Tutte le volte che mi imbatto in storie dal forte
impatto, quando inconsapevolmente si assiste alla lenta e agonizzante
"morte" di un personaggio - sia in senso stretto, sia in senso lato -
si sprofonda in uno strano senso di torpore. Ma non tutte le lettrici ( specialmente
io stessa ) hanno il cuore fragile. Sebbene dotata di una grande sensibilità,
non mi piacciono quei romanzi in cui le protagoniste sono donzelle svampite,
ingenue e infantili, e prediligendo un certo tipo di letture più mature e
profonde ho deciso comunque di iniziare anch'io questo percorso di Flora Banks a
pescare quell'unico ricordo che le è stato donato. Stringerlo fra le sue
piccole manine e custodirlo come un piccolo essere vivente.
La linfa vitale di questa storia è proprio dunque la
vita di una diciassettenne ingenua e sola che, tulipano appena sbocciato e dal
colore indefinito, nonostante le innumerevoli smorfie di diniego o le terribili
increspature sulla mia fronte, mi ha tenuta compagnia per qualche giorno. Trascinandomi
da un oscuro mondo di tenebre e ombre, trovando fra le sue pagine un posto
tutto mio che mi hanno dato opportunità di giudicarla e soprattutto conoscerla
meglio.
Titolo: L'unico ricordo di Flora Banks
Autore: Emily B arr
Casa editrice: Salani
Prezzo: 15, 90 €
Trama: Flora Banks, diciassette anni, non ha la memoria a breve termine.
I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva dieci anni; da allora, dopo che
una malattia le ha colpito il cervello, deve continuamente fissare i momenti
che vive, scrivendoli su un quaderno, su post - it, oppure direttamente sulle
mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è che mamma e papà le vogliono bene,
così come Jacob, il suo adorato fratello maggiore, e che Paige è la sua
migliore amica, quella che si prende cura di lei nel difficile mondo esterno.
Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo di Paige la bacia sulla
spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce come gli altri. Flora
ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda ogni singolo istante di
quell'episodio. Possibile che Drake sia l'artefice del miracolo? Peccato però
che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia … Flora non ha dubbi: deve
raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e cominciare a vivere
davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi nemmeno di se
stessa?
Colgo l'attimo. Deve diventare una delle mie regole di vita: vivi l'attimo
ogni volta che puoi. Non serve avere una memoria per questo.
Nel momento in cui molte
lettrici la salutarono. io ero dall'altra parte pronta ad accogliere la figura di
una giovane donna che attraversava la mia bolla personale e che, stringendomi
nel suo dolce abbraccio, mi condusse in quella che mi piace definirla, nella sua
"dimensione atipica". Si perché, quando decisi di accoglierla e scesi
al di là di quella barriera invalicabile che suddivide il mio mondo e il suo, attraversai
un percorso lungo e ricco di ostacoli che mi lasciarono preda di sensazioni
piuttosto altalenanti. Era forse dovuto dal temperamento un po' eccentrico della
stessa Flora? Poteva essere, e così con pazienza decisi di rivolgerle la mia attenzione
spargendo pezzi della mia anima ovunque e poi rimettendoli in ordine. Presto sarebbe
arrivato il motivo scatenante per cui mi trovavo qui: Flora non penso avrebbe
ricordato la mia venuta. Del resto non posso attribuirgliene una colpa; se in
un primo momento la mia presenza dovette sembrarle un peso, poi divenne un
sollievo. Flora aveva finalmente trovato un amica, un confidente. Qualcuno
insomma con cui avrebbe potuto sfogarsi, senza nutrire alcun timore di essere
giudicata, e ogni volta che me ne andavo attendeva io tornassi.
Comparvi per solo quattro
giorni di mattina presto, quando il mondo di fuori era ancora addormentato ma
qualche anima correva affannosa contro le temibili gesta del tempo. Mi raccontò
cose come quelle riguardanti la memoria, l'impossibilità e l'irruenza di aver
perso tutto, e altre cose che influenzarono l'onda di rispetto e comprensione
che alterò il mio spirito in modo così persistente, quando mi scoprì di averla
giudicata male. C'è stata in verità una corrente di compassione, comprensione, attraverso
i quali l'atteggiamento infantile di Flora sia risultato quasi invisibile ai
miei occhi proprio per la sua bontà d'animo. Eppure Flora non sapeva di essere ancora
una bambina. O, per meglio dire, una ragazzina intrappolata nel corpo di un adolescente:
accettava qualsiasi cosa le veniva imposto e a stento si ribellava. La fermezza
di questo suo essere silenziosa e remissiva per me è stata quasi pietosa; di natura
orgogliosa e determinata come sono, nulla che non le andava a genio le faceva cambiare
atteggiamento, non cercava di difendersi, non s'irritava, non pensava male di
niente e nessuno specie se questo niente e nessuno era
una ragazzina viziata e spocchiosa o il bello di turno della sua scuola che, accidentalmente,
per uno strano e ambiguo caso della vita, una sera d'estate posò le sue morbide
labbra su quelle di Flora. Il principe azzurro di turno? …. Un incredibile fannullone!
