lunedì, aprile 08, 2024

Parole incastonate nel tempo parte 2

In questa seconda parte, mi premurerò ad mostrarvi

un’altra bella pila di romanzi, che in un momento

particolare della mia vita, hanno stravolto il mio universo

personale. Storie apparentemente semplici ma significative.

Concise o prolisse ma essenziali pur di arricchire il mio bagaglio

culturale. Cosa possiedono di così importante questi testi? In

primis, che sono legati da un filo invisibile: Quello del tempo e

tutto ciò che esso comporta. E poi, il loro restare impressi nella

memoria, nel tempo, nel cuore di chi legge che, nella loro semplicità,

ricordano quanto sia stato difficile, ostico il loro approccio con alcuni,

ma essenziale il loro stare sul mondo …. Perlomeno, nel mio.


Tra i grandi classici troviamo sicuramente Canto di Natale di Charles Dickens. In questo caso non abbiamo dei veri viaggi nel tempo con navicelle o macchine particolari, ma personaggi che giungono nel presente per mostrare il passato e il futuro del protagonista durante la notte di Natale.


Titolo: Canto di Natale

Autore: Charles Dickens

Prezzo: 10 €

Casa editrice: Feltrinelli

N° di pagine: 158

Trama: Nella fredda notte che annuncia il Natale, il vecchio Scrooge, visitato dal fantasma del suo vecchio socio in affari, si trova a compiere un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro della sua miserevole vita. Solo messo di fronte a se stesso Scrooge imparerà il valore della solidarietà. Questa è la celeberrima trama di una delle storie più raccontate e rivisitate dal cinema e dalla letteratura mondiale. Il classico di Dickens, presentato nella sua veste originale, riesce ad affascinare come sempre, e rievoca magicamente lo spirito natalizio.

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Omaggio alle favole che ero solita vedere quando ero bambina, efficace e fantasioso, traccia di una linea invisibile tra presente e passato che permette di ritagliarci un posto speciale persino nei cuori di coloro che credono che leggere questo genere di storie non sia altro che una perdita di tempo.


Titolo: La storia infinita

Autore: Michael Ende

Prezzo: 10 €

Casa editrice: Tea

N° di pagine: 436

Trama: Bastiano è un giovane goffo, e non è quel che si dice comunemente un "ragazzo sveglio", ma la lettura (e il termine è improprio, perché egli passerà alternativamente dal ruolo di lettore a quello di personaggio e di protagonista) di questo libro lo farà cambiare e farà cambiare la Storia stessa. Gli farà capire che il "fa' ciò che vuoi" che sta scritto sull'amuleto ricevuto in dono non significa "fa' quel che ti pare", ma esorta a seguire la volontà più profonda per trovare se stessi. Che è la strada più ardua del mon do. Il libro e Bastiano la percorreranno insieme, e il ragazzo attraverserà tutti i suoi desideri e passerà dalla goffaggine alla bellezza, alla forza, alla sapienza, al potere, fino a quando dovrà fermarsi.

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La caducità della vita mi aveva condotta dritto dritto dinanzi alla solitudine, a dibattermi verso fonti più verdi in cui i sogni si elevano al di sopra di sé stessi in una sorta d’iniziazione e l’invisibile presenzia e domina il visibile in cui la gioia del cuore è interrotta da forme di tristezze ancora più dolci. La voce dell’immaginazione e dell’anima la sola che avrebbe tratto risonanze felici, in cui l’amore avrebbe potuto splendere nella sua interezza.

