venerdì, gennaio 17, 2025

Slanci del cuore: I migliori romanzi di narrativa del 2024

La pace si crea o si stabilisce in specifici momenti. Quando la nostra anima, in linea con i tempi, non si vede sottratta da questo piccolo angolo di paradiso ne surclassata o manomessa da fattori esterni. La pace è per ognuno di noi uno stato emotivo che coincide con momenti, situazioni o fatti che, come lo si voglia, prospettano un profondo stato di benessere. Adesso che ripongo queste poche righe mi sento in pace, tranquilla, in linea ai miei obiettivi, ai miei progetti, e con una nuova pila di romanzi da leggere e da mostrarvi. Sono contenta ed entusiasta che un altro anno ci ha lasciato, e a spintoni ci facciamo largo in quello nuovo. Quello in cui personalmente non sarà fautore di eventi eclatanti, quanto oscuro e ignoto come per molti comuni mortali. Di certezze in questi casi ne possiedo ben poco. L’oracolo del tempo potrà solo rispondere ai nostri quesiti. E, al presente, donarvi un breve, breve si fa per dire, resoconto di quelle migliori letture di narrativa vissute quest’anno. Letture che, nel bene e nel male, hanno lasciato un segno del loro passaggio. Rievocando situazioni, attimi di vita che quasi sempre coincidono con la mia e che, nel silenzio delle mie riflessioni, eliminano qualunque bruttura del mondo.

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Rivisitazione di un classico in chiave moderna, fiaccola dalla cui scintilla nascono due entità pronte ad implodere ed amalgamarsi, un romanzo che parla della solitudine del cuore, conosce la malinconia, il languore, il dolore di chi è desideroso d'amare, concependo la drammaticità come qualcosa di talmente grande da risultare vistoso. Una lettura sentimentale che si divora in una manciata di giorni. Un romanzo che traccia il labile confine fra sogno e realtà, in cui si istaura nell'immediato una certa intesa.


Titolo: Le affinità alchemiche

Autore: Gaia Coltorti

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 15€

N° di pagine: 360

Trama: Giovanni ha diciotto anni, trascorsi quasi tutti a Verona, dove è nato. Una vita tranquilla, qualche amico e, ogni giorno, i lunghi allenamenti in piscina per prepararsi alle gare. Anche a casa regna la quiete: Giovanni vive solo con suo padre, notaio, in quel genere di grande appartamento abitato da due uomini che ogni donna può immaginarsi. Selvaggia ha diciotto anni, molte amiche e diversi spasimanti, vive sul mare e assapora l'estate appena iniziata quando sua madre le sconvolge la vita: si trasferiranno per ragioni di lavoro. Selvaggia cambierà scuola, dovrà ricominciare tutto da capo e lo dovrà fare a Verona, la città dove è nata e da cui proprio la mamma, tanti anni prima, l'aveva portata via, separandola dal padre e dal fratello gemello. Quando Selvaggia varca per la prima volta la soglia della nuova casa, Giovanni è rintanato in camera sua. Gli basta la voce di lei per capire che nulla sarà più come prima. Giovanni scopre quella voce come un regalo, ma al tempo stesso la riconosce, è un suono che vive da sempre dentro di lui: Selvaggia, la sorella perduta, è tornata nella sua vita, per sempre. Lei a Verona non conosce nessuno: solo Johnny - come lo ha subito ribattezzato - può farle da guida e tenerle compagnia nei tre lunghi mesi che devono trascorrere prima della ripresa scolastica. Selvaggia è bellissima, piena di fascino ma anche capricciosa fino allo sfinimento, croce e delizia per il fratello ritrovato. Presto tra i due si sprigiona un'elettricità, un magnetismo, un'affinità...

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Un romanzo asciutto ma appassionante, stimolante e incalzante che nonostante tutto mi ha trasmesso piacevoli sensazioni. Fra lugubre e sciatte stanze, memoria di una vita lontana priva di ambizioni e sfortunata come i protagonisti dickensiani.


