venerdì, maggio 22, 2020

Gocce d'inchiostro: Jane Eyre - Charlotte Bronte

La metà di un mese particolare e fervido, la mia cara e amica Jane venne a trovarmi, dopo tantissimi anni dalla sua ultima visita. Sempre inquieta, dal viso sfilato, il fisico snello come un giunco, un energia pericolosa, l’animo ribelle, si mosse in mezzo ad acque fangose e torbide, combattendo dinanzi a tutto e niente pur di guadagnarsi continuamente il bene altrui. Lei che non ha mai osato adempiere a qualunque dovere, è stata istitutrice di svariate dottrine scolastiche, giunta dinanzi alla mia porta nel momento in cui meno me lo sarei aspettata. Sfociata nella sorprendente doppia confessione delle sue più celate paure, dei suoi più reconditi segreti, il suo ardente desiderio di ricongiungersi alla persona amata ma che sotto certi aspetti si è rivelata << guasta >>, ed in tal caso la sua presenza ha spalancato la porta dei ricordi affinchè potessi scorgere uno spiraglio della mia vita passata. La mia e quella di Jane Eyre, nella quale mi sono vista così chiaramente che l’ho sempre considerata come una cara amica. Un amica in carne e ossa.
È stato bello, dunque, ritrovarsi, così spontaneo, travolgente, destabilizzante, intenso, così piacevole stare in sua compagnia che ha avuto gli stessi propositi, le stesse predisposizioni d’animo che io covavo alla sua età, una me ingenua e insicura, ed ora accolti nel mio cantuccio personale con un certo affetto. Tenerezza, sensibilità, amore, che mi hanno indotta a studiare Jane e il suo personalissimo mondo guardandola proprio dentro, convincendomi sempre più della nostra unione, della nostra affinità, che non svanirà mai, perché felice di preservarne il ricordo che io ho e ripongo a queste pagine. Il diario di un personaggio a dir poco affascinante, una compagna fedele e vitale, le cui vicende sono squarci di comprensione individuale proiettati su uno spazio apparentemente illusorio ma oscuro.
Titolo: Jane Eyre
Autore: Charlotte Bronte
Casa editrice: Feltrinell
Prezzo: 11 €
N° di pagine: 596
Trama: Jane Eyre racconta la storia dell’educazione sentimentale di una giovane istitutrice inglese, orfana e di umili origini, che ottiene alla fine, dopo molte peripezie, la felicità in amore unendosi all’ardente, impetuoso Edward Rochester, suo padrone; con questa si intreccia una precedente e tragica storia d’amore e follia che ha avuto per protagonisti Edward e Bertha, la donna strappata alla sua terra caraibica e relegata come pazza in una soffitta nella grande magione di Rochester.Thornfield Hall.

La recensione:

Vi sono delle macchie sulla faccia dei pianeti più luminosi: e dagli occhi come quelli della sua signorina possono vedere soltanto questi difetti minuscoli, e sono  ciechi a tutto lo splendore dell’astro!

