Ho abbracciato questa lettura inconsapevole
di ciò che ne avrei ricavato. Perché, cosa ho ricavato? Come riconoscimento,
come ammenda di questa mia ennesima impulsiva azione mi sono ben guardata a
pensare a fondo su ciò che avevo letto, prima di riporre queste poche righe. Come
dicevo, si tratta di qualcosa da cui è sfuggita completamente al mio controllo …
una fattura che è stata lanciata su di me proprio come un lontano eco
estrapolato dal tempo. Non conoscevo Angela Carter, e dopo questa lettura non
credo faticherò a recuperare altro, in cui correrò ogni rischio di essere colta
da qualcosa di più grande di me, qualcosa di eterno e incompiuto quasi
sciorinato nel lungo nodo dell’infinito. Avvolta dalla voce altisonante,
arcana, magica, sospesa nell’attesa come persecutore di un orribile rito
destinato a rivoluzioni da cui bisogna riporre una certa cura e un certo
rispetto. Cogliendo la realtà, ogni cosa ci circonda quasi come fosse camuffato
nell’illusione, la dissimilazione di giocare con la libertà dell’essere poiché essa
stessa è insita nella parodia, nella finzione.
Titolo: Notti al circo
Autore: Angela Carter
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 430
Trama: È una notte londinese del 1899 e il tempo si è fermato. In un camerino dell’Alhambra Music Hall, «capolavoro di squallore squisitamente femminile», l’imberbe giornalista americano Jack Walser sta intervistando la star del momento: Fevvers, seducente trapezista vagabonda, un metro e ottantacinque per ottantotto chili, biondissima e dotata di un bel paio di ali. Una vera e propria leggenda. Scorrono fiumi di champagne e la diva racconta la sua vita rocambolesca: abbandonata in fasce sulla soglia di un bordello a Whitechapel e amorevolmente cresciuta dalla baffuta Lizzie, inizia presto a guadagnarsi da vivere prima come statua vivente di Cupido e poi come attrazione in un freak show. Ma Fevvers vuole volare alto. Il suo destino sono le luci della ribalta, e in poco tempo lei e il suo trapezio conquistano i palchi – e i cuori – di tutta Europa. Inizialmente scettico, Walser finisce per soccombere al fascino incontenibile della Venere cockney. Un po’ già innamorato e un po’ in cerca dello scoop della vita, decide di mollare tutto e si unisce al circo. Insieme alla scalcagnata compagnia circense – capitanata da un colonnello del Kentucky e la sua fidata Sybil, una scrofa intelligentissima in grado di fare lo spelling – in viaggio attraverso la Russia vivrà mille peripezie e incontrerà i personaggi più bizzarri, in un esilarante caleidoscopio in bilico fra realtà e fantasia. Nel 1984, anno della pubblicazione, Notti al circo si è aggiudicato il prestigioso James Tait Black Memorial Prize, il più antico premio letterario inglese. Romanzo più celebre dell’autrice, è una sintesi perfetta della migliore Angela Carter: un concentrato di umorismo pungente, prosa brillante, erotismo, demolizione sistematica dei cliché e un’immaginazione traboccante.
Autore: Angela Carter
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 430
Trama: È una notte londinese del 1899 e il tempo si è fermato. In un camerino dell’Alhambra Music Hall, «capolavoro di squallore squisitamente femminile», l’imberbe giornalista americano Jack Walser sta intervistando la star del momento: Fevvers, seducente trapezista vagabonda, un metro e ottantacinque per ottantotto chili, biondissima e dotata di un bel paio di ali. Una vera e propria leggenda. Scorrono fiumi di champagne e la diva racconta la sua vita rocambolesca: abbandonata in fasce sulla soglia di un bordello a Whitechapel e amorevolmente cresciuta dalla baffuta Lizzie, inizia presto a guadagnarsi da vivere prima come statua vivente di Cupido e poi come attrazione in un freak show. Ma Fevvers vuole volare alto. Il suo destino sono le luci della ribalta, e in poco tempo lei e il suo trapezio conquistano i palchi – e i cuori – di tutta Europa. Inizialmente scettico, Walser finisce per soccombere al fascino incontenibile della Venere cockney. Un po’ già innamorato e un po’ in cerca dello scoop della vita, decide di mollare tutto e si unisce al circo. Insieme alla scalcagnata compagnia circense – capitanata da un colonnello del Kentucky e la sua fidata Sybil, una scrofa intelligentissima in grado di fare lo spelling – in viaggio attraverso la Russia vivrà mille peripezie e incontrerà i personaggi più bizzarri, in un esilarante caleidoscopio in bilico fra realtà e fantasia. Nel 1984, anno della pubblicazione, Notti al circo si è aggiudicato il prestigioso James Tait Black Memorial Prize, il più antico premio letterario inglese. Romanzo più celebre dell’autrice, è una sintesi perfetta della migliore Angela Carter: un concentrato di umorismo pungente, prosa brillante, erotismo, demolizione sistematica dei cliché e un’immaginazione traboccante.
