La lettura di questo romanzo è stata il
respiro e l'anima di Cartoline dalla terra di nessuno, che mi
avviluppò come una fotosfera, mi illuminò facendomi dimenticare pene passate,
tenendo gli occhi aperti che insistentemente vagavano da un posto a un altro: i
dubbi, i malumori, gli affanni, i dispiaceri. Sapevo che questo sarebbe stato
un periodaccio, fuori dal mio piccolo cerchio di luce, tuttavia alcun segno
divino o impedimento mi indusse ad allontanarmi da questa lettura, in affamata
e ardente curiosità. Il piacere della lettura spesso cela un chè di
inspiegabile, ma bello in cui cammino nella luce consapevole delle ombre che mi
stanno attorno. Potrebbero retrocedere o spintonarmi, un po' l'una un po'
l'altra, ogni giorno.
Una sera di fine gennaio mi vide restare
barricata in casa, sebbene gli impegni vari mi costrinsero a comportarmi
diversamente. E, in tutto questo, la voce carezzevole dell'autore, che
levandosi improvvisamente dal nulla quasi mi sorprese del suo temperamento
dolce, tenero, quasi ingenuo e della natura semplice della storia. Ritenedo che
alla base di tutto ci siano i sentimenti, motivi molto più validi che
sopraffanno ogni cosa.
Titolo: Cartoline dalla terra di nessuno
Autore: Aidan Chambers
Casa editrice: Bur
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 471
Trama: Jacob, diciassettenne inglese,
parte per Amsterdam al posto della nonna, bloccata a casa da una gamba rotta.
Scopo del viaggio: partecipare alla commemorazione della battaglia di Arnhem,
combattuta dal nonno cinquant'anni prima. Ma la cerimonia diventa il pretesto
per la scoperta di una nuova vita, che affonda le sue radici in un passato
sconosciuto. In una Amsterdam divisa fra tradizioni senza tempo e modernità,
Jacob scoprirà che cosa significa amare. In ogni senso.
La recensione:
Quanto
stanche, stantie, banali e prive di costrutto apparivano le costumanze di
questo mondo. Quanto era lui stesso indegno. E come probabilmente avrebbe fatto
meglio a liberarsi dal tumulto, dal viluppo di questa vita mortale.
<<
Perché certe letture le scopro solo quando …. ho già ventisei anni e di letture
di questo tipo ne ignoravo completamente l'esistenza. Perché? >>, mi sono
chiesta sin da quando ho concluso questo romanzo. Ci sono eppure alcuni autori,
alcune letture che mi confortano, mi rassicurano, ritagliano un posticino tutto
mio fra le piccole particelle dell'universo, ponendomi pensieri o riflessioni,
con una certa serietà, sulla straordinaria natura dei romanzi, sul loro magico
potere, sulla mutevolezza d'umore di questi piccoli sprazzi di felicità che
dipendono unicamente da me.
Dinanzi
a certe letture, per citarne qualcuna, come quelle di Paul Auster o Murakami
Haruki, Carlos Ruif Zafon o Nicholas Sparks, non mi fermo a pensare. Sono i
medesimi autori, i romanzi che riportano i loro nomi, a farmi pensare; non è
qualcosa cui so dare una spiegazione. Ma sono parti della mia anima, spunti di
riflessioni di cui ne ricavo tesoro.
Con
l'istinto speciale con cui spesso mi contraddistinguo, soprattutto nell'ambito
letterario, ho così accolto il romanzo di Chambers come se stessi accogliendo
un vecchio amico d'infanzia. Sebbene di vecchio o conosciuto questo romanzo
possiede ben poco, a parte il suo anno di pubblicazione, in cui divenire un
tutt'uno col protagonista è stato davvero inevitabile.
Il
mio cuore e il suo sarebbero stati l'uno dell'altro, con quasi vent'anni di
ritardo, e non ho sprecato minimamente il mio tempo come ho fatto in questa
settimana che ci stiamo lasciando alle spalle, e la mia felicità non a caso è
durata più a lungo.
Quella
raccontata da Chambers in questo splendido romanzo non è la storia semplice,
banalotta di un ragazzo, ancora adolescente, con un oscuro e intrigante passato
alle spalle, a tormentarsi così, con una ragazza dalla vita semplice, non
ancora matura, che era stata catturata d'improvviso come un uccellino in una
trappola.
Nel
nebbioso grigiore della Guerra, della polvere da sparo, dei cannoni, diffusa da
un fascio di bombe, sparatoie, assalti sprigionati nel bel mezzo del nulla, i
cuori giovani, ambiziosi, ma recisi da pianti, sofferenze, scalpitavano
piacevolmente e mandavano fuori sibillando bolle di linfa dalle loro estremità.
Per
natura, in un certo senso, Jacob, Geertrich, la nonna, sono personaggi deboli
che si aggrappano a qualunque cosa pur di sopravvivere. Crescere, diventare
adulti, o adattarsi in un mondo in cui vivere sembra quasi blasfemo, è qualcosa
a cui non si può rispondere umilmente. Aidan Chambers, tuttavia, ha scritto
questa storia con una certa umiltà, in cui non si può fare a meno di avvertire
un certo gusto per il tragico e il drammatico, che inconsapevolmente ci ha
indotti ad acconsentire ad accettare ogni cosa così com'è, nella loro splendida
semplicità, non leggendo la storia di Jacob come qualcosa con cui condividere
la sua tragica storia piuttosto come un invito a trovarsi alle prese con
un'infinità di situazioni che derivano dalla posizione che egli stesso occupa,
assicurando chi legge della sua compagnia.
