Titolo: Il labirinto del fauno
Autore: Cornelia Funke e Guillermo Del Toro
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 347
Trama: Spagna, 1944. Ofelia è soltanto una bambina quando con la madre
prossima al parto si trasferisce in un vecchio mulino tra le montagne dove il
patrigno, lo spietato capitàn Vidal, è di stanza per annientare i ribelli che
si oppongono al regime franchista. Presto le sue amate fiabe e l’antica foresta
incantata attorno alla casa divengono l’unico conforto, una via di fuga dal
terrore e dal dolore che avvelenano la sua vita. Finchè un giorno, guidata da
una Fata, si addentra in un labirinto nelle cui profondità un misterioso Fauno
la attente da tempo per sottoporla a tre prove di coraggio. Solo superandole,
potrà fare ritorno nel Regno Sotterraneo, lei, la principessa perduta, fuggita perché
sognava il mondo degli umani, e condannata a vagare sulla terra senza memoria. Sembra
il finale di una fiaba. Ma quando la magia si rivelerà non meno oscura e
terrificante della realtà, Ofelia dovrà scegliere cosa è disposta a sacrificare
per salvare se stessa.
La recensione:
Sono sempre pochi coloro che
sanno dove cercare, e come ascoltare, questo è vero. Ma per le storie più
belle, pochi bastano.
Ho completato la lettura di questo romanzo alla vigilia della fine
di una settimana apparentemente normale ma frenetica, a inizio maggio, meno di
quattrocento pagine composte nell’intervallo fra sogno e realtà, verità e
finzione, la visita di Meggie e Mo e quella di una ragazzina inquieta e
sfortunata, circa duecento pagine al giorno, con l’obiettivo di scoprire cosa
sarebbe accaduto. Una pagina dopo l’altra e qualunque altra in più che mi ha
indotta a divorare questo piccolo grande componimento medievale. Colmo di
coraggio, ma anche di tanto orgoglio, paura, disperazione, diffidenza,
presentata dagli autori come un prodotto finito da elargire a chiunque, specie
ad un pubblico estremamente giovane, le cui pagine tuttavia ho visto come l’inizio
di una faida, un autodistruzione di un nucleo famigliare di fallimenti o misteri
mai celati, le innumerevoli incursioni con la madre incinta a guidarla o
prendendosi cura della sua gravidanza avanzata e la trasformazione della sua
opaca vita preannunciata da un Fato crudele ed egoista in una parte di mondo
oscuro e tenebroso, tredici anni della sua fanciullezza cominciati molti anni
fa, quando la madre gli disse che il padre era morto in guerra, e finite nelle
<< mani >> di un uomo crudele e malvagio che accompagnano il ritmo
di una storia sempre più avvincente.
Ci volle una manciata di secondi per prendere confidenza con un
nuovo ambiente e conoscere Ofelia, le motivazioni che l’avevano indotta a
ritrovarsi in un luogo solitario ma soleggiato, ma le cui sorti cambieranno
repentinamente quando meno se lo sarebbe mai aspettata. Quando si era già
preparata alla << situazione >> della madre facendo ammenda dei
limiti che avrebbe potuto oltrepassare e poi, con l’aiuto di un orribilante
Fauno, svelare un mistero che avrebbe compromesso ogni cosa, spesso in maniera
alquanto brusca, o a volte proiettati su uno schermo onirico in cui finzione e
realtà si sposano, in un resoconto dettagliato di qualcosa che non avevo
immaginato nemmeno io, con le sue innumerevoli immagini ancora vivide nella mia
memoria quando cominciai a metterle su carta nel mio taccuino personale. Stranamente
una lettura per giovani fanciulli nel quale emerge sempre più prepotentemente
un forte desiderio di rinascere, sfuggire da un mondo che concede poco e
niente, uno specchio che riflette due mondi contrapposti ma non separati, nel
quale l’idea di raccontare o parlare di << magia >> salva la vita
da qualunque elemento o fattore esterno o contrapposto, nel quale non ho potuto
fare a meno di scorgere una via di fuga, rimasugli di ricordi, speranze,
desideri repressi in cui sarà possibile scoprire o conoscere se stessi. Come nel
caso della piccola Ofelia, il cui approccio non è stato dei più memorabili ma
basato sulla visione di una trasposizione cinematografica che fu il frutto di
un sogno vivido e indimenticabile. La Funke, mediante la presenza del regista
Guillermo Del Toro, vide quel bambino intrappolato in un adulto camminare
sperduto nei bosci magici del Fauno che ci parla il romanzo, e l’argomento che
dominò con più insistenza fu la speranza. Quasi impossibile persino da
scrivere, intrisa di malvagità, oscurità e follia, che figura come atto di
debolezza, prostazione, purchè il mondo acquistasse un senso. Sebbene ciò che
lo caratterizza sono effettivamente le nostre scelte, vivide motivazioni per
cui l’individuo è contagiato irrimediabilmente, fin quando smarrisce la strada.
