Quando
iniziai il romanzo della Di Domenico non mi meravigliò constatare che avessi i
miei dubbi sulla sua efficacia del voler narrare una storia che si tinge di
giallo, in compagnia di una viaggiatrice lasciata sola nell'immensità del
cosmo. Presto, mi dissi, avrei cominciato ad apprezzarne i contorni, i tratti
del suo carattere, di cui avrei tessuto qualche lode. La bibliotecaria non è stata esattamente il tipo di storia che mi
aspettavo di leggere, da un opera la cui copertina è un richiamo per la mia
anima sognatrice e romantica. L'ho letta perché spinta da una certa curiosità,
e nonostante tutto sono contenta sia andata così. L'autrice, forse, voleva
esattamente trasmetterci un certo messaggio e lo ha fatto cercando di farsi conoscere
in questo modo. Io, mi sono sentita un po' fuori da questo suo mondo creato.
Eppure, l'alone di mistero che aleggia tutt'attorno, come quelle che mi piace
scorgere nei romanzi che più amo, divorarono quel grumo di diffidenza che
ancora pervade il mio animo.
Titolo: La bibliotecaria
Autore: Marina Di Domenico
Casa editrice: Elliot
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 150
Trama: Che cosa è successo alla piccola Angela,
scomparsa da un borgo abruzzese nel 1947? A sessant'anni di distanza, in quello
stesso paesino tra le montagne arriva Roberta, una giovane bibliotecaria di
Novara, che ha accettato quel trasferimento per sfuggire all'ex fidanzato che
ha tentato di ucciderla. La storia della bambina scomparsa arriva anche alla
ragazza la quale, lentamente, si ritrova coinvolta nella ricerca della verità
celata fra i locali dell'antica biblioteca in cui lavora, le rovine di un
convento e le stanze abbandonate di un collegio, luoghi in cui da tanti anni si
annidano segreti che qualcuno vuole svelare e qualcun altro, invece, vuole
assolutamente mantenere nascosti. Cosciente di assecondare un personaggio
nell'ombra, ma obbedendo al proprio innato senso di giustizia, Roberta si
immergerà nel passato, in una storia fatta di relazioni proibite e di crimini
perpetrati da personaggi insospettabili, le cui vittime non hanno ancora avuto
giustizia. Un'impresa rischiosa e quasi disperata per Roberta, che nel contempo
dovrà fronteggiare anche il ritorno del suo persecutore.
La recensione:
Un
pomeriggio di inizio luglio <<l'ora della lettura >> fu impiegato
in modo inaspettato. In silenzio ho attraversato montagne verdeggianti e grandi
e andai verso un piccolo paesino dell'Italia, affacciato sul mare. Da una
copertina blu scura, la figura di una ragazza che tiene stretto un gruppo di
romanzi e la mola ridotta delle sue pagine filtravano tante cose: una storia di
fantasmi, segreti sopiti dal tempo, legami di famiglia insospettabili e
repentini. In un angolo, una giovane donna, sembrava sentirsi a disagio. Quasi
impaurita, sembrava nel posto sbagliato al momento sbagliato. E in parte lo
era. Celata sotto mucchi di romanzi, Roberta troverà e sarà coinvolta nella
storia di una ragazza scomparsa. Un quadrato di carta bianco con al centro la
parola << aiuto >>. Il tutto utile per una ricerca fruttuosa nel
disvelare e rivelare i temibili segreti che aleggiano e popolano questo piccolo
paesino. Il bersaglio è un insano senso di curiosità, di cui Roberta si troverà
coinvolta e contro cui scaricherà la propria rabbia, la sua frustrazione, il suo
sentirsi fuori posto.
L'autrice,
con un pennarello dal tratto delicato, quasi invisibile, scrisse di Roberta e
delle vicende di cui sarà impelagata in maniera troppo semplice, troppo
sintetica che andarono a frantumarsi contro la parete dei miei istinti e
desideri. Ogni cosa sembrava davvero pervasa da un alone trasparente, in cui le
vicende di una giovane donna - improvvisata investigatrice - stridono con un
certo rumore con il resto. L'amore per i libri, sebbene Roberta lavorerà in una
biblioteca, è vanamente accennata. Io non mi sono sentita nella condizione di
giudicare, ma, a mio avviso, in La
bibliotecaria, non ho visto alcuna scintilla, alcuna foga che me l'ha fatto
vedere sotto una diversa luce. L'autrice, Marina Di Domenico, ci parla di una
bambina scomparsa, di un pezzettino di storia che potrebbe perpetuare nel
tempo, ma intrattabile e spesso poco avvincente.
Sensazioni
incredibilmente strane, particolari, dovute da una copertina incredibilmente
attraente, una pila di libri posti a mò di sostegno, un paesaggio oscuro e
inquietante, pagine che si leggono con avidità, non mi hanno quindi permesso di
considerare La bibliotecaria come
quel romanzo da annoverarsi fra le migliori letture di questo 2018 in quanto ha
destato la mia attenzione solo in piccola parte. Tuttavia è una lettura che ho abbracciato con un certo
entusiasmo, pur essendo consapevole si trattasse di un autrice italiana la cui
voce era ancora per me sconosciuta. Semplice, fluida, ma poco stimolante il cui
legame disgraziatamente sta lentamente per finire, nel tutto, per divenire
vuoto come il cielo senza nuvole.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Peccato che la storia non sia stata particolarmente coinvolgente... dalla trama sembrava un bel romanzo!
RispondiEliminaGià! Lo credevo anch'io 😕
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