Questo libro ha stanziato sullo
scaffale della mia libreria per tantissimo tempo, fiancheggiato da romanzi di
autori che amo o ancora sconosciuti, una miscela disomogenea di parole,
inchiostro rovesciato, resti contorti di un recinto fantasioso di idee che
attendono e reclamano la mia attenzione da parecchio tempo … che si rivelino
poi cocenti delusioni o meno, è tutt’altra faccenda. E non è che io non dia
peso a tutto questo. No, è che reputo offensivo ignorare ciò che potrebbe
allietare la nostra anima, con estrema cura. E talvolta mi è davvero
impossibile capire per quale motivo io non mi sia recata in quel luogo. Non ci
sono illusioni, prospettive diverse, una volta che si giunge all’epilogo, che
ha addolcito l’attesa, qualunque essa fosse.
Il posto che mi vide recarmi
questi ultimi giorni di giugno non fa di certo pensare che si tratti dell’ennesimo
fantasy, a tinte fosche, che in un certo senso si pone con l’idea che in un
modo o nell’altro possa cambiare il corso della mia vita. Il popolo dei Grisha
era entrato nel mio cerchio personale, staccandomi dalla routine, dalla vita
quotidiana, e nel momento in cui vi misi piede ero consapevole che il mio stare
fra le sue pagine avrebbe implicato l’atto di salvare qualcosa o qualcuno. Lo stare
appesa come una scala di sicurezza in un palazzo, a testimoniare l’immensa
solitudine nella vita degli esseri umani. Per Alina non ci sarebbe stato spazio
per nient’altro: nient’altro avrebbe prevalso ne avrebbe sostituito qualcosa
nella sua vita. Ed io, in questa solitudine che inzuppa lentamente la nostra
anima, c’è stato uno strato di solitudine ancora più profondo. Senza poter fare
nulla per poter liberarcene. Sebbene i numerosi tentativi di tirare fuori ciò
che abbiamo dentro, ma che alla fine non sarai nient’altro che questo: vuoto e
solo.
Titolo: Tenebre e ghiaccio
Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Piemme
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 285
Trama: Circondata da nemici,
quella che un tempo era la potente nazione di Ravka è ora un regno diviso dai
conflitti e letteralmente tagliato in due dalla Distesa, un deserto di
impenetrabile oscurità, brulicante di mostri feroci e affamati. Alina Starkov è
sempre stata una buona a nulla, un’orfana il cui unico conforto è l’amicizia
dell’amico Malyen, detto Mal. Eppure, quando il loro reggimento viene attaccato
dai mostri e lui resta ferito, in Alina si risveglia un potere enorme, l’unico
in grado di sconfiggere il grande buio e riportare al paese pace e prosperità. Immediatamente
viene arruolata dai Grisha, l’èlite di maghi che, di fatto, manovra l’intera
corte, capeggiata dall’affascinante mago Oscuro. Ma al sontuoso palazzo, dove
gli intrighi e il lusso dei balli è tale da stordire e confondere, niente è ciò
che sembra, e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le tenebre che
minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.
La recensione:
L’autrice americana per romanzi
fantasy più in gamba fra poche, Leigh Bardugo, era stata ospite anche nel mio
salotto letterario.
Non riesco ancora a pensare come
certi romanzi, certe sue opere, siano giunte, qui, da me, tardi. Diffidenza:
attitudine involontaria e così estremamente spontanea da riuscire
inimmaginabile. Per forza. Leggere recensioni altalenanti, svariate, udire
questo nome ovunque, apprendere che tale << regina >> è commemorata
come madre del fantasy per eccezione, che i suoi libri sono una vera e propria
garanzia, che una nuova saga è pronta in cantiere … Cosa effettivamente sapevo
di Leigh Bardugo? Me ne mai importato qualcosa? Francamente no. Fin quando l’altra
sera, nel sistemare gli scaffali della mia libreria, vidi Tenebre e ghiaccio, e il resto fu come un moto spontaneo: le voci
di corridoio, i commenti entusiasti o meno erano il pallido riflesso di un
gesto spontaneo, quasi impulsivo, che una volta aperto e letto il primo
capitolo, svanirono alla luce morente di un banalissimo pomeriggio estivo.
