordo l'istante in cui misi piede a Grimmauld Place, il cui profilo si formava in lontananza nel crepuscolo. L'ho osservata stagliarsi come il grande scenario di uno spettacolo da fiera attraverso il parabrezza di un auto e ricordo quanto mi piacque questo posto la prima volta che ci misi piede. A poco a poco la trama di questo voluminoso volume si districava ai miei piedi un tappeto di tenebre che si è fuso con la magia. Lì, immersa fra le aule, la sagoma della mia anima. Ogni cosa adesso avrebbe acquisito un senso.
Il marchio che ha lasciato nel suo figlio di carta è ancora qui impresso nel mio cuore. Qualcosa mi ha indotta a non poter ignorare il brusio sommesso di un ragazzo solo e sofferto, che ha cercato nell'amore la sicurezza che ha inseguito per tanti anni invano, fra le pareti di una casa completamente estranea ai suoi occhi, in un'avventura avvincente e mozzafiato che non avrà mai fine, quando scopri che è venuto al mondo per essere maltrattato come un animale in gabbia. Lord Voldemort si aggira nell'oscurità del suo animo, come uno spettro maligno impossibile da cacciare, catapultandoci in una dimensione dove ogni cosa è ammantata dallo sconforto, da atti o gesti intrisi di drammaticità che sedimentano nell'animo.
In questa manciata di giorni, ho scoperto e interpretato per l'ennesima volta la magia che è racchiusa in queste pagine. Confidandomi nel mio piccolo spazio personale, ritrovandomi nella forza di un sentimento non del tutto sconosciuto, svuotando la mente, facendo i libri e la letteratura artifici ordinari la cui funzione è quella di produrre pezzi di vita, vita tuttavia irreali o ritoccate.
Una battaglia cruenta e sanguinosa che avrà appena inizio, morti inaspettate e improvvise, piccoli dettagli che si stanziano in un mare di solitudine. Ma che travolgono con la sua forza anomala, spogliandoci e lasciandoci guardare completamente inebetiti. Neutralizzandoci, non potendo fare nulla affinché Harry possa essere finalmente capire.
Una storia che nonostante sia terminata da un bel pezzo non ha smesso ne penso smetterà mai di esistere. Perpetuerà a lungo nella memoria degli uomini, in un improvviso sussulto di stupore e rabbia. Trascina in un tappeto di tenebre e picchia sul metallo gelido di un cuore freddo e malvagio la cui identità lacera la pelle di chiunque. Briciola del delirio e del dolore di una creatura un tempo fatta di carne e ossa che lo hanno mangiato vivo.
Valutazione d'inchiostro: 4

8 commenti:

  1. Il quinto volume della saga é quello che meno ho apprezzato in assoluto (lo stesso vale per il corrispondente film). É stato il vero punto di svolta dell'intera serie dopo l'accenno dark sul finale del quarto, é stato un passaggio inevitabile - forse - verso l'età adulta dei diversi personaggi, non più semplici ragazzini con lo stupore negli occhi inconsapevoli dell'immenso potere della magia. É mancato, però, qualcosa che non saprei definire. Un vero colpo al cuore soprattutto la conclusione che, a distanza di anni, ancora mi sembra fin troppo confusa :(

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    1. Sono d'accordo! E infatti a questo ho assegnato un punto in meno rispetto al sesto ☺

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  2. pur amando di più il quarto volume, il quinto l'ho trovato davvero bello e tragico insieme...di qui si inizia la discesa verso la parte più cupa e adulta della saga ^^

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  3. Ciao Gresi, ho letto solo i primi due romanzi di Harry Potter, ma piano piano arriverò alla fine ;-)
    P.s. ti ho nominata qui https://langolodiariel.blogspot.it/2017/07/liebster-award.html

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    1. Attenderó pazientemente la tua opinione ☺☺
      Grazie mille!! ☺☺

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  4. Ciao Gresi.
    Fai benissimo a proseguire questa saga io sono del parere che più si avanti coi libri più la saga diventa bella, io l'adoro

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