sabato, agosto 10, 2019

Gocce d'inchiostro: Il nostro giorno - David Levithan

E così sarebbero continuate le vicende di A e Rhiannon se non fosse stato per un'opportunità che mi mise a conoscenza dell'uscita imminente di questo secondo volume. Anche in questo caso, non ho avuto niente da dire. La storia tessuta da Levithan è stata la stessa di quello precedente: una landa deserta che esalta piccoli pezzetti di anime che sono incastrati in A, protagonista indiscusso, in cui si vive, si ama, si muore mediante parole che sono state estrapolate dal nulla ma che si incastrano alla perfezione. E tutto ciò è accaduto in un weekend all'insegna del relax e del divertimento, in una dimensione in cui mi sono completamente persa, fra le braccia di un sogno romantico che mi ha cullato e viziata nel suo abbraccio.


Titolo: Il nostro giorno
Autore: David Levithan
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 18€
N° di pagine: 460
Trama: Ogni giorno un corpo diverso. Ogni giorno una vita diversa. Ogni giorno una scelta difficile. Da sempre, la vita di A è stata svegliarsi ogni giorno in un corpo diverso, costretto a vivere per quel giorno la vita di quella persona, cercando di farlo al meglio ma anche cercando in qualche modo di vivere la propria, di vita. Convinto di essere l'unico al mondo, ha sempre sentito di essere profondamente e irrimediabilmente solo. Ma si sbagliava. Ci sono altri come lui. Con Rhiannon, A ha conosciuto l'amore e l'amore ha portato una ancora più dolorosa e profonda consapevolezza della solitudine: la loro storia è finita per l'impossibilità di essere vissuta e nel momento in cui A lo ha capito, ha deciso di allontanarsi per sempre da lei. Ma ora non riesce a smettere di pensarla, al punto da essere così distratto da cominciare a lasciare traccia del suo passaggio nelle vite che prende in prestito. Anche Rhiannon lo sta cercando, perché ha creduto di poter amare un altro, ma non è così, e perché non vuole a rassegnarsi a una vita in cui A non esista.

La recensione:

Ciascuno di noi ha dentro di sé almeno una storia che a raccontarla ci spezza il cuore... Spesso non è colpa nostra se questa storia non è mai diventata vera; spesso siamo rimasti bloccati nell'attesa che le storie di altri combaciassero con le nostre.

Mentre il povero A vagava incerto da un corpo a un altro, da un luogo a un altro, il mio cuore galoppava inferocito nella gabbia toracica. Nessuno sospettava che il protagonista di questa bellissima storia potesse tornare, componendo una melodia delicata come un arpa, giacché l'invasione che aveva provocato la mia presenza non ha scosso poi di molto le acque. In un paio d'ore, sarei giunta fra le fragili membra di Rhiannon e A, dove ad attenderli ci sarebbero stati litigi, separazioni, addii, lunghe e sentite lettere, scritte con il cuore in mano o calde lacrime che solcano il nostro viso, semplicemente per estrarre con coraggio e fermezza dietro una corazza rigida di sentimenti, un guscio che possa trincerarli dagli attacchi esterni. Morire in modo rapido, travolti da una forza poderosa e inconcepibile lì avrebbe sterminati come un mucchio di scarafaggi. E David Levithan esplica questo forte senso di impotenza non pensando alla felicità, alla tranquillità che il futuro un giorno potrebbe riservarci, esaminando la mappa del sentimento che aveva appeso sin dal primo momento in cui A emise il primo vagito.
Ma cosa è successo davvero ad A? Che cosa gli ha impedito di ripararsi dagli effetti devastanti di questa maledizione, tra sussulti irriducibili di un cuore giovane ma pregno di sentimenti che hanno prodotto spostamenti di carne, legami fugaci o duraturi che né il tempo né il Fato potrà mai scalfire. Si può dire che A é un essere di un altro mondo che lentamente si ricostruisce plagiando la visione romantica e sentimentale dell'autore riguardo l'amore, la vita in generale, ma, soprattutto, il modo in cui l'individuo percepisce la realtà circostante, che è quasi sempre fuggita dalle sue stesse mani, meno semplicistica di quel che sembra, che ha sconvolto del tutto il mio universo personale.
Come A, per qualche tempo ho dovuto abbandonare le vite che si intercorrono fra il mondo visto da Levithan e il mio ignorando le fatali conseguenze delle mie azioni, specialmente la carezza avvolgente di un amore che non avrà mai concepimento. Perlomeno un inizio ma non una continuità. Questo è uno dei temi più cari della produzione levithana, e Il nostro giorno, esattamente come il suo predecessore, ha lasciato sulla mia pelle il miglior regalo che avrebbe potuto farmi: una goccia d'inchiostro, minuscola e insignificante che contiene tutto ciò che A, Rhiannon, Jason, Nathan contenevano. Erano e continueranno a essere. E tutto ciò di cui questa storia ha avuto bisogno per vitalizzarsi. Crescere e prendere forma.
Nel silenzio delle mie riflessioni, Il nostro giorno mi ha ravvivato e guidato in un avventura splendida, indimenticabile che mi ha fagocitata al suo interno come se stessi accogliendo una creatura quieta ma incline al pessimismo, ma la cui dolcezza è una ferita dell'anima che non si rimarginerà mai. È qualcosa che ha a che fare con un sentimento doloroso, fortemente sentito, intangibile ma saldo che come una morsa custodisce al suo interno il corpo di un povero disgraziato che ancora non ha trovato una sua collocazione precisa. Un pó di luce ha abbagliato così bene la mia anima, proveniente dalla serra fitta del suo cuore. Piena di incertezze, ripensamenti, contenitore fatto di pelle e ossa che circondava e aderiva al suo essere...non propriamente suoi, ma di milioni di persone, che invadevano la sua coscienza con una certa cura, come se l'autore ci avesse indotto a guardare dal fondo di un pozzo oscuro. 
I romanzi di Levithan sono quel genere di romanzi che ci si perde come la potenza di un sogno. I ricordi si prendono beffe di noi, la bellezza delle cose è migliore da una prospettiva più lontana. Non a caso Il nostro giorno è la porta di un mondo molto simile a quello in cui vivo che non evidenzia nulla di nuovo o inaspettato dal suo predecessore, ma che resta sospeso in una piscina di interrogativi e perplessità. La sua aura è però così affascinante, splendente, luminosa, che gli hanno conferito però un certo effetto, una certa importanza. Ha svelato un mondo di cui ricordavo solo tanta tristezza, tanto rammarico, scorgere un'infinità di sensazioni, maneggiando nient’altro che carta e penna, parlando dolcemente. 
A non era stato scelto, né aveva scelto di essere in questo modo. Il romanzo di Levithan esplica questa difficile condizione, attualissima e impostora che è stato davvero impossibile non poter vivere. Poiché penetrante, fluttuante, sconvolgente, indescrivibile, come un sogno ad occhi aperti che vorresti non svanisse più. Dalla natura poco comune, poco conosciuta, fuori dall'ordinario che ha preso vita senza che io me ne accorgessi.
Valutazione d’inchiostro: 4 +

8 commenti:

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