mercoledì, gennaio 29, 2025

Slanci del cuore: Le migliori biografie del 2024

Le biografie non sono il mio forte. Per meglio dire, non ne leggo tanto e spesso. Ascolto la voce gracchiante di chi li scrive, e a sentir loro pare che il mondo o il tema trattato fosse un posto migliore di quel che sembra. Quell’autore o quell'autrice acquisisce una nuova luce, una nuova visione, onnisciente, onnipresente, saggia e giusta che la maggior parte delle volte non coincide con la verità: scritto con gli occhi del cuore. I testi di questo tipo a mio avviso sono perlopiù romanzi o, testimonianze, che hanno una certa attendibilità compatibile al tema trattato ma non sempre veritiera perché oscurata dai sentimenti di chi c’è dietro. Alla fine a scriverli sono quasi sempre chi ha amato, letto o vissuto certi autori, in momenti particolari della loro vita, non riuscendo ad essere coerente quanto condizionato dalle stesse. Difficilmente ci si imbatte in un testo autobiografico che analiticamente esplichi la vita dell’autore, la sua poetica, l’importanza delle sue chiavi di lettura, senza non farsi travolgere dalle emozioni. Eppure quelle poche testimonianze letterarie che ho letto in questo 2024 qualcosa hanno sortito. Con la loro miscela disomogenea di colori e sapori tipici del paese e un corollario di nozioni che hanno arricchito il mio bagaglio culturale.

Opere che sono radicate nel territorio dell'immaginazione urbana e neli spazi urbani, in cui fa quasi sempre da sfondo una Londra distesa in una cappa di vapore. In un palcoscenico frenetico in cui il lungo viaggio del protagonista o dei protagonisti entrano in contatto con diversi meccanismi: la famiglia, l'istruzione, la prigione. Viaggi in cui si ha la consapevolezza di vivere amori folli, ardenti, malesseri e benesseri, in cui si cerca di crescere in questa tetra landa. Rifocillando l'anima, e ripristinando quel briciolo di serenità che ancora ci è riservata.

Titolo: Charles Dickens

Autore: Peter Ackroyd

Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 25 €

N° di pagine: 587
Trama: Il 9 giugno 1870 Charles Dickens muore a cinquantotto anni a Gads Hill, la sua casa a Higham, nel Kent. La notizia del suo decesso fa subito il giro del mondo. Negli Stati Uniti, Longfellow, il poeta più famoso del secondo Ottocento americano, dichiara di non aver mai assistito a un cordoglio tanto diffuso per la morte di un autore, con «il Paese intero colpito dal lutto». Il giorno successivo alla sua dipartita, il Daily News sentenzia: «È stato senza dubbio il romanziere di quest’epoca». In Inghilterra l’opprimente senso di perdita attraversa tutte le classi sociali, in primo luogo la classe lavoratrice che si è sentita ampiamente rappresentata nelle sue opere. La percezione generale è che l’anima stessa del popolo inglese, il suo umorismo e la sua malinconia, la sua baldanza e la sua ironia, abbiano trovato una piena espressione nei romanzi di Dickens. Scrivendo questa imponente biografia dell’autore di Grandi speranze e di altri capolavori della letteratura mondiale, Peter Ackroyd non soltanto non si sottrae alla percezione dei contemporanei di Dickens, ma mostra come la sua morte, per tutti i vittoriani, sia stata la testimonianza di un’enorme transizione. Più della stessa regina Vittoria, Charles Dickens appare, in queste pagine, il rappresentante illustre di un’epoca non perché ce ne restituisce semplicemente la testimonianza, ma perché percepisce, saggia, proclama, nella sua narrativa, le svolte e i passaggi fondamentali di un secolo, sino al punto che la sua stessa vita si trasforma in «un simbolo di quel periodo».

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Acuto e diretto ma anche un pò rozzo e frettoloso, contaminato dal naturalismo e dal satirismo, un testo che invita a comprendere la realtà circostante, il momento in cui bisogna buttarsi dentro qualcosa di importante, affinché ogni cosa cambi, manifestando una completezza che non viene fuori altrimenti se non le gioie della scrittura si allineano attorno al nostro cerchio, propinando qualcosa di inquietante ma veritiero il cui forte carattere, la coscienza di un sé senza limiti non è soggetta al semplice divenire quanto al giungere dritto al presente, metaforico o reale.

