Il regime della scontistica prevede un discreto manipolo di gente che, attratti dall’ultima tentazione gettata sul mercato, vengono trascinati in una giostra di sensazioni altalenanti in cui rovesciano qualunque intervento di precludere ogni loro desiderio o istinto. Come una brutta malattia, affamati di novità, sembrano i superstiti di una razza persa e disorientata che esula qualunque rapporto che abbia al centro il risparmio.
Un tempo anche per me era difficile conciliare cuore e stomaco, ragione e sentimento, finché mediante uno studio attento sul mio sé, sulla mia coscienza, mi dimenticai cosa volesse dire spendere impunemente e senza alcun ritegno, ma acquistare perché necessario. Nel caso dei libri, che non hanno una scadenza, di tentazioni o desideri da voler coniare come una sorta di profezia al mio benessere, il mondo d’inchiostro è unico superstite a certi assalti. E di storie che vorrei sentir parlare o che meritano di essere evocate, di prendere vita, ce ne sono tantissimi e proporre una nuova sfilza di libri, specialmente in questo periodo di sconti è una profezia, un ammonimento, o una semplice constatazione dell’immutabilità della vita che è sempre gioia e violenza, piacere e tortura? Forse, ma nel grigiore del mondo, i libri sono quella luce che illuminano la mia vita, anche nei momenti più bui. Forme atipiche di incomprensibile felicità, il cui eco resta rinchiuso nelle stanze polverose del mio spirito.
🌺🌺🌺🌺🌺
Primo romanzo, primo testo in cui la sua autrice è ancora rinchiusa in una dimensione personalissima in cui la scrittura divenne forma di esplicazione, desiderio, segreti in cui l’anima di chi legge si allinea a quella di chi scrive. E il tutto rinchiuso in forme di straordinaria bellezza, che squarciano il velo dell’impossibile, donano un senso ad ogni cosa. Ebrea d’origine vinse, metaforicamente parlando, l’incessante lotta che appartenne a lei e lei soltanto, e anche questo ennesimo testo, opera postuma di Suite francese, dà ampio spazio alla costruzione di quel meccanismo magico in cui si poggiò ogni cosa. Diede respiro e forma a quella piccola sfera privata dell’autrice, in cui sono rinchiusi i respiri di un’intera generazione.
Titolo: Tempesta in giugno
Autore: Irène Némirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 339
Trama: «Irène Némirovsky» ha scritto Pietro Citati «possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano». Per tutti coloro che dal 2005 (anno della pubblicazione di Suite francese in Italia) hanno scoperto, e amato, le sue opere, questo libro sarà una sorpresa e un dono: perché potranno finalmente leggere la «seconda versione» – dattiloscritta dal marito, corretta a mano da lei e contenente quattro capitoli nuovi e molti altri profondamente rimaneggiati – del primo dei cinque movimenti di quella grande sinfonia, rimasta incompiuta, a cui stava lavorando nel luglio del 1942, quando fu arrestata, per poi essere deportata ad Auschwitz. Una versione inedita, e differente da quella, manoscritta, che le due figlie bambine si trascinarono dietro nella loro fuga attraverso la Francia occupata, e che molti anni dopo una delle due, Denise, avrebbe devotamente decifrato. Qui, nel narrare l'esodo caotico del giugno 1940, e le vicende dei tanti personaggi di cui traccia il destino nel suo ambizioso affresco – piccoli e grandi borghesi, cortigiane di alto bordo, madri egoiste o eroiche, intellettuali vanesi, uomini politici, contadini, soldati –, Némirovsky elimina tutte le fioriture, asciuga e compatta; non solo: ricorrendo alla tecnica del montaggio cinematografico, limitandosi a «dipingere, descrivere», sopprimendo ogni riflessione e ogni giudizio, conferisce a questo allegro con brio un ritmo più sostenuto – e riesce a trattare la «lava incandescente» che ne costituisce la materia con una pungente, amara comicità.
🌺🌺🌺🌺🌺
Questo romanzo lo lessi in ebook, non molto tempo fa. Tuttavia, il suo ricordo brucia ancora in me, come la prima volta che lo lessi.
