sabato, febbraio 04, 2017

Gocce d'inchiostro: Alice nel paese delle meraviglie - Lewis Carroll

Leggere. Il piacere di una vita. Artificio di sensazioni for
ti e insopprimibili, in cui la bellezza di ciò che è percepito confluisce nell'anima attraverso una via, l'immaginazione. L'illusoria presenza di una realtà simile alla nostra, che ci impedisce di vedere ciò che oggettivamente non è possibile vedere.
Leggere poi è sempre stato considerato da me come una sorta di crescita spirituale, come se l'atto dell'esplorare mondi di infinita bellezza contribuisse a elevare l'anima. Anche con Alice nel paese delle meraviglie ho potuto constatare tutto questo, e penso che anch'io, se mi fossi trovata nei panni della piccola Alice, certamente non avrei impedito alla mia coscienza di di elevarsi sul reale, infrangendo le solide barriere della banalità o del nulla.
E adesso? Beh, adesso, in questo tranquillo pomeriggio d'inizio febbraio, mi sono chiesta se la compagnia di Alice sia stata o meno ideale, pur di scoprire qualcosa che ancora ignoravo impunemente. La vecchia emozione dell'andare nel Paese delle meraviglie aveva risuonato nitidamente come il rintocco cristallino di una campana. Ogni personaggio, luogo, frase letta erano storie che andavano alla ricerca di altre storie. E, affidarmi alle cure del premuroso Carroll, a cui mi sono dedicata per il resto del tempo con un certo interesse, mi ha permesso di cogliere pulite e semplici lezioncine morali, consigli e pensieri di una generazione immaginaria attinente a quella del secolo ambientato.
Titolo: Alice nel paese delle meraviglie
Autore: Lewis Carroll
Prezzo: 10 €
Casa editrice: Oscar Mondadori
N° di pagine: 117
Trama: Alice è una bambina curiosa e vivace, ed è difficile per lei prestare attenzione alla sorella Anna mentre le legge il libro di storia in giardino. La lezione è noiosissima e la piccola sente le palpebre diventare sempre più pesanti. A un tratto si sveglia in un mondo incantato dove tutto può accadere: è il paese delle meraviglie! Inseguendo un buffo coniglio bianco che continua a scomparire, Alice inizia un viaggio magico pieno di avventure e peripezie.
La recensione:

Quando leggevo le favole, mi immaginavo che quel tipo di cose non succedesse mai, e ora eccomi nel bel mezzo di una favola! Dovrebbero scrivere un libro su di me, ecco cosa dovrebbero fare! E quando diventerò grande ne scriverò uno…

