domenica, aprile 14, 2024

Gocce d'inchiostro: I doni della vita - Irène Nèmirovsky

L’ennesima lettura con la Nèmirowsky ebbe termine sul finire di un pomeriggio di metà marzo, con il relativo guazzabuglio di sensazioni ed emozioni. Pe tutto il tempo la voce della sua autrice si era levata più alta del tono concitato del mio cuore; non c’erano frasi di discolpa di alcun genere e non ne ero sorpresa.
Ma l’aspetto assolutamento positivo dei romanzi di questa autrice, come sempre del resto,è dovuto dal fatto che I doni della vita sono immersi in un’atmosfera di forte attesa, sospensione, immobilità, in cui si alena un forte senso di protezione, che va di pari passo con il rispetto e la ricchezza , e a cui ci si affida alla Provvidenza, nel momento in cui la vita ci spiattella innumerevoli responsabilità, tante angosce, tante prove che nell’insieme arricchiscono il nostro animo. La sua anima è alquanto semplice, il tono diretto ma provato … diabolicamente imprigionati in un mondo che ti tarpa le ali,come se non ce ne fosse assolutamente bisogno di far sentire la propria voce in un cosmo che non ha voce. Questo romanzo mostra una notevole predisposizione agli atti disperati, affannosi, relativi alla sopravvivenza, come condanne da accettare e a cui si cercano delle garanzie. Ed io non ho potuto non vivere, e poi morire, in qualunque sostanza, forma, mutando e nascendo nella sua meravigliosa essenza.

Titolo: I doni della vita
Autore: Irene Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 218
Trama: Pierre Hardelot, erede delle omonime cartiere, ha una fidanzata rosea e grassoccia che la famiglia ha scelto per lui, ma è innamorato di un’altra: una che non gli consentiranno mai di sposare, perché appartiene alla piccola borghesia, e non ha dote. Eppure, alla vigilia del matrimonio, Pierre decide di infrangere quella invisibile ma solida barriera “fatta di buon sangue, di carni robuste e sane e di risparmi investiti in titoli di Stato, una barriera destinata a proteggere per sempre i giovani dalle insidie della sorte e dalle loro stesse passioni”, e la legge non scritta per la quale di generazione accoppiamenti giudiziosi stringono sempre di più i legami tra le poche famiglie che contano della ricca borghesia di provincia – e sposa la donna che ama.

La recensione:

L’essere umano trae forza dalla sventura, e più la sventura è grande, più grande è questa forza.

