sabato, maggio 17, 2025

Nel giardino della letteratura: la primavera nei libri 5°

Ho sempre sposato l’idea che i libri non siano solo dei mezzi per nutrire la nostra anima, ma fungono anche da espediente per abbellirla. Se ci pensate, in letteratura, vi sono tantissime storie che esplicano il tema della fioritura non solo come predisposizione naturale, alle cose, alla vita stessa, quanto ad una forma di rinascita in cui sono gli spiriti affini a prevalere. Quest’oggi, dunque, così com’è accaduto tanto tempo fa, due anni fa, ma anche l’anno scorso, la letteratura che sposa la stagione primaverile con i suoi splendidi fiori, sbocchi sull’anima, la nascita di un nuovo inizio che potrebbe essere anche la sua fine, chi può dirlo? - fungono da ennesima opportunità per parlare di libri.. Ancora! E riassumerli in questo breve post non mi sembra il caso: inappropriato e dispendioso di tempo, ma abbastanza rilevante per conferire un'idea - l’ennesima - di libri e fioritura. Rinascita e bellezza, che solo la parola scritta sa donarci.

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Questo romanzo, il cui ricordo è quasi del tutto svanito, la cui protagonista, Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine che l’ha colpita le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono.


Titolo: Fiore di fulmine

Autore: Vanessa Roggeri

Casa editrice: Garzanti

Prezzo: 16, 40€

N° di pagine: 279

Trama: È quasi sera quando all'improvviso il cielo si fa livido, mentre enormi nuvole nere galoppano a oscurare gli ultimi raggi di sole. Da sempre, la prima cosa da fare è rintanarsi in casa, coprire gli specchi e pregare che il temporale svanisca presto. Eppure la piccola Nora, undici anni e il coraggio più scellerato che la gente di Monte Narba abbia mai conosciuto, non ha nessuna intenzione di mettersi al riparo. Nora vuole sfidare il vento che soffia sempre più forte e correre sulla cima della collina. È appena arrivata sotto una grande quercia quando un fulmine la colpisce sbalzandola lontano, esanime. Per tutto il piccolo villaggio sardo dove è cresciuta, la bambina è morta. Ma non è quello il suo destino. Nora riapre i suoi enormi occhi verdi, torna alla vita. Il fulmine le ha lasciato il segno di un fiore rosso sulla pelle bianca e la capacità di vedere quello che gli altri non vedono. Nella sua famiglia nessuno la riconosce più. Non sua madre, con cui amava ricamare la sera alla luce fioca di una candela, né i suoi fratelli, adorati compagni di scorribande nei boschi. C'è un nome per quelle come lei, "bidemortos", coloro che vedono i morti, e tutti ne hanno paura. Nel piccolo paese non c'è più posto per lei. La sua nuova casa è Cagliari, in un istituto per orfanelle, dove Nora chiude la sua anima in un guscio di dolore, mentre aspetta invano che qualcuno venga a prenderla.

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L'incredibile agio di lasciare vagare la mia mente, senza interruzioni, senza l'idea - un tempo l'ossessione - che qualche divinità crudele e spietata inducesse a fare altro. Dopo tanta frenesia, inquietudine, il protagonista di queste pagine gode finalmente di una pace interiore che agognava da tempo. Come un bellissimo fiore, che sboccerà quando meno se lo aspetta.


Titolo: Memoria delle mie puttane tristi

Autore: Gabriel Garcia Marquez

Casa editrice: Oscar Mondadori

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 141

Trama: "L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte di amore folle con un'adolescente vergine." Comincia così il nuovo romanzo di Gabriel Garcia Márquez, il libro con cui il premio Nobel colombiano torna dopo dieci anni alla narrativa. A raccontare è la voce dell'anziano protagonista, un giornalista eccentrico e solitario, che accanto a un'adolescente scopre il piacere inverosimile di contemplare il corpo nudo di una donna che dorme "senza le urgenze del desiderio o gli intralci del pudore". Scopre forse per la prima volta l'amore, quello che non ha mai cercato in tutte le donne che ha incontrato e conosciuto, trovando "l'inizio di una nuova vita a un'età in cui la maggior parte dei mortali è già morta".

