lunedì, settembre 07, 2020

Gocce d'inchiostro: Fidanzati dell'inverno - Christelle Dabos

Questo primo volume della saga mi passò attraverso senza che io me ne rendessi quasi conto. L’ho osservato, corteggiato silenziosamente per tanto tempo, e mai prima d’ora avevo accolto la sua chiamata. Scrivo, leggo autori conosciuti e non, ed approcciarmi ad una nuova storia non è mai stato un problema. Anzi … Ritengo che ogni cosa ha il suo tempo e che i gusti sono gusti. Fidanzati dell’inverno mi è parsa una lettura carina, ma nulla di eccezionale da farmi desiderare o anelare la lettura dei volumi successivi. Non è detto che abbandoni del tutto il proposito di non approciarmici in futuro, dato che quella della Debau è a tratti una storia originale. Però, in questo momento, sono contenta così. O, per meglio dire, Fidanzati dell’inverno si è allontanato così come si è avvicinato: repentinamente. E se pongo ora queste righe, è perché nemmeno a fine lettura – nonostante l’intrigante colpo di scena – ho preteso una visita costante e ripetiva su Anima.
A dispetto di queste considerazioni, è il primo volume di una saga che comprendo i motivi per cui abbia avuto tanto successo. Ophelia è l’eroina giovane e ingenua in cui tutti possono rispecchiarsi, che suscita moti di affetto e tenerezza. E quale che sia il suo << destino >>, ho goduto della sua compagnia che è stata alquanto piacevole.

Titolo: Fidanzati dell’inverno
Autore: Christelle Dabos
Casa editrice: E/O
Prezzo: 16€
N° di pagine: 504
Trama: In un universo composto da ventuno arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra vive Ofelia. Originaria dell’arca “Anima”, è una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con due doni particolari: può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Lavora come curatrice di un museo finchè le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta tra loro. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei?


