Come molte altre lettrici, ho
individuato in questa storia qualcosa che ha mostrato una sua originalità. Devo
ammettere che le mie preferenze, da qualche tempo a questa parte, non vertono
più su questo genere di letture, ma dato che la curiosità e l'interesse che io
servavo a questo romanzo non era indifferente alle altre letture a cui mi sono
approcciata con gli anni, sono andata incontro alle mie esigenze letterarie e
mi sono abbandonata, con una certa dedizione, a una lettura davvero
sorprendente. Tuttavia, sapendo di Venus poco e niente, ho preso quelle giuste
distanze che, alla fine, mi hanno fatto giudicare lei e questa lettura discretamente,
preferendo tuttavia romanzi di tutt'altro spessore. A Venus Black, tuttavia ho
riservato una certa particolare sollecitudine, facendo della sua presenza una parte
integrante delle mie aspirazioni.
Titolo: Il mio nome è Venus Black
Autore: Heather Lloyd
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 343
Trama: Everett, Stato di Washington,
1980, Venus Black è una brillante ragazzina di tredici anni che vuole diventare
la prima donna americana ad andare nello spazio. Ha ottimi voti a scuola, capelli
ricci e nerissimi e due grandi amori: l'astronomia e il suo fratellino austistico
Leo. Una fredda sera di febbraio, la vita di Venus però viene sconvolta: la ragazza
si macchia di un crimine gravissimo che segna per sempre il suo destino e
quello della sua famiglia. Venus, in attesa di processo, viene rinchiusa in un
carcere minorile, ma rifiuta di difendersi, di spiegare, si limita a gridare
tutta la sua rabbia contro sua madre Inez. Nel frattempo, Leo sparisce nel nulla e Venus crede sia colpa sua, ma dalla
prigione non può far niente per cercarlo. Sei anni dopo, la ragazza esce dal
riformatorio di Echo Glen; l'adolescenza è ormai perduta, le restano soltanto i
suoi inconfondibili capelli ricci, una valigia di vecchi vestiti, un'identità falsa
e la determinazione di scappare dal suo passato. Senza più alcun contatto con la
madre, né notizie del fratello, decide di ricominciare da zero a Seattle,
sempre tenendosi ai margini, diffidente e solitaria. Tuttavia nuovi incontri
sfiorano l'orbita di Venus, un'amicizia, e forse perfino un amore. Ma riaffiorano
anche le antiche ferite, che, nonostante la forte volontà della ragazza di
dimenticarle, rimangono ancora aperte. Venus non potrà mai trovare un futuro
finchè non farà i conti col suo passato, con se stessa e con la verità che più
la tormenta: che cosa ne è stato di Leo?
La recensione:
Fuori,
nell'oscurità infinita, una famiglia di stelle. Noi che ci guardiamo,
brillando. Il disegno in cielo non mente: è chiaro che siamo tutti legati.
Era
una tipica sera invernale d'inizio febbraio, l'atmosfera aveva un equilibrio
così delicato e così contagioso che gli oggetti inanimati sembravano dotati di
due o tre sensi, se non il doppio. Non c'era una particolare diffidenza fra ciò
che è vicino e ciò che è lontano e da spettatrice mi sono sentita legata a ogni
cosa entro la mia personalissima bolla. L'assenza di suoni, il dramma di una
ragazzina di soli tredici anni, mi colpì come una cosa concreta, negativa, con
una certa mancanza di rumore, col silenzio interrotto esclusivamente dal lieve
fruscio delle pagine.
Avevo
sentito parlare di Venus e della sua stramba storia risuonare fra le pareti
nivee della mia stanza. Indistinta, concitata, repressa tuttavia in un mucchio
di pelle e ossa di un corpo ancora acerbo, il cui eco mi attrasse con un certo
particolare ammaliamento, mentre si sorprese errare attorno al suo cerchio, con
un unico e vero scopo nella vita, ritrovare il fratellino perduto. A essere
sincera, tanta la vera e propria essenza della storia tanto le conseguenze del
suo gesto furono di scarso valore, se si considera la relatività della sua anima
che, inizialmente indirizzata a un pubblico di soli adolescenti, ho ascoltato e
osservato attentamente tutto ciò che avevo attorno come un uccellino
affascinato. Ben lontana da recidere il nostro fortuito incontro, mi sono
avvicinata a Venus, tenendomi a una certa distanza, pur di non farmi notare.
La
vera essenza di questo romanzo, espressa nel romanzo come un frutto già maturo,
rimane unica e sola: la scomparsa di una persona cara, piuttosto vicina a Venus
e alla sua famiglia. Inespressa e incompresa da tutti, presentata nel romanzo
della Lloyd come espressione di idee, espediente necessario pur di
sopravvivere, ma repentina e sconcertante che ha sollevato un polverone di
domande, quesiti o interrogativi di cui non si avrà una risposta decisiva se
non alla fine, dando così vita a un quadro prettamente realistico, sobrio, le
cui tonalità hanno dato vita a una policromia brillante di colori. Ho così
avanzato furtivamente in mezzo a questo caos, a questa schiera di anime manovrate
da un abile lettore, accumulando così nel mio personalissimo curriculum
letterario esperienze di vita che in un certo senso non mi appartengono, ma hanno
macchiato la mia anima di piccole e sconcertanti atrocità.