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Nella primavera del 1888, in seguito al decesso della zia a lei amorevolmente accudita, Harriet Baxter decide di lasciare Londra e viaggiare alla volta di Glasgow.

Titolo: I Gillespie

Autore: Jane Harris

Casa editrice: Neri Pozza

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 508

Trama: Nella primavera del 1888, in seguito al decesso della zia a lei amorevolmente accudita, Harriet Baxter decide di lasciare Londra e viaggiare alla volta di Glasgow. Trentacinque anni, nubile, una piccola rendita annua cui attingere, l'intraprendenza necessaria a sfidare i pregiudizi dell'epoca nei confronti delle donne sole in viaggio. Harriet arriva nella seconda città dell'Impero nell'anno in cui, in occasione dell'Esposizione Internazionale, la vita artistica e culturale della città è animata dagli osannati artisti di Edimburgo e dai protagonisti della <<nuova scuola>> scozzese, il celebre sodalizio di pittori noti come <<i ragazzi di Glasgow>>

Non sono, però, i padiglioni dove si celebra il grandioso spettacolo dell'Esposizione, né le numerose serate mondane che ne rallegrano gli eventi, ma le strade di Glasgow, con il loro giocoso andirivieni di cappelli e parasoli e i loro marciapiedi così pullulanti di forestieri, a offrire a Harriet Baxter l'opportunità della sua vita, la svolta che ne determina il destino.

Durante una passeggiata in una giornata insolitamente calda, Harriet soccorre una distinta signora di circa sessant'anni stramazzata al suolo per un malore sconosciuto. Qualche giorno dopo si ritrova a onorare l'invito, elargito in segno di riconoscenza per il suo bel gesto, a casa dei Gillespie, la famiglia della donna soccorsa. Un appartamento di gente non povera, ma di certo navigante nell'oro a giudicare dall'incerata sul tavolo lisa in più punti e da tazzine e piattini sbreccati. Un appartamento in cui si aggirano Elspeth, l'esuberante madre del padrone di casa che impartisce ordini puntualmente inevasi; Mabel, la figlia di Elspeth inacidita per essere stata abbandonata all'altare; Kenneth, il figlio belloccio tormentato da un segreto inconfessabile; Annie, la dolce moglie del padrone di casa alle prese con l'educazione di due figlie, le ristrettezze economiche e una irrisolta vocazione artistica; le due bambine, la piccola, deliziosa timida Rose e Sibyl dallo sguardo freddo e inflessibile; e, infine, nelle rare occasioni in cui osa mettere il naso fuori dal suo studio-soffitta, il padrone di casa, Ned Gillespie, un giovane, geniale pittore dai tratti meravigliosamente regolari e piuttosto avvenenti, e una punta di tristezza negli occhi blu oltremare.

L'incontro con Ned Gillespie risulta fatale per Harriet Baxter. In lei si fa strada la convinzione, che si muta poi in una missione e, infine, in una vera e propria ossessione, di dover salvare Ned Gillespie. Salvarlo dalla sua indigenza, che gli impedisce di dare libero sfogo alla sua creatività, e salvarlo dalla sua turbolenta famiglia che minaccia di soffocare il suo talento. Una convinzione che, come ogni ossessione, trascina inevitabilmente dietro di sé l'ombra della tragedia.

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In una piccola e spettrale città, che mura insormontabili separano dal resto del mondo, gli abitanti, privi di ombra e di sentimenti, vivono al riparo da qualunque emozione. Un nuovo arrivato ha il compito di leggere i vecchi sogni nel teschio degli unicorni, i soli animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita o dimensione. Parallelemente, in una Tokyo futuribile e disumana, nel cuore della primavera, ai bordi dell'anima di una storia surreale ma bellissima.