La recensione:
Questo stato d’animo, quasi confusionario
misto a una buona dose di ammaliamento, fascino come una penitenza mi impedì di
fissare un obiettivo razionalmente: venne il momento in cui conobbi un’autrice
del calibro come Angela Carter e questo momento fu sospeso nell’etere, anche se
ho tentato di conoscerla prima nei momenti più propizi. Ma il mio desiderio di
conoscenza, questa fame insaziabile da cui non riesco a guarire sembra essere
cronica al punto da non esserci alcuna cura, alcuna guarigione affinché ogni
cosa restasse come era sempre stata.
Angela Carter però possedeva qualcosa che, nel momento in cui la si conobbe, avrebbe sfasato ogni cosa. Avrebbe scombinato l’equilibrio personale di chiunque, mutando il sapere o le conoscenze di chiunque, qualunque nozione assimilata in passato, ma c’era abbastanza materiale su cui riflettere già solo da un primo approccio, una semplice lettura come quella di Notti al circo, per ordinare e schiarirmi le idee. Dare adito a sentimenti, sensazioni o emozioni cui non riesco a tenere a bada, nemmeno adesso che ripongo queste poche righe. Perché concessore di una libertà straordinariamente realistica, tattile che disposte lungo una strada, sopra umide forme corrose e incomplete dalla vita stessa stimolano la fantasia, alimentano la bellezza suggestiva, attiva, perfetta, ponendosi al mondo esterno quasi rinchiudendosi in piccole conchiglie ma con fremiti di possibilità. Una scintillante trama avrebbe funto da denuncia al conformismo, una continua negazione alla negazione in cui a governare è un mondo apparentemente confusionario ma dotato di una sua struttura. Un corpo solido su cui poggiano e appoggiano varie forme di sopravvivenza, quali desideri di rinascita, di vendetta, di annullarsi nel piacere e nella conquista di contrastare il prossimo
Lettrice curiosa ma dubbiosa, che non sapeva della sua straordinaria glorificazione sulla realtà nella possibilità di perpetuare il ricordo delle donne, checché siano da considerarsi memorabili o meno, quasi non fossero mai vissute e ora perpetuate nel tempo, non sapeva della loro glorificazione, vagando attraverso il luccichio di un sentiero accidentato, irradiata come se avessi un fuoco in me, da cui non ne sarei uscita tanto facilmente e sparire nel nulla. Davanti a uno spettacolo simile penso che, seppur si sia tentato di avviarsi lungo il progresso, alle donne relegate a qualunque tentativo di appartenenza o opportunità di far sentire la loro voce. A volte, nel mentre leggevo di loro, accompagnata dalla voce dolce, quasi educata come un soprano in perfetto accordo con l’immaturità di una vitta apparentemente esarcibata ma tragica in cui il male vero e proprio è la miseria, la sciagura in cui si nuota inconsapevolmente in uno stato intermedio fra innocenza e corruzione. Ed ogni mostruosità rivelata con beffardo e rabbioso ammaliamento. Si trattava dunque di piccole gite nella cittadella dell’anima di figure che erano avvolte in cortine di squallore squisitamente dimesso che intimidisce chiunque si aggiri in queste pagine, dotate di un’anima cui apparentemente sembrano esserne prive, perennemente impegnate alla ricerca del proprio se facilmente riscontrabile solo mediante emozioni. Quasi artifici che hanno fatto di ogni figura presente in queste pagine macchine straordinariamente potenti e lucide, reietti di pazienza mutilata e che si ritrova in chi vive confinato in istituzioni chiuse, sospensioni dell’essere volontario e terribile.
