Sono appena ritornata da un viaggio davvero
straordinario, qui nella mia camera. Per calmare la mia impazienza ripongo
queste poche pagine, fra le vecchie mura della mia casa, nella pace del
pomeriggio. Una calma che mi ha confortata, che mi ha permesso di sentire e
vedere ogni cosa, prima di correre fra vie tortuose e incolte e ritrovarmi
finalmente tra le braccia dei personaggi di Collins.
Titolo: La donna in bianco
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 508
Trama: Quale terribile segreto nasconde la misteriosa
figura femminile che si aggira per le buie strade di Londra? Questo è solo il
primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di
identità che compongono la trama de "La donna in bianco".
La
recensione:
Le
parole, quando ci fanno torto, hanno la forza di un gigante, quando dovrebbero
renderci un servigio, hanno la debolezza di un nano.
La
grande disgrazia che pervade queste pagine è che non ho mai dedicato del tempo
a Wilkie Collins. Perché - mi domando sempre - perché tormentare senza posa il
mio spirito? Perché non trovare risposta a gesti così sconsiderati, non tenendo
conto del giudizio ne di amici ne di parenti? Che cosa mi ha indotta dunque a
fiondarmici fra le sue pagine? Me lo chiedo io stessa, lo chiedo alla mia
anima, al mio ragazzo, ai miei amati libri, me lo sono chiesta almeno cinquanta
volte al giorno da quando ne ho terminato la lettura. Eppure non riesco ancora
a trovare una risposta … Davvero straordinario!
L'unica
seccatura, se si vuol esagerare, è quella di esser stata inaspettatamente
chiamata a rispondere alla chiamata di questo giovane autore inglese. Un uomo
con un discreto numero di romanzi, che fra le sue opere più celeberrime La
donna in bianco è un altro tassello che compone la sua produzione. E da questa
constatazione ne rispondo che certe relative situazioni relativi a una giovane
donna vestita di bianco hanno coinvolto la mia esperienza diretta e che io,
assieme all'artista Walter Hartright, Marian Halcombe, Lady Glyde e tanti
altri, sono la persona più adatta a darne testimonianza. Sono stata davvero stupida
e incosciente a non aver adempiuto prima a questo mio dovere; mi sono pentita
di non aver letto tutto ciò prima..
Ricordarmi
i fatti, estrapolare situazioni o eventi davvero salienti tuttavia non è stato
per niente difficile. Perciò adesso mi premuro a scrivere tutto ciò che posso,
quanto ricordo o ho visto, con la speranza di non combinare un enorme
pasticcio.
Una
giovane snella, avvenente si era presentata a me. Tutto era cominciato verso la
fine di una settimana accesa, laboriosa, frenetica, e, come di consueto ero
adagiata sulla mia poltrona preferita, circondata dai molti e svariati autori
che abbelliscono gli scaffali strapieni della mia libreria, con lo scopo di
donare conforto o solidarietà a questa povera sventurata donna.
Tutto
ciò che avevo bisogno era soltanto avere una bella distrazione, in quanto ne
avevo davvero bisogno. E quindi fu assai logico constatare come, a lettura
terminata, mi sarebbe piaciuto vivere nel mondo descritto da Collins. Un mondo
rinchiuso in un sortilegio di ricordi che minacciano di svanire nella nebbia
del tempo, nel quale esiste una specie di morale artistica che proibisce di
sfruttare le idee altrui a proprio vantaggio, e nel quale i "malvagi"
che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno visto prosciugato di colpo il
loro ipotetico talento, condannandoli a guadagnarsi da vivere all'ingrata
maniera degli uomini comuni.
Il
tempo scorre ininterrottamente. Il silenzio mi fasciava come una notte buia.
Accecata da una luce ultraterrena che ha la parvenza di qualcosa di buono, mi
sono inerpicata giù per ripide colline, finché il mio spirito si congiunse a
quello dei personaggi. La storia che si portò dentro Collins, infatti, ha avuto
la degna conclusione che da tempo speravo, in quanto alleanza di sforzo e
illusione.
Un
opera meravigliosamente indimenticabile che ha macchiato la mia anima
irrimediabilmente e irrecuperabilmente, in una traversata solitaria di parole
labirintiche in cui battersi per la parola scritta è una concezione idealista a
cui si aggrappano i personaggi collinsiani, pur di scoprire chi e cosa sono
veramente, recuperando la memoria e lo spirito di marionette di carta e
inchiostro che perpetuano nella memoria. La scrittura, linfa vitale di questa
storia nonché elemento primordiale, testimonianza che possiede un'importanza
tutta sua. Una favola dai toni gotici e dark in cui ci viene lanciato un
messaggio devastante riguardante l'entità di una donna comune, in un caos
fantasmagorico di un giro di vite che sono state rubate, sottratte, fra anime
dannate e peccaminose il cui spirito è simile a quello degli altri.
Avvolta
da un sudario di ansie, paure e perplessità, mi sono lasciata trascinare da
Laura, la signora Marian, sedurre dal conte Percival o confortata dai modi
gentile del barone Fosco, attraverso i corridoi bui della loro anima. Nel mio
stato, non ero del tutto cosciente di quello che stava accadendo. Il mondo
aveva acquistato una struttura irreale, le cose che un tempo avevano un
significato adesso lo avevano completamente perso, tutto era allo stesso tempo
famigliare e riconoscibile.
Accarezzare,
carpire o scrutare l'anima di questa storia è stato un balsamo contro gli
effetti collaterali della realtà. La donna in bianco, così come tanti altri
romanzi in precedenza, mi ha inondato di un ubriacante felicità, di un accesso
di entusiasmo che è nato dalla certezza che niente di ciò che mi circondava era
reale, e la scrittura in questo caso è stata massima di vita. Condotta in una
specie di tunnel oscuro, misterioso, ottenebrante, all'interno del quale mi è
stato impossibile non rimanerne incantata e che, mentre lo si legge, devasta da
dentro. Il senso di redenzione tanto agognato quanto sperato, in un epoca in
cui la miseria va a braccetto con la ricchezza e la diversità sociale. Un
romanzo che è sempre stato lì ad aspettarmi, a chiamarmi con eccessivo
entusiasmo, e con il quale ho disgraziatamente voltato le spalle nel lasso di
tempo che era entrato nel circolo dei romanzi ancora da leggere.
Una
storia che altri non è che la vera testimonianza di fatti realmente accaduti, e
in cui noi mortali arriviamo a conoscere il nostro vero destino; semplicemente
ne veniamo investiti. Un tentativo per scovare la verità, fuggendo da se
stessi. Un opera che ho accolto con un certo entusiasmo e che, medesimamente,
ho slegato diligentemente i fili di una matassa contorta e quasi inestricabile,
che mi ha resa prigioniera di marionette macchiate da crimini e omicidi
violenti, esemplari della razza umana che hanno già provato tutto ciò che c'è da
provare. .
Valutazione
d'inchiostro: 5
Fantastica recensione! Non mi sono mai soffermata più di tanto su "La donna in bianco", passavo oltre non so per quale motivo, ma dopo aver letto il tuo pensiero mi è venuta voglia di leggerlo :)
RispondiEliminaGrazie, Katia!! Te lo consiglio vivamente. A me è piaciuto molto ☺☺
EliminaQuesto autore me l'hanno consigliato e vedendo il tuo punteggio pieno Gresi devo dire che mi sono incuriosita ancora di più
RispondiEliminaSe ti capita leggilo, Susy! È davvero bello ☺☺
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