E dove gli autori analizzano le differenze tra questo mondo e quello descritto,
riflettendo molto su ciò per cui è stato deciso di raccontare, creando così
alla fine un buon prodotto commerciale in una sfilata di storie fantastiche e
misteriose.
Ed ecco che, dopo una full immersion, ho patito una manciata di
ore per cercare di mettere i miei pensieri su carta, rendendomi conto che il
tema che stavo per affrontare non c’entrasse niente con quello già visto in
precedenza, immersi in qualunque tipo di storia o racconti, e che in questo
romanzo sui padri morti, patrigni ossessivi e disturbarti, madri in difficoltà
e bambini distrutti e fiaccati dalle maldicenze della vita non dà posto per la
serenità. E questo progetto, questa collaborazione, ne è un esempio. Un percorso
nel quale è elargito un tema piuttosto significativo, profondo, maturo,
proiettato in un romanzo non del tutto maturo ma che mi ha parlato della vita
di ognuno di queste figure, specie quella di Ofelia, che si chiudeva ancora nei
suoi amati libri. Aggiunge capoversi sulla descrizione di figure fantastiche,
impelagate quasi sempre in una qualche vicenda, analizzando la sfera del
quotidiano in maniera più approfondita, aggiungendo al tutto il cuore emotivo
di tutte le cose. Come non poter immaginare la descrizione di una simile scena,
quando in realtà tutto il libro andava crescendo verso gli affetti, i legami
fra qualunque persona o cosa, vergate da parole che mi hanno fatto sentire
viva?
Riponendo queste poche righe nelle ore che ho impiegato per
terminare questa recensione, mi sono trovata dentro un nuovo rapporto con il
fantasy. Ho avvertito un legame più intimo con i miei sentimenti e allo stesso
tempo mi sentivo più vicina, più calorosa nel poter guardare nuovamente quelle
storie fantastiche le cui viscere appartengono a un altro, ma che ha
ristabilito una certa connessione. Troppo consapevole per riscoprire il
fantasy, nel senso letterario del termine, ma per molti versi ancora curiosa
nell’esplorare e poi toccare ciò per cui faccio fatica ad uscirne.
Il labirinto del fauno è un libro “vero” ma di
fantasia, un giardino pieno di surrealismo e inquietudine attraverso il quale
ho potuto contare su una lettura giusta e imparziale, molto carina e
appassionante, seducente e quasi onirica, con tantissime cose da dire sulle
opere che evidenziano ed esimano assieme certi retroscena attuali che sfociano
poi in individualizzazioni coscienziose, chiare e scorrevoli che ci insegnano a
leggere e riflettere su ciò che ci circonda, su ciò per cui vale la pena
combattere o riflettere su determinate cose mediante l’osservazione diretta. Ha
mostrato e rivelato una certa attitudine romantica, più complice, che quando
bussò alla porta del mio cantuccio personale ha acceso una scintilla, ha
ravvivato l’immagine di me stessa che non immaginavo potesse essere così
fievole.
Valutazione d’inchiostro: 4
Amo tantissimo il film, fra i miei preferiti. Per completezza potrei anche recuperare questo!
RispondiEliminaTi assicuro che non te ne pentirai ☺️☺️☺️
EliminaOfelia?? Io adoro questo nome! Libro interessante, grazie della recensione
RispondiEliminaSi, proprio Ofelia ☺️☺️
Eliminathis book looks interesting to me.
RispondiEliminaTake care.
Thank you! ☺️☺️
EliminaCiao Gresi!
RispondiEliminaIo ho un problema con Cornelia Funke. La trilogia de "Cuore d'inchiostro" per me è stata una fatica concluderla. I primi due mi erano abbastanza piaciuti, mentre il terzo è stata una tortura finirlo. Infatti ho un brutto ricordo di tutta la trama, non fece proprio per me.
Oh, mi spiace tanto, Diletta!
EliminaNever heard about it, seems interesting!!
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☺️♥️
EliminaLa copertina è stupenda!
RispondiEliminaE anche il libro lo è ☺️☺️
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