Titolo: Mattino e sera
Autore: Jon Fosse
Casa editrice: La Nave di Teseo
Prezzo: 16 €

N° di pagine: 160

Trama; Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive. Con una lingua vivida e aderente ai dettagli più minuti dell’esistenza e della sua bellezza, percorrendo le domande più importanti di ogni uomo – le più semplici e assolute – Jon Fosse scrive una novella di incredibile potenza poetica, che conferma ancora una volta il talento del più grande scrittore norvegese contemporaneo.

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Quasi essenza di un personalissimo Eden, quello dell’autrice, che come un poeta non ancora risorto, compone versi provenienti dalla letteratura classica, greca, vittoriana, dalla modernità, realizzando un regno riservato, fiorito ai defunti. Simulacro di una visione tangibile, soggetta alla sua figura violenta, remota, distante, superba dalla volontà dilaniante e altera. Figura solitaria che vaga lungo la riva dell’assurdo, dell’illusione, del fantasmagorico, assistendo alla tragicità della vita non solo come spettatrice ma come derivato di un programma, la cui provenienza è lontana, remota.

Titolo: Le carte della signorina Puttermesser

Autore: Cynthia Ozick

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 19, 50 €

N° di pagine: 340

Trama: Con una scrittura affascinante, originale, che canta come un intero coro di sirene, Cynthia Ozick dà vita al suo personaggio e alla sua storia più coinvolgente. Ruth Puttermesser vive a New York. La sua cultura è monumentale. La sua vita amorosa minima (preferisce versare lacrime per Platone che divertirsi con Morris Rappoport, sposato). Le sue fantasie, invece, rivelano una sconcertante tendenza ad avverarsi – con conseguenze disastrose per ciò che, comicamente, definiamo realtà. La Signorina Puttermesser vorrebbe tanto una figlia, e prontamente ne crea una, senza aiuto, nella forma del primo golem femmina di cui si abbia memoria. Mentre si dà da fare nelle pieghe polverose del servizio civile, sogna di cambiare la città – ed ecco che riesce a diventarne il sindaco. La Signorina Puttermesser riflette sull’aldilà e vi si butta a capofitto, solo per scoprire che trovare un paradiso significa anche perderlo. Strabordante di immaginazione di vibrante umorismo, Le carte della Signorina Puttermesser è un vero e proprio luna-park letterario, scritto da una delle autrici più visionarie del nostro tempo.

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Un bellissimo ritratto alla vita, al passato, alla misericordia mediante la profondità di sentimenti e sensazioni che sono inculcati nell’animo umano, che sebbene affonda le sue radici nell’antichità è un romanzo attualissimo poiché narra di sommosse che disgraziatamente sono ancora diffuse come piaghe suppurante, nella Cina odierna. La poesia sarebbe divenuta struttura architettonica di un meccanismo letterario che non credo siano appropriati per tutti, ma sicuramente per chi desidera comprendere la vita mediante la bellezza di parole non sempre chiare quanto velate.


Titolo: Fuga di morte

Autore: Keyi Sheng

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 429

Trama: Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall'altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall'alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

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Grandissima scala dalla cui imponente visione vi sono schiere di anime affamate e sfinite, che sprigionano nell’aria l’eco di una profonda innocenza, come un doloroso paradosso ogni cosa diviene ridicola, soffocata da una spontaneità primogenita la cui satira dà così vita a una visione grottesca, della realtà resa equivocabile e provocatoria.


Titolo: Ferdydurke

Autore: Witold Gombrowicz

Casa editrice: Il saggiatore

Prezzo: 22 €

N° di pagine: 224

Trama: Il trentenne Giuso, perditempo e lavoratore occasionale, si sveglia e scopre di essere tornato adolescente. Il suo aspetto non è cambiato, eppure… Alla porta di casa bussa un arcigno professore: entra, lo interroga, gli rifila voti bassi e lo rispedisce a scuola. È l’inizio di una delle storie più folgoranti della letteratura europea, un lampo di allucinazione che il genio di Witold Gombrowicz ha sublimato nella più discussa e celebre delle sue opere. Giuso è la proiezione dell’individuo odierno, un neghittoso mammone confinato nell’immagine di un adulto. La scuola pullula di imborotalcati come lui: uomini senza qualità, inetti piegati all’eccitazione e al godimento puerile, umanità irrisolte che il loro tempo ha esiliato in un limbo di eterna fanciullezza. Salvo cercare in questa fanciullezza farsesca la propria innocenza. Ferdydurke spalanca, attraverso una lingua formidabile, fatta di nonsense, bagliori e richiami, una voragine nella coscienza dei suoi – e dei nostri – contemporanei. Un’indagine narrativa, quella di Gombrowicz, che origina dai primi decenni del Novecento per estendersi fino ai nostri giorni, e che nell’ambiguità della forma – nella sua drammatica inconciliabilità con gli spiriti che riveste – trova il suo mezzo paradossale; nella beffa dell’infantilismo, il suo trauma archetipico.