Titolo: La fine del mondo e il paese delle meraviglie

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 15 €

N° di pagine: 515

Trama: In una piccola e spettrale città, che mura insormontabili separano dal resto del mondo, gli abitanti, privi di ombra e di sentimenti, vivono al riparo da qualunque emozione. Un nuovo arrivato ha il compito di leggere i vecchi sogni nel teschio degli unicorni, i soli animali del luogo, cogliendo frammenti di memorie e di un'altra vita o dimensione. Parallelemente, in una Tokyo futuribile e disumana, un uomo viene coinvolto da uno scienziato, geniale ma sconsiderato, in un esperimento a rischio della vita che lo porterà a calarsi nei sottosuoli della città, in lugubri voragini animate da creature mostruose e maligne, metafora delle paure che agitano le coscienze. Proprio nel buio fitto della mente si troverà la situazione che lega i personaggi dei due mondi, in realtà l'uno il riflesso dell'altro. Sarà possibile lo scambio tra le due dimensioni? O il viaggio rimarrà senza ritorno?

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Quasi l'alba di una notte di fine primavera quando Viola riceve un messaggio da suo marito che le dice di correre in ospedale


Titolo: Un uso qualunque di te

Autore: Sara Rattaro

Casa editrice: Giunty

Prezzo: 6, 90 €

N° di pagine: 176

Trama: Una famiglia borghese apparentemente serena è quella formata da Viola, Carlo e dalla diciassettenne Luce: grandi occhi spalancati verso il futuro. Distratta madre e moglie, Viola coltiva mille dubbi sul suo presente e troppi rimpianti camuffati da consuetudini. Carlo, invece, è un marito presente e innamorato e la solidarietà del legame famigliare sembra dipendere soprattutto da lui. E' quasi l'alba di una notte di fine primavera quando Viola riceve un messaggio da suo marito che le dice di correre in ospedale. Stava dormendo fuori casa e si deve rivestire in fretta, non c'è tempo per fare congetture, il cellulare ora è scarico e nel messaggio non si dice a quale ospedale debba andare né cosa sia successo. Una corsa disperata contro il tempo, i sensi di colpa e le inquietudini che da anni le vivono dentro. Fino al drammatico faccia a faccia con il chirurgo le cui parole porteranno a galla un segreto seppellito per anni e daranno una sterzata definitiva al corso della sua esistenza.

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Emozioni travolgenti, forti mi avevano trasmesso questa lettura, che, letta e divorata in un’unica seduta, oramai 9 anni fa, rivela anche questa volta, qualcosa di me. Il titolo a cui fa testo, naturalmente è relativo a un tipo di fioritura a cui sono particolarmente legata: quella dell’anima. La storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore.

Titolo: Mi sa che fuori è primavera

Autore: Concita De Gregorio

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 122

Trama: Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. E' un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. E' italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia.

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Un riflesso pervinca e argento ha sfiorato le strade, i parapetti lungo la senna, le torri di Notre Dame, in uno scenario fantastico, quasi surreale, costellato da momenti di angoscia, voci lente e rauche intonate da qualcosa di grosso e potente. Parigi ha avuto in tutto questo uno scenario luminoso ma angosciante, con i suoi profumi dolci, gli ippocastani in fiore, e nell'aria o nel silenzio un angoscia tattile.


Titolo: Suite francese

Autore: Irene Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 12, 90 €

N° di pagine: 415

Trama: Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Nèmirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista.

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In un club della Londra anni Venti due signorine inglesi scoprono di essere accomunate da una vita amorosa insoddisfacente, molto diversa da quella che avevano sognato il giorno del matrimonio. Il tutto in una splendida Italia dei primi anni 20, alle porte della primavera già in fiore.


