venerdì, maggio 12, 2023

Gocce d'inchiostro: Jude l'oscuro - Thomas Hardy


Ogni qualvolta decido di approcciarmi ad un romanzo di Thomas Hardy non ci capisco più niente. Generalmente la lettura di certi classici rievoca la passione per la letteratura, tenendomi in vita, distruggendo in parte quell’aureola che hanno circondato gran parte dei suoi scritti, in quanto nella mia immaginazione i suoi figli di carta e inchiostro appaiono tutti buoni e pronti ad accogliere il segno di Dio. Ma con Jude ho nutrito sentimenti profondi, diversi, quasi di compassione, un uomo un po' deluso e diffidente che la stessa vita gli ha concesso ben poca bontà e fanciullezza. E fu così, che gli idiomi del passato si sono scontrati con quelli del presente, inducendo al cambiamento, alla metamorfosi.
Io stessa ne sono uscita diversa ma guasta, aspirando al raggiungimento di quella città di Luce in cui è intrappolato tutto il sapere d’intelligenza e religione, serbatoio intellettuale di conoscenza e sapere. Luogo irraggiungibile, quella Gerusalemme infuocata e inavvicinabile in cui la cultura di ogni individiduo zotico e rozzo sarà forgiata. E, immerso nel silenzio, in un silenzio che inzuppa persino la nostra anima, fu quella rappresentazione perfetta, rigida ma solida diretta all’archetipo del romanzo vittoriano della donna caduta o allo status di invisibilità di un’intera classe sociale che, nella sua piccolezza, possiede una certa forza, una certa dimensione tragica delle vicende personali che in una manciata di pagine sono state deformate dalle tradizionali strutture archetipe.

Titolo: Jude l’oscuro
Autore: Thomas Hardy
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 381
Trama: Pubblicato inizialmente a puntate e poi in volume nel 1895, "Jude l'oscuro" fu l'ultimo romanzo di Hardy e fu stroncato senza riserve dalla critica e dal pubblico vittoriano del tempo, a tal punto che Hardy ritenne conclusa la propria carriera di romanziere. Il libro, ribattezzato dalla critica "Jude the Obscene" (Jude l'Indecente), venne inoltre bruciato pubblicamente dal vescovo di Exeter lo stesso anno. Il protagonista della storia è Jude Fawley, un giovane uomo appartenente alla classe più umile della società, il cui sogno nella vita è divenire letterato. Altri due personaggi cruciali del racconto sono la volgare prima moglie di Jude, Arabella, e Sue, la cugina di cui si innamora perdutamente. Opera cupa e pessimista, ha avuto un'efficace trasposizione cinematografica nel 1996, per la regia di Michael Winterbottom, con Christopher Eccleston e Kate Winslet nei panni di Jude e Sue.

La recensione:

Quando si cresce e ci si sente di essere al centro, e non in un punto qualsiasi del cerchio della vita, si deve provare una specie di brivido. Come se tutto intorno ci fosse qualcosa di abbagliante, di rumoroso e quel bagliore e quel frastuono urtassero contro la piccola cellula chiamata vita, scuotendola e incendiandola.

 