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<< Unità di misura >>, gli ambienti e le azioni descritte avverranno per sua funzione, e lo stesso Auge diverrà maturo solo perchè pungolato continuamente dalla madre, incompatibile conseguenza della società e del meccanismo di cui se ne fa parte in cui diviene sempre più evidente l’incapacità umana ad essere forti, liberi di scegliere da soli, senza alcun condizionamento. Non spiccando per originalità quanto per le imperfezioni di cui inevitabilmente trascina, in un caleidoscopio di vicende a volte ripetitive in cui ogni cosa, persino la più brutta e misera, appare fatiscente e luminosa.

Titolo: Le avventure di Augie March
Autore: Saul Bellow

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 15€

N° di pagine: 704

Trama: Pubblicato nel 1953, "Le avventure di Augie March" rappresenta una delle vette della produzione romanzesca di Bellow, la sua prima opera importante: un romanzo di formazione dalla forte componente autobiografica, popolato da una miriade di personaggi pittoreschi colti nel loro incessante movimento, in cui rivivono echi della tipica narrazione americana, soprattutto il tema twainiano della fuga, delle peripezie e dell'iniziazione dell'eterno adolescente. Ambientato in una brulicante, indimenticabile Chicago degli anni venti, il racconto segue le avventure del giovane Augie, che costretto ai margini della società si ingegna a sopravvivere passando da un mestiere all'altro. Con la partenza per il Messico, spinto da un'amante che lo convince ad accompagnarla ad addestrare aquile, inizia la sua picaresca avventura nel mondo; un viaggio rivelatore, fatto di mille incontri inaspettati, in cui anche le vicende belliche diventano occasione per scoprire le verità più riposte dell'esistenza umana.

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Una vocazione come la letteratura dovette misurarsi in un contesto politico pericoloso che si oppose dinanzi ad ogni cosa, esplicando un forte senso di libertà mancata. Dato che la letteratura funge da espediente per poter tornare in quel Cile, quel luogo sacro che sarà per sempre presente nel suo cuore e nei suoi libri, e da cui non volle tornare da vivo.


Titolo: La fine della storia

Autore: Luis Sepulveda

Casa editrice: Guanda

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 208

Trama: Juan Belmonte, ex guerrigliero cileno che ha combattuto contro il regime di Pinochet, da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare, assistendo la sua compagna, che non si è mai ripresa dalle torture subite dopo il colpo di stato. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. Belmonte infatti è un grande esperto di guerra sotterranea e i servizi segreti russi hanno bisogno della sua abilità per sventare un piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, ultimo discendente di una famiglia di cosacchi riparati in Cile dopo la Seconda guerra mondiale ed ex ufficiale dell’esercito cileno al servizio di Pinochet, condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Belmonte ha un ottimo motivo per odiare quell’uomo, un motivo strettamente personale... Dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania di Hitler alla Patagonia di oggi, il nuovo romanzo di Sepúlveda attraversa la Storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie, per giungere infine alle pagine drammatiche in cui Belmonte gioca la sua partita finale.

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La felicità raggiungibile solo mediante il richiamo della stessa, mediante ragione ma anche verità che possiamo cogliere attraverso un processo di armonia, di coesione fra uomo e anima, uomo e natura.


Titolo: Piccole cose da nulla

Autore: Claire Keegan

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €
N° di pagine: 104
Trama: Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d'Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall'altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l'uno con l'altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com'erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?».