Questi quattro giorni, così
come le prime ore trascorse in sua compagnia, trascorsero proprio come immaginavo.
In qualche occasione, e più di quante me ne ricordo, ho sporto un ascia a favore
della dolce Flora, io, quella orgogliosa, cocciuta e determinata. Mi sono arrischiata
a prenderne l'iniziativa, nonostante all'inizio sapevo poco e niente del suo
conto. Poteva trattarsi di una farsa, eppure quello di "aiutare" Flora
è stato un gesto che ripeterei altre centinaia di volte. Impulsivo,
comprensivo, vero. E leggere di lei, leggere questa storia che l'autrice si
porta dentro, fu l'occasione perfetta per conoscerla.
L'unico ricordo di Flora Banks,
se mi guardo attorno fra gli scaffali della mia strapiena libreria, ha un taglio
profondamente dolce, elegante, che, nonostante tutto, conferisce una certa attrazione
per quei lettori assetati di sapere. Varie e numerose letture mi hanno permesso
di cogliere una voce diversa, nel panorama dello young adult. La paura come
sentimento di autodifesa, connubio fra felicità e insicurezza per paura di
essere ricordata come qualcosa di tangibile. Nel trittico di carta e
inchiostro, Flora mi aveva allietato il cuore con la sua dolce storia di
dolori, dispiaceri, sprofondata sottoterra e restataci sino a quando non si
dimenticarono di lei. Lì, ai bordi dell'anima della sua biografia, del suo
percorso di vita, cronache di vita di una fragile donna. Piccola grande donnina
che onestamente mi è stata simpatica sin dall'inizio, con una sfilza di dubbi,
perplessità, tormenti, il cui animo ingrigito e devastato mi fece venire in
mente certi insetti chiusi in scatole di fiammiferi. Tipo le tarme. Questa era
Flora coniugata al presente, diciassettenne, in gramaglie esistenziali. Sola
nel tragitto dei pianeti nel silenzio e nell'oscurità della notte.
Sono stata alquanto scettica
nell'esordire in questa lettura perché so che in romanzi del genere i pensieri
di un adolescente come Flora sono piuttosto instabili. I suoi pensieri, infatti,
rivolti esclusivamente verso l'unica cosa che ha avuto veramente senso - il suo
amato Drake - era qualcosa che aveva a che fare con la volontà di sapersi rialzare,
indossare una forte e indistruttibile armatura e combattere contro i suoi
demoni. L'infruttuosa ricerca nel trovare il suo amato Drake l'avrebbe aiutata?
In ogni capitolo erano
conservate scatole con dentro piccole nozioni. Scatole che contenevano dettagli,
particolari su Flora che tuttavia non riesce a ricordare e sulla sua turbolenta
situazione. Scatole quasi vuote che il lettore in un certo senso si scoprirà architetto
nel doverle costruire, così evocative e distanti, vaghe e poco limpide in cui
non ho potuto scorgere chiaramente. Come un sogno breve e senza senso, quasi
incompleto e ripetitivo, che ha tanto di quelle atmosfere prettamente adolescenziali
di John Green e che, in un vortice confuso di gesti, frasi e parole, mi ha
condotta alla vita di questa piccola donna che lentamente sta appassendo nella
quiete mattutina. Fra il fragore del mondo, in un luogo dai contorni sfocati,
su uno sfondo concreto e usuale.
Salutarla ha sortito uno
strano effetto. Non che manchino i difetti, le discrepanze, ma a conferirgli un
voto positivo a questa lettura è stato l'essermi spinta forse troppo oltre e aver
visto forse fin troppo.
Una melodia triste, profonda
e sofisticata che ha volato nei cieli celesti di fine luglio, dolce ed empatica,
che estrapola la presenza di ricordi che sembravano essere stati cancellati dalla
memoria dell'uomo. Amore, dolore, famiglia, rispetto, inghiottiti dal silenzio,
dal nulla, costringendo il lettore a sorbire una concretezza che forse tanto
concreta poi non è, come la stessa Flora, come i dolorosi ricordi di cui cerca
di estrapolare e vivere, trascinata dalla corrente e persa chissà dove.
Valutazione d'inchiostro: 4
Ma che trama interessante!
RispondiEliminaMi hai messo tantissima curiosità, me lo segno subito
Fammi poi sapere!! ☺☺
EliminaMa lo sai che stavo proprio pensando di recuperarlo? La Salani è una delle mie case editrici preferite e questa trama mi intriga molto.
RispondiEliminaMa davvero?!?! Io ero un pó scettica. Ma poi ho constatato di aver fatto bene ☺☺
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