Notti al circo è stata sicuramente una dell’esperienze più straordinarie, ammalianti, indimenticabili che potessi desiderare vivere sulla mia pelle. È infatti quel genere di storia che porterò con me quasi come un talismano segreto, la cui lettura mi ha donato una sferzata di opportunità in cui ho potuto riconoscere ogni entità maligna, qualunque marciume mediante il grande potere della seduzione. E quando tornai alla realtà, alla mia inutilissima vita, raggiunsi un immenso stato di quiete, una pace spirituale in cui ci si agita, si borbotta in attesa di quel bacio rude e sanguinoso che la desterà, dibattendosi dal passato, ansiosi di irrompere nella storia di ognuno di noi.
L’esperienza mi aiuterà a
zittire quella vocina interiore che anima il mio corpo, qualunque situazione
sconveniente che mi mette a disagio. Mi capita spesso di vivere questo tipo di
situazioni in quanto succede quasi sempre con romanzi che finisco poi per
amare; altri invece sanno parlare alla mente ma non arrivano al cuore,
perlomeno non in piena maturazione. Si, da brava lettrice onnivora e attenta
riesco a vivere centinaia di vite mediante la lettura ma a volte ho bisogno di
uno stimolo in più.
Leggendo questo romanzo penso che si debba fare attenzione a considerare un semplice romanzo di narrativa contemporanea, semplice in cui non ci sono disseminati dettagli che possano mostrarti qualcosa. Ma questa è una delle più importanti funzioni dell’essere scrittori, maestri dell’arte delle parole perché in un certo senso ci guidano a scovare e toccare il male. Affrontarlo faccia a faccia, e poi sfruttare questo momento per comprendere chi siamo e come ci comportiamo. Fevess, nonostante il suo essere una ragazza normale ma matura e fin troppo vissuta, divenne quell’amica di carta in cui mi immedesimai moltissimo, vidi di me molto più di quel che credevo, divenendo in assoluto il centro della mia attenzione. Inizialmente accolta con una certa diffidenza, ma poi divenuta quella figura che vaga alla ricerca di questa nuova figura, questa nuova ala protettrice, che la indurranno ad andare lontano a cercarlo. Persa e poi ritrovata, fin quando non diverrà lei la stessa guida a scovare quella luce tanto agognata quanto scovata.
Nonostante gli sforzi di apparire un romanzo di appendice, questo è un tentativo ben riuscito di parlare di identità, di libertà, di donne rinchiuse in gabbie solide e possenti da cui è impossibile fuggire e in cui, l’esperienza quasi diretta ma palpabile in cui ogni cosa, qualunque certezza sembra dissolversi, è parte di un tutto che ci circonda e ci ricorda come la vita sia imprevedibile, che quello che in un momento potrebbe apparirci terribile in un secondo diviene straordinario. Non si cammina bene, finchè non trovi quella giusta strada che ti porti in quella direzione.
Un puzzle che non si mostra insoddisfacente, ma tutt’altro affascinante, magnetico, curioso, grazioso per il suo bel modo di porsi. Misterioso, talvolta criptico e confusionario, ma delizioso nel saper avvicinarsi al cuore del lettore, massima letteraria fortemente sentita e ben studiata, sorretto da una certa conoscenza che sorge lentamente, quasi come un taglio netto, con la consapevolezza di una volontà propria.
Le parole erano state messe su abbastanza bene, il << mondo >> descritto, la sua intelligenza, la natura vastamente enigmatica, mettono su un teatro di azioni ben studiate, ben ponderate, il cui ritmo non proprio incalzante ma avido, ti induce a non tirarti indietro ma ponderare l’anima di questa piccola creatura di carta che mi ha emozionata, esaltata proiettata nel bel mezzo di una vita travagliata, ricca di sfarzo e ricchezza.
La mia visione nei riguardi della Carter è stata dunque molto lontana da quella di altri lettori in quanto la sua lettura mi ha fatto prendere consapevolezza che questo primo nostro incontro è degno di nota. Il segreto sta in quel pizzico di temerarietà di saper scostare il velo dell’apparenza e guardare oltre. Non lasciandosi irretire da niente e nessuno, quasi allinearsi con altri pianeti che sono nettamente distanti.
Alcune domande non hanno avuto una risposta, ma la sua voce fu quel grido altisonante le cui parole mi incastrarono al punto di stimolarmi, ridare equilibrio a ciò che effettivamente non ne aveva, e saggezza verso una strada che sembra assurda e inconcludente.
Ho potuto riconoscere come ognuno di questi personaggi sia legato fra loro, come essi indossino continuamente una maschera, poiché frammenti di una stessa anima, responsabili di ogni peccato subito. Assuefatta dalla linfa vitale di questa storia, accecata dall'aura luminosa dei protagonisti. Così emozionata, che si insinuò nel mio cuore come piccole crepe.
