Ho riscontrato
sensazioni incredibilmente belle fra le pagine di Tess dei D'Urbeville,
pilastro della letteratura italiana novecentesca. Tormento, turbamento,
smarrimento, ma anche gioie, sogni, speranze. Abbracciando questa storia
cogliendo la bellezza di ogni cosa, integrandomi con personaggi immaginari che,
per una manciata di giorni, erano divenute persone, evidenziando una
particolare sintonia fra la me, lettrice, e gli stessi personaggi.
Quest'oggi,
quindi, la recensione di una delle opere più significative, intense e originali
di tutta la letteratura inglese, nonché rappresentazione perfetta di un grande
e appassionato amore. Semplice e autentico, come le tragedie antiche, tesa a
gettar una luce alquanto significativa sulla realtà.
Titolo: Tess dei D'Urbeville
Autore: Thomas Hardy
Prezzo: 8; 90 €
Casa editrice: Bur Rizzoli
N° di pagine: 450
La recensione:
<< Perché mi
hai tentato? Ero incrollabile come può essere un uomo finché rivede quei tuoi
occhi e quella tua bocca.. Tess, tentatrice, cara dannata Tess, non ho saputo
resisterti non appena ti ho rivista.>>
Il romanzo di
Hardy, con i suoi vasti tesori di immaginazione visionaria, l'avevo letto per
la prima volta otto anni fa. La copertina, un tulipano bianco stretto
delicatamente in quattro dita rosee e affusolate, invitava a fiondarsi
immediatamente fra le sue pagine. E, a lettura terminata, fatto prendere
consapevolezza di come aveva lasciato uno spazio vuoto che aveva la forma di
una persona.
La sua storia mi
lasciò addosso una strisciante angoscia. Il propagarsi di tanto dolore, con
tutti i pericoli impliciti per chi avrebbe potuto considerarlo come un male per
lo spirito, catena di piccoli fatti assurdi, di coincidenze miracolose, di
avvenimenti e di persone che ritornano e poi svaniscono, è stato talmente
contagioso che gli oggetti inanimati sembravano dotati di una qualche magia. Poiché
non esiste alcuna differenza fra ciò che è vicino e ciò che è lontano, e chi
legge si sente legato a ogni cosa entro i limiti del possibile. Eppure il mio
amore incommensurabile nei riguardi di questa storia è stato innegabile. Come
con altri romanzi, ho amato Tess dei D'Urbeville prima ancora
di averlo letto. Ho provato struggimento, dolore, sofferenza per l'amore di due
anime inquiete dalle aspirazioni trascendentali, basate inconsciamente sulla
visione geocentrica delle cose, contorta febbrilmente per la natura opprimente
di un'emozione gettata sui nostri cuori da una crudele legge naturale:
un'emozione che ho atteso, ho desiderato.
L'amore fra Angel e
Tess ha ravvivato la fiamma che già bruciava nel mio cuore, e il tormento o
l'angoscia in cui sguazzavano impunemente è stato superiore alla capacità di
sopportazione. Dalla mia umile dimora, li ho visti avanzare faticosamente fra
montagne, colline e campi di grano, raggiungere la cima di una scarpata, e
contemplare un paesaggio del tutto diverso da quello osservato sino a quel
momento.
Solenne e
superstiziosa fantasia architettonica, caso fantasmagorico di voci e volti, di
vaghi e possenti fantasmi corporei apparsi nel minaccioso silenzioso della
notte, Tess dei D'Urbeville è stata una delle migliori letture
inglesi che, zeppa di distrazioni realistiche, tragiche e amorose che richiama
alla mente le tragiche commedie shakespeariane, è penetrato al punto tale
d'immergermi in uno stato fra il fascino e lo sconcerto. La storia d'amore
estremamente realistica fra una contadina e un conte, che Hardy ha riesumato
col suo tocco spiccatamente realistico/drammatico e tragico in cui fantasia e
realtà si sfiorano, anche mentre il sole illumina le loro figure contro il
verde delle siepi e le facciate delle case, le cui descrizioni sono crudelmente
sincere in quanto ciò che è narrato è narrato attraverso gli strumenti della
letteratura: l'essere umano in bilico fra estasi e sogno. Il cui mondo che lo
circonda è zeppo di meschinità, ipocrisia, cattiveria, che rivelano l'intento
dell'autore di esaminare, con profondità e un certo distacco, un tema piuttosto
importante nella produzione hardyana: il senso della vita.