Titolo: Un incantevole aprile

Autore: Elizabeth Von Arnim

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 15€

N°di pagine: 287

Trama: In un club della Londra anni Venti due signorine inglesi scoprono di essere accomunate da una vita amorosa insoddisfacente, molto diversa da quella che avevano sognato il giorno del matrimonio. Mrs Wilkins, timida e repressa, è sposata con un avvocato ambizioso che << lodava la parsimonia tranne quando si trattava del cibo che finiva nel suo piatto >>; Mrs Arbuthnot, estremamente religiosa, è sposata a uno scrittore di biografie sulle amanti dei re: per una donna come lei, una cosa davvero sconveniente. Insieme decidono di rispondere a un annuncio per l'affitto di un castello a San Salvatore, piccola cittadina della Liguria, per tutto il mese di aprile. A loro si uniscono Mrs Fisher, un'anziana signora che incarna appieno la morale vittoriana nel portamonete, nelle amicizie e nella rigida etichetta che esige sia rispettata, e Lady Caroline, giovane ereditiera di una bellezza sopraffina in cerca di requie dalla vita mondana e dagli innumerevoli spasimanti. Le quattro donne, che si conoscono a malapena, si lasciano così alle spalle la grigia e piovosa Inghilterra per godersi un mese di vacanza in Italia. Immergendosi nel calore della primavera italiana e nella bellezza placida del luogo, avvolte nei profumi dei glicini e dei narcisi che aiutano a mettersi a nudo, le signore imparano ad apprezzarsi, mentre ognuna, a turno, sboccia e ringiovanisce, riscoprendo l'amore e l’amicizia, ritrovando la speranza. 

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La storia si svolge a Weymouth durante le Guerre Napoleoniche. La città temeva allora la possibilità di un’invasione da parte di Napoleone. Con i primi segni della primavera in sboccio, e la brezza sciropposa che spazza via quella fredda della stagione invernale.

Titolo: Il primo trombettiere

Autore: Thomas Hardy

Casa editrice: Robin

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 450

Trama: “Il primo trombettiere”, pubblicato nel 1880, è l’unico romanzo storico di Thomas Hardy. L’eroina, Anne Garland, è desiderata da tre pretendenti. John Loveday, il primo trombettiere di un reggimento britannico, onesto e leale; suo fratello Bob, un marinaio inaffidabile; e Festus Derriman, il codardo nipote del possidente locale. La storia si svolge a Weymouth durante le Guerre Napoleoniche. La città temeva allora la possibilità di un’invasione da parte di Napoleone. Dei due fratelli, John combatte con Wellington nella Guerra della Penisola, e Bob milita con Nelson a Trafalgar.

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l'aspirante scrittore vive i suoi quotidiani fallimenti senza mai riuscire a coronare i propri sogni di gloria. E, questa primavera, metafora di rinascita o, in questo caso, di sbocco in ciò che più desidera: scrivere.


Titolo: Le storie di Arturo Bandini: Aspetta primavera, Bandini-La strada per Los Angeles-Chiedi alla polvere-Sogni di Bunker Hill

Autore: John Fante

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 714

Trama: Immigrato, attaccabrighe, ribelle, megalomane, sprezzante e perennemente in lite con tutti. È Arturo Gabriel Bandini, alter ego di John Fante, il protagonista di queste storie. Bandini è l'antieroe per eccellenza che cattura il lettore fin dalle prime pagine di "Aspetta primavera, Bandini" dove, in un inverno desolante, facciamo la conoscenza di questo quattordicenne italo-americano ancora ignaro delle proprie potenzialità e impegnato ad adorare il padre Svevo. Negli altri tre atti della saga raccolti in questo volume, cioè "La strada per Los Angeles", "Chiedi alla polvere", da tutti considerato il capolavoro di Fante, e "Sogni di Bunker Hill", l'aspirante scrittore vive i suoi quotidiani fallimenti senza mai riuscire a coronare i propri sogni di gloria. Come scrive Pier Vittorio Tondelli, la voce di Fante è un impasto di humour, candore e cattiveria, che ne ha fatto uno scrittore amatissimo anche dal pubblico dei più giovani che in lui e nel suo alter ego hanno riconosciuto il prototipo di tutti gli sbandati-sognatori che hanno popolato la letteratura, non solo americana, dei nostri anni. Con uno scritto di Dan Fante.