Dotato di una struttura che apparentemente sembra non esserci ma velata da una narrazione che non è scorrevole come un flusso di coscienza quasi scandita come un racconto, avvolto e costellato in piccoli dettagli che poi convergono in un unico bellissimo quadro, Notti al circo è scevro da qualunque sensazione avvertita in precedenza, tanta solidarietà e senso di conforto, in una trama studiata per benino, che è un oscura esaltazione del passato, nella frenetica confusione di vicende che non hanno ancora una vera e propria natura.
Una tela dalla luce apparentemente fievole, che prende vita in un soffio e che divora da dentro per come pensavo. Un vertiginoso labirinto che mi ha resa impossibilitata nel contenere la mia felicità per la sua lettura.
Angela Carter però possedeva qualcosa che, nel momento in cui la si conobbe, avrebbe sfasato ogni cosa. Avrebbe scombinato l’equilibrio personale di chiunque, mutando il sapere o le conoscenze di chiunque, qualunque nozione assimilata in passato, ma c’era abbastanza materiale su cui riflettere già solo da un primo approccio, una semplice lettura come quella di Notti al circo, per ordinare e schiarirmi le idee. Dare adito a sentimenti, sensazioni o emozioni cui non riesco a tenere a bada, nemmeno adesso che ripongo queste poche righe. Perché concessore di una libertà straordinariamente realistica, tattile che disposte lungo una strada, sopra umide forme corrose e incomplete dalla vita stessa stimolano la fantasia, alimentano la bellezza suggestiva, attiva, perfetta, ponendosi al mondo esterno quasi rinchiudendosi in piccole conchiglie ma con fremiti di possibilità. Una scintillante trama avrebbe funto da denuncia al conformismo, una continua negazione alla negazione in cui a governare è un mondo apparentemente confusionario ma dotato di una sua struttura. Un corpo solido su cui poggiano e appoggiano varie forme di sopravvivenza, quali desideri di rinascita, di vendetta, di annullarsi nel piacere e nella conquista di contrastare il prossimo
Lettrice curiosa ma dubbiosa, che non sapeva della sua straordinaria glorificazione sulla realtà nella possibilità di perpetuare il ricordo delle donne, checché siano da considerarsi memorabili o meno, quasi non fossero mai vissute e ora perpetuate nel tempo, non sapeva della loro glorificazione, vagando attraverso il luccichio di un sentiero accidentato, irradiata come se avessi un fuoco in me, da cui non ne sarei uscita tanto facilmente e sparire nel nulla. Davanti a uno spettacolo simile penso che, seppur si sia tentato di avviarsi lungo il progresso, alle donne relegate a qualunque tentativo di appartenenza o opportunità di far sentire la loro voce. A volte, nel mentre leggevo di loro, accompagnata dalla voce dolce, quasi educata come un soprano in perfetto accordo con l’immaturità di una vitta apparentemente esarcibata ma tragica in cui il male vero e proprio è la miseria, la sciagura in cui si nuota inconsapevolmente in uno stato intermedio fra innocenza e corruzione. Ed ogni mostruosità rivelata con beffardo e rabbioso ammaliamento. Si trattava dunque di piccole gite nella cittadella dell’anima di figure che erano avvolte in cortine di squallore squisitamente dimesso che intimidisce chiunque si aggiri in queste pagine, dotate di un’anima cui apparentemente sembrano esserne prive, perennemente impegnate alla ricerca del proprio se facilmente riscontrabile solo mediante emozioni. Quasi artifici che hanno fatto di ogni figura presente in queste pagine macchine straordinariamente potenti e lucide, reietti di pazienza mutilata e che si ritrova in chi vive confinato in istituzioni chiuse, sospensioni dell’essere volontario e terribile.
Notti al circo è stata sicuramente una dell’esperienze più straordinarie, ammalianti, indimenticabili che potessi desiderare vivere sulla mia pelle. È infatti quel genere di storia che porterò con me quasi come un talismano segreto, la cui lettura mi ha donato una sferzata di opportunità in cui ho potuto riconoscere ogni entità maligna, qualunque marciume mediante il grande potere della seduzione. E quando tornai alla realtà, alla mia inutilissima vita, raggiunsi un immenso stato di quiete, una pace spirituale in cui ci si agita, si borbotta in attesa di quel bacio rude e sanguinoso che la desterà, dibattendosi dal passato, ansiosi di irrompere nella storia di ognuno di noi.