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In una visione priva di fronzoli, franca, fondamentalista dell’America, invito al mondo poiché fonte inesauribile di riflessioni e meraviglia. Testimonianza diretta, quasi ricordo pescato dalla nostra coscienza, di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione,  e a cui si lasciano andare, inevitabilmente.

Titolo: La ballata del caffè triste

Autore: Carson McCulllers

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 155
Trama: In uno sperduto villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti, Miss Amelia, una donna matura e indipendente, dai tratti spigolosi e mascolini, si guadagna da vivere con il suo emporio ma soprattutto producendo e vendendo liquore di contrabbando. La sua esistenza cambia con l'arrivo del cugino Lymon, un nano capace di ingraziarsi l'intero paese, e di convincere Amelia a trasformare l'emporio in uno scalcinato caffè, punto di ritrovo per la comunità. La felicità di Amelia è però di breve durata: il ritorno dell'ex marito Marvin, cacciato di casa per ragioni non chiare la prima notte di nozze, e ora appena uscito di prigione, innesca una spirale di conflitti e violenze che cambierà la vita della donna e dello stesso villaggio.

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Trasportato qua e là dalle emozioni, dai desideri assopiti del tempo che prevale, non tenendo più del passato come ostacolo o impedimento al raggiungimento della sua maturazione quanto gesto dato simbolicamente al fuoco della vita in una << pira >> che lei stessa accenderà per saltarci di nuovo e uscirne fuori. Solo così non sarebbe stata più legata a niente, vulnerabile quanto caparbia a liberarsi da ciò che nel tempo si è insinuato in lei come una seconda pelle, l’attesa, la pazienza a cui bisogna far fede per donare una prospettiva decisamente migliore di questa.


Titolo: L’amante

Autore: Marguerite Duras

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 123

Trama: La storia d'amore di una francese quindicenne con un giovane miliardario cinese, sullo sfondo di un ritratto di famiglia, nell'Indocina degli anni trenta. Racconto di lucidità struggente, di terribile e dolce bellezza, "L'amante" trasfigura e risolve integralmente in una scrittura spoglia e intensa, il complice gioco che la memoria e l'oblio ricalcano sulla trama della vita.

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Sentimenti scaturiti da un corollario di immagini, tra passato e presente, di cui io ho osservato imbambolata ma dibattendomi fra il possibile e il discutibile. Non conferendo alcun messaggio particolare ma trasmettendo qualcosa. E nonostante la semplicità, delle volte confusa con banalità, per me è stato così.


Titolo: Il caffè della luna piena

Autore: Moi Machizuki

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 19 €

N° di pagine: 204

Trama: A volte, ma solo nelle notti di luna piena, tra le vie di Kyoto o in riva al fiume appare un caffè molto speciale: è una roulotte gestita da un eccentrico chef, un grande gatto tigrato esperto di astrologia, e da altri due felini suoi aiutanti, e si manifesta sul sentiero di chi si sente perso. In questo caffè non è possibile ordinare ciò che si vuole, sono i gatti a decidere cosa offrire ai propri clienti. Il menu prevede incredibili bevande e deliziosi dolci in grado di consolare i cuori affranti degli avventori. Ed è lo chef in "persona" a sedere al tavolo con loro per aiutarli a capire, attraverso la lettura della carta astrale, dove si sono smarriti. Fra una tazza di latte stellare e un pancake al burro del plenilunio, assaporando un gelato al chiaro di Luna e Venere, incontriamo Serikawa, che dopo una folgorante carriera da sceneggiatrice è diventata una scrittrice di videogiochi frustrata e infelice, incapace di risollevare il proprio destino; Akari, che ha amato l'uomo sbagliato e ora non sa immaginare un futuro accanto a qualcun altro; Megumi, alle prese con un'importante scelta lavorativa, e Mizumoto, che incontra nuovamente dopo molti anni il suo primo amore.

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La voce di un cantastorie si era intersecata allo stile di vita di una giovane donna la cui esistenza assume una certa luce, una certa importanza, solo grazie alla voce altisonante di certe storie. A dialoghi che, come uno scambio, si contrappongono fra lei e l’anima di chi le scrive, in una ricerca costante alla complicità attraverso cui le vicende di Ahmed si erano contrapposte alla mia: generando fascino, ammirazione, ammaliamento, pietre in giardini rigogliosi e già verdeggianti, in cui la bellezza delle emozioni sfocia nella sua costruzione onirica, surreale.

