sabato, maggio 16, 2020

Gocce d'inchiostro: L'amico fedele - Sigrid Nunez

A volte commetto l’errore di sopravvalutare la fiducia che certi autori, certi romanzi mi ripongono. Il gran ruggito dell’io che promana dall’anima di spiriti inquieti, solitari, spesso disumani e crudeli sembrano escludere ogni caduta nel dubbio o nell’incertezza, ma come nella vita di tutti i giorni anche con i romanzi capitano di << vivere >> momenti inattesi, momenti di pura sorpresa, cupa introspezione, e siccome capitano di rado, mi colgono quasi sempre alla sprovvista. Dubbi esistenziali, perlopiù, che mostrano quasi sempre le mie idee, i miei pensieri, mostrano le mie attitudini, specialmente i sentimenti o l’emozioni che ripongo alle sue pagine. Sarebbe valsa la pena << combattere >> per qualcosa che non cambierà mai, se giudicare un romanzo nel miglior modo possibile avrebbe migliorato o peggiorato le cose? Con L’amico fedele, primo romanzo di un autrice conosciutissima invece in America, è accaduto esattamente quello che non mi aspettavo, sebbene quelli ritratti non sono stato altro che torture senza posa di un anima troppo fragile, solitaria e inquieta nel quale non ho potuto non sentirmi coinvolta. Impossibile sebbene il comportamento di Karen sia stato a dir poco riprovevole, ma adeguandomi a una visione distorta e personale della letteratura come vocazione racchiusa in storie, piccoli tasselli di grandi e piccole ingiustizie che pretendono il diritto di essere ascoltate.
Titolo: L’amico fedele
Autore: Sigrid Nunez
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17, 60 €
N° di pagine: 220
Trama: C’è un'unica persona a cui potrebbe chiedere: il suo amico più caro. Ma, ora, non può più farlo. È passato tanto tempo da quando si sono conosciuti, lui, professore di un corso di scrittura, e lei, la sua studentessa più promettente. Quelle lezioni le hanno aperto un mondo fatto di libri. Le hanno insegnato che nessuna pagina scritta è mai sprecata, perché anche se viene gettata via, l’autore impara qualcosa. Le hanno infiammato il sogno di fare della letteratura la ragione della sua esistenza. Da quelle ore nelle aule dell’università sono diventati inseparabili. Un’amicizia che si è nutrita del sapere, del ragionamento, della poesia. È a questo che Karen si appiglia mentre accoglie l’eredità inaspettata che le ha lasciato: un simpatico e ingombrante alano. Forse dietro quel regalo si nasconde qualcosa. Perché il tempo passa e la natura di quello che la legava al suo amico assume forme diverse, sopite, mai confessate. Chissà se con davanti la pagina bianca è arrivato il momento di dare vita a quel romanzo che non ha mai avuto il coraggio di scrivere.



La recensione:

Parliamo dei morti per ricordarli, per mantenerli vivi nell’unico modo che ci è possibile. Però ho scoperto che più la gente racconta di te, più tu sembri scivolare via, più diventi somigliante a un ologramma.