Leggendo questo romanzo penso che si debba fare attenzione a considerare un semplice romanzo di narrativa contemporanea, semplice in cui non ci sono disseminati dettagli che possano mostrarti qualcosa. Ma questa è una delle più importanti funzioni dell’essere scrittori, maestri dell’arte delle parole perché in un certo senso ci guidano a scovare e toccare il male. Affrontarlo faccia a faccia, e poi sfruttare questo momento per comprendere chi siamo e come ci comportiamo. Fevess, nonostante il suo essere una ragazza normale ma matura e fin troppo vissuta, divenne quell’amica di carta in cui mi immedesimai moltissimo, vidi di me molto più di quel che credevo, divenendo in assoluto il centro della mia attenzione. Inizialmente accolta con una certa diffidenza, ma poi divenuta quella figura che vaga alla ricerca di questa nuova figura, questa nuova ala protettrice, che la indurranno ad andare lontano a cercarlo. Persa e poi ritrovata, fin quando non diverrà lei la stessa guida a scovare quella luce tanto agognata quanto scovata.
Nonostante gli sforzi di apparire un romanzo di appendice, questo è un tentativo ben riuscito di parlare di identità, di libertà, di donne rinchiuse in gabbie solide e possenti da cui è impossibile fuggire e in cui, l’esperienza quasi diretta ma palpabile in cui ogni cosa, qualunque certezza sembra dissolversi, è parte di un tutto che ci circonda e ci ricorda come la vita sia imprevedibile, che quello che in un momento potrebbe apparirci terribile in un secondo diviene straordinario. Non si cammina bene, finchè non trovi quella giusta strada che ti porti in quella direzione.
Un puzzle che non si mostra insoddisfacente, ma tutt’altro affascinante, magnetico, curioso, grazioso per il suo bel modo di porsi. Misterioso, talvolta criptico e confusionario, ma delizioso nel saper avvicinarsi al cuore del lettore, massima letteraria fortemente sentita e ben studiata, sorretto da una certa conoscenza che sorge lentamente, quasi come un taglio netto, con la consapevolezza di una volontà propria.
Le parole erano state messe su abbastanza bene, il << mondo >> descritto, la sua intelligenza, la natura vastamente enigmatica, mettono su un teatro di azioni ben studiate, ben ponderate, il cui ritmo non proprio incalzante ma avido, ti induce a non tirarti indietro ma ponderare l’anima di questa piccola creatura di carta che mi ha emozionata, esaltata proiettata nel bel mezzo di una vita travagliata, ricca di sfarzo e ricchezza.
La mia visione nei riguardi della Carter è stata dunque molto lontana da quella di altri lettori in quanto la sua lettura mi ha fatto prendere consapevolezza che questo primo nostro incontro è degno di nota. Il segreto sta in quel pizzico di temerarietà di saper scostare il velo dell’apparenza e guardare oltre. Non lasciandosi irretire da niente e nessuno, quasi allinearsi con altri pianeti che sono nettamente distanti.
Alcune domande non hanno avuto una risposta, ma la sua voce fu quel grido altisonante le cui parole mi incastrarono al punto di stimolarmi, ridare equilibrio a ciò che effettivamente non ne aveva, e saggezza verso una strada che sembra assurda e inconcludente.
Ho potuto riconoscere come ognuno di questi personaggi sia legato fra loro, come essi indossino continuamente una maschera, poiché frammenti di una stessa anima, responsabili di ogni peccato subito. Assuefatta dalla linfa vitale di questa storia, accecata dall'aura luminosa dei protagonisti. Così emozionata, che si insinuò nel mio cuore come piccole crepe.
Dotato di una struttura che apparentemente sembra non esserci ma velata da una narrazione che non è scorrevole come un flusso di coscienza quasi scandita come un racconto, avvolto e costellato in piccoli dettagli che poi convergono in un unico bellissimo quadro, Notti al circo è scevro da qualunque sensazione avvertita in precedenza, tanta solidarietà e senso di conforto, in una trama studiata per benino, che è un oscura esaltazione del passato, nella frenetica confusione di vicende che non hanno ancora una vera e propria natura.
Una tela dalla luce apparentemente fievole, che prende vita in un soffio e che divora da dentro per come pensavo. Un vertiginoso labirinto che mi ha resa impossibilitata nel contenere la mia felicità per la sua lettura.
Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo
Mm.. Non fa per me, grazie per la recensione
RispondiEliminaA te 🤗🤗
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