Titolo: I piaceri e i giorni

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 14, 50 €

N° di pagine: 372

Trama: La caducità della bellezza, il tempo distruttore, l'incombere della morte. E poi la resurrezione del passato grazie alla memoria affettiva, la nostalgia per la simbiosi infantile con la figura materna, la gelosia che trasforma l'amore in tortura. Sono i temi che attraversano, come motivi musicali, le pagine dei Piaceri e i giorni (1896), conferendo a quest'opera composita di novelle, versi e prose un'unità profonda all'insegna della malinconia e del disincanto. Ironico aggiornamento del poema di Esiodo dedicato ai lavori agricoli, Le opere e i giorni , il primo libro pubblicato da Proust raccoglie testi composti tra il 1892 e il 1894 e descrive il bel mondo parigino alla fine dell'Ottocento, alternando pungenti osservazioni sulla sofisticata società mondana e i suoi difetti (snobismo, ipocrisia, ricerca dell'originalità a ogni costo) e riflessioni generali sui fuggevoli incanti e le inevitabili delusioni di ogni esperienza d'amore. È racchiusa in queste pagine tutta la giovinezza di Proust: visioni fugaci, sogni, moti dell'animo, impressioni di vita, satira di ambienti, paesaggi, atmosfere e personaggi tratteggiati con una scrittura limpida e veloce. Riletta alla luce della Recherche , la raccolta del 1896 rivela una ricchezza e una profondità insospettate. Questa edizione ripropone la forma originale dell'opera, con la prefazione di Anatole France, le preziose illustrazioni di Madeleine Lemaire, artista mondana frequentata dallo stesso Proust, e gli spartiti di Reynaldo Hahn, grande amore e amico dell'autore. In appendice alcuni testi mai pubblicati o mai ripresi in volume dallo stesso Proust.


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Capolavoro della letteratura fantascientifica, ma non per me che non amo particolarmente il genere, che anticipa il genere in letteratura.


Titolo: La macchina del tempo
Autore: H G Wells
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 144
Trama: Dopo angoscianti avventure, riuscirà ad andare ancora piú lontano nel tempo, in una Terra senza piú tracce di uomini, abitata soltanto da crostacei con «occhi maligni» e «bocche bramose di cibo». Fantascienza, critica sociale, romanzo distopico: il capolavoro di Wells è soprattutto l'opera di un grande visionario e Michele Mari, nel ritradurlo, ha trovato pane per i suoi denti. L'incontro tra lo scrittore-traduttore e uno dei suoi romanzi preferiti era destinato a produrre scintille.


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Una selvaggia immersione dell'anima, un tuffo di tutti i colori in un'unica tinta scura, una debole cantilena americana che continua a corteggiare il mondo, trascese con una certa durezza, con autocontrollo e disciplina del secolo. Sullo sfondo di un crepuscolo verde, in una New York un po' affollata e colorata, fra feste, cockteil e pianoforti che sprigionavano una splendida melodia.


Titolo: Il grande Gatsby

Autore: Francis Scott Fitzgerald

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 8,50 €

N° di pagine: 230

Trama: Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà immensamente della cugina sposata di Nick, Daisy.

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Un surreale viaggio onirico che oscilla fra il possibile e il necessario, in cui i sogni e le fantasie oscillano come un pendolo in equilibrio precario.

Titolo: Epepe

Autore: Ferenc Karinthy

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 217

Trama: Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. “Epepe” è uno di questi. Inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi resterà annidato, che lo vogliate o no. Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, aninima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei Sumeri – e immaginate che nessuno comprenda né la vostra né le lingue più diffuse. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell’angoscia e della rabbiosa frustazione di Budai, il protagonista di “Epepe”. Perché Budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha famigliarità con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confrontarlo, benchè non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l’ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche – chi può dirlo? – Bebe o Tetete.


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Perdendoci nel labirinto del tempo di cui siamo stati prigionieri e, vagando come un anima in pena che tuttavia esiste grazie alla dinamica dei ricordi, cercando quella specifica risposta che abbia indotto l'autore a scrivere questa storia. Una storia balorda, senza soluzione, ma che cambierà la vita di chiunque voglia leggerla.


Titolo: Requiem

Autore: Antonio Tabucchi

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 8€

N° di pagine: 138

Trama: In uno stato a metà tra la coscienza e l'incoscienza, tra l'esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, in una Lisbona deserta e torrida di un'ultima domenica di luglio. Sa di avere azioni da compiere - l'ultima soprattutto: l'incontro con un personaggio illustre e scomparso che forse, come tutti i fantasmi, si presenterà solo a mezzanotte, ma non ha idea di come compierle. Si affida così al flusso del caso, secondo una logica che segue le libere associazioni dell'Inconscio. E si trova a compiere a un percorso che lo porta a vivere il ricordo nell'attualità di quella giornata, a riandare ad alcune tappe fondamentali della sua vita, a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all'origine del suo stato allucinatorio. L'allucinazione, il viaggio, il sogno durano dodici ore, durante le quali si comprimono e si dilatano i tempi di una vita: passato e presente si mescolano per spiegarsi a vicenda, morti e vivi si incontrano negli stessi luoghi, i luoghi si fissano in un'immobilità che non ha niente a che fare col tempo.



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