lunedì, dicembre 28, 2020

Gocce d'inchiostro: Semplicemente perfetto - Jostein Gaarder

La fine dell’anno diventa sempre più vicina, pressante, spasmodico in cui ho accettato di abbracciare tutto questo con un entusiasmo che non credevo di riservare da tantissimo tempo. Hanno fatto seguito giorni di spericolati viaggi, avventure nel più profondo degli oceani, che mi hanno tenuta dentro, fatto parte di storie d’amore, comuni o individuali in cui mi è stato possibile riconoscermi. Specchiarsi affinchè qualcosa andasse al suo posto. Perciò le letture che propongo, specialmente in questi ultimi giorni, fanno testo a sentimenti forti, emozioni vivide che pronunciano una dose di sconcertato fascino. Niente di nuovo, praticamente. Solo qualche lettura in più per colmare la monotonia di questi ultimi giorni. E fu così che mi imbattei in questo piccolo, delizioso romanzo in cui l’uomo buono è creatore del suo destino, ma anche pretenzioso a volerlo cambiare. Ci si guarda attorno per comprendere cosa e chi effettivamente non ci soddisfa, ci si nasconde dietro ricordi, sqaurci di vita che tengono in vita, ma soprattutto alle possibilità che essi possano rievocare momenti che vengono spesso soppiantati.

Semplicemente perfetto è un alcola di momenti, attimi in cui ci si rifugia staccandosi dal mondo esterno e, aspro, quasi cinico, gira e rigira sulla nostra identità, il modo di essere integrati nel mondo degli altri, come comportarsi nell’effettivs visione delle nostre funzioni.

 

Titolo: Semplicemente perfetto
Autore: Josteein Garder
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16, 90 €
N° di pagine: 144
Trama: E’ il suo primo giorno all’università di Oslo quando il diciannovenne Albert nota una ragazza dalla quale non riesce a distogliere lo sguardo. Il suo nome è Eirin. Non si sono mai visti prima e nonsi lasceranno mai. Dopo trentasette anni di vita passati insieme., Eirin è in Australia a un congresso di biologia marina quando Albert riceve dal proprio medico una notizia devastante. Come può andare avanti dopo aver saputo? Per trovare una risposta, si rifugia nella Casa delle fiabe, il cottage immerso nel verde sulla riva del lago dove è solito ritirarsi con la famiglia nel tempo libero. Completamente isolato, si concede ventiquattro ore per scrivere il suo addio al mondo e alle persone che ama. Vuole raccontare tutto, anche quello che fino a oggi ha tenuto gelosamente segreto, ma vuole anche interrogare se stesso su quale sia il senso dell’ultimo del nostro esistere. E proprio quando si è sicuro che ogni speranza è spenta, quando ha davanti solo la tenebra più fitta, come le notti in cui cui remava fino al centro del lago per scrutarne l’abisso, Albert capisce che c’è ancora una risposta, c’è uno spiraglio che si apre sul buio.

La recensione: 

Siamo così sconfinati, insondabilmente ricchi di impressioni vitali, di conoscenza, di ricordi e di legami. E se ci spezziamo, tutto si dissolve, si allontana e viene dimenticato.

Certe storie si rivelano tipi imprevedibili, incomprensibili – mezzi geni, mezzi sentimentali – e non riesco mai a capire bene cosa aspettarmi da loro. Celebre per Il magico mondo di Sofia, l’autore di questo piccolo libriccino conosce bene e a fondo i sentimenti che attanagliano il cuore umano e lo esprime bene, in una manciata di pagine, nozioni filosofiche e spirituali che sono un monito per quegli individui che spesso ignorano la realtà circostante. In un viaggio che dura nemmeno il tempo di mettere in ordine i pensieri, Semplicemente perfetto fu quella perla di nonsenso che suscitò l’immancabile atteso che non è perfetto, come dice il titolo, ma stupisce nel farci ribollire d’indignazione quando si effettuano o compiono azioni sbagliate. Ingenuamente si pretende una storia d’amore sdolcinata e indimenticabile, qualcosa che non ristagni nell’aria stagnante, e anche se in minima parte fu così, non è cambiato assolutamente niente di ciò che avevo precedentemente visto. Eppure prepotentemente continua a raccomandarci di scongiurare in incontri che potrebbero rivelarsi fatali, mandando in campo uomini migliori come ale piccole di sostentamento. Si , ben o male l’individuo nel suo essere limitato vince la maggior parte delle partite, e non si accontenta di vincerle tutte ma anche solo qualcuna.

E così la mia coscienza prese atto di ciò che esplicò così bene la sua anima, nel momento in cui decisi di imbarcarmi in un’avventura avvincente e straordinaria come questa che, entità sconosciuta ma molto bella, ho letto e custodito nel mio cantuccio personale rivisitando una fetta di personalità, scrutando ampiamente una parte di noi stessi.

Il guardare negli occhi la realtà e trovare il coraggio  di accusarla ponendo così i nostri più personali pensieri su qualcosa che è un intero atto di ribellione, un continuo sentirsi inadeguati, inviolati, sconcertati, come una pena da scontare e non poter bandire dalla nostra memoria o dimenticarla del tutto. Il trionfo della scrittura cattura il pensiero astratto attraverso forti sentimenti di rabbia, che tornano e vanno ad accumularsi e a spronarci di agire, raccolti in mucchi di fogli a cui sono indirizzati a nessuno in particolare. 

Una storia dolce e allo stesso tempo drammatica, che ha strisciato nel mio cuore ma non stanziato più di un battito, il cui frastuono e sapore aspro ti induce a prendere consapevolezza di ciò che ci circonda, interpretare gli ingranaggi della mente umana, andando incontro a verità quasi incomprensibili e criticabili che l’autore evidenzia col suo tocco spiccatamente maschile.

In un colpo solo sorgano infiniti universi, come bolle isolate in un cosidetto multiverso, ma che la maggior parte di esse sia instabill e condannata a naufragare perché non ha i valori << giusti >>, i valori perfetti…

Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo

4 commenti:

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