martedì, gennaio 23, 2018

Gocce d'inchiostro: Emmaus - Alessandro Baricco

Mi capita ogni tanto di leggere romanzi brevi di Alessandro Baricco, così come mi capita di dovermi spostare repentinamente da un posto all'altro. In quel momento ci sono io, la mia anima, pronta ad imbarcarsi in una nuova avventura.
Emmaus non si può considerare memorabile, ne altrettanto bello come Oceano mare o Castelli di rabbia. Trattandosi di una novella alquanto breve, quasi un monologo di crescita interiore, leggerlo brevemente è stato divertente. Coinvolgente e appassionante come del resto sono per me tutti i romanzi di questo autore.

Titolo: Emmaus
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 8 €
N° di pagine: 139
Trama: Parabola di vita, romanzo di formazione, Emmaus segue il percorso di quattro giovani uomini alla scoperta del mondo e di loro stessi, delle loro potenzialità positive e negative, dei labili confini tra perdizione e salvezza. Sullo sfondo gli adulti, i genitori, rimangono figure evanescenti. Solo a tratti escono dal loro torpore per cercare un contatto con i figli, con imbarazzo e quasi con timore.

La recensione:

Il mondo ha, per noi, confini fisici molto immediati e confini mentali fissi come una liturgia. E quello è il nostro infinito.

Ho guardato il palcoscenico che è stato messo su, in queste poche ma salienti righe, trattenendo il fiato, curiosa di sapere cosa sarebbe successo. Nel silenzio generale sono rimasta incantata, come del resto lo fu lo stesso autore nel lasso di tempo che lo vide impegnato nella stesura, osservando immobile gli oggetti che si muovevano invisibili nel vuoto, come per prendersi una pausa o porre una riflessione molto importante sul senso della vita. Mi ero trovata in un mondo senza cautele in cui l'umana avventura non correva a ridosso della normalità. Lentamente mi ero sorpresa a vedere divampare una fiamma nel palmo della mia mano destra. Qualunque spettatore avrebbe emesso un suono che non era né uno strillo né un sospiro. Ho visto la punta di questa piccola fiammella bruciare, e crescere a dismisura. Sembrava quasi di sentire lo sfrigolio che produceva. Un uomo comune, un poeta che cerca di interpretare la vita mediante parole che se non utilizzate bene potrebbero ingolfarsi e danneggiarsi, aveva scritto una storia che è resistita alle soglie del tempo con tutte le sue concezioni filosofiche e veritiere, squarci di una vita comune in cui chiunque potrebbe rispecchiarsi. Che meraviglia!
Aprendo con curiosità le pagine che compongono Emmaus penso che la decisione di leggere questo racconto, come pure la soggezione provata da chi non comprende il mio amore per i romanzi, non mi tormentarono nemmeno una volta quanto la ferrea decisione presa questo pomeriggio di fine gennaio e tutto ciò che ne conseguì. Escogitando sistemi sottili di follia, infilando in ogni dettaglio dei suoi romanzi perle riguardanti la mia vita, che inaspettatamente si intrecciarono alla sua, come una matassa da sbrigliare per il resto della vita. Naturalmente sapevo che Emmaus, così come Senza sangue, sarebbe stato così piccolo ma essenziale da sprigionare una melodia che è arrivata dritto dritto al mio cuore, condotta in un luogo imprecisato, nei cuori di personaggi silenziosi, solitari, esperti conoscitori di una vita che gli appartiene, scolpiti come una macchia nera su una tela bianca.
Un linguaggio forbito e a cavallo fra due generazioni, soave, a tratti lento a tratti monotono che come una dolce litania mi ha tuttavia invaso con la sua inspiegabile essenza, ed io, assieme a Santo, Luca, Andrè, Bob sono andata e tornata, girando su me stessa, puntando dritto verso una meta sconosciuta.
                      Valutazione d'inchiostro: 3 

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