Ero
giunta fra le pagine del nuovo romanzo di Giada con nessuna idea in proposito;
per nessuna ragione la mia coscienza continuava ad essere sorpresa che in meno
di un anno un altro romanzo di Giada potesse comporre gli scaffali stracolmi
della libreria. E convinta di ciò, la mia coscienza aveva deciso per me a mente
lucida e tutto ciò che mi restava da fare era non doverlo respingerlo per
nessuna ragione.
Titolo: Sincronia colpevole
Autore: Giada Strapparava
Casa editrice: Senso inverso
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 117
Trama: Molte volte viviamo la vita ignari del fatto
che, dall'altra parte del mondo nello stesso istante, un'altra persona possa
vivere le medesime sensazioni. Non c'è però bisogno di andare molto distante
per trovare due persone accomunate dallo stesso tipo di guerra interiore, basta
attraversare un paio di vie in una grande città come San Francisco ed ecco un
uomo di nome Daniel Rivera, che ha perso tutto nella vita: la moglie Gilda e il
figlio Tommy. Oppresso dal peso del dolore e di infondati sensi di colpa,
decide di punirsi per il resto dei suoi giorni vivendo per strada,
Poco distante, in un'umile casetta Connor Sullivan,
dieci anni, fa i conti con una realtà ben diversa da quella dei suoi coetanei.
Le sfaccettature che il destino gli ha riservato hanno fatto di quel bambino un
involucro di dolore, rabbia e ingenua speranza, trascinandolo in una sofferenza
troppo grande per il suo piccolo cuore. Due sconosciuti, uniti da eventi
tragici e drammatici, sullo sfondo di una contemporanea San Francisco, si
troveranno per caso a condividere la stessa sincronia, un abisso, lo stesso
desiderio di espiazione.
La
recensione:
Estirpare
la povertà del mondo sarebbe un'utopia, non possiamo raggiungere la vera pace o
la completa uguaglianza, una parte del pianeta sta bene perché l'altra sta
male. E questa è una legge che si applica a tutto: dal concetto di yin e yang a
quello del buio e della luce, dal principio della vita e della morte, a quello
di felicità e tristezza.
L'essere
umano è un individuo che spontaneamente cerca compagnia: sincera e fiduciosa.
Certuni non riescono a mascherare il desiderio di voler qualcuno accanto. Per
essere completamente onesti, le sensazioni istintive di una persona portano
talvolta a credere che quella caratteristica o determinata cosa sia atipica,
diversa, e dunque lo attrae in maniera particolare. Può sembrare qualcosa di
assurdo, ma col romanzo di Giada a me è accaduto esattamente questo. Dopo una
febbricitante e spasmodica lettura de L'egoismo
del respiro, porto ancora con me, per mia stessa natura, un sospetto di
buon auspicio.
Gli
aspetti individuali e psicologici dei romanzi di Giada sono gli unici elementi
che conosco bene e non vi vedo nulla di strano; sembra anzi qualcosa di
straordinario che una ragazza di soli ventiquattro anni riesca a parlare così
bene di quel palazzo a volte oscuro a volte luminoso della mente umana, finché
non mi resi conto che Sincronia colpevole
conferma questa sua bravura. Così, durante un magnifico pomeriggio di fine
luglio, ho vagato fra i meandri di questa storia, per i viottoli tortuosi ai
margini di qualcosa che ha tanto di drammatico e profondo, attraversata da
rivelazioni crude e sconcertanti, che ho visto passare più volte ora in una
direzione ora in un'altra. Non mi sono mai allontanata da quel forte senso di
malessere che aveva attanagliato le mie viscere, il cui mormorio di una voce
gentile ma giovane aveva accompagnato la mia venuta, mentre le linee della
vita, quasi quanto quelli che caratterizzano tutti noi, formarono un pulviscolo
grigiastro attorno a questo paesaggio. Si può scorgere un uomo che vaga lungo
la riva dell'assurdo, un bambino impaurito dal senso della vita e dal tempo,
anche quando l'autrice virava ogni tanto l'attenzione su altro. Il mio cuore era
colmo di un indefinibile e atroce tristezza, la mia sensibilità così intensa da
divenire fastidiosa, parole che hanno colmato il cuore di qualcosa di
inspiegabile, una strana speranza, e
che, nonostante la sua brevità, mi ha offerto rifugio. Un posto in cui non ho
chiesto nulla in cambio ma in cui mi è stata donata paura, gelosia,
possessione, ossessione.