Non vi furono alcune difficoltà. Irene Nemirovsky mi affascina sin dal primo momento in cui la conobbi, nel suo magnifico ma dilaniante Suite francese, che mi ha servito per osservare meglio il mondo, criticarlo o giudicarlo nella sua vera essenza, coprendo la mia anima a tal punto che l’autrice è divenuta una delle voci femminile più belle fra quelle che conosco, ha acceso un piccolo fuocherello che pian pianino alimenterò con la lettura della sua raccolta letteraria completa. Penso spesso che il rumore dei miei pensieri in proposito avrebbe potuto sovrastare ogni cosa e segretamente ho voluto conoscerla meglio; ma l’atrocità di certe situazioni, certi eventi erano tali che mi resero inquieta.
Appena mi accomiatai dallo straordinario Il vino della solitudine, capì che sapevo ancora molto poco di quanto fossi stata implicata nella realizzazzione di un trattato storico, realistico e sociale, anche se,in efferti, oltre una trentina di romanzi, mi avrebbero dovuto far rendere conto di non conoscerla affatto. Man mano che proseguo nella lettura dei suoi romanzi, mi rendo conto di non conoscerla affatto, e durante quei pochi istanti in cui realizzai ciò, come un Sansone che si riscuote, ho controllato la mia libreria, ho fatto ammenda di ciò che voglio e ciò che più mi piace, ed fui folgorata dal proposito di arricchire gli scaffali della mia libreria di altre piccole creaturine nemoroskiane. La realtà della situazione è che ci vorrà del tempo, purche ciò si realizzi, ma le congetture su questo progetto mi hanno spinta oltre.
Quest’oggi, ho indugiato nell’attesa di percepire qualche suggerimento spirituale: sapevo che qualunque mia intenzione, conclusasi in un pomeriggio, non si sarebbe dileguata nellla luce nascente del giorno, ma avrebbe avuto la stessa validità di un’intenzione scaturita sul da farsi da un impulso repentino indetto dal cuore, e che non accogliendo l’autrice da qualche mese dovevo cogliere. Così ho contemplato l’idea di cibarmi di I doni della vita, come una violenta e indignata decisione istintiva, colma di passione che mi rese bruciante fin sopra le ossa. Non era altro che lo specchio dei miei desideri, e non per questo meno reale di quel che credevo, mostratosi così evidentemente nella stanchezza e nello sforzo di pomeriggi solitari, drammatici nel riporre nero su bianco, in pagine di diario, quanto ciò visse l’autrice: ciò che ne deriva è uno spettacolo orribile, ripugnante che, fra il fragore di un mondo che si dovrebbe assopire inarrestabile, regolato da consuetudini e leggi immutabili, mi ha fatta sentire adirata, addolorata, triste al pensiero soggettivo di una regina spietata, imprescindibile, intransigente e crudele, che avvelena chiunque.
Vaghi ricordi delle letture precedenti, mi attraversarono la mente; la tenera dolcezza con cui l’autrice si approcciò alla scrittura, riluttante a non poter custodire qualcosa che non ci impedisca di barricarci dietro solide barriere pur di vivere nel miglior modo possibile, mi diedero l’occasione di evidenziare uno squarcio dell’anima delle sue opere. Ebbene si, i romanzi della Nemirosky possiedono un anima. L’anima di chi si è fatto carico di dolori, sofferenze, asti, che si diffusero in qualunque nazione o paese, col cuore che spasimava in un’unica immensa angoscia per le sorti della Francia.
Si scrive per ordinare le idee, osservare il mondo mediante occhi diversi e, subito dopo averle poste su bianco, arrivano le idee, i ricordi. In I doni della vita vi ho scorso il principio della fine … la nascita di una dinastia che giorno dopo giorno si avvia sempre più nella miseria, nel lastrico, e la sua fine, alimentata da episodi, sogni o speranze che coincidono con quello di condivisione e unione dell’autrice.
Ci sono al mondo altre creature infelici di quegli autori che hanno vissuto la guerra? Se si pensa alla rovina, a ciò che era importante. Tali pensieri forse sono inadeguati nelll’epoca moderna, ma lo penso sempre quando mi approccio ad autori di questo tipo, io stessa, che non nutro alcun fascino ai dogmi relativi alla guerra e alla sopravvivenza, mi sono spinta più in là. Tutto è distruzione …. Ingiustizia, imposizione, castigo, morte. Si confida nella nascita di un mondo migliore, ma se la vita la si vive nel miglior modo possibile c’è qualche remota possibilità che ci si possa adattare? Alla sfortuna, alle convenzioni, ad ogni cosa, parte di un vasto ingranaggio di cui l’individuo è una piccola rotella?
I doni a cui si riferisce il titolo fornisce un introito sostanzioso e discreto nel farci un’idea alquanto chiara sul processo impuro della vita, miscelati mediante alcuni aspetti biografici, da cui tuttavia si può cogliere una certa “ironicità”. Sebbene sia del tutto assente, ma intesa come destabilizzante. Nociva. La Némirovsky ha conosciuto il significato intrinseco di questo termine, e ha dato vita dal nulla un sogno di sangue, gloria, pianti e sorrisi che ha tenuto chiunque immobili, incollati alle pagine di una storia che è lo specchio della vita dell’autrice. Un piccolo univeso raccolto e gentile, che in un brusco istante si è formato attorno a me.
Così come le altre sue opere, I doni della vita si sono presentati così colorati, sofisticati, intimi e progressisti da cui ho potuto vedere ogni cosa. Un foglio bianco, punteggiato da piccoli sbaffi e volteggi, adornato da linee rette, e solo dopo da frasi raffinate provenienti da un anima arida. Il pallido riflesso di ciò che sono stati per l’autrice i suoi più intimi segreti, e di cui trasparono particolari valori.
Valutazione d’inchiostro: 5

10 commenti:

  1. Ciao Gresi, di quest'autrice ho letto solo "Il ballo", ma ho visto il film tratto da "Suite francese"... questa storia non la conosco ma mi piacerebbe leggere altro di suo :-)

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    1. Te la consiglio caldamente, Ariel! Questo romanzo è davvero bellissimo ed indimenticabile ☺️❤️📖

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  2. Saluti da una fredda giornata invernale Gresi 😊

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  3. Ho sentito nominare l'autrice, ma non ho mai letto niente di suo.. ottima recensione comunque

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  4. Autrice che devo assolutamente rileggere, quanto amore per Suite francese!

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