lunedì, marzo 26, 2018

Gocce d'inchiostro: Ho lasciato entrare la tempesta - Hannah Kent

Non penso sia necessario leggere le innumerevoli recensioni positive, o qualche testo parrocchiale, o qualsiasi libro del genere per conoscere la storia della povera Agnes. Solo le cose che io ho reputato davvero importanti.
Ho visto la nebbia aleggiare tutt'attorno, nella brughiera incolta di un piccolo paesino del sud dell'Islanda, ho udito i corvi gracchiare all'odore di sangue copioso sparso per terra, immaginando il tutto come se questa storia l'avessi vissuta sulla mia pelle. Come se il fardello troppo pesante che la protagonista di questa bellissima storia è costretta a portare sulle spalle gravasse sulle mie, che evita gli sguardi delle donne per cui lavora, sapendo già che avrebbe dovuto ben presto andarsene da questo mondo. Consapevole dell'antico rituale di cui sarà imbrigliata, soggetta ad accuse e pregiudizi, una figura misteriosa e affascinante che appare sfocata come un estraneo che cammina sotto una tormenta di neve.
Della sua lettura serbo dei bellissimi ricordi; ricordi silenziosi e, taluni, inaffidabili. Ma condividere questa storia, questo ricordo con qualcuno ha significato mettere a repentaglio la fede che ciò che la Kent ci racconta sia accaduto per davvero. Spinta in silenzio ad attaccarmi alla sua vita come una lappola, consapevole di non essermi mai sentita sola.

Titolo: Ho lasciato entrare la tempesta
Autore: Hannah Kent
Casa editrice: Piemme
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 350
Trama: Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnùsdòttir è accusata di molte cose. Perché nell'Islanda dell'Ottocento - immersa nella nebbia come in mille superstizioni, lei -, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l'uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell'inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell'efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua oltre altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell'amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.
La recensione:
Ho pensato molto a tutto quello che mi ha detto Agnes sulla natura della sua condanna. Ne ero venuta a conoscenza mediante una sensazione di calore, solidarietà inaspettata, e anche adesso che ne ho terminato la lettura provo la medesima cosa. Da questo momento, ho avuto modo di sentire molte cose, vedere cose che non credevo potessero vedere i miei occhi, e tutto è stato davvero efficace. Meraviglioso, prettamente realistico. E so anche che le mie intenzioni iniziali, si basavano su un progetto davvero fantastico che mi avrebbe visto impegnata in qualcosa che desideravo da tempo. Leggere una storia oscura, intrisa di magia ed esoterismo. E non ho potuto non essere più soddisfatta di così, in quanto la storia della povera Agnes mi ha ispirato inquietudine, ansietà, ha turbato la mia psiche senza che io lo volessi, senza portare i miei sentimenti nella giusta direzione là dove non credevo potessero essere condotti. Agnes sapeva, ma al di là delle mie congetture, al di là delle mie parole, ci sono arrivata grazie a lei.
Una cosa mi ha sorpreso più di tutte: a giudicare dalla storia che mi ero immaginata, Ho lasciato entrare la tempesta ha una coscienza di stati emotivi profondi, intriganti, quasi segreti, che io ho raggiunto solo mediante la voce carezzevole dell'autrice, che non cercavo. Sono adesso molto curiosa di conoscere l'altro suo romanzo, pubblicato da Piemme nel mese di settembre, e sarei molto curiosa anche di scoprire quali sono le ragioni che mi porteranno ad afferrare l'essenza di queste storie.
Mi sento davvero una stupida per aver letto così tardi, ma altre letture più urgenti reclamavano la mia attenzione, che ho appena deciso metterò da parte per qualche altro tempo. Conclusa la saga de Il mondo d'inchiostro, tornerò a farti nuovamente visita, cara Hannah. Lo farò con una nuova recensione, con nuove curiosità e aspettative. Ecco perché mi sento ancora un po' insoddisfatta.
Per la storia che ho letto e che mi è stata raccontata ho cercato di saperne di più sulle origini delle streghe, dell'Irlanda del secolo e, soprattutto, sui riti magici che aleggiano tutt'attorno. Ho immaginato infatti pezzi di vita di un epoca passata verso la prosa semplice e profonda dell'autrice e la qualità bucolica che la caratterizza. Cosa che mi ha lasciata davvero stupefatta. A volte ci sono stati pezzi della sua prosa che mi hanno davvero spiazzato. Persino Agnes si è stupita del mio fervore.
Non è stato così difficile immaginarla, questa donna ribelle e coraggiosa. Torturata, incompresa, sola, talvolta fredda e distaccata, talvolta solidale e amichevole, seduta sempre in un quadrato buio illuminato debolmente dalla luce penetrante della luna, tra polvere e ragnatele, a rammendare. Ad un lettore curioso ed avido di storie, un'immagine di questo tipo non poteva di certo non esercitare un fascino misterioso su questa figura imperscrutabile, fantasma della mente e dell'immaginazione che mi accompagnò ovunque e in ogni ora, e soprattutto fra le ombre della notte, quando il chiarore freddo e luminoso di un astro, riflesso in una stanza familiare o rimandato da uno specchio sembrava conferire una dimensione sconosciuta romanticamente romanzesca. La si osserva con trepidante attesa per scorgerne le aspettative; una mente talmente intorpidita dalla pesantezza di una storia realistica, confluita su pagine bianche che hanno brillato in variopinte descrizioni.
Una condanna a morte, indetta ingiustamente, costituisce l'attrattiva principale, che ha marchiato Agnes come peccatrice di una colpa che realmente non può così definirsi. Una meteora apparsa in un momento, ardendo fosca attraverso un banco di nubi.
Racconto di una donna apparentemente forte, ma fragile, frutto di un arte e di una fantasia così fertile e sontuosa la cui protagonista ha un cuore talmente grande che ha racchiuso molti ospiti, il romando della Kent è in realtà una dimora solitaria e gelida senza un focolare domestico. Con conseguenza che il mondo risulta oscurato dalla sua bellezza e più perduto ancora per il sentimento generato; la cortigiana innamorata ma non ricambiata di un ricco possedente.
Mi sono calata nei panni di una giovane combattente che, accusata di omicidio a causa della sua relazione illecita con un ricco proprietario terriero e alla descrizione di una relazione illecita fra una cortigiana e un uomo dell'alta società, condotta in un angolo del suo inferno, facendomi così acquisire senza alcun eccezione un nuovo tenore di vita.
Ho avvertito un'angoscia interiore, un vuoto, che ho scorto pian piano nell'anima dei personaggi - avvertita da quest'ultimi in una bellissima ostentazione del nulla - con una capacità di osservazione chiara e diretta. Un monito verso la religione, la libertà d'espressione e d'agire in cui i protagonisti avvertono l'esigenza di essere confortati, capiti, consolati e che percepiscono la presenza di una realtà che li avrebbe presto resi partecipi. Una realtà in cui Agnes è accusata di essere una strega, che ha infranto le regole e le convenzioni del secolo pur di sopravvivere, inducendo così a chi le sta attorno a desiderare quello per cui è giusto lottare: la libertà, l'indipendenza. Una dinastia destinata al baratro in cui non si riesce a scorgere nemmeno il fondo, con la perenne speranza di poter un giorno scorgere la luce, nel pozzo oscuro e profondo in cui sono precipitate l'anima di chiunque abbia deciso d'imbarcarsi in questa storia.
La percezione dell'aver perso tutto, il distacco dal mondo, infondono una certa irrequietezza. 
Vuoto su vuoto, come battere la testa contro un muro. E in questo silenzio, in un mondo orrendo, folle, smanioso di potere e privo di amore, si riesce a cogliere qualcosa di significativo. Un vasto assortimento di citazioni bibliche e riferimenti dettagliati sulla vita e la letteratura, in cui Agnes sperimenta le gioie dell'amore carnale attraverso un lungo processo di scoperta della propria condizione di penitente. Tutti incarnati in un unico volto, in quello del suo amato Natan, del piccolo demonio mandato dall'inferno - suo fratello Frederik -, e naturalmente, della sua condizione.
Una storia in cui prevale una generale malinconia che, alla fine, guarisce tutti. I problemi che affliggevano la povera Agnes e tormentavano senza posa la nostra anima sono finiti. Ci si convince di aver preso in mano la vita di un altro, e che questo alla fine ha trovato la sua strada e che da peccatore si sono espugnate le colpe.
Valutazione d'inchiostro: 5