Non dunque solo chiacchiere, ma
la pura e semplice verità.
Il fantasy. Il mondo dei
Grisha. Una ragazza in lotta per la sua sopravvivenza e di chi la circonda. Concentrata
esclusivamente su ciò che è necessario e ciò che non lo è.
Quali sono i dettagli, chi
popoleranno queste pagine, sono figure che contorneranno il tutto, combattono
lotte impari e senza senso, anime dannate ma inquiete che camminano lungo la
riva dell’assurdo, uomini forti e coraggiosi che innalzeranno la loro bandiera
della pace finchè qualcosa non andrà al proprio posto. Com’è andata? Semplice. Alina
sarà sola nel combattere questa battaglia. Perché? Perché nessuno potrò
aiutarla, nessuno potrà comprenderla. L’Oscuro l’avrebbe ammazzata. Nonostante i
continui ma vani tentativi di sapere chi è e da dove proviene. Tornerò nuovamente
lì, non appena saranno pubblicati i volumi successivi, ed finalmente scoprirò
ogni cosa.
Ora che il primo volume si è
concluso, non riesco a fare a meno di pensare – o per meglio dire, maledirmi -,
per essermi sottratta, più e più volte, al desiderio di uccidere per salvare
qualcuno. Con tutti i baluardi, la forza, il coraggio che la sua autrice le ha
attribuito, e che Alina nemmeno per un istante si sottrarrerà.
Eppure, è stato troppo tardi. Ciò
che accadde, accadde. Non potevo farci niente, e purchè ciò non perpetuasse
avrebbe dovuto combattere. Il posto in cui era disgraziatamente capitata non
avrebbe dovuto renderla così impotente, avrebbe dovuto fortificarla. Eppure,…
Mentre ripongo queste poche
righe, vedo ciò che avrei voluto vedere. Tenebre
e ghiaccio è un fantasy per giovani ma anche adulti che in un certo senso è
una boccata d’aria fresca in una landa deserta ma mite. Una magnifica occasione
di rievocare il ricordo della Bardugo e custodirlo gelosamente, trasformando
così l’idea di partenza che si trattasse di qualcosa che non potesse andare al
di là del semplice intrattenimento, è una lettura zeppa di sofferenze,
solitudine, allontanamenti, sacrifici che saranno così terribili, così
mostruosi, così inesorabili e abbondanti che per lenirli ci sarebbe voluto un
miracolo.
E per tutto questo tempo, per
tutti questi anni, ho aspettato, ho indugiato, come una stolta, con la sola
idea di giudicare la Bardugo, che anche il suo romanzo – quello meno
interessante – ha piegato le mie ginocchia, mi ha destabilizzata in mezzo alla
strada, mi ha impedito di non combattere e affrontare qualunque impurità o
avversità. Epslosione di potere, azioni cruente e volontarie, che esposto ai
venti caldi della vita, è un tesoro di accettazioni, offerte sussurrate dal
miglior offerente che mi ha indotta a rimanere fra le sue pagine, impedendomi
di fuggire, non voltandogli le spalle nemmeno per un istante.
Valutazione d’inchiostro: 4
Ottima recensione, grazie
RispondiEliminaGrazie a te ☺️☺️
EliminaHo letto questo libro qualche anno fa, e onestamente mi aspettavo qualcosa di più. Senza dubbio è originale e lo stile di scrittura piacevole, però non è scattata la scintilla come avrei sperato 🙈
RispondiEliminaHo però avuto occasione di leggere altri libri della Bardugo, e in quei casi Leigh è riuscita a far centro!
Immagino ☺️☺️☺️ presto infatti leggerò qualcos'altro di suo 😊😊
Elimina