domenica, novembre 08, 2020

Gocce d'inchiostro: Il buio oltre la siepe - Harper Lee

La lettura di questo romanzo avrebbe funto da primo approccio con una delle autrici più lette degli ultimi anni, e la lettura de Il buio oltre la siepe sarebbe stato il metodo ideale per colmare una delle più grandi lacune che mi trascinavo da anni e anni. Solitamente amo sguazzare con incoscienza in storie di vita che profumano di vecchio. Harper Lee, così come John Steinbeck e tanti altri autori, hanno ritratto abbastanza per vedere oltre le pagine, troppo immischiati in qualcosa a cui non si riesce a dare voce.
I miei spericolati viaggi mi conducono quasi sempre in situazioni che amo particolarmente, né mi auguro mai di procrastinarne il momento. Solo non vorrei più sentirmi nella condizione di dover scegliere se sia giusto o meno farlo, e questa mia ultima lettura mi ha permesso di comprendere come almeno una volta nella vita bisogna sforzarsi di colmare certe lacune. Il buio oltre la siepe non rivela niente di arduo, impossibile da comprendere o impossibile da sciorinare in poche parole, e sebbene ciò che è descritto è raccontato mediante figure giovani, acerbe ma consapevoli di ciò che li circonda, spiccano fra anime inquiete descritte magnificamente, attanagliati dal dolore e dal peso di combattere qualcosa più grande di loro: il razzismo, le diversità sociali, l’allontanamento da ciò che reale e concreto a ciò che è possibile. Quella ritratta in questo romanzo è un tentativo di ricucire lo strappo che si è aperto sul mondo tanti anni fa, e che disgraziatamente non è mai stato rammendato che, scritto mediante conversazioni che avvengono esclusivamente nella mente dei personaggi, dipingono Scoutt e la sua famiglia a combattere caparbiamente una guerra che non avrà mai fine. E l’istruzione, dettagli che si stanziano in mezzo al nulla come porte spalancate nel tempo, la rivendicazione di diritti che sembravano fossero dimenticati, sono tutti tentativi che dovrebbero enunciare quella lotta perpetua per la rivendicazione della nostra identità.



Titolo: Il buio oltre la siepe
Autore: Harper Lee
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 290
Trama: Anni Trenta del secolo scorso. In un sonnolento paese del profondo Sud degli Stati Uniti, l’avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Scout, figlia di Atticus e indimenticabile voce narrante della vicenda, ci mostrerà il duro pregiudizio razzista e la battaglia di un uomo per salvare un’innocente.


La recensione:


“Il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede”.