Titolo. Creatura di sabbia

Autore: Tahar Ben Jelloun

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 208

Trama: La nascita di Mohamed è festeggiata con grande clamore e sfarzo dal padre Hadj Ahmed: finalmente, dopo sette figlie femmine, è arrivato un maschio. Quella che sembrava una maledizione che impediva alla sua casa di avere un erede è finita, ma soprattutto sono state sventate le mire dei fratelli al suo patrimonio. Sarebbe tutto perfetto, se Mohamed fosse veramente un maschio. Invece è nato femmina e solo per volere del padre crescerà e verrà educato come un uomo, abituato fin dall'infanzia a essere il prossimo capofamiglia, colui che regge la casa e la servitù. Mohamed Ahmed, nonostante il prestigio della sua posizione, dovrà fare i conti per tutta la vita con un'identità fittizia, frutto di una metamorfosi coatta, che non tiene conto del carico di violenze, rimozioni, rinunce e sofferenze che ne derivano e che lo porteranno a un'esistenza di solitudine e incomprensione. Un romanzo intenso in cui la forza della scrittura è al servizio di una storia dolorosa e complessa che racconta - attraverso le voci di vari narratori, come in una favola mediorientale - il dramma della vita del protagonista mentre ci mostra anche qualcosa del mondo arabo, delle tradizioni e dei tabù del Marocco e della sua società.

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Una storia lenta, densa ma non priva di emozioni che, dopo una settantina di pagine, mi aveva contagiata del tutto rendendomi comprensiva. La speranza che fra le sue pagine ci fosse un chè di profondo, tangibile, evaporò al sole nel momento in cui le parole che fuoriuscivano dalla bocca di Angela cozzarono nel mio petto, soffocarono la mia gola.


Titolo: La vita contro

Autore: Rita Ragonese

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 288
Trama: Umberto e Angela si incontrano. Lui alla soglia della pensione, alcolista, cresciuto al CEP - esperimento di aggregato popolare affacciato sulla laguna di Venezia - e lei poco più che ventenne, appena uscita dal carcere della Giudecca, proveniente da una rispettata famiglia ottusamente cattolica, la cui infanzia è stata scandita dalle ossessioni di un padre bigotto. Quando si incontrano per la prima volta, Umberto è il serio, scorbutico e apprezzato macellaio di un supermercato di Mestre che porta sulle spalle il peso di una terribile tragedia accaduta vent'anni prima. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, trascina la sua esistenza in solitudine. Angela, ospite di una comunità, arriva al reparto macelleria come stagista, grazie al progetto di recupero proposto dai servizi sociali, al solo fine di ottenere l'affido di Martin, il figlio avuto da Florian, che durante la sua detenzione era stato affidato ai nonni. L'errore di Angela è stato quello di aver ingenuamente creduto alla lealtà del giovanissimo padre del bambino, finendo invischiata, invece, in una serie di attività criminali. Umberto e Angela, dopo un primo momento di collisione, iniziano ad avvicinarsi. Senza volerlo, senza sapere di esserne capaci, finiranno per proteggersi a vicenda, accompagnati dalla lenta scoperta della bellezza, sino all'inaspettato finale.

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Ibrido del dolore, della perdita, scritto come cogliendo una nota musicale, un dipinto, che se per un momento sembra disperdersi nel testo, in un secondo sorreggersi in un corpo, in una struttura architettonica robusta, le cui fondamenta sono l’amore e la perdita. Delineando i limiti dell’eredità di una famiglia nonché ossessione malsana che rivela la verità, l’identità, la natura. Lettera d’amore al potere delle parole, un connubio di emozioni in cui la vita e la morte sono protagonisti o spettatori di qualcosa di potente e nostalgico mediante cui possiamo comprendere per intero la vita.