La
realtà della guerra è sempre un tema piuttosto attuale, allarmante quando si
profila così vicina. Jacob e le sue spericolate avventure si srotoleranno come
un sottilissimo filo che spinge chiunque ad arrivare oltre, girare dietro
congetture, ricordi, sprazzi di piccole o grandi vicende, entrando nel nostro
fascio di luce, nella pallida luce di un mattino.
Il
lato spiacevole di questa lettura sta nel fatto che Chambers è giustamente
ignaro di quanto effetto ha prodotto su di me la lettura di questo suo ennesimo
figlio di carta, primo per me le cui copertine sono innegabilmente bellissime e
rintracciabili in ogni cosa espressa o scritta. In ogni modo, non divulgandomi
troppo sulla faccenda, sono entrata nel cerchio personale di Jacob e dei suoi
amici sforzandomi di non giungere repentinamente all'epilogo.
L'anima
della storia è stata così pura, timida, emozionante che, in questi ultimi
giorni di gennaio, l'ho vista brillare attraverso una piccola apertura e
formare una striscia dorata che cadde su di me, si conformò con il mio cuore,
creando un segno come una pennellata di colore. Sono stata sopraffatta
dall'emozione, dalla contentezza nei riguardi di questa storia, sebbene ero
consapevole che presto o tardi ogni cosa sarebbe cessato. Consapevole del
tacito debito di riconoscenza con la mia coscienza, incurante della stanchezza
e delle innumerevoli alzatacce, ho letto questo romanzo come se fosse la più
bella celebrazione di un vasto assortimento di sentimenti o emozioni: amicizia,
amore, sogni che si imprimeranno nella nostra mente con prepotenza e
impetuosità.
Jacob,
sebbene giovane e inesperto, raffigura perfettamente quel genere di individuo
che, triste e determinato, si muove sul mondo con sulle spalle il peso di colpe
o ripensamenti la cui unica colpa risiederà nell'aver sepolto facilmente un
passato che, in poco tempo, tornerà a bussare alla sua porta. Scovare la
propria identità, concedere il lettore di conoscerlo, riesumando dal passato
cose che credevano di aver dimenticato. Ricordi, alcuni dei quali duri da
sopportare, ma perlopiù belli e piacevoli.
Quella
di Cartoline dalla terra di nessuno è
un'avventura simpaticissima, divertentissima, avvincente ed emozionante di un
giovane adolescente che scoprirà sulla sua pelle cosa voglia dire <<
crescere >>, mediante un insolito pellegrinaggio che lo spingeranno ad affrontare
imprese estenuanti e inaspettate. L'incredibile odissea di un diciassettenne,
costretto a percorrere un lungo viaggio e affrontare una serie di
bombardamenti, che, in un certo senso, ha rievocato ricordi che credevo più di
non possedere. Trascinante, sensibile e piuttosto semplice, la storia di uomini
comuni scaraventati nel proprio abisso scuro e angosciato per il passato che,
in un modo o nell'altro, gli concederanno di scovare la propria identità.
Tutta la vita
è memoria.. Il dolore appartiene al momento, lo dimentichi appena passa. Ma la
memoria vive, e cresce. E cambia, anche. Come le nuvole che vedo alla finestra.
Valutazione
d'inchiostro: 4
İlginç bir konusu olan kitap 😊 teşekkürler bu guzel paylaşım için 😊
RispondiEliminaSana teşekkürler :)
EliminaAutore di cui ho letto anni fa soltanto Breaktime, e senza entusiasmo. Questo è in libreria da allora, e mi hai fatto tornare la voglia di riprovarci!
RispondiEliminaGrazie ;) Fammi allora poi sapere :)
EliminaHo sentito parlare benissimo di questo autore e mi ero procurata Danza sulla mia tomba, ma devo ancora leggerlo. Se quello mi piacerà cercherò di recuperare anche questo perché sono molto curiosa.
RispondiEliminaPer me invece è stata la prima esperienza, e sono contenta per come è andata :)
EliminaChe bello, trovo sempre tanti titoli interessanti!
RispondiEliminaMa grazie, Ilaria, il piacere è tutto mio ♡♡♡♡
EliminaMi piace sempre venire qui, perchè sono certa di trovare, oltre ad una bella recensione, anche uno stile a cavallo fra prosa e poesia che obbliga ad una lettura attenta.
RispondiEliminaÈ un blog davvero unico. Non so come mai, questo titolo che proponi ha richiamato alla mia mente in qualche modo Il Giovane Holden, anche se dubito che vi sia un qualche parallelismo. Evidentemente qualcosa nelle tue parole lo ha in qualche modo evocato nella mia mente, và a capire come. A questo punto sono curiosa, devo aggiungerlo alla lista (in costante crescita) dei titoli che vorrei procurarmi, malgrado il tempo a mia disposizione per leggere sia esiguo....
Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti! ♡♡
EliminaTornando al libro posso solo dirti che è una storia a parte de Il giovane Holden. Sarà anche dovuto dal fatto che a me non ha entusiasmato più di tanto, ma questo romanzo è tutt'altra cosa e ti assicuro che se lo leggerai non te ne pentirai ♡♡♡