Di storie d’amore, al giorno d’oggi, il web ne è zeppo. E’ una giungla di cuori infranti, che tentano di scovare una cura dalla incontrollabile strisciare del mondo. Colmando la solitudine, ogni sussulto del nostro cuore mediante la letteratura. Per un lettore mediante i libri, per altri mediante ciò che più lo appaga. Tentando di scovare una cura dalla sua inutile esistenza. Ester Viola, prima che leggessi questo suo manuale d’amore, era per me avvolta nella nebbia dello sconosciuto. Era una delle tante voci femminili italiane che ignoravo impunemente, e che, in nemmeno cento pagine, ci propina o conferisce un bel manuale per cuori infranti, suggerimenti in cui poter alleviare le nostre sofferenze. E reso essenziale, all’osso, descrivendo tutti quegli elementi che “ contornano” l’amore. Facendo della letteratura, della tragicità di alcune celebri storie d’amore, un espediente, un surrogato per lenire il cuore da qualunque assalto esterno, da pene d’amore che, ancora pulsanti come ferite aperte, bruciano l’anima.
Titolo: Voltare pagina
Autore: Ester Viola
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 144
Trama: Curare le pene d’amore coi libri si può, ma bisogna saper leggere. C’è una storia giusta per ogni struggimento del cuore, il romanzo perfetto per voltare pagina: è cosí che la penna sulfurea di Ester Viola diventa un balsamo per lenire le ferite. Anna Karenina, Nick Hornby, L’amica geniale, Sally Rooney, Domenico Starnone, Frammenti di un discorso amoroso: nelle loro pagine ogni innamorato tradito, geloso o non corrisposto potrà trovare risposte impreviste alle sue domande impossibili. Dieci racconti irresistibili, un manuale di self-help letterario, una microterapia per cuori infranti. «Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri». C'è chi non si è mai ripreso dal primo amore; chi di amori ne ha mille, e nessuno buono; chi è tradito e vede tutti traditori; chi è tradito e fa finta di niente, perché la coppia funziona meglio in tre; chi è alle prese con un narcisista. E poi c'è la ragazza che dalla vita ha avuto tutto e adesso non le piace niente; quella che non ha avuto niente e pensa che niente è quello che si merita... In una Milano scintillante ma severa, soprattutto negli uffici legali frequentati dalla protagonista di questi racconti, proliferano solitudini e matrimoni andati a male, rimpianti per la provincia e dipendenze dai social network. Ma l'amore rimane comunque un affare complicato, basta rileggersi Anna Karenina. Esistono i libri medicinali? Quelli capaci di farci «voltare pagina» nella vita? Ci si rifugia nei libri per distrarsi, per trovare conforto, per capire meglio cosa non ha funzionato e non ripeterlo. Una pagina, un personaggio, perfino una frase: a volte bastano per curare una ferita del cuore, se non per raddrizzare una storia storta. Perché se trovi le parole per raccontarle, «le cose perdono la punta, l'ago e il veleno».
La recensione:
In fondo ti accorgi dell’amore, quando l’alternativa non è possibile: stare senza te non si può fare, quindi tanto vale cominciare a pensare di stare con te per il resto della vita.
I romanzi sull’amore, i saggi, i testi che esplicano questo sentimento non dicono o mostrano niente di universale. niente che non sia stato già detto o scritto, né ci invogliano o spingono a farci il lavaggio del cervello, ma non mi sorprenderebbe affatto. Molto di ciò che ai miei occhi può apparire inutile, un tempo, anche io l’ho constatato sulla mia pelle. All’amore, specialmente quello vero, con la A maiuscola, non c’è rimedio, non c'è cura. Ed è qualcosa che l’umanità, nel bene o nel male, deve capire. Assimilare, lentamente o meno, anche se a volte dimentichiamo perchè ogni volta sia così difficile rifiutare questo processo di assimilazione. E così, a fatica, riscopriamo che la ruota gira, siamo a bordo di una giostra che una volta avviata non si ferma fin quando non intimiamo a Dio di scendere, che il fuoco della giovinezza ancora incendia la nostra coscienza e che i ricordi, la memoria, ciò che ne resta, è qualcosa che ha a che fare con la nostra integrità … affinché si può tenere in ordine l’intestino.