Mi incuriosiva
rileggerlo e, sebbene il tempo scorra ininterrotto e, delle volte, ci costringa
a dimenticare cose che non vorremmo mai dimenticare - immagini, episodi che
rimangono intrappolati nella soffitta della nostra anima -, ho riscontrato
quella profonda e assurda drammaticità di cui è impregnato e di cui, tre anni
fa, come un meraviglioso compagno di viaggio, aveva disegnato la sua orbita.
Ritratto umano
terribilmente realistico e coinvolgente di protagonisti intrappolati nel lungo
limbo delle convenzioni sociali, che incorrono esclusivamente l'ideale
dell'uomo forte, libero, capace di vedere la netta differenza fra verità locale
e verità universale, quella di Hardy è una complicata emozione che custodisce
gelosamente due amanti nella sfera insondabile dell'amore. Unico moto perpetuo
dell'universo, unica ragione accidentalmente intrufolabile, creata apposta per
impedire ai due protagonisti di consolidare il loro amore. Unica dimensione in
cui è semplicissimo riconoscersi, assistendo alla nascita di un amore
indescrivibile, illusorio e allo stesso tempo terrificante che se ne sta
sospeso nell'avverso universo come splendidi megaliti, e che scopre i due
amanti perdutamente insoddisfatti di ciò che li circonda e insaziabili dei
peccati tatuati sulla loro pelle. Devastati nell'anima e nel corpo. Creature
piene di poesia, poesie tradotte nella realtà, i cui cuori ardenti lottano
contro una sola povera coscienza, bramosi, inteneriti e un po' folli che
vegliano sulle sorti di uno sconosciuto che prima ignoravano spudoratamente, ma
che adesso rappresenta la vita.
Una storia che è
stata raccontata con la consapevolezza di recare sofferenza, capace di logorare
dall'interno lo spirito di chiunque. Suscita un empatia naturale, risvegliando
zone assopite nel fondo della coscienza, e che ci parla di gesti sconsiderati e
folli uniformemente negativi.
Tess dei D'Urbeville è un dramma
sentimentale, seducente e romantico che mi ha resa prigioniera delle stesse
colpe, degli stessi peccati dei protagonisti. Un opera raffinata, delicata come
un tulipano, che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui
si provano più sofferenze che gioie. Sciorina continuamente descrizioni
dettagliate che, spesso e volentieri, inducono al tedio e alla noia, e cattura
l'attenzione per il toccante e sano romanticismo che si respira fra le sue
pagine e in cui diviene sempre più forte l'esigenza dell'autore di esplorare la
zona dei sentimenti.
Una storia che, in
una notte di metà luglio dall'aria afosa ma pulita, è emersa dal passato
come un'immagine definita nell'immediato. Con una voce apprezzabile, matura,
profonda, e i contorni simili a quelli degli antichi poemi omerici.
Erano distanti come
stelle dal suo mondo presente. Nel momento estatico e solenne in cui giurava di
essergli fedele, le comuni sensibilità del suo sesso sembravano frivolezze.
wow questo bellissimo libro mi ricorda il mio primo anno di universita', insieme a Middlemarch :)
RispondiEliminaMiddlemarch non l'ho ancora letto, ma sarà una delle mie prossime letture ☺️☺️
EliminaCiao 😊 questo post mi ricorda che se c'è un autore che mi riprometto di leggere è proprio Hardy !
RispondiEliminaSara
Non te ne pentirai ☺️☺️
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