8 commenti:

  1. Non avevo mai sentito parlare di questo romanzo, ma mi hai davvero affascinata! Me lo segno immediatamente e cercherò di recuperarlo il prima possibile! :)

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    1. Grazie, Adele! È una lettura che non posso non consigliare caldamente, e spero vivamente potremo presto confrontarci ☺☺

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  2. Ho già visto questo titolo in giro e devo dire che mi incuriosisce, la tua valutazione super positiva ancora di più

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  3. Ero rimasta molto colpita da questo libro quando è uscito, un po' per l'ambientazione, un po' per la trama, ma poi non l'ho mai preso e l'avevo un po' dimenticato. Adesso sono di nuovo curiosa.

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  4. Ciao Gresi! Finalmente riesco a passare dal tuo Blog e che trovo? La magnifica recensione di un romanzo che ho letto anch'io!
    Sono davvero felice che ti sia piaciuto! Hai scritto una recensione meravigliosa, perfettamente in linea con ciò che l'autrice ha voluto raccontare e far trasparire dalla storia! Ammetto che io non ne ero rimasta così tanto e entusiasta, ma il fatto che sia una storia vera fa comunque riflettere e intristisce moltissimo anche per il finale aimè non positivo.
    una cosa che certamente non conoscevo è che l'autrice ha scritto un secondo libro... Andrò a curiosare la trama!

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    1. Ciao, Jasmine! Grazie davvero per le belle parole :) Leggerò anch'io il suo secondo romanzo, e spero mi conqusiti come questo :)

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