La fine dell’anno diventa sempre più
vicina, pressante, spasmodico in cui ho accettato di abbracciare tutto questo
con un entusiasmo che non credevo di riservare da tantissimo tempo. Hanno fatto
seguito giorni di spericolati viaggi, avventure nel più profondo degli oceani,
che mi hanno tenuta dentro, fatto parte di storie d’amore, comuni o individuali
in cui mi è stato possibile riconoscermi. Specchiarsi affinchè qualcosa andasse
al suo posto. Perciò le letture che propongo, specialmente in questi ultimi
giorni, fanno testo a sentimenti forti, emozioni vivide che pronunciano una
dose di sconcertato fascino. Niente di nuovo, praticamente. Solo qualche
lettura in più per colmare la monotonia di questi ultimi giorni. E fu così che
mi imbattei in questo piccolo, delizioso romanzo in cui l’uomo buono è creatore
del suo destino, ma anche pretenzioso a volerlo cambiare. Ci si guarda attorno
per comprendere cosa e chi effettivamente non ci soddisfa, ci si nasconde
dietro ricordi, sqaurci di vita che tengono in vita, ma soprattutto alle possibilità
che essi possano rievocare momenti che vengono spesso soppiantati.
Semplicemente perfetto è un alcola
di momenti, attimi in cui ci si rifugia staccandosi dal mondo esterno e, aspro,
quasi cinico, gira e rigira sulla nostra identità, il modo di essere integrati
nel mondo degli altri, come comportarsi nell’effettivs visione delle nostre
funzioni.
Titolo:
Semplicemente perfetto
Autore: Josteein
Garder
Casa editrice:
Garzanti
Prezzo: 16, 90 €
N° di pagine: 144
Trama: E’
il suo primo giorno all’università di Oslo quando il diciannovenne Albert nota
una ragazza dalla quale non riesce a distogliere lo sguardo. Il suo nome è
Eirin. Non si sono mai visti prima e nonsi lasceranno mai. Dopo trentasette
anni di vita passati insieme., Eirin è in Australia a un congresso di biologia
marina quando Albert riceve dal proprio medico una notizia devastante. Come può
andare avanti dopo aver saputo? Per trovare una risposta, si rifugia nella Casa
delle fiabe, il cottage immerso nel verde sulla riva del lago dove è solito
ritirarsi con la famiglia nel tempo libero. Completamente isolato, si concede
ventiquattro ore per scrivere il suo addio al mondo e alle persone che ama. Vuole
raccontare tutto, anche quello che fino a oggi ha tenuto gelosamente segreto,
ma vuole anche interrogare se stesso su quale sia il senso dell’ultimo del
nostro esistere. E proprio quando si è sicuro che ogni speranza è spenta,
quando ha davanti solo la tenebra più fitta, come le notti in cui cui remava fino
al centro del lago per scrutarne l’abisso, Albert capisce che c’è ancora una
risposta, c’è uno spiraglio che si apre sul buio.
La
recensione:
Siamo
così sconfinati, insondabilmente ricchi di impressioni vitali, di conoscenza,
di ricordi e di legami. E se ci spezziamo, tutto si dissolve, si allontana e
viene dimenticato.
Certe storie si rivelano tipi
imprevedibili, incomprensibili – mezzi geni, mezzi sentimentali – e non riesco
mai a capire bene cosa aspettarmi da loro. Celebre per Il magico mondo di Sofia, l’autore di questo piccolo libriccino
conosce bene e a fondo i sentimenti che attanagliano il cuore umano e lo
esprime bene, in una manciata di pagine, nozioni filosofiche e spirituali che
sono un monito per quegli individui che spesso ignorano la realtà circostante. In
un viaggio che dura nemmeno il tempo di mettere in ordine i pensieri, Semplicemente perfetto fu quella perla
di nonsenso che suscitò l’immancabile atteso che non è perfetto, come dice il
titolo, ma stupisce nel farci ribollire d’indignazione quando si effettuano o
compiono azioni sbagliate. Ingenuamente si pretende una storia d’amore
sdolcinata e indimenticabile, qualcosa che non ristagni nell’aria stagnante, e
anche se in minima parte fu così, non è cambiato assolutamente niente di ciò
che avevo precedentemente visto. Eppure prepotentemente continua a
raccomandarci di scongiurare in incontri che potrebbero rivelarsi fatali,
mandando in campo uomini migliori come ale piccole di sostentamento. Si , ben o
male l’individuo nel suo essere limitato vince la maggior parte delle partite,
e non si accontenta di vincerle tutte ma anche solo qualcuna.
E così la mia coscienza prese atto di ciò
che esplicò così bene la sua anima, nel momento in cui decisi di imbarcarmi in
un’avventura avvincente e straordinaria come questa che, entità sconosciuta ma
molto bella, ho letto e custodito nel mio cantuccio personale rivisitando una
fetta di personalità, scrutando ampiamente una parte di noi stessi.
Il guardare negli occhi la realtà e trovare
il coraggio di accusarla ponendo così i
nostri più personali pensieri su qualcosa che è un intero atto di ribellione,
un continuo sentirsi inadeguati, inviolati, sconcertati, come una pena da
scontare e non poter bandire dalla nostra memoria o dimenticarla del tutto. Il
trionfo della scrittura cattura il pensiero astratto attraverso forti
sentimenti di rabbia, che tornano e vanno ad accumularsi e a spronarci di
agire, raccolti in mucchi di fogli a cui sono indirizzati a nessuno in
particolare.
Una storia dolce e allo stesso tempo
drammatica, che ha strisciato nel mio cuore ma non stanziato più di un battito,
il cui frastuono e sapore aspro ti induce a prendere consapevolezza di ciò che
ci circonda, interpretare gli ingranaggi della mente umana, andando incontro a
verità quasi incomprensibili e criticabili che l’autore evidenzia col suo tocco
spiccatamente maschile.
In un
colpo solo sorgano infiniti universi, come bolle isolate in un cosidetto
multiverso, ma che la maggior parte di esse sia instabill e condannata a
naufragare perché non ha i valori << giusti >>, i valori perfetti…
Valutazione
d’inchiostro: 3 e mezzo
Thanks for your review 😊 have a lovely week 😊
RispondiEliminaThanks :)
EliminaDi questo autore ho letto "La ragazza delle arance", infatti la trama me lo ricorda un po'.
RispondiEliminaQuesto è stato invece per me il primo approccio, e non mi è dispiaciuto :)
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