La recensione:
Ripenso alla storia ora, mentre ripongo queste poche righe e rammento il mio entusiasmo nel leggere qualcosa che sulla blogsfera è a dir poco conosciuto. Il tutto si concretizza nell’aver riposto le mie speranze, in una saga per ragazzi, forse fin troppo giovane per i miei gusti,  che non è andata come desideravo se non fosse stato che Ophelia non mi ha suscitato non più che qualche moto d’affetto o tenerezza. Una storia, per considerarsi tale, mi dico, deve attraversati da dentro. Sbigottita, smarrita, domandoci se esista il paradiso, e se in caso affermativo fosse travestito da semplici pagine in bianco e nero. Ricordo svariati momenti in cui ho pensato questo, in cui mi sono trovata invischiata in qualcosa che apparentemente non sembrava suscitasse tanto, e che in qualche modo mi era sembrato derivasse da tanti altri pensieri mi si affaciarono alla mente. In una località definita Arca, che personalmente ho immaginato come una piccola legione distanziata ad altre per sesso, razza o culture, Ophelia, una ragazzina di sedici anni, sarà promessa sposa ad un ragazzo di cui non ne consoceva nemmeno  l’esistenza e che disgraziatamente non ama. A causa degli impercettibili ma continui alterigi della famiglia di entrambi, il terreno del loro destino sembra già spianato. Solo sposandolo Ophelia potrà conoscere se stessa, le sue origini, potrà essere < umana >>, non vagando più come una marionetta lungo la riva dell’assurdo. Un cadavere perfettamente intatto, come di una donna che si fosse fatta ibernare. Inutile dire che la prima nota dolente di tutto ciò è il mal accurato esame dei personaggi, che andando al di là delle parole ho avuto come la sensazione che l’autrice avesse voluto non svelare troppo. Intestardita, ho proseguito questo viaggio avvicinandomi per ispezionare che il ghiaccio che isolava il tutto si trovasse oltre una finestra, e da qui ho riconosciuto una buona costruzione scenica. I personaggi assomigliano quasi a delle macchiette che non si possono staccare dal muro, ma il wordbulding è decisamente ben costruito; e qui riconosco la bravura della Debau ad aver tenuto alta l’attenzione di chi legge. E, al di là di tutto questo, c’è da dire che Fidanzati dell’inverno spicca per originalità perché miscela disomogenea di svariate tipologie di fantasy che ha sopraffatto il tutto. In mezzo a carcasse di letto e già visto, questo primo volume spicca per originalità e fantasia.
Giunta all’epilogo constato di non esserne rimasta affascinata come credevo. Non ci saranno cruente battaglie, né rivelazioni sconcertanti, ne tuffi verso l’ignoto. Perché ecco, Ophelia è stata come preparata a quella che sarà la sua iniziazione all’età adulta. Scalerà le vette dell’ignoto, affronterà qualunque paura, costeggiando quella che a tratti sembrava una storia qualunque a camminare in quella che ne decreterà il suo destino.
Dopo aver lasciato la Baia senza stelle, ancora perplessa e insoddisfatta, mi sono avventurata fra le pagine di Fidanzati dell’inverno realizzando un pezzetto alla volta, con l’intento di rimanerci per qualche tempo. Si trattava del primo volume di una quadrilogia indefinita, talvolta noiosa, talvolta lenta, costruita sufficientemente da ricordare ampiamente certi costrutti d’epoca, impoverita di magia e di una strana << profezia >> che la famiglia di Ophelia gli aveva attaccato addosso. Trasportata in un mondo iun cui ho fatto fatica ad entrare, mettendo insieme, dopo una faticosa e stentata lettura, con ordine pensieri che mi frullarono in testa e che non ho avuto il coraggio di sussurrare nemmeno a voce alta. Perché avrebbe significato ammettere che Fidanzati dell’inverno sia stata quel genere di lettura che certamente non confidavo di leggere. Non si è trattato della costruzione scenica, dei primi incontri/ scontri con una realtà che presto sarebbe diventata la nostra, bensì di una scontentezza che ho avvertito immensamente sin dal primo momento in cui vi ho messo piede, in cui non ho potuto concordare con chi mi avesse sussurrato del << magico >> o << indimenticabile >>. Un atto devastatnte che mi ha inondato di un insensata tristezza, da un eccesso di delusione e insoddisfazione nati dalla certezza che quello di cui avevo avuto pieno possesso non mi avesse fatto raggiungere vette d’inespiegabile felicità. Ebbene si, perché Fidanzati dell’inverno, sebbene molto carino e a suo modo originale, non è inzuppato di quella magia tipica delle opere pullmiane, a cui era stata paragonata, ne quel piombo che ha equilibrato la mia anima. Il contraccolpo che mi ha indotta a cadere dinanzi alla malinconia, come disgraziatamente è successo in passato, che ha saputo infastidirmi per le pagine di troppo, personaggi stereotipati e sconosciuti, una storia tirata per le lunge che avrebbe potuto avere maggior spessore. Strappata dall’abisso del nulla, precipitata in mezzo a voci che non ho potuto distinguere nettamente.
Un mondo visionario e fantastico sfuma gli aspetti negativi, e conferiscono così al romanzo una sua consistenza. Ma proiettato nei cuori di personaggi che non possiedono nulla di diverso da quelli che ci sono in circolazione, e che non hanno destato il mio fascino. Creature comuni ma che non possiedono niente di eccezionale, sebbene presentati così. Romanzo piuttosto carino ma non indimenticatbile che altri non è che un tentativo di squarciare il velo delle apparenze. Un opera che ho accolto con un certo fervore, e che slegandosi dalla materia dell’odierno, non mi ha tenuta prigioniera degli stessi malanni della giovane Ophelia. Con l’anima perennemente combattuta, una tempra inconsistente e molle, esemplare finito in un mondo infinito che ha già iniziato a provare ciò che c’è da provare.
Valutazione d’inchiostro: 3

10 commenti:

  1. Ciao Gresi! A me non è piaciuto molto, infatti ho bloccato sul nascere il recupero della serie.

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    1. Ciao, Diletta! Nemmeno a me mi ha particolarmente entusiasmato, ed infatti non credo proseguiró la lettura 🤗🤗

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  2. Bom dia espero que esteja tudo bem com você e sua família. Breve vocês começaram o outono e depois inverno, nos no Brasil a primavera e depois o verão.

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  3. Ciao Gresi! A me ispira, ma non a tal punto da voler recuperare immediatamente tutta la serie! Prima o poi cercherò di dare una possibilità a questi libri, però non rientra tra le mie priorità! :)

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    1. Comprendo bene. Meglio allora dedicare del tempo ad altre letture 🤗🤗

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  4. non sono mai riuscita a decidermi a leggerlo, bloccata da qualcosa che non riesco neanche io a spiegare. Dopo i commenti sull'ultimo sono contenta della mia decisione, non credo sia il libro adatto a me anche leggendo le tue parole

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    1. Grazie! A me non ha entusiasmato più di tanto, sebbene non nascondo che non è una lettura malvagia ☺️☺️

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