Ho riscontrato qualche difficoltà a riporre queste poche righe. Non sapevo da dove cominciare. Cosa scrivere? Ma … perché scrivere, se le sensazioni riscontrate sono state davvero troppo forti, troppo accese per racchiuderle nel pensiero di una lettrice qualunque. E non solo perché non sia in grado o sia priva di volontà, ma perché sembra impossibile comprendere davvero come mi senta. Come mi sia sentita, quando chiusi il romanzo e lo riposi nella mensola di una libreria forse fin troppo capiente. Forse perché mi ero avventurata nell’ennesima forma di autodifesa spirituale biografica agli attacchi esterni, che costrinsero poi lo stesso Hardy ad abbracciare la poesia e non più la narrativa, in cui sono mosse alcune idee che esplicano il suo desiderio di combattere. Un qualcosa di completo, assoluto per il povero Jude, ma drammatico, profondo e quasi destabilizzante in cui prevale un forte lirismo, moti di sentimentalismo imprescindibile, l’epicità di alcune situazioni che ne richiamano altre tematiche care all’autore. E tutti convergenti nel desiderio dell’autore di far si che Jude realizzi il suo sogno. Diventare uno studioso, un letterato. Raggiungere quel Paradiso celeste nonchè dimora di Dio, apparizione di una figura evangelica che scese dal cielo come una sposa fatta di oro e vetro. Priva di oscurità, morte, dolore o sofferenza nonchè rappresentazione della vita eterna e della guarigione. Cattedrale di Cristo, solitario luogo immerso nella pace, che abbonda di rovine, accentua il carattere di certe questioni sollevate dalla Chiesa come un principio di riflessione che avrebbe svelato ogni forma di Bene e Male. La vera felicità deriva dall'egouismo illimitato, ma da un amore stemperato dalla consapevolezza dei propri doveri versi gli altri mossi dalla compassione, perchè imperfetti e guidati da Dio. Sottolinenado un certo divario fra passato e presente.
Una bellissima follia delirante, l’ineluttabile discesa nella povertà, nell’insoddisfazione, ma anche perché Jude avvertì il disagio di vivere in un luogo, in una società che lo rifiuta, lo fa sentire a disagio. I sussulti del cuore sono in linea con quelli della narrativa circostante, quasi un filo invisibile, magico che unisce l’esistenza di ogni personaggio. La delusione grava però sulla coscienza di chi legge come un fardello troppo pesante, e che non dà alcuna via di scampo.
Esposta ai venti impetuosi della vita, ho visto come il povero Jude fosse stato tirato come si deve, crivellato sin dalla nascita agli innumerevoli disagi della tradizionale impresa di chi è dominato dal disagio di non poter adeguarsi ad una nuova realtà, sebbene essa sarebbe presto divenuta parte di lui, ai ritmi di una vita che non dà sostegno o appagamento, e esente da qualunque schema redentivo culturale e religioso in cui la memoria emerge dalle pagine. Attratto dal nulla, dalla distruzione dell'uomo  come essere consapevole e conoscitore che piantò alcuni anni prima, e da cui potei accostarmi come una specie di atteggiamento di contemplazione mistica in quanto scoerse, dalle crivellazioni di San Giovanni, un monito terrificante mas a nche di salvezza. E se da una parte vi erano quegli innumerevoli tentativi di crescere, alimentare la sua conoscenza mediante lo studio, dall'altra parte l'amore o il sentimento sconvolgeranno il suo universo, anima sensibile e poetica, musicale e lieve che va dritto al cuore. Si innalza e si rinnova mediante la voce di Dio, confortato dal suo amore. Pronto ad affrontare ogni nefandezza, come San Paolo, perseguitato perchè povero, messo in discussione dal resto del mondo ma da cui il confronto del vecchio mondo e quello nuovo donano consolazione, consapevolezza. Riflettono quelle teorie cristiane che alimentavano la sofferenza, la speranza che una professione potesse donargli una certa cultura, riconciliandosi a se stesso. Trovando una sua identità, premurandosi a costruire il suo tempio, la sua fortezza, ristabilendo la legge e l'ordine religioso. Rapito in estasi e trasportato in spirito mediante una forma espressiva di vita, di luce, ripugnanza per le tenebre quanto la verità della Grazia, della gioia, della carne, del sangue di Gesù Cristo. Estinguendo il sogno del peccato, della sofferenza, della morte, riconoscendosi come un essere ignorante e desideroso di accrescere il suo bagaglio culturale. Perchè era questa l'apoteosi che avrebbe trasceso l'esaltazione della cultura mediante la lettura di testi greci, come quello di Orazio e del Nuovo Testamento, aggrappandosi a un tipo di fede cristiana come gli apostoli che ebbero modo di vedere Gesù durante la sua crocifissione. Ma che per Jude coincide alla solitudine del cuore, che prevedono forme di cambiamento, compimento di fede e assoluzione a un tipo di credo - ovvero quello di acculturarsi - che coincisero con le vere esperienze dell'autore. Secondo alcuni