In un certo senso anch'io sono stata <<segnata>> come molti altri lettori. La storia della piccola Alice, di cui ogni lettore ricorda o accoglie nel proprio cantuccio personale come un oggetto perduto e poi ritrovato, non è esattamente una favola per bambini infantile ed estratta; non è un opera, tanto per usare un eufemismo. E' la storia di ognuno di noi. La mia. La vostra. E il bisogno di prenderne atto mi lega alla piccola cerchia di quei lettori che considerano il romanzo di Carroll come un classico della letteratura dell'infanzia, che con ogni probabilità considero tale anch'io, ma con cui, nei primi giorni del mese di febbraio, mi ritrovai in una insolita intimità. Presto mi accorsi che la vera ragione del mio essere lì, nel Paese delle meraviglie, era proprio quella di seguire Alice in questa splendida avventura.
E quello dell'avventura è proprio il tema del romanzo. A ruota libera, senza remore o incertezze, in cui ogni personaggio dice la sua, a volte con una tazza di tè in mano, a volte con una schiera di piccole ostriche, come quando la parola passò all'irascibile brucaliffo. Con una schiera di figure eccentriche, bizzarre la cui anima sgargiante sfavilla ai bordi di questa storia, che raggireranno la piccola Alice, come ostacolo alla sua <<volontà di agire>>.
In un periodo non molto dissimile da questo, con il cielo terso che sembrava voler trasmettere un senso di pace interiore e un sole spaventoso che si spandeva in una ghirlanda di rame liquido, la storia di Alice mi sorprese repentinamente con le sue continue divagazioni filosofiche. La concezione del mondo come luogo abitato da una specie individuale che costituisce una grande famiglia, e che conta di andare a predominare sul prossimo mediante istituzioni, norme di cui io non conoscevo nemmeno l'esistenza.
Sulla soglia dell'età adulta, ho letto di loro con una certa curiosità e con uno stato d'animo simile all'eccitazione come non mi capitava da tempo; non qualcosa di insolito, ma di sacro e misterioso; qualcosa che incute rispetto dinanzi al quale ho camminato in punta di piedi, parlato sottovoce. Ricordavo chiaramente ogni cosa: il Cappellaio Matto; la Lepre Marzolina; la Regina di Cuori, una schiera di carte da gioco che bisbigliavano concisamente o dipingevano rose bianche. La mia anima assisteva meravigliata a tutto questo. Quello era il paese dei matti. E la pazzia esisteva; era relativa.
In pomeriggi vissuti con passione spaparanzata sulla mia poltrona preferita e attorniata dai mie cari e amati libri, che inondavano la stanza luminosa con un odore denso e particolare - in cui si possono trovare opere in cui gli autori elevano la loro immaginazione con maggior libertà, anche a costo di sfiorare il ridicolo e sguazzarci apertamente, Alice nel paese delle meraviglie è stata la rappresentazione scenica di una sfilza di oggetti e situazioni simboliche. Una successione di luoghi e figure che condurranno la piccola Alice alla maturazione, prototipo perfetto della ragazzina semplice e a modo, ingenua, istruita, bigotta, svagata e suscettibile che, fra le pagine di una disavventura dalle diverse tonalità, imparerà a soffocare le emozioni che incorrono nella crudeltà di un mondo ostico e le sue convenzioni.
Opera che affronta molte questioni relative alla società del secolo, nonché richiamo costante alla libertà repressa, alla crescita all'età adulta, agli affetti. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui compresero, all'epoca, o, inclinazione adatta a rievocare emozioni represse. Gioia, felicità, spensieratezza.
Ideale per trascorrere qualche giorno in piacevole compagnia, un romanzo indimenticabile che racchiude al suo interno un'infinità di significati. Monito verso coloro che continuano a costruirsi delle solite barriere attorno, ricostruzione perfetta di un mondo che è un vaso di Pandora che, una volta scoperchiato, libera un'infinità di pregiudizi che, se abbattuti, permettono di capire cosa e chi ci circonda.

- Ma io non voglio andare tra i matti.
- Ma qui non se ne può fare a meno, siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.
- Come fai a sapere che sono matta?
- Devi esserlo per forza, altrimenti non saresti venuta qui.

Valutazione d'inchiostro: 4

10 commenti:

  1. Credo sarà tra le mie prossime letture, specialmente dopo questa recensione! :)
    Ciao Gresi! :*

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  2. Ciao Gresi,
    confesso di non aver mai letto Alice sebbene conosca benissimo la sua storia. Questa potrebbe essere una bella lettura da affrontare, grazie per avermela ricordata

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  3. Ciao Gresi, magnifica recensione come sempre! Io non ho mai letto Alice, ma devo dire che anche quando mi è capitato di vedere il cartone della Disney non sono mai riuscita a seguirlo fino alla fine perché mi distraevo spesso. Ora non so se era proprio disinteresse per la storia o il cartone che non riusciva a incuriosirmi. L'unico modo per saperlo, mi sa, è leggere il libro!
    Buona domenica!

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  4. Beh, devo dire che io sono rimasta più colpita da cartone e film, però nascono entrambi dal libro quindi tanto di cappello a carroll

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  5. Ciao Gresi, come sempre le tue recensioni mi fanno perdere nei meandri delle tue storie! Bellissima!
    Purtroppo questo, per quanto lo conosca bene, non l'ho ancora letto e non ho quasi alcuna intenzione di farlo!! è una storia che non mi ispira!!!:(

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    1. Ciao, Nik! Forse arriverà più avanti il suo momento 😊 Grazie mille 😊😊

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