Titolo: Senza un soldo a Parigi e a Londra

Autore: George Orwell
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 240
Trama: Ispirato a un periodo della vita nel quale conobbe "i margini della miseria", Senza un soldo a Parigi e a Londra (1933) racconta, sulle orme del Jack London del Popolo dell'abisso , la discesa di un imperturbabile protagonista nel mondo sordido e disperato dei proletari metropolitani dell'una e dell'altra capitale, dove è possibile incontrare l'umanità più varia, contraddittoria e disperata e i suoi eccessi di ferocia e tenerezza. È l'opera prima di George Orwell, quella che segna la nascita dello scrittore. Si delineano già la sua duplice vocazione, narrativa da una parte e di testimonianza sociale dall'altra, e i temi dei libri futuri: il prevalere degli interessi sociali su quelli letterari, la matrice vissuta e sofferta delle posizioni ideologiche.

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Un racconto che trascende qualunque nozione di affetto umano, che mette in gioco le nostre conoscenze, il nostro modo di approcciarsi col mondo. Esperienze che mettono in gioco le nostre conoscenze, il nostro modo di approcciarsi col mondo, sufficiente a intrattenermi per una manciata di minuti, utile per curare una parte della mia incurabile curiosità. 

 

 
Titolo: Abbandonare un gatto
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 15€
N° di pagine: 76
Trama: Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un'infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c'è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del << figlio qualunque di un uomo qualunque. >>. E forse proprio per questo speciale. 

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Un urlo al passato, un atto di ribellione - a modo suo - che desidera ristabilire un certo equilibrio, sia fisico sia mentale, che tuttora è infranto da diverse suddivisioni. Saliente opera che si è ancorata alla mia anima e lì resterà, metodo segreto utile per interpretare e capire un pó meglio il mondo. 

Titolo: Il mondo di ieri

Autore: Stefan Zweig

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 14, 50 €

N° di pagine: 396

Trama: «Non narrerò tanto il destino di me solo, quanto quello di tutta una generazione, della nostra inconfondibile generazione, la quale forse più di ogni altra nel corso della storia è stata gravata di eventi.» Molto più che semplice autobiografia, "Il mondo di ieri" è il ritratto incantato di un'epoca scomparsa, la suprema epopea di quella "Felix Austria" che tanto segnò la storia e la cultura europea, quel mondo nel quale «ognuno sapeva quanto possedeva e quanto gli era dovuto, quel che era permesso e quel che era proibito: in cui tutto aveva una sua norma, un peso e una misura precisi». Al centro della narrazione sta la Vienna imperiale, simbolo di un'epoca indimenticabile che Zweig – esponente di una generazione che «ha imparato a fondo l'arte preziosa di non rimpiangere il perduto» – descrive in tutto il suo splendore e in tutte le sue contraddizioni. Pubblicato postumo, "Il mondo di ieri" è segnato da un'atmosfera autunnale che imprime all'intera opera il severo suggello della modernità.

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Divorante, estraniante, ammaliante, immenso che nella sua piccola forma di distruzione ha nutrito la mia piccola anima, ha trasformato l’arte come forma possibile ed espressiva.

Titolo: Diario 3

Autore: Anais Nin

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 452

Trama: Per Anaïs Nin saranno anni difficili, questi primi anni Quaranta a New York, anni di frustrazione e di isolamento, ma anche di maggior consapevolezza di sé e quando il terzo volume del diario si chiude, sull'anno 1944, la Nin è ormai una scrittrice nota e ammirata negli Stati Uniti. In Europa e nel mondo infuria la guerra e nel diario ne arrivano continui gli echi, a suscitare reazioni smarrite e impotenti. Contro la distruzione e l'orrore della guerra, come contro orrori più vicini e domestici - la situazione dei neri, le malattie o il bisogno di denaro da parte dei suoi protetti - Anaïs Nin tenta di costruire un suo mondo "vivibile", fatto di amicizia e di amore, di cure sollecite per le persone che le sono più care.

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