sabato, marzo 27, 2021

Gocce d'inchiostro: The diviners - Libba Bray

Qualche anno fa, in una serata di fine aprile dall'aria mite, con la luna dorata che sovrastava gli alti palazzi e stillava la sua luce pallida nella volta d'inchiostro della notte, sotto l'arco di casupole del mio complesso, dritta agli scaffali della mia strapiena libreria, sfogliavo quello che sarebbe stato il mio compagno di viaggio per qualche giorno. Immersa nella pace della notte, ricordo ancora quanto fossi impaziente di avventurarmi fra le pagine di un romanzo gotico, nuovo, moderno, per lettori di tutta l'età, che in patria stava ottenendo un discreto successo. Il primo volume di una trilogia storico/fantasy che mi aveva affascinata, incantata, tremare di passione e, al principio, indotto all'acquisto senza pensarci nemmeno un istante. Era l'epoca in cui divoravo in silenzio libri su libri a sfondo adolescenziale ed io, insaziabile e curiosa, mi avvicinai al romanzo della Bray accumulando con ordine ricordi e nozioni nelle stanze polverose della mia anima. Confondevo la realtà con la fantasia scambiando qualche volta ciò che mi circondava realmente e quello che accadeva nella mia testa e, in questi anni in cui ho letto il romanzo dell'autrice, gli episodi che riesco a ricordare sono solamente due: una ragazza tutto pepe che se ne infischia delle buone maniere; l'esistenza di una congrega di sole donne dedita alla magia e alla ricerca di universi paralleli dove tutto può accadere.
Avvincente sin dalle prime pagine del prologo, elaborato minuziosamente e dal ritmo lento e sincopato, che non sempre riesce a mantenere viva l'attenzione del lettore, La stella nera di New York evoca gli intriganti temi dello spiritismo e del paranormale, mescolandoli a un insolita fantascienza e, trascendendo la banalità di alcuni romanzi del genere, penetra sotto la pelle facendoci sentire piccoli, irriverenti e irrecuperabili.


 

Titolo: The diviners
Autore: Libba Bray
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 636
Trama: New York City, 1926. i vetri dei grattacieli risplendono nei bagliori di mille feste animate da balli sfrenati a ritmo di charleston e dal tintinnio delle perle sui vetri luccicanti. L’alcol scorre a fiumi nonostante i divieti e, a giudicare dall’effervescenza di Manhattan, il mondo sembra destinato a un futuro radioso. È qui che in seguito all’ennesima eccentricità viene spedita dai genitori l’irriverente Evie O’Neil, una ragazza dell’Ohio che non aspetta altro che tuffarsi tra le infinite possibilità offerte dalla metropoli. A ospitarla è lo zio Will, un professore, parente dei Fitzgerald, che dirige il Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell’Occulto, detto anche Museo del Brivido: un luogo magico dal fascino decadente, che custodisce nelle sue teche e tra i suoi bui corridoi le tracce del retroterra misterioso dell’America. Ma quando lo sfolgorio della città viene oscurato da una serie di delitti a sfondo esoterico, New York precipita in un vortice di paura ed Evie, che da subito assiste lo zio nella consulenza alla polizia, è chiamata a collaborare alle indagini, anche per quel suo dono di vedere il passato delle persone toccando un oggetto a loroo appartenuto. Muovendosi tra fumosi jazz club e bassifondi urbani, scintillanti negozi e sale spettrali, la ragazza s’inoltrerà insieme a molti compagni di strada in un gorgo di eventi evocato dal passato, e che nel passato dovrà essere ricacciato, pena il sopravvento di un antico male oscuro.


La recensione:

Libba Bray, con i suoi romanzi adolescenziali a sfondo storico, aveva reso le sue storie, che leggo sporadicamente con piacere sopraffacendomi dal tedio e dalla monotonia dei miei solitari pomeriggi, concerto d' interminabili rumori di voci e di suoni di un epoca sepolta dai tumultuosi ricordi del passato.
La stella nera di New York è un affresco a parte che compone la produzione del ciclo dei romanzi pubblicati dall'autrice. E l'idea di abbinare a una storia così straordinaria un titolo imperfetto, a tratti, da romanzo cabarettista, quando di cabaret e spettacoli vari possiede ben poco, la trovavo pessima. Secondo la traduzione italiana il titolo fa riferimento, infatti, a una ragazza che ama questo genere di spettacoli: una ragazza di diciassette anni, viziata e spesso egoista, festaiola, con una sorprendente vena di gentilezza. Evangeline O'Neill. Evie. Protagonista di un viaggio che la condurrà in una Manhattan sfavillante, come trapuntata di diamanti, posto giusto per i grandi sognatori che hanno bisogno di risplendere. Irrequieta e suggestiva, popolata da figure evanescenti che si incontrano e si separano, corrono e oziano, deteriorati da presenze oscure. Accoglie un'infinità di soggetti, ricoperta da un sudario di suggestione e diffidenza, in un luogo dove qualunque cosa può succedere in qualunque momento.
E' una storia imprigionata nel pozzo oscuro del passato in cui si parla di protagonisti accomunati dal desiderio, dal successo, dall'esigenza di essere liberi, che vorrebbero modellare il corso scintillante dei loro destini con delle confessioni segrete, offerte al silenzio benevolo di una stanza. E, nell'insieme, formano una nazione con una storia alle spalle. Decantando il futuro e credendo nella scienza e nel progresso.
La bellezza e l'autenticità dello stile dell'autrice - così precisa e penetrante, capace di catapultarci su uno spazio oscuro e profondo - ci permette di cogliere un infinità di immagini: strade grigio buie; patti stretti col Diavolo sotto celi senza luna; treni sferraglianti; marciapiedi animati.
La dolcezza, così come la speranza, è meramente accennata. Ti distrugge da dentro frantumando in minuscoli pezzettini alcun rimasuglio della tua anima, e il predominio della bellezza e della possessione di personaggi disumani e crudeli che affogano le loro insoddisfazioni morali, i loro sensi di colpa, sull'affetto che è in grado di donare l'essere umano.
Da maschietta viziosa e vanitosa, Evie, in questo primo volume, diverrà protagonista e spettatrice di un meraviglioso e ingegnoso intreccio. In un mondo pieno di sfarzo e frivolezze si troverà catapultata in una realtà poco dissimile a quella a cui era abituata che, con una missione ben precisa da compiere, ripristinerà gli elementi. E, dunque, da ragazzina tutto pepe ossessionata dalla moda, a Donna vestita da Sole che porta la bandiera della pace in un mondo macchiato da delitti a sangue freddo.
Una storia originalissima che puzza di magia oscura, esoterismo, dove fanno da sfondo i meravigliosi paesaggi della città di New York. Un quadro raffinato in cui si parla di personaggi disumani e crudeli che, macchiati da gesti o azioni sconsiderate, si troveranno coinvolti in qualcosa di orripilante e oscuro. Intrappolati in una rupe di acque nere e profonde dove non si riesce a  vedere sul fondo.
Gli antagonisti della Bray hanno un ché di affascinante. Desidererebbero avere la possibilità di vivere per sempre, aspirano agli agi e a una vita modesta e fruttuosa, ma temono la solitudine e i temibili misteri dell'aldilà. Evy, giovane e coraggiosa diciassettenne dal temperamento di una bambina viziata, ha trovato il coraggio di riesumare gli oscuri segreti del museo del Brivido e dell'orrore in cui l'ha trascinata lo zio Will. Ha accesso a secoli di storia sepolta nella memoria dell'individuo, rivelando segreti inconfessabili, che avrebbero dovuto rimanere tali. E, insieme a molti compagni di strada, inoltrato in un gorgo di delitti evocati da un entità, che nel passato dovrà essere ricacciata. Sopravvissuta ai secoli più bui della storia, artefice di omicidi, stupri e arti malefiche che, accecata dalla rabbia, prenderà il sopravvento.
In un quadro stupefacente e raffinato, il lettore verrà proiettato nella sua mente e in quella delle sue vittime. Suscitando tensione, fascino, stupore, giocando con la natura dei sentimenti umani. Tiranno. Avido. Desideroso di ottenere la supremazia, compiendo atti impuri e peccaminosi, smembrando innocenti come carne da macello.
Miscelando magia nera e religione, una forma a dir poco affascinante nella sua stranezza, Libba Bray ci parla di personaggi smaniosi ma comuni, che avrebbero potuto apparire atipici ma che in realtà sono del tutto umani. Ereggono attorno a se un muro di false apparenze, costituiscono una grande nazione con un passato alle spalle e osannano la scienza e il futuro semplicemente per i poteri da cui potrebbero adempiere.
La stella nera di New York è una lettura straordinaria, ammaliante e ipnotica che dimostra come la Bray, in questi pochi anni dalla sua ultima pubblicazione, mantiene ancora intatto il proprio smalto. Realizza una favola dark dai toni cupi e grigi in cui fanno da sfondo l'odio, la violenza e la paura. Nulla è lasciato al caso e, fra le sue pagine, è possibile avvertire misteri e segreti inconfessabili di una generazione che avrebbe potuto essere la nostra, animati come un sogno vero e poco rassicurante.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

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