Titolo: Invito a una decapitazione
Autore: Vladimir Nabokov
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 222
Trama: Il protagonista di questo romanzo, Cincinnatus C., ha un difetto: è opaco, nel senso che i suoi pensieri e le sue sensazioni non sono trasparenti agli occhi di coloro che lo circondano, perciò produce "un'impressione bizzarra, come di un ostacolo oscuro e solitario in un mondo di anime trasperenti le une alle altre". In quel mondo, che non è un paradiso, come gli altri sarebbero inclini a pensare, ma il suo beffardo capovolgimento, l'opacità non è solo un difetto, ma una grave colpa, forse la più grave: è segno che rivela la "turpitudine gnostica" del singolo. In quel mondo si viene condannati a morte non per ciò che si fa, ma per ciò che si è. Scritto nel 1934 a Berlino un romanzo chiaroveggente che ha per oggetto la società totalitaria.
🌺🌺🌺🌺🌺
Poetico ma vacuo, quasi inconsistente e orchestrato da una sinfonia che non ha una sua musicalità complessa ma elaborata,arguto, profondo, criptico, in un centinaio di pagine, mi ha affascinato ed emozionato moltissimo.
Titolo: La foresta della notte
Autore: Djuna Barnes
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 176
Trama: Al centro della Foresta della Notte dorme la Bella Schizofrenica, in un letto dell'Hotel Récamier. T.S. Eliot, accompagnando questo libro alla sua uscita, scrisse che vi trovava «una qualità di orrore e di fato strettamente imparentata con quella della tragedia elisabettiana». E presto il romanzo sarebbe diventato una leggenda. La foresta della notte è del 1936.
🌺🌺🌺🌺🌺
La caducità della vita mi aveva condotta dritto dritto dinanzi alla solitudine, a dibattermi verso fonti più verdi in cui i sogni si elevano al di sopra di sé stessi in una sorta d’iniziazione e l’invisibile presenzia e domina il visibile in cui la gioia del cuore è interrotta da forme di tristezze ancora più dolci. La voce dell’immaginazione e dell’anima la sola che avrebbe tratto risonanze felici, in cui l’amore avrebbe potuto splendere nella sua interezza.
Titolo: La colomba pugnalata
Autore: Pietro Citati
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 14 €
N° di pagine: 364
Trama: Ne "La colomba pugnalata", Pietro Citati accetta una sfida temibile: avvicinarsi al mistero che fu Marcel Proust. Con la sensibilità e gli strumenti del narratore, con il rigore del saggista, egli ci rivela il paradosso di quest'uomo tutto dolcezza e passività che cela dentro di sé un grandioso architetto, un sublime legislatore, un pensatore metafisico capace di costruire una delle ultime cattedrali d'Occidente.
🌺🌺🌺🌺🌺
Titolo: Il male assoluto. Nel cuore del romanzo dell’Ottocento
Autore: Pietro Citati
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 457
Trama: "Nessuno come Dostoevskij è andato mai così lontano, nel viaggio verso il Male assoluto: nessuno vi ha mai abitato con tale costanza; e ci ha guardato così, con gli occhi stessi del crimine" scrive Pietro Citati mentre ci accompagna guida lucida e insieme partecipe, quasi febbrile - attraverso "Delitto e castigo". E ad attirarlo, ancor più di Svidrigajlov o Raskol'nikov, è Stavrogin, in cui soffia "il vento di un vuoto gelido e vertiginoso, illimitato e senza confini": certo perché scrivendo i "Demoni" Dostoevskij si è rispecchiato in lui, e "scorgendo questo riflesso, ha avuto paura delle profondità inattingibili del proprio cuore". Sono dunque Dostoevskij e Stavrogin il cuore tenebroso di questo libro, dove Citati rilegge i grandi romanzi dell'Ottocento (quelli di Balzac, Poe, Dumas, Hawthorne, Dickens, Flaubert, Tolstoj, Stevenson, James) per cogliervi in atto la passione del Male, l'incontro con il Male. Li rilegge come soltanto lui sa fare: non da critico accademico o militante ma da "lettore-scrittore" (come ha notato Nadia Fusini), capace di illuminarli prolungandone il fascino nella sua scrittura. E comunicando a noi il desiderio irresistibile di rileggerli a nostra volta.
🌺🌺🌺🌺🌺
Il silenzio, l’incoscienza, la mancanza di comprensione, l’inconsistenza sono alcune di quelle forme che attanagliano i sensi, attutiscono i suoni, abissi insondabili che non hanno una loro specifica collocazione ma da quali si intravedono sprazzi stretti e melmosi dell’anima.
Titolo: Il richiamo del corno
Autore: Sarban
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 191
Trama: Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è "il terrore che si prova ad essere cacciati". Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, "ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano". Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai. Con una nota di Matteo Codignola.
Ottimo post; grazie
RispondiEliminaA te :P
Elimina