studiosi, dettato dalla legge di Mosè, innaugurando queste mura, questo piccolo santuario, affinchè potesse essere riformata la vita morale e civile della libertà, della comunità giudaica. E dal titolo è possibile intuire questa costruzione riedificata che prende varie misure per riformare la vita morale e civile della sua comunità. Costruendo così dal nulla quella piccola congrega che possa infondergli coraggio, vita, nell'osservare certe riforme o certi dogmi, coservando la sua identità ma discostandosi da quelle forme archetipe in cui il popolo fosse ancora alleato a Dio. Perchè dal suo nome si potrebbero ipotizzare, idealizzare atti vandalici o tragici, quanto quelle forme adottate da Jude nel realizzare o ricercare questo luogo seguendo o perseguitando l'ordine di Dio. Risposta di fede, chiaro invito a guardarsi dentro e al futuro con speranza, rievocando ogni senso nascosto dei fatti e il valore che esso ha agli occhi di Dio, essere transitorio a cui è stata concessa una certa ricchezza, ovvero quello dell'intelligenza, guidato dall'Onnipotente che lo avrebbe indotto a misurare ogni forma di consulenza, consapevolezza, contraddicendo ogni forma di malvagità, di cattiveria perchè svilito dalla morte. Solo la verità su Gesù Cristo, sulla sacra Bibbia gli avrebbero donato quella libertà a cui aspirava, limitandosi a certi gesti, ma impossibilitato a conformarsi a nuove forme di libertà o d'espressione.
L’ossessione per la donna amata, la convinzione di essere amati ma non ricambiati, la solitudine, la sessualità come ostacoli alla realizzazione del se, la miseria come ostacolo alla produttività, corallo ai paradigmi dell’amore si discostano da quelli violenti e urgenti in cui però divenne sempre più forte il desiderio di accrescere una certa affinità intellettuale, una fame d’affetto nella solitudine. Moto d'attrazione di una schiera di anime che sono in perenne lotta fra carne e spirito in cui certe ambinzioni sono messe in atto, la cultura avrebbe dovuto misurare quell'inesauribile ascetismo, identificandosi col mondo, fronteggiando il decoro, l'opalescenza di forme astruse da dialoghi interiori in cui è evidente la complessità delle relazioni umane, l'intesità di sentimenti che sottolineano quell'invisibile linea di demarcazione fra devozione e ossessione, facilmente rintracciabili nelle testimonianze del Vangelo, richiamando la leggenda di Piramo e Tisbe in una lotta incessante e indissolubile. Florenti di altre dottrine filosofiche che reagirono al razionalismo che rafforzano ogni preconcetto cristiano, sottolinenado l'importanza della famkiglia e lsa possibilità di affrontare ogni cosa con scrupolo.
Ecco cosa dovette provare Thomas Hardy quando presentò agli editori Jude l’oscuro, sempre ammesso che in principio esso non fu indotto ad << istigare >> al suo figlio di carta una sorte diversa da quella letta. Nelle quasi quattrocento pagine che narrano la sua triste storia ho compreso come la mentalità del secolo non coincise con quella dell’autore, e come evanescenti spettri ho visto un carosello di figure aggirarsi in monumenti eterei, fecero compagnia in un paesaggio che esplica la solitudine, non temendo l’uomo come colui che può infliggere il male bensì come educatore a fare delle virtù, delle difese, se non in preda ai suoi istinti ma manipolati dallo stesso autore quasi come un Dio crudele conforme alla sua visione delle esistenze e ai suoi interessi per le tragedie greche. Alienando alla spiritualità, alla libertà ma prigionieri legati ad una terra chiusa in un eterno presente, immutabile nelle proprie tradizioni, ottusamente fedeli a norme che regolano il giusto o l’ingiusto di cui nessuno ne ricorda più l’origine, condannati sin dal primo momento in cui vengono al mondo. Il prezzo da pagare è alto: soffocare le proprie passioni, le proprie aspirazioni alla libertà, all’autonomia, alla libertà, alla vita, spegnendosi giorno dopo giorno nel silenzio implacabile di un mondo che li ha accolti senza amore oppure se stessi pagando il prezzo più alto. L’incomprensione che sfocia nel disprezzo e nel forzato allontanamento ai più cari.
Jude è infatti definito oscuro non perché sia dotato di cattiveria e deformità spirituali, quanto le sue ragioni di certi comportamenti, la generale malinconia sono espresse con chiarezza e la cui voce è immortale. Quasi sembra resta immutato, sullo sfondo, isolato nel tempo in coesione col paesaggio circostante in cui si avverte la sofferenza del mondo circostante, animato da principi irregolari e spontanei, rispettosi delle qualità imprevedibili e inconcepibili dell’essere umano.