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Né romanzo né antiromanzo piuttosto arti finzione che riferisce solo fatti e sfugge a qualunque continuità, opera che riporta incontri casuali, aneddoti  in luoghi di passaggio, in un marasma di emozioni. Relativi alla scrittura come paradosso del senso, il divenire e l’rimediabile paradosso di un libro che non vuol essere un libro. Perché l’atto dello scrivere, seppur ardente, manca di spirito. Ma non i protagonisti, che assumono aspetti di esaltazione e caduta, uno spostamento remoto nel vuoto, privo di caratteristiche fisiche e morali, che regalano molto di più di quel che sembra, in un intreccio sapiente di apparenza, giustificazione di finali commoventi e rassicuranti.


Titolo: Una donna

Autore: Annie Ernaux

Casa editrice: L’orma

Prezzo: 15 €

N° di pagine: 99

Trama: Pochi giorni dopo la morte della madre, Annie Ernaux traccia su un foglio la frase che diventerà l’incipit di questo libro. Le vicende personali emergono allora dalla memoria incandescente del lutto e si fanno ritratto esemplare di una donna del Novecento. La miseria contadina, il lavoro da operaia, il riscatto come piccola commerciante, lo sprofondare nel buio della malattia, e tutt’attorno la talvolta incomprensibile evoluzione del mondo, degli orizzonti, dei desideri. Scritte nella lingua «più neutra possibile» eppure sostanziate dalle mille sfumature di un lessico personale, famigliare e sociale, queste pagine implacabili si collocano nella luminosa intersezione tra Storia e affetto, indagano con un secco dolore – che sconvolge più di un pianto a dirotto – le contraddizioni e l’opacità dei sentimenti per restituire in maniera universale l’irripetibile realtà di un percorso di vita.

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Nadja, assume aspetti di esaltazione e caduta, uno spostamento remoto nel vuoto, privo di caratteristiche fisiche e morali, che regala molto di più di quel che sembra, in un intreccio sapiente di apparenza, giustificazione di finali commoventi e rassicuranti.


Titolo: Nadja

Autore: Andrè Breton

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 17, 50 €

N° di pagine: 137

Trama: Nadja è una donna realmente esistita, realmente conosciuta da Breton e, come il personaggio del libro, finita in una clinica psichiatrica. Nadja è l'autorappresentazione femminile di Breton. Nadja è l'incarnazione del surrealismo. Nadja è tutto questo e molto altro ancora: è l'inizio della parola speranza in russo, è un sogno di amore e di libertà. "Nadja" costituisce una svolta importante nell'evoluzione del discorso di Breton sul caso e sulla scrittura, segnando la crisi della "écriture automatique", come attività di ricerca privilegiata e inaugurando un tipo di esplorazione che sarà proseguita nelle opere successive.

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La storia della sua autrice, in chiave romanzata, una drammatica sequenza di ricordi, sogni, desideri e rimpianti. Confessandoci il suo amore per la scrittura, non avendo avuto scampo fino al termine della sua confessione, una confessione che è strettamente legata alla fioritura dell'anima: la sua.


Titolo: Da qui vedo la luna

Autore: Maud Lethielleux

Casa editrice: Frassinelli

Prezzo: 17, 90 €

N° di pagine: 275

Trama: Moon ha diciannove anni, un animo ingenuo e uno sguardo incantato sul mondo. Ha scelto di vivere per la strada perché vuole essere se stessa, libera - diversamente dalla gente che la osserva passarle accanto -  e addormentarsi la sera ssu un suo cartone privato da cui può vedere la luna, tra un lampione e la bottega di un fiorista. La chiamano << la piccola venditrice di sorrisi >> ed è così che si gguadagna quel minimo che le serve per campare. Si, perché a lei e all'inseparabile cagnolina Comète basta poco; il calore, nelle gelide nottate dell'inverno cittadino, glielo regalano i suoi amici senzatetto, Suzie e Michou con il loro carrello del super, i punk migratori con le creste colorate, e Fidij il suo grande amore, << bello come un angelo della notte >>. E' per lui che Moon inizia a scrivere un romanzo, su un blocnotes sgraffignato in edicola.

E poi c'è Slam, appena uscito di prigione, avaro di parole ma con un cuore immenso. Slam che ama tutto quel che Moon mette sulla carta e che ha una certezza: un gorno lei ce la farà a prendersi la luna.

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