lunedì, gennaio 22, 2018

Gocce d'inchiostro: La donna in bianco - Wilkie Collins

Sono appena ritornata da un viaggio davvero straordinario, qui nella mia camera. Per calmare la mia impazienza ripongo queste poche pagine, fra le vecchie mura della mia casa, nella pace del pomeriggio. Una calma che mi ha confortata, che mi ha permesso di sentire e vedere ogni cosa, prima di correre fra vie tortuose e incolte e ritrovarmi finalmente tra le braccia dei personaggi di Collins.

Titolo: La donna in bianco
Autore: Wilkie Collins
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 508
Trama: Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama de "La donna in bianco".








La recensione:

Le parole, quando ci fanno torto, hanno la forza di un gigante, quando dovrebbero renderci un servigio, hanno la debolezza di un nano.

La grande disgrazia che pervade queste pagine è che non ho mai dedicato del tempo a Wilkie Collins. Perché - mi domando sempre - perché tormentare senza posa il mio spirito? Perché non trovare risposta a gesti così sconsiderati, non tenendo conto del giudizio ne di amici ne di parenti? Che cosa mi ha indotta dunque a fiondarmici fra le sue pagine? Me lo chiedo io stessa, lo chiedo alla mia anima, al mio ragazzo, ai miei amati libri, me lo sono chiesta almeno cinquanta volte al giorno da quando ne ho terminato la lettura. Eppure non riesco ancora a trovare una risposta … Davvero straordinario!
L'unica seccatura, se si vuol esagerare, è quella di esser stata inaspettatamente chiamata a rispondere alla chiamata di questo giovane autore inglese. Un uomo con un discreto numero di romanzi, che fra le sue opere più celeberrime La donna in bianco è un altro tassello che compone la sua produzione. E da questa constatazione ne rispondo che certe relative situazioni relativi a una giovane donna vestita di bianco hanno coinvolto la mia esperienza diretta e che io, assieme all'artista Walter Hartright, Marian Halcombe, Lady Glyde e tanti altri, sono la persona più adatta a darne testimonianza. Sono stata davvero stupida e incosciente a non aver adempiuto prima a questo mio dovere; mi sono pentita di non aver letto tutto ciò prima..
Ricordarmi i fatti, estrapolare situazioni o eventi davvero salienti tuttavia non è stato per niente difficile. Perciò adesso mi premuro a scrivere tutto ciò che posso, quanto ricordo o ho visto, con la speranza di non combinare un enorme pasticcio.
Una giovane snella, avvenente si era presentata a me. Tutto era cominciato verso la fine di una settimana accesa, laboriosa, frenetica, e, come di consueto ero adagiata sulla mia poltrona preferita, circondata dai molti e svariati autori che abbelliscono gli scaffali strapieni della mia libreria, con lo scopo di donare conforto o solidarietà a questa povera sventurata donna.
Tutto ciò che avevo bisogno era soltanto avere una bella distrazione, in quanto ne avevo davvero bisogno. E quindi fu assai logico constatare come, a lettura terminata, mi sarebbe piaciuto vivere nel mondo descritto da Collins. Un mondo rinchiuso in un sortilegio di ricordi che minacciano di svanire nella nebbia del tempo, nel quale esiste una specie di morale artistica che proibisce di sfruttare le idee altrui a proprio vantaggio, e nel quale i "malvagi" che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno visto prosciugato di colpo il loro ipotetico talento, condannandoli a guadagnarsi da vivere all'ingrata maniera degli uomini comuni.
Il tempo scorre ininterrottamente. Il silenzio mi fasciava come una notte buia. Accecata da una luce ultraterrena che ha la parvenza di qualcosa di buono, mi sono inerpicata giù per ripide colline, finché il mio spirito si congiunse a quello dei personaggi. La storia che si portò dentro Collins, infatti, ha avuto la degna conclusione che da tempo speravo, in quanto alleanza di sforzo e illusione.
Un opera meravigliosamente indimenticabile che ha macchiato la mia anima irrimediabilmente e irrecuperabilmente, in una traversata solitaria di parole labirintiche in cui battersi per la parola scritta è una concezione idealista a cui si aggrappano i personaggi collinsiani, pur di scoprire chi e cosa sono veramente, recuperando la memoria e lo spirito di marionette di carta e inchiostro che perpetuano nella memoria. La scrittura, linfa vitale di questa storia nonché elemento primordiale, testimonianza che possiede un'importanza tutta sua. Una favola dai toni gotici e dark in cui ci viene lanciato un messaggio devastante riguardante l'entità di una donna comune, in un caos fantasmagorico di un giro di vite che sono state rubate, sottratte, fra anime dannate e peccaminose il cui spirito è simile a quello degli altri.
Avvolta da un sudario di ansie, paure e perplessità, mi sono lasciata trascinare da Laura, la signora Marian, sedurre dal conte Percival o confortata dai modi gentile del barone Fosco, attraverso i corridoi bui della loro anima. Nel mio stato, non ero del tutto cosciente di quello che stava accadendo. Il mondo aveva acquistato una struttura irreale, le cose che un tempo avevano un significato adesso lo avevano completamente perso, tutto era allo stesso tempo famigliare e riconoscibile.
Accarezzare, carpire o scrutare l'anima di questa storia è stato un balsamo contro gli effetti collaterali della realtà. La donna in bianco, così come tanti altri romanzi in precedenza, mi ha inondato di un ubriacante felicità, di un accesso di entusiasmo che è nato dalla certezza che niente di ciò che mi circondava era reale, e la scrittura in questo caso è stata massima di vita. Condotta in una specie di tunnel oscuro, misterioso, ottenebrante, all'interno del quale mi è stato impossibile non rimanerne incantata e che, mentre lo si legge, devasta da dentro. Il senso di redenzione tanto agognato quanto sperato, in un epoca in cui la miseria va a braccetto con la ricchezza e la diversità sociale. Un romanzo che è sempre stato lì ad aspettarmi, a chiamarmi con eccessivo entusiasmo, e con il quale ho disgraziatamente voltato le spalle nel lasso di tempo che era entrato nel circolo dei romanzi ancora da leggere.
Una storia che altri non è che la vera testimonianza di fatti realmente accaduti, e in cui noi mortali arriviamo a conoscere il nostro vero destino; semplicemente ne veniamo investiti. Un tentativo per scovare la verità, fuggendo da se stessi. Un opera che ho accolto con un certo entusiasmo e che, medesimamente, ho slegato diligentemente i fili di una matassa contorta e quasi inestricabile, che mi ha resa prigioniera di marionette macchiate da crimini e omicidi violenti, esemplari della razza umana che hanno già provato tutto ciò che c'è da provare.     .
Valutazione d'inchiostro: 5

4 commenti:

  1. Fantastica recensione! Non mi sono mai soffermata più di tanto su "La donna in bianco", passavo oltre non so per quale motivo, ma dopo aver letto il tuo pensiero mi è venuta voglia di leggerlo :)

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    1. Grazie, Katia!! Te lo consiglio vivamente. A me è piaciuto molto ☺☺

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  2. Questo autore me l'hanno consigliato e vedendo il tuo punteggio pieno Gresi devo dire che mi sono incuriosita ancora di più

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