martedì, febbraio 06, 2024

Gocce d'inchiostro: Divini rivali - Rebecca Ross

Quando il cuore sussulta, l’emozioni prevalgono non riesco mai ad essere lucida. La mente si lascia trasportare da qualcosa di più forte, più potente di quel che meramente aveva creduto, e ogni razionalità svanisce e si raduna fuori dalla tua << comfort zone >> al sopraggiungere di eventi e fatti cui non hanno effettivamente capo e coda; le storie d’amore non sono più così assidue, come quando ero un’adolescente, nelle mie innumerevoli TBR, non perchè non le reputi più valide quanto non inerenti alle mie preferenze letterarie. Questa storia tuttavia, a cui sono stata alla larga volutamente per qualche tempo, alla fine ha conquistato anche me, che quando si imbatte in certe cose non riesce ad essere razionale. Perciò questa recensione non prevederà l’ennesimo parere critico, nè mi indurrà a tessere lodi come una ragazzina ingenua e sognatrice. Semplicemente rivela ciò che ho nutrito, durante il corso della sua lettura. Puro ammaliamento. E per << giustificare >> tale mia condizione mi sento in dovere …. in dovere di cosa? Assolutamente niente! Come ogni ragazza anche io ho condiviso questa storia. Il mio cuore non ha potuto non farsi scalfire da ciò che desideravo leggere, quando ero ragazzina. Ed evidentemente, che ancora riposa silenziosamente nel mio spirito, con lo sguardo sognante e il cuore ricco di una felicità imprecisata, un tipo di felicità che non avvertivo da tempo.


Titolo: Divini rivali

Autore: Rebecca Ross
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50

N° di pagine: 408

Trama: Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé, la madre annega i dispiaceri nell’alcol, il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere, dono dell’amata nonna, con cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso, ma le lettere che infila sotto al guardaroba finiscono proprio nelle mani di Roman, che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame speciale e inaspettato farà nascere tra i due complicità e attrazione, trascinandoli nel vivo di un conflitto che deciderà le sorti non solo del loro paese ma anche del loro amore.

La recensione:

Uno dei miei più grandi difetti è quello di non saper essere razionale, quando m'innamoro. Quando il cuore parla, sussulta, non riesco ad essere lucida. Come ogni ragazza che si rispetti, siedo beatamente in una nuvola di false aspettative o speranze, che se fortunata coincide poi con la realtà, e la osservo col cuore colmo di una felicità imprecisata. Guardo il << motivo >> di questa mia felicità come beneficio di tutta una vita, inconsapevole di ciò che avrei dovuto aspettarmi. Uno di questi era che, alla fine, la mia parte razionale è tendenzialmente offuscata, il nero diviene bianco lucente e si prospetta con un aspetto più pulito e meno ordinario di tante altre cose, padrone di un meccanismo sensoriale che alla fine inconsapevolmente mi trascina nel suo lungo percorso.

Alla veneranda età di trent’un anni, credevo di essere guarita da tutto questo. Scorgendo il bagliore lucente di una storia zuccherosa, sotto certi aspetti ridicola e banale, innumerevoli fattori che hanno una parvenza brusca ma mancano di spessore, non avrei dovuto dare peso al fatto che il suo contorno fosse contagioso, così forte e indelebile da indurmi a non poter essere razionale, quanto contenta di vivere sulla pelle qualcosa che ho avuto e che desidero ottenere nuovamente, quindi accolto con fervore, entusiasmo, così ammaliata da voler leggere subito il seguito; il tutto per puro coinvolgimento emotivo: i romanzi che leggo sono tipologie di storie in cui tendo sempre a dover spremere le meningi, a spendere tempo prezioso pur di acculturarmi, accrescere il mio bagaglio culturale, accantonando il resto come qualcosa di non assolutamente necessario. Divini rivali non era necessario, impensabile che anche io mi lasciassi trascinare da qualcosa che razionalmente detiene innumerevoli difetti, problematiche che fanno storcere il naso, ridicolaggini che cozzano col mondo suadente e solenne dei classici. Eppure, non riesco a ignorare questo stato d’animo prorompente che come una penitenza mi impedì di essere lucida, razionale. Venne il momento fatidico in cui anche io decisi di abbracciare questa lettura e questo momento fu sospeso e poi concretizzato nel giro di una manciata di ore, anche se alla lettura dedico sempre molto molto tempo. Ma il mio desiderio sembrava essere quello di bearsi di qualcosa che non provavo da un bel pò, vivere sulla pelle il perpetuo clamore di una storia che ha fatto sussultare il mio cuore, come quando ero adolescente..
Un << cattivo >> che attua una guerra esclusivamente per noia, due ragazzi che si battibeccano continuamente mutando poi però atteggiamento nel momento in cui comprenderanno di essere innamorati, e abbastanza magia, alchimia da scalfire l’anima dei più coriacei, perchè da questa tipologia di storie non ci si aspetta nient’altro. Guardandomi attorno, però, in direzione a ciò che più amo, questa storia dovrebbe essere gettata nel cestino, indegna della mia attenzione… Poi, però, penso che, alla fine, contano maggiormente l’emozioni che albergano ancora nel tuo spirito. Come uno sciame impazzito di moscerini, Iris e Roman hanno emesso un canto che è giunto prorompente alla mia coscienza, ha surclassato ogni cosa, incuranti della loro mancata glorificazione. Vagando attraverso il rumore incessante di una tastiera, fiumi d’inchiostro, luminosi lungo un sentiero che ha irradiato anche me, come se dotati di un fuoco, un continuo uscire e fuoriuscire da un canale da cui questo primo capitolo cala il sipario in uno scenario drammatico e sospeso.

Si trattava di un qualcosa che, banalmente, ha conquistato anche me, perchè doveva andare così. Si trattava di un tipo di gioia, perlopiù indefinibile, che accresce il mio amore per la letteratura fantasy, anche se da me letta con meno frequenza rispetto al passato, mutamenti di anime che nel mondo in cui sono stati proiettati valuteranno come anime in pena, anime che tuttavia combatteranno pur di ristabilire il loro antico splendore.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

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