Secondo me, Ester Viola avrà subito delle brutte delusioni d’amore. A suo tempo, quando era ragazzina o ragazza, avrà sperimentato o vissuto sulla pelle la bellezza di questo sentimento credendo che quel buon rapporto che il tempo avrebbe instaurato, avrebbe poi coronato i suoi sogni in realtà. Chiunque avrebbe pensato che, il tempo, avrebbe aspirato al controllo della vita, della propria felicità, ripulendo ogni malafatta, ogni bruttura del mondo. Le istruzioni, dettate dal cuore e non dalla mente, erano precise: alla fine l’amore ci induce a compiere gesti insensati, ma se realistici o tattili, sono quel fiume della vita che avrebbe dovuto imparare a usare finchè non fosse capace di predominare e riempirsi completamente. Dopo un po ' di tempo, i primi squarci dell’amore avrebbero maturato i suoi frutti, frutti che con parsimonia avrebbero abbellito l’anima e lo spirito.
Voltare pagina, eppure, come una foresta tropicale luminosa e accogliente, con le sue innumerevoli citazioni letterarie, uno stile sagace, schietto e amichevole e la consapevolezza che non trattasi degli ennesimi effetti illusori sull’amore, quanto suggerimenti, lezioni letterarie che prevedono, da gesti folli o spericolati, un attento esame sul proprio IO, sulla propria integrità, erano un espediente per non fuggire dalla realtà quanto assimilazione della stessa mediante cui avremmo potuto curare lo spirito, le nostre pene d’amore, ponendo così un certo rispetto a ciò che strutturiamo o realizziamo per mantenere integro il nostro se. Quel che non potevo immaginare, anzi non capivo, quando anche per me l’amore bussò alla porta, e mi travolse con la forza prorompente di uno tsunami.
I primi effetti negativi, perlomeno per me, furono i ricordi. Non più beata a traghettare in una piscina di gioie, quanto planare in un luogo in cui un lungo processo di crescita personale, una serie di letture, hanno funto da rimedio, da cura contro gli effetti esterni; per giunta, prima ancora di fiondarmi fra le pagine di questo piccolo manuale, ero già guarita, e planare su questo nuovo aereo stivato di una nuova razza di figure affette da questo << male di vita >>, non propriamente diversi dalla sottoscritta, che scoprirono gli effetti dell’amore, così devastanti ancora per qualcuno, che non riesce a smaltirli, nemmeno mediante la più bella letteratura, s’erano tenuti un segreto. Quale? Semplice, la consapevolezza che a questo sentimento, così irrazionale, illimitato, inafferrabile e impossibile da vincere, ci si crede capaci di poter consolidare la felicità ma in poco tempo cadere e incorrere nella redenzione perché nemmeno la fede può dissipare. La ragione e l’istinto non hanno alcun ruolo in un universo in cui il sentimento dell’amore è incomprensibile, privo di genesi, di perché, che pur quanto bello e luminoso, camuffato nelle false vesti di un sentimento nocivo, angoscioso in cui non sembra esserci alcuna via d’uscita. Perchè pur quanto si tenti di comportarsi razionalmente, dinanzi l’amore l’uomo è un essere stolto, stupido.
Quello che ci propina la Viola, quindi, è un discorso, una riflessione che, come una seduta psicologica, una visita fra paziente e dottore, ci impartisce non tanto per darci dei suggerimenti su come affrontare l’amore, quanto invitarci a capire quale strada dover imboccare, purchè esso non divenga insopportabile, nocivo, deleterio. Poiché condividere certi pensieri, instaurare un dialogo incessante tra sé e il proprio animo, in cui principalmente la voce gracchiante della nostra coscienza prevale, è una risorsa integerrima di rigore intelletivo, a cui ci si potrebbe sottrarre dimenticando, fuggendo dal passato, quanto rivaleggiando.
Come una valida e coraggiosa Don Chisciotte, mi sono inoltrata tra le pagine di questa enciclopedia per i cuori infranti desiderando però che il tempo speso tra le sue pagine si protrasse per qualche altra battitura, per qualche altra lezione amorosa, meditando così sull’amore ma anche sulla vita, sul rispetto che giorno dopo giorno dovremmo riservare alla nostra persona. La vita è bella, come diceva Benigni, ma a volte sa essere anche crudele e diabolica, e l’amore un buon surrogato dinanzi agli assalti esterni della stessa. Ma l’uomo quando si ammala vive l’emozione della malattia non facendo niente per guarire, se non affondando i suoi dispiaceri nel triste calice dei ricordi. E, giunti a questo punto, come guarire? Se non assimilando questo lento processo, e attendere i suoi effetti, i suoi influssi?
Valutazione d’inchiostro: 4
Non conosco; ottima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie mille per la bella e dettagliata recensione del libro
RispondiEliminaAncora una volta la letteratura aiuta a riflettere. La fine di un amore non è mai facile e "voltar pagina" può essere difficile. Ben venga una lettura che offre conforto per sopravvivere all'amore. Un caro saluto :)
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