Non tutte le sorprese sono spiacevoli! Una galante di situazioni non premeditate come me spesso odia compiere gesti che potrebbero rivelarsi spiacevoli, situazioni improvvise alle quali spesso partecipo fervidamente e incuriosita dalle quale, il più delle volte, riscontro solo effetti negativi. Letture fervide, apparentemente intriganti, sfociano poi quasi sempre in tristi buchi nell’acqua. Un’edizione bellissima e revisionata di uno dei classici più amati negli ultimi tempi, soprattutto dalla sottoscritta, opera che negli anni ho conosciuto e apprezzato intensamente, mi indusse a rileggere uno dei miei classici preferiti mettendo fine a questo inconsueto < rito > che banalmente si abbatte sui miei propositi come un fulmine a ciel sereno. E quando presi consapevolezza di ciò che stava accadendo non ebbi più dubbi di chi avrei affiancato in questi soleggiati giorni di maggio. Se la lettura di un romanzo può conferire questo e tanto altro, scrivere che Jane Eyre fece questo al mio cuore è a dir poco riduttivo. Alla mente e ai miei sentimenti più profondi su di lei e sul suo mondo, leggere la sua storia è stata senz’altro la cosa migliore che potessi fare. In un momento di inquietudine e nervosismo Jane Eyre mi ha insegnato, ancora una volta, che le storie inventate – quanto di vero c’è dietro a queste parole? – possono andare ben oltre il semplice divertimento e lo svago, possono rivoltarsi come calzini spaiati e scoperchiati il cuore, il cervello, ogni minimo lembo di pelle completamente esposta, scottandoti, gelandoti, mettendoti completamente a nudo e scaraventandoti tra i venti furiosi dell’universo e da quel momento in poi, dopo aver annaspato in pozzi integri di fango e marciume, abbandonata allo spirito di visioni che sovrastano, fanno vibrare il cuore di una melodia o un tipo di esaltazione che turba, non tornando mai sulle sue decisioni, nemmeno quando gli sembrava di stare per cadere dai confini della terra. Jane è quell’eroina inglese in cui tutti possono riconoscersi, e la rilettura di questo romanzo è stato un modo per onorarla nuovamente, nella buona e nella cattiva sorte, per tutta la vita.
Il progetto di cibarmi nuovamente di un romanzo mastodontico come questo non naufragò nemmeno per un istante. Nel giro di una settimana mi ero ritrovata a percorrere campi verdognoli e soleggiati di una brughiera inglese, posta sull’altura di svariate colline, monitorando ogni sua mossa. Senza alcuna remora o indugio, ho così letto il romanzo della Bronte come una specie di full immersion a tutto tondo, nel quale mi sono fatta contagiare dalla bontà d’animo, dalla forza e dal coraggio di una istitutrice inglese che, sul finire dell’ottocento, fece del suo temperamento ribelle una specie di gabbia da cui rifugiarsi da qualunque assalto esterno. La donna era indicata esclusivamente come colei che doveva rassettare o badare al marito. Jane Eyre, tuttavia, ci insegna come tante donne all’epoca consideravano questa un’idea malsana e che certe disuguaglianze non dovevano esserci. Sotto certi aspetti, la piccola Jane è stata “ fortunata “ a concepire certi concetti, ad abbattere qualunque barriera mentale, non tanto perché era un peccato quanto perché era impensabile che alla donna dovesse spettare un simile << trattamento >>.
Jane mi sarebbe mancata, perché i giorni trascorsi in sua compagnia sono stati a dir poco memorabili. E il seguito di essi mi sono parsi vuoti, vani, un lungo periodo sospeso dall’afa e dalla solitudine. Da lettrice, non dimenticherò mai le volte in cui provai moti di compassione per qualcuno che non sia fatto di pelle e ossa, trascinata dalla corrente lontana di qualche passante, nel timore che la nave con cui dovrà salpare è destinata ad una vita irraggiungibile, ostacolata da molti scogli sulla via di transito. Il fascino, la curiosità, addolciscono questa sensazione, e il tepore della speranza riscalda il mio animo. Nel momento in cui ho saluto Jane, ancora una volta, il senso di malessere e sconforto ha volteggiato nell’aria come minuscole particelle, offuscando i sensi, aggravando sulle mie spalle come un fardello troppo pesante. Desiderosa di donare conforto, amore, porgere una spalla su cui piangere a una giovane che rimpiange di non essere bella, sola e infelice, confidando in segreto di poter essere più alta, elegante, che non la faccia sembrare una quacchera. La sua inquietudine, che la tormenta dolorosamente il suo spirito, logora l’anima di chi legge e lo condanna a ricordare questo sentimento perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha un prezzo.
