Le poche ore che mi hanno tenuta incollata alle pagine di questo romanzo sono state davvero incredibilmente difficoltose, impossibili da ridurre, per quanto la scorrevolezza della storia condusse la mia anima in un luogo che non ho ancora visto ma che conosco perfettamente. Ho cercato di restare salda, tenermi in equilibrio, di pari passo a Gabriella, lasciando vagare lo sguardo su squarci di fiumi o laghi che si succedevano dietro il vetro di una finestra virtuale dall’aria luminosa e vaporosa, mentre tentavo di interpretarne l'assurda e irritante situazione nella quale bisognava rincorrere un uomo che non ha mai voluto saperne niente di sua figlia. L'amore di una figlia per un padre - in questo caso - così algido, imperscrutabile, quasi privo di fondamento che non è solito nel mio temperamento, è stato motivo di biasimo da parte mia, perché, a quanto pare, Gabriella, sino a quando non giunse una lettera in cui lui esprimeva chiaramente il suo desiderio di abbandono, ne ignorava i motivi e le necessità. E senza questa missiva non comprendo perché, al di là di tutto questo, non si sia interrogata sul suo passato. Sul suo essere tanto medico quanto donna, riproduzione di un dramma che, miscelato al mistico e al sentimentalismo, ha un ché di familiare ma inespressivo.
Avrebbe potuto essere un romanzo storico degno di questo nome, o perlomeno una replica piuttosto fedele. E sebbene la sua non è una lettura malvagia, l'esordio della O'Melveny non colpisce né per originalità né per temi trattati. Piuttosto per la descrizione di dettagli che ne esaltano non tanto il tono metaforico ma quello simbolico.
Titolo: L'arte segreta dei rimedi del cuore
Autore: Regina O'Melveny
Casa editrice: Sperling e Kupfker
Prezzo: 18,90€
N°di pagine: 341
Trama: È l'anno 1590 e a Venezia c'è un solo medico donna, cui le signore della Serenissima si rivolgono per vincere la malinconia, placare gli attacchi d'ira, allontanare le paure: la dottoressa Gabriella Mondini, in grado di trovare le giuste combinazioni di erbe, fiori e rimedi naturali che agiscono sul corpo come sull'anima. Gabriella è la figlia del dottor Mondini, famoso scienziato che le ha trasmesso la passione assoluta per l'arte della medicina. Ma lui è lontano: partito ormai da molti anni, insegue il sogno di compilare il Libro dei Rimedi - un compendio della sapienza medica del tempo raccontando alla figlia le sue scoperte in lunghe lettere che lei legge ogni volta con la stessa trepidazione. Quando queste, però, si fanno sempre più vaghe e inquietanti, Gabriella decide di mettersi sulle tracce del padre. Comincia così un viaggio pieno di pericoli, sorprese e incontri: seguendo gli indizi contenuti nelle lettere, Gabriella si spingerà da Venezia fino alla Spagna e al Marocco, da dove è giunta l'ultima missiva; per comprendere infine l'incredibile verità che si nasconde dietro il silenzio del dottor Mondini. Imparando che la medicina nasconde ancora molti segreti per lei, e scoprendo in ogni luogo nuove erbe, nuovi rimedi e nuovi Mali da curare. Tra i quali, quello più pericoloso e impenetrabile di tutti, per cui non c'è cura che tenga: l'amore.
La recensione:
Immagino che chi si incappa per la prima volta in un romanzo come questo di primo acchito pensa di leggere un romanzo storico. Malgrado una certa accortezza per il luogo, i tempi narrati, ho sbagliato nel credere L'arte segreta dei rimedi del cuore come un buon aspetto storico. Evidentemente, la O'Melveny, in maniera completamente inattesa e poco incline ai miei gusti, nello scrivere questo romanzo avrà tenuto conto che nessun viaggio, che sia di tipo sentimentale o storico, elimina quegli elementi che l'avrebbero potuto rendere un trattato, portando alla luce ciò che era davvero rimasto sepolto per tanti anni, e che la stessa Gabriella desidera scoprire. Portare alla luce. Penso che tornando indietro nel tempo, descrivere Venezia alla fine del XVI secolo, ha comportato lo dover scegliere l'inizio di questa storia, simile a qualche altra effettuata in passato.