Titolo: Il dolore è una cosa con le piume

Autore: Max Porter

Casa editrice: Sur

Prezzo: 18,90€

N° di pagine: 124

Trama: Una sofferenza indicibile che travolge e stordisce. Un uomo, studioso di Ted Hughes, è rimasto solo con i due figli, nella loro casa di Londra, dopo la morte della moglie. I tre devono fare i conti con un tempo che si è fermato, con un dolore ingombrante come una presenza. Fino alla visita inaspettata di uno strano personaggio che ha le piume e l'aspetto di un corvo. Un corvo dotato di un feroce senso dell'umorismo, un po' babysitter, un po' terapeuta, ma soprattutto amico. Un corvo che potrebbe aiutarli a venire a patti con la sofferenza e a dare un senso a un evento terribile. Sogno o realtà? Quello che è certo è che i ricordi feriscono, ma a poco a poco leniscono anche. E giorno dopo giorno il tempo ricomincia a scorrere.

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Satira o antiutopia che contrasta ogni forma umana innocente e bonaria, una Russia spettatrice di qualcosa che disgraziatamente ancora persiste, il cui finale è ambiguo seppur lascia spazio all’immaginazione, che prevede quella ennesima dimostrazione del passato che si fonde nel presente e nel futuro.

Titolo: La tormenta

Autore: Vladimir Sorokin

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 17€

N° di pagine: 200
Trama: Platon Il'ic Garin, medico di provincia, cerca disperatamente di raggiungere il villaggio di Dolgoe, dove una misteriosa epidemia sta decimando la popolazione. Ha con sé il vaccino, ma il suo percorso è ostacolato da una tempesta di neve impenetrabile. Riesce a trovare un passaggio di fortuna, ma il viaggio, che dovrebbe durare solo poche ore, diventa un'esperienza quasi onirica, una spedizione fitta di incontri straordinari, fughe disperate, visioni confuse e avventure amorose in un paesaggio che deve molto alle campagne russe descritte da Cechov. "La tormenta" è un'opera che mescola sensibilità avanguardista e gusto per il grottesco, e nel solco di Lev Tolstoj ci offre un ritratto potente della Russia di oggi.

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Allegoria del percorso, del tunnel in cui sarà intrappolato l'individuo, una prigione da cui è impossibile scorgere la luce, guidati dalla voce carezzevole dell’autrice - abile cantastorie che ha riesumato questa storia dalle lande deserte del suo animo - è una storia a cui è stata donata la vita. Ha aperto una porta sull'anima, e ci ha invitato ad entrarci letteralmente dentro.


Titolo: Storia della pioggia

Autore: Niall Williams

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 9 €

N° di pagine: 367

Trama: Ruth Swain, viso affilato, labbra sottili, pelle pallida incapace di abbronzarsi, lettrice di quasi tutti i romanzi del diciannovesimo secolo, figlia di poeta giace a letto, in una mansarda sotto la pioggia, "al margine tra questo e l'altro mondo". Un giorno è svenuta al college, e da allora, malata, trascorre le sue ore in compagnia dei libri ereditati dal padre. Romanzi, racconti e versi attraverso i quali si avventura su sentieri sconosciuti, apprende cose che pochi sanno: che Dickens, ad esempio, soffriva d'insonnia e di notte passeggiava per i cimiteri; o, ancora, che da giovane Stevenson aveva attraversato la Francia dormendo sotto le stelle, in compagnia di un'asina. Mentre la pioggia batte sul tetto della mansarda, Ruth rovista così tra i libri e legge e raduna attorno a sé tutto quello che può: la vecchia edizione arancione di Moby Dick della Penguin, la copia di Ragione e sentimento con il ritratto di Jane con la cuffietta in testa, le memorie del Reverendo, il bisnonno che nella sua mente assomiglia al vecchio Gruffandgrim di Grandi speranze, gli appunti di Abraham, il nonno, che anziché abbracciare la chiamata del Signore abbracciò quella della pesca al salmone, i quaderni da bambino su cui Virgil, figlio di Abraham e suo amato genitore, annotava con la matita le sue poesie. Storie che, come tutte le storie, si raccontano e si leggono per scacciare il male di vivere o, come nel caso di Ruth, per mantenersi ancora "al margine tra questo e l'altro mondo".

2 commenti:

  1. Ciao Gresi, leggere regala sempre grandi emozioni. Proponi una bella scelta interessante , ideale per ogni gusto e stato d'animo. Un abbraccio :)

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