Anche con la lettura di Jane Eyre accade medesima cosa, in una serata di metà maggio, in cui il dolore per la piccola Jane si diffuse  nel mio corpo come un virus infetto. Cercando la pace nell’esilio, una felicità effimera nel piacere. Lettura bellissima e indimenticabile che ha corroso il mio animo in maniera impressionante, coinvolto profondamente, regalato piacevolissimi momenti in sua compagnia, nonostante la malinconia, il dolore che, come una condizione incerta, si è attenuta ma non svanita completamente.
Lo straordinario, intenso, dolce romanticismo di una donna eccezionale, con un’educazione superiore ma priva di una posizione sociale, protagonista di un amore romantico e appassionato. Lo disvelamento di un animo offuscato dalle tenebre e la luce che ne è venuta fuori, l’insoddisfazione morale che brucia una parte della sua anima senza perdere umanità, un anima errante e vagabonda spinta ad opporsi alle convenzioni imposte dalla sua posizione sociale, Jane Eyre è un po’ di tutto questo. La promessa di un risveglio intimo e sopito nel tempo che persevera nella sua produttività. Il racconto di una giovane istitutrice e del suo cavaliere. La storia di una libertà repressa, inviolata, in cui il tempo non riesce a leccare le ferite del passato.
Un quadro prettamente realistico della letteratura vittoriana in cui l’amore è visto in tutta la sua meravigliosa essenza, e, in parte, un sogno. Gli incauti sussulti del cuore, l’atto d’amare, la dignità, il significato della vita coincidono con questa. Le donne divengono così succubi dei propri padroni e, camuffati sotto una scorza dura e impenetrabile, nel profondo di se stessi, sono privi di speranza. Piuttosto, bramosi dell’affermazione di se stessi e della libertà d’espressione.
Si avverte un'angoscia interiore, un vuoto, che si prova pian piano nell'anima della povera Jane - avvertita da quest'ultima in una bellissima ostentazione del nulla - e, estremamente fedele agli episodi imposti dalle convenzioni del secolo, la sua capacità d'osservazione è davvero straordinaria. Insolita, priva di calore, montata nel vuoto, in quel palcoscenico illuminato artificialmente della vita.
Un romanzo realista/sentimentale in cui la sua protagonista avverte l'esigenza di essere confortata, consolata e che percepisce la presenza di una realtà che l'avrebbe presto resa partecipe. Una realtà che sarebbe presto diventata sua e a cui deve adattarsi il più in fretta possibile, in cui tutto quello che la circonda appare più o meno crudele. Involontariamente l'ha costretta ad adempiere alle regole e alle convenzioni del secolo, inducendola ad adottare il punto di vista di molti giovani: liberi e indipendenti, senza fare caso l'uno all'altro. Piccole marionette senza fili, spaventati dalla vita, che non hanno idea di cosa voglia dire poter vivere. Una dinastia destinata al baratro in cui non si riesce a scorgere nemmeno il fondo. Il racconto di un amore estremamente illusorio ed intenso che conduce all'apice del sentimentalismo, che si è insinuato attraverso una piccola fessura tentando di riempire il vuoto che c'era dentro di lei. Leggere di Jane, infatti, di questa giovane ragazza sana di campagna, - circondata da una cappa di malinconia, ostilità e involontariamente sprofondata nell'abisso invalicabile della sua posizione sociale -, e del suo amato Rochester, è stato quasi come un sogno inquieto, emozionante, palpitante che mi ha spinta fra le braccia di questi due amanti ribelli e inappagati in una lussuosa residenza, a consumarsi di tormenti e amore. Tra luce e oscurità, innocenza ed esperienza, scambiando baci e carezze, nel tepore e nell'accettazione del loro amore reciproco.
In pagine che sono state scritte col sangue, in un viaggio appassionante ma sofferente, Jane Eyre è un romanzo meraviglioso che ci parla di anime inquiete e insoddisfatte che entrano nella lotteria della vita quasi inconsapevolmente. Una storia d'amore profonda e indimenticabile, la cui bellezza confonde il cuore. Infervora l'animo per la sua contemplazione.

Pensavo a lui, perché il mio sentimento non era come il vapore che la luce del sole poteva dissolvere, né come una traccia sulla sabbia che il mare poteva cancellare. Era un nome scolpito sul marmo, destinato a durare quanto il marmo su cui era stato inciso.


Valutazione d’inchiostro: 5

6 commenti:

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