La
lettura di Venus e della sua tragica storia mi hanno iindotto a perdere il
tempo e lo spazio. L'elemento primordiale su cui ruota l'intera storia,
descritta magnificamente e con una sfilza di motivi che spiegano le irruente
azioni di Venus, che le si sono potute interpretare in qualsiasi momento lo si
voglia, persino fissando un cielo zeppo di stelle, invase me e la mia anima
involontariamente: la sua autrice non mi ha permesso di cullarmi nemmeno per un
secondo di un misero atto di felicità, l'armonia naturale delle cose,
colpendomi con la forza prorompente di uno schiaffo che brucia ancora sulla mia
pelle. Le note che hanno sprigionato queste pagine sembravano avessero preso
forma dal nulla, come qualcosa di fluttuante, in cui ogni cosa tutt'attorno
diveniva il pianto di una coscienza sensibile. Sebbene il lettore è consapevole,
sin dal primo momento, quali siano le colpe che macchino Venus e la sua anima
precoce e matura, la storia che l'autrice riporta in queste pagine sfolgora
come se in un certo senso non volesse mai concludersi pur di continuare ad
ascoltare, comprendere Venus, e onde di drammaticità e compassione si
mescolavano alla sua voce.
Ciò
che fa e ha fatto splendere di luce propria questa storia è certamente la sua
essenza, una buona e introsprettiva scrittura come fenditure in un banco di
nubi a occidente; sembra si tratti di un pezzo di storia dimenticata e
estrapolata dal nulla, per caso, poiché il tempo avevano coperto ogni cosa. Il mio nome è Venus Black in un certo
senso è la mesta melodia di una storia che non richiede grandi abilità per essere
raccontata o ricordata in cui non c'è stato bisogno se non di ascoltare, nella
speranza che Venus e il suo amato fratellino possano finalmente riabbracciarsi.
Sono
stati i momenti di poca lucidità a condannarla per sempre. Non le ferite ancora
sanguinanti del suo piccolo cuore, benchè ogni tanto ancora dolessero; e
nemmeno la perdita del suo amato padre, che vegliava su di lei come un'ombra
scrupolosa e vigile. Ma la sua testa. Da circa sei anni è stata rinchiusa in un
manicomio minorile, che in un certo senso l'ha tenuta lontana dal suo passato.
La quotidianità, la sua vita in generale, il suo sogno di divenire presto
un'astronauta, sbiadirono nel momento in cui Venus si lasciò andare a un gesto
che la segnò per sempre. Anima sola e smarrita, che vaga lungo la riva
dell'assurdo, con la risacca disomogenea dei ricordi che investirono ogni cosa.
Quella
di Venus è una storia che insegna di non girovagare mai, con spensieratezza, fra
i meandri più oscuri della mente umana né avanzare verso un baratro e non
scorgere più la luce, quando ci si macchia di crimini che in un certo senso non
ci appartenevano. Eppure, esattamente come nei romanzi di Wulf Dorn che amo tanto,
la mente umana è sempre stata per me oggetto di grande fascino.
L'ingegno
dell'autrice sta nel sprofondare abilmente nel sotterraneo buio della psiche di
una giovane adolescente di cui ho scorto qualche limite, ho conosciuto la fine
ma che non dà molte speranze. Invitandoci a percorrere questa storia avvicinandoci
a tentoni verso suoni, voci confusi, sconvolgendo in un certo senso il mio
universo personale.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Mi è arrivata ma, in tutta sincerità, non gli ho dato troppa precedenza. Male.
RispondiEliminaSono felice di sapere che a casa mi aspetta comunque una bella lettura!
Grazie, Mr Ink, spero allora non ti deluda ;)
RispondiEliminaSono curiosaaaaaa a questo punto DEVO assolutamente leggere questo libro! Grazie per questa bella recensione.
RispondiEliminaGrazie a te ;)
EliminaLe storie rivolte principalmente a lettori adolescenti sono lontane dal mio genere, ma in alcuni casi mi hanno riservato belle sorprese. Ricordo La notte che ho dipinto il cielo, una storia forte e delicata allo stesso tempo. Il mio nome è Venus Black mi ricorda quel libro e a pelle sento che potrebbe piacermi. Quindi non escludo di dargli una possibilità.
RispondiEliminaFammi sapere, Maria Teresa. Mi piacerebbe leggere qualche altro parere :)
Eliminaottima recensione, mi hai incuriosito =)
RispondiEliminaGrazie! Spero allora lo leggerai :)
Eliminaio ora voglio leggerlo subito, ma subito
RispondiEliminaAhaha fammi sapere ;)
EliminaSarà una delle mie prossime letture e dopo la tua recensione, non vedo l' ora di leggerlo =)11
RispondiEliminaSpero possa piacerti :)
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