Perciò essa non si è incastrata con la mia anima, e non c'è stato alcun modo per evitarlo: evitare che Gabriella effettuasse un viaggio che rispondesse a poche domande, lasciase in sospeso parecchie risposte, non evitando niente che possa conferire quel brivido freddo che avrebbe dovuto scorrere nel mio corpo. Forse, se quella stramba lettera non fosse comparsa dal nulla, Gabriella non l'avesse mai letta, certamente la storia si sarebbe svolta in modo assai diverso, come succederebbe se l'autrice avesse soppresso inutili elenchi di malati o malattie, anche se non tutti risultati si sono rivelati come inutili o non determinanti nel corso degli eventi. Se avesse cancellato, ad esempio, aspetti individuali, emotivi e sociologici, etici o morali, sicuramente i fatti principali non avrebbero subito alcuna interazione, tranne quelli che hanno a che fare col chiarimento di alcune verità, toccando l'immaginazione di chi legge con più concretezza. Non ci sarebbe stato alcun cambiamento sostanziale nella storia anche se non credo che a questo punto mi sarei imbarcata, piuttosto avrei relegato il romanzo in un luogo remoto.
Entrambi ci saremmo comportati come due estranei, scrutando le possibilità possibili al di là del velo di questo universo, non potendo vedere alcunché. E invece, i fatti, la trama, sembravano interessanti, e la mia presenza sembrava rivelante. Molto probabilmente sarei finita a far parte della linfa vitale della carta, mi sarei macchiata degli stessi torti subiti alla protagonista. Sarei potuta uscirne soddisfatta, come qualcosa di imprevisto ed estraneo alla mia volontà.
Eppure le risposte alle mie domande hanno fatto sparire alcun barlume di speranza, e ciò ha comportato diverse conseguenze fra cui quella di non poter attribuire un voto più alto. Questo avrebbe fatto sì che Gabriella girovagasse meno, e che gli toccasse svuotare cassette di lettere meno importanti. Senza però l'intervento dell'autrice non avrei attribuito ne mi sarei fatta trascinare dalle nobili arti della medicina, sarebbe stato qualche altro a svelarmi i segreti, e nessuno mi avrebbe fermato o distolto dai miei propositi. Questo era ciò che realmente avrebbe dovuto importarmi. Perché attribuire così tanta importanza alla medicina e quali sono i suoi indicibili segreti? Cosa sarebbe accaduto, allora? Sicuramente qualcosa di straordinario!
Ma non ho visto niente di tutto questo. I miei occhi divoravano le pagine vagando con la mente su altro; su immagini e parole che al di là del significato si staccavano dallo sfondo come silhouette di carta ritagliata, e incominciavano a camminare da sole come un sogno.
Ho però visto qualcosa di sufficientemente utile a indurmi a restare, farmi cambiare idea, nel momento in cui il mio sguardo cominciò a scivolare su quella copertina dai colori magnifici ma non la metteva a fuoco. Gabriella era una creatura vivente, animata da una volontà propria il cui animo era ottenebrato continuamente da sentimenti forti, dal suo sentirsi perennemente guasta e insoddisfatta. Il silenzio della sua solitudine, il disprezzo o il cinismo che imbrattano la soffitta del suo animo, il dolore di una figlia per essere stata abbandonata dal padre, protetta dalle cure disdicevoli di una madre arcigna e severa, la paura, la miseria, potevano essere quei connotati adatti per una lettura avvincente e imperdibile. Eppure, L'arte segreta dei rimedi del cuore è un concentrato di prospettive individuali, etiche e morali che osanna continuamente la tenacia di Gabriella a trovare quei giusti rimedi affinché qualcosa dentro di lei non andrà al suo posto. La sua storia mi ha condotta a Venezia, con settembre oramai alle porte, in un sudario di misteri, segreti violati dal tempo capace di confondere persino il più colto dei lettori. Quasi come un castigo: un odore pungente di magia ed esoterismo, in grado di neutralizzare o sopraffare, ma debole come piccole fiammelle.
Romanzo che possiede una sua anima, ma che io non ho compreso appieno per la sua natura intricata e ambigua. Non avvince per come credevo, né possiede quella forza straordinaria per combattere chi coraggiosamente vorrebbe sapere. Trama che avrebbe dovuto condurre verso l'estasi, a perdere i sensi e il senno, ma che, alla fine, si rivela per quello che esattamente è: uno spiattellamento dal sapore a tratti dolce a tratti agro che l’autrice proprina esclusivamente per svelare una tenebra. Quella che alberga nel cuore di Gabriella, e che non sfarfallierà nemmeno quando si ricongiungerà al suo 'amato' padre.
Valutazione d’inchiostro: 3
Grazie per l'interpretazione di questo bellissimo libro 😊
RispondiEliminaGrazie a te!! 😊😊😊
EliminaMmm, no, non mi ispira.
RispondiElimina🤗🤗
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