Venni informata dell’esistenza di questo romanzo, quando frequentavo il liceo delle scienze sociali, oramai ben dieci anni fa. Non mi fu spiegato né detto niente di specifico – cosa narrasse, perché fosse così ampiamente ricordata e letta – dove avrebbe potuto avvenire il nostro incontro nel futuro prossimo, cosa pensavo e quando pensavo sarebbe giunto il momento, solo che quella era l’età in cui i miei interessi vertevano completamente su altro. All’epoca mi ero già innamorata della storia oscura e malvagia fra Catherine e Hetchliffe, ma l’insediamento di Harper Lee nel mio cuore fu come un tarlo che per tutto questo tempo invase le mie viscere. Perché di lei e di questo meraviglioso romanzo il momento più addatto avvenne solo adesso, all’età di ventotto anni, secondo un regalo preso a mia insaputa per il giorno del mio compleanno, che mi liberò dal peso di questa condanna. Con nient’altro da discutere se non del mio personale giudizio, a fine lettura, le formalità prese, i tentativi di approcciarmi a Il buio oltre la siepe accrebbero solo. Eppure, come dico sempre io, non dovrei farmi influenzare dai pregiudizi, dalle preoccupazioni, dalle perplessità che quella voce rinchiusa fra le sue pagine non giungesse al mio cuore. La situazione dunque si rivelò molto più complicata del previsto, quando Scoutt cominciò a parlare, perché non credevo che la sua candida intonazione fosse così chiara, acuta, tagliente, limpida da non far trapelare alcun dubbio su ciò che videro i suoi grandi occhi castani, sarebbe sempre stata legata alle sue idee, al suo amore per la letteratura, così irrimediabilmente immersa in un atmosfera ovattata, soffocante, ermeticamente chiusa che nel vago ottimismo della vita non fa trapelare nulla, se non la paura stessa. Poi le cose precipitarono, presero una strada tutta loro, che rode da dentro, mangia le viscere, quante volte si è domandata come avrebbero potuto vivere felici – lei e la sua famiglia – se il mondo non fosse stato così ostile a individui dal colore di pelle differente dalla nostra. Harper Lee ritrae magnificamente tutto questo togliendo di scena il dramma, elementi di tragico/ comico che avrebbero potuto conferire al tutto un assetto più nefasto del previsto, restituendo così a queste pagine quel sogno americano, quel miraggio di cui tanto si è anelato nonostante sia ancora rivestito in incubo, il peggiore che si potesse immaginare, come non credere che nell’epoca che vivo vi sia ancora gente che non crede come i loro pensieri astrusi possano danneggiare la sensibilità di certa gente. Alcuni, addirittura, ad aognizzare nella tomba.
All’epoca l’adolescente Scoutt sapeva già molto di questo – che le persone dal colore di pelle differente alla sua fossero denigrate, condannate a morte -, e quando Harper Lee scrisse un romanzo sul loro conto, in anni ancora dolorosamente supporosi e infetti, descrisse questo disastro cosmico che si abbatte sul popolo, specie quello americano, non ancora preparato all’estorsioni, alle lacrime di chi sarebbe stato strappato dai loro cari, pronunciando niente di più o di meno da ciò che la stessa Lee visse, la sua profonda amicizia con un altro straordinario scrittore, Truman Capote, dove contribuì alla realizzazione del libro A sangue freddo, in uno stato di dissociazione indotto da un forte senso di giustizia, di rivalsa, dall’impossiiblità di spiccare il volo in un mondo che ci tarpa le ali, che soffre, soffre sempre più, prima frettolosamente, stuporosa ritirata dall’assetto emotivo, con le viscere guaste e consumate che si diede da fare per modificare le cose, e poi perché tanta gente era stata << maltrattata >>, tenuta nascosta per sopravvivere facendo il più possibile per aiutarli. Sono tematiche piuttosto forti, così difficili da digerire che tuttavia aiutano a riflettere, a guardarci dentro, ad osservare il mondo sotto un nuovo cielo, pensando che non tutti avrebbero avuto il medesimo coraggio di tornare sui propri passi, mettere in gioco qualunque cosa per comunicare e dare voce a chi non aveva avuto ancora voce, ricordandoci che non è un colore di pelle diverso a renderci differenti ma parti di un tutto.
Non ho potuto resistere a divorare queste pagine, proprio mentre novembre era già iniziato. Ho così partecipato all’iniziazione della vita adulta di Scoutt, uno scricciolo di ragazza dall’intelligenza spiccata e acuta, che nacque nel momento in cui la stessa Lee iniziò a parlare, guardandosi attorno, provocando moti di affetto e tenerezza ai cuori più sensibili. La situazione era troppo difficoltosa, il peso delle malefatte sociali gravava pesantemente sulla sua coscienza che esigeva qualcosa di più di un semplice riscatto, una certa lotta al potere, ma la Lee non credo ebbe la possibilità di parlare se non mediante scrittura. Una storia brillante, attuale, estremamente crudele, salutata con affetto persino dal presidente George Bush; la migliore medicina possibile per gente che ha sofferto così tanto.
Il buio oltre la siepe, col suo fragoroso desiderio di riscatto, diventò parte di me. Più intimamente di quanto mi sarei aspettata, impreparata ad abbracciare un opera come questa. Proiettato in un mondo attrezzato e completo di amicizie create, inimicizie sancite, codardi, uomini umili e cordiali in cui il grembo famigliare è l’unico luogo in cui rifugiarsi nel momento in cui la riservatezza, il diritto di far baccano, la seduzioe o lo stupro, l’adulterio o il furto violano la nostra sfera personale. A farmi vedere tutto ciò qualche mese fa fu il mio amato John Steinbeck, ora Harper Lee che, se non fosse stato per loro, non credo avrei potuto comprenderne i meccanismi di entrambi i cosmi prostrati sull’emozioni dell’individuo, il suo essere vulnerabile, che sono il contrappeso di forme di sostentamento al nulla più assoluto.
Uscire da certi mondi apocalittici, una volta conclusa la lettura, è davvero difficilissimo. Una volta entrata, è stato piuttosto arduo tornare alla vita di tutti i giorni. Il buio oltre la siepe ritrae una tematica piuttosto attuale, moderna, incessante e destabilizzante che, in una struttura a specchio, in capitoli che portano avanti e intercapitoli di contestualizzazione culturale, è la forte testimonianza diretta, quasi giornalistica, delle problematiche di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione, in cui è evidente la crescente indignazione della sua autrice. Capolavoro assoluto della letteratura americana, nonché frammento di vita in cui ognuno può rispecchiarsi, in cui l’individuo è quella massa informe, compatta, solidifcata in un recipiente variopinto: siamo uguali a tutti gli altri, perciò dovremmo avere rispetto. A nostro agio con la terra che calpestiamo, con le forme di vita con cui ci adorniamo, possessore di luoghi che sebbene non garantiscano un certo benessere, una certa tranquillità spirituale e morale, lo fa sentire molto più grande di quel che è. Poiché l’uomo è un essere senziente solo se si guarda attorno, si pone delle domande, e combatte finchè scova qualcosa che solidifica non più quel concetto di << mio >>, bensì << nostro >>.
 
Prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l’unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza.
 
Valutazione d’inchiostro: 5

10 commenti:

  1. Molto bello, anche se paradossalmente amo più i libri che ha ispirato che Il buio oltre la siepe in sé!

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    1. Si, in effetti non hai tutti i torti. Ma questo romanzo mi è piaciuto molto ☺️

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  2. Ciao Gresi, sono anni che mi ripeto di recuperare la lettura di questo romanzo... spero che prima o poi arriverà anche il suo momento! :-)

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  3. mia figlia ha letto questo libro per la scuola e le era piaciuto molto. io vorei recuperarlo

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    1. È secondo me una lettura che bisognerebbe compiere almeno una volta nella vita ☺️

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  4. ho amato tantissimo questo libro che ho letto pochi anni fa, assolutamente imperdibile

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