Dalle riforme teologiche fu possibile ricavare e abbracciare un tipo di riforma edotta da John Milton che diffuse l'idea del movimento vescoviale come quello che avrebbe rispecchiato la condotta della Chiesa, promuovendo una maggiore libertà religiosa, segnando un'importante tappa nel pensiero politico e religioso perchè dalla fede la razionalità sarebbe stata affermata, la credibilità della fede, l'idea di fede o matrimonio come integrità di una famiglia e le conseguenze dell'adulterio e in cui il sapere cristiano avrebbe funto da espressione, collegamento a Dio, identificando quella crisi profonda che sconvolgessero ogni riforma sociale, preservando alcuni aspetti della civiltà romana su cui si basa la libertà individuale.
Mi sono sforzata per non essere contagiata da questi forti sentimenti di malinconia e sofferenza varia, che trasudavano dallo stesso Jude, scavando a fondo e cercando di portare alla luce le poche cose che avevo appreso, sin da quando avevo iniziato a leggere. Gli anni difficili della sua infanzia, il comando di una zia aspra ed egoista, l’amore che sembra non dare alcuna via d’uscita ma prende sempre strade imprevedibili che si adegua al tono tragico, concitato nato dall’adattamento forzato degli istinti umani dentro stampi vecchi e costruttivi che non si adattarono all’autore, all’auspicio di una scrittura più libera e fine a se stessa. Il medievalismo era stato soppiantato, risucchiato da masse di carbone e altre conquiste, conquistando sempre più spazio in cui non c’’è posto per l’architettura fantastica e le sue associazioni. La mortale inimicizia della logica e le concezioni contemporanee non ancora rivelatasi. Coinvolta così in processi di drammatizzazione totale che non coinvolge solo il discorso indiretto fra i personaggi ma anche le loro stesse coscienze, dunque impossibilitato a creare un’immagine interiore, autenticamente impegnativa, interpretando questo dramma come spettatori di vita. Immagini o simboli in cui la concezione del tempo era relativo, proiettato continuamente verso il futuro ma rivolto al presente, descrivendo il paradosso della grandezza, l'incomparabilità, il servizio di poter riconciliare ogni credo o dottrina e qualunque sforzo per non mancare di fiducia a Dio nelle aspettastive della sua comunità. Nell'incessante lotta fra redenzione e assimilazione.
La bella e soleggiata Christmeinster rappresenta quel luogo, quel posto straordinario in cui Jude troverà se stesso. Quella luce in cui nasce e cresce l’albero della conoscenza dove partono i grandi maestri dell’umanità, proietta nel cielo e lo splendore di una luce con il passo cauto di uno esploratore. E in cui il pensiero moderno può trovare sbocco, in cui si sgretola l’universo agricolo con elementi che sono a contatto con strane forme del mondo moderno o il fatto che gli stessi protagonisti si ritraggono dalla società nel loro mondo, in un paradiso fantastico fatto di solitudine. Una landa desolata in cui Sue, quella Venere Urania accostata all'amore celeste, non avrebbe potuto farvi parte. Perchè era un oggetto d'attrazzione che rispecchiava i canoni della società o del gruppo di appartenenza il cui fine era quello di indirizzare l'uomo verso la cultura, allontanarlo dall'eccesso e da ogni forma di sconvenienza, così incomprensibile e sterile.
A dispetto di altri romanzi, il senso di alienazione, il dramma che scandaglia attimi di vita comune, è stato davvero forte. Onnipresente, ossessivo, che racchiude un guazzabuglio di sentimenti straordinari. Il cuore così appassionato ma non ardente d’amore, che tuttavia coincide col desiderio incontrollato di attrarre e conquistare senza curarsi del male che si può recare a un uomo. La civiltà antica ha impedito di indulgere in sentimenti istintivi e incontrollati di giustizia e rettitudine in cui si agisce per convinzioni, acquisite e accettate dalla società e lasciare da parte la bontà dell’amore. La situazione descritta era molto simile a quella dell'Apocalisse di Giovanni, perchè corrispose a un periodo in cui le chiesi inglesi furono perseguitate dallo Stato, con la promessa dell'avvento di un nuovo regno. Perchè già dal termine apocalittico si evince un tipo di esperienza, quella di Jude, che fu destinazione e scoperta, dialogo incessante con Dio. Gettando una particolare attenzione su alcuni dettagli della campagna inglese, la vita rurale, il dialetto e gli aspetti del folclore, concretizzandosi nella realizzazione di alcuni canti ebraici che rivelarono un ragazzo pronto ad affrontare ogni cosa, volgere le spalle a quel genere di oscurità di cui credeva potesse liberarsi repentinamente. Ma grazie ad apparizione divina, alla possibilità di poter attingere alla fede cristiana, quella che avrebbe interpretato la parola di Dio, conduncedolo lungo un percorso da cui ne sarebbe uscito illeso e armonioso. Forse finalmente scevro da ogni impurità, ogni cattiveria che gravò sul suo cuore come un fardello, quanto elevandosi con Dio e mediante egli affinchè fosse pulito da ogni impurità.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

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