C'erano
due figure che sprigionarono più o meno la medesima melodia, perché la loro è
una storia adatta a << scombussolare >> i cuori di chiunque, scavare,
ripulire i loro occhi, dar forma a un nuovo disegno che possa rassicurarli.
Dolorosi ricordi, ignobili gesti, hanno sommerso la coscienza di Daniel e
Connor senza che questi nemmeno se ne rendessero conto. Venuti dallo stesso
pianeta lontano, dopo uno sterminato viaggio interiore, riconoscendosi e
trovandosi nel mondo mediante una vita e una morte che li indurrà ad amare la
vita. Comprenderla pienamente e differentemente da prima.
Il
romanzo di Giada è una fiaba moderna ricca di temi attualissimi, sentimentalismo
e profondità, crudele e inflessibile, capace di lasciare un solco profondo nei
cuori di chi legge. Ho letto il finale in balia di una vastità di sentimenti
contrastanti, emozioni che si sono agitate dentro, e che sto riversando in quel
contenitore imperfetto che è la scrittura. Quell'epilogo così intenso, drammatico,
che ha avuto uno strano effetto su di me ha avuto la forma di un groppo in gola
e mi ha procurato fastidio. Il sapore aspro di un frutto sgradevole propinatomi
da una autrice che ha giocato con i sentimenti delle persone. Privo di ambiguità
come lo spazio bianco alla fine di un capitolo, dove i detriti trascurati della nostra memoria rivelano
indistinti i grandi tormenti dell'esistenza dei due giovani protagonisti. Tutte
le loro azioni che tendevano solo a sfuggire dal sotterraneo buio in cui erano
sprofondati e in cui non trovavano limiti.
Sincronia
colpevole è una breve
introduzione del lento e tortuoso viaggio che dovranno imboccare i
protagonisti, pur di ottenere la beatitudine eterna. Una lotta per l'amore. Per
la vita. Qualcosa di molto più grande di quello che immaginavo.
Pur quanto scorrevole e di poco spessore, ha
annientato il mio spirito senza che
io me ne accorgersi. Silenziosamente, popolando le stanze buie della nostra
coscienza trasmettendo una certa malinconia, inducendo all'impotenza.
La voce di Daniel come qualcosa di remoto. Lontano. Rughe di
un volto maturo vissute con coraggio, orgoglio, pianto e amore. E l'intimità
con la vita così palpabile
che emoziona e sorprende. Baci e carezze
scambiati alla tremula luce di una stanza polverosa. Sospettosi slanci d'amore
che denotano i vani sforzi del povero amore di due anime che cercano l'unione
come qualcosa di urgente e necessario.
Sintonia
colpevole, con la sua particolarità, è colorato da
particolari sfumature. E' un gioco di luci e ombre, un miscuglio di bianco e
nero che tuttavia non impedisce di ritrovare il sorriso. Un surreale dramma che
offre sempre qualche spunto per riflettere e che, nonostante la sofferenza è
opzionale e non si può evitare, impedisce di cancellare i ricordi. Ciò che ho
vissuto assieme a loro, ciò per cui è stato difficile convivere con quello che
hanno passato. Quello che non hanno mai potuto avere e per cui hanno sempre
combattuto.
L'amore
non può avere forma, è liquido a volte. Quando vuole si amalgama con l'anima
delle persone e prende una piega diversa: ecco perché tutti amiamo in modo
differente. Poi, una volta plasmato all'incavo del petto, inizia a tirare le
funi del cuore, le arrotola e le lega intorno a quello che lui stesso ha creato:
un sentimento.
Valutazione
d'inchiostro: 4
0 commenti:
Posta un commento