L’anima, quale anima? Quella del romanzo, ovviamente.
Quella de L’amico fedele è racchiusa in un guazzabuglio di esperienze, raccolte di memorie che esplicano certi concetti pur di non perderli nel tempo, farli sprofondare nell’oblio. Sulla quarta di copertina, la trama riportava la sinossi di qualcosa che non avevo ancora visto e che ha funto da espediente per comprendere appieno il romanzo. Perché quello ritratto in L’amico fedele non è tanto quel concetto che un lettore sano di mente si aspetterebbe di scovare da una storia atipica, astrusa, interiorizzata come questa, ma tanto quanto dal fatto che nel momento in cui lo si legge si ha la sensazione di essere stati rimossi dal mondo, e poi di farne parte. Osservando il tutto come spettatori di un mondo in cui il lutto, la perdita per una persona cara è interiorizzata ai limiti dell’eccesso, isolato in una bolla invisibile di tenebre e oscurità che ci induce a restare intrappolati in una spirale di pensieri, sprazzi di vita che ci inseguono, divagano, rincorrono.
È stato così che la lettura di un romanzo apparentemente insulso, insipido mi ha donato quelle giuste soddisfazioni utili per giudicare L’amico fedele come una lettura non propriamente bellissima ma nemmeno pessima. La soddisfazione di una lettura in una sola seduta, i cui tiepidi miglioramenti filosofici e letterari dopo un approccio per nulla facile mi condussero dinanzi alla soglia di un sentimento burrascoso, trascinante, disarmante, negativo, nocivo, in cui non vi sono personaggi veri e propri ma conversazioni interiorizzate, sprazzi di pensieri rivolte a qualcuno in particolare, hanno reso il tono confidenziale più drammatico di quel che credevo, la scrittura una forma confidenziale che non ha però una vera  e propria forma. Il suo idioma si era del tutto atrofizzato. Tanti autori spesso colgono il richiamo della vocazione letteraria come espediente per dare voce a chi non ha voce, con un corredo di nozioni che scorrono sotto le nostre dita come sabbia fine, la testa sfornava continuamente pensieri aspri, osceni, trasformando per esempio la banale figura di un cane come omonimo mezzo d’espressione o esplicazione di pensieri o emozioni.
La letteratura però è stato uno dei capisaldi dell’intero romanzo. L’amico fedele, infatti, lo ricorderò positivamente non tanto quanto per il suo contenuto, tanto quanto per i suoi pensieri fissi riguardanti la letteratura. Insieme ad un ampia, drammatica visione nell’osservare ciò che ci circonda, e metabolizzarla con parsimonia ed attenzione. Ricordando così uomini o donne del presente e del passato, l’isolamento di restare aggrappati a qualcosa che si riduce al niente, a una specie di solitudine affannosa.
Una patina di insoddisfazione, tristezza, dispiacere, ha graffiato il mio corpo. Il corpo che sa come talvolta sa essere sottile come un velo. In L’amico fedele è innegabile come abbia avvertito una certa malinconia. Non proprio concerne alla tipica tristezza shakesperiana, bensì qualcosa di piuttosto affine. Una certa drammaticità che nel corso della lettura ha sedimentato nel mio animo. Per me piuttosto comprensibile, fidata compagna di viaggio di un tempo. I libri, così come la scrittura, hanno sempre funto come espediente per combattere gli assalti esterni. Ed ecco da dove arriva questo mio strambo interesse per il romanzo della Nunez, le sconosciute motivazioni per cui mi hanno indotta a lasciarvi un segno del mio passaggio, o, nel finale, l’emissione di una tacita rassegnazione! Com’è assurda la vita. Com’è stato strano il mio incontro con Sigrid Nunez e la sua figlia d’inchiostro, spuntata dal nulla un banalissimo giorno di metà maggio, senza un ma né un perché, cornice di una melodia che non ha effettivamente una sua collocazione, seppur il romanzo si premura a tenerci ancorate a quelle note che rivelano una parte fragile e precaria della sua anima.
Ostinata e curiosa, ho colto nozioni importanti che come un canto indistinto e privo di significato, con ansie e preoccupazioni smorzate da una realtà piuttosto lontana ma vicina, in un momento di quiete spirituale si sono levate al di sopra dei miei pensieri. Non producendo quella meravigliosa melodia cui avevo confidato, ma una storia che è una pozzanghera umana in cui sono riversati i pensieri di una donna in cui può riconoscersi chiunque, dietro a semplici e pure pagine di diario si nascondono la vita, il cuore pulsante di una ragazza privo di vivacità e musicalità. Non una ragazza che in poche pagine è diventata << amica >>, bensì la voce di uno spettro dalle tonalità discordanti, atonali.
Un romanzo in cui il silenzio, la solitudine, la compassione, il dramma, l’amore per le belle arti sono categorici. Inzuppati di perle di saggezza, filosofiche che hanno una loro collocazione fissa e nel quale l’intento di rincorrere una felicità vana, illusoria, inconsistenete, è davvero impossibile.

Ciò che manca, ciò che perdiamo e di cui piangiamo la perdita, non è ciò che, in profondità, ci rende quello che siamo veramente? Per non parlare di ciò che volevamo dalla vita e non abbiamo mai avuto.


Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo

10 commenti:

  1. Con i romanzi Garzanti ho un problema. Potrei fare a meno anche di questo...

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  2. Teşekkürler bu güzel inceleme için Gresi 😊

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  3. Non conosco; ottima recensione comunque

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  4. Bellissimo blog complimenti! Ti seguo♡

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  5. Non lo conoscevo, mi trasmette una sensazione strana questa trama. Non riesco benissimo ad inquadrarla ma d'altra parte mi ispira :)

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    1. Non è una lettura semplice, ma se ti incuriosisce non te la sconsiglio ☺️☺️

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