venerdì, settembre 25, 2020

Gocce d'inchiostro: Una ghirlanda per ragazze - Louisa May Alcott


In un recesso della mia memoria, questo piccolo volume stanziava in una stanza impolverata della mia coscienza da molto tempo. Sul finire del mese di agosto, Louisa May Alcott approdò nuovamente nel mio cantuccio personale con una ghirlanda di storie che, non rinunciando alle tematiche che la resero celebre, è oramai una delle autrici a cui sono più affezionata, una piccola donna inglese, amante della letteratura e della scrittura, che non potè vivere se non stringendo fra le mani piuma e calamaio. Con un certo dispiacere, dunque, questa storia scivolò fra le mia mani con la stessa scioglievolezza di cui sono dotati i sogni, che reclamò la mia attenzione in un momento imprecisato della mia vita, disposta ad andare ovunque lei volesse, oramai così legata all’Inghilterra di fine ottocento da provare rimpianti, moti di nostalgia e sentimentalismo vario ogniqualvolta devo lasciarla. Eh si, perchè è davvero difficile tornare alla vita di tutti i giorni, quando ci si imbatte in certi romanzi che, senza nemmeno darti il tempo di pensare, senza doverci nemmeno pensare, ti inducono a restarci. Lasciare un segno indelebile del tuo passaggio.



Titolo: Una ghirlanda per ragazze
Autore: Louisa May Alcott
Casa editrice: RBA
Prezzo: 9,90 €
N° di pagine: 250
Trama: Durante un periodo di forzata immobilità, Louisa May Alcott scrisse sette storie ispirate ai fiori, intrecciando questa meravigliosa ghirlanda per suo diletto e per le sue ragazze, raccontò dell’amore per i buoni libri e per le altre persone, della ricerca della pace e della crescita personale, di quei valori, insomma, sui quali basò la propria esistenza e che volle condividere con le sue lettrici. Mostrò loro come fosse possibile migliorare la propria personalità, e di conseguenza il mondo, con semplici gesti quotidiani, nella scelta delle proprie letture, nella vita familiare o nell’incontro con le altre persone.


La recensione:

E’ così divertente confondere le persone, cosicchè nessuno possa ridere di noi. Se falliamo possiamo non dire nulla; se invece avremo successo potremo farlo sapere e ottenere i nostri riconoscimenti.

Un reticolo di racconti sofisticati, semplici, intrappolati in una sfera di cristallo, nella vita permanente di giovani donne mosse dalla Provvidenza e da atti divini vari, anche se permanente non è la parola giusta, data la frequenza con cui si mossero nel corso di questa bellissima ghirlanda. Il modo per cui hanno adornato il tutto, allietato l’atmosfera, con svariate conoscenze, incontri/ scontri che li portano dinanzi alla vita, ma anche alla morte, alla lotta incessante di preservare il Bene dal Male, seguendo la retta via, volgendo le spalle a qualunque remora o perplessità. La letteratura classica resta salda alle sue bellissime ideologie di estirpare alcuni aspetti della letteratura, le innumerevoli lotte fra ciò che è giusto e ciò che non lo è, gettano l’ancora ai bellissimi momenti in cui ci ho vissuto, suddiviso i miei vagabondaggi in posti in cui ho fatto perdere completamente le mie tracce. Ho perso il conto di quanti luoghi meravigliosi ho esplorato, tra un posto e un altro, andando e tornando qua e là, nel mucchio di tempo in cui non ho perso un solo momento nel constatare, con un certo fervore, di non trovarsi in nessun luogo specifico se non quello in cui pervade un forte senso di irrealtà di essere proiettato nello spazio, a mille chilometri l’ora. Così lontano dal posto in cui vivo che comincio a perdere il senso della stessa realtà, come se piano piano il dato dell’esistenza fosse risucchiato fuori da me, ma è il prezzo che paghi per andare via da casa, e fino a quando continuerai a viaggiare, il nessun luogo si estende fra il qui casa e il là di un altrove come uno dei luoghi a cui sei più affezionata.
Amo i classici perché rispecchiano la persona che sono: una ragazza con la testa sopra le spalle, cauta ma anche impulsiva, mite ma anche iraconda, che avendo discrete riconoscenze nel panorama letterario, do per scontato che rifugiandomici fungano da prodotto di vaste migrazioni vittoriane, di conquiste, di stupri, rapimenti, che le lunghe e tortuose intersezioni della tua onda ancestrale si siano espansi in altri territori e regni, perché in fondo il bello della letteratura classica sta nel viaggiare nell’animo degli stessi personaggi, svariate vicende che si sposano poi in chissà quali risvolti. Louisa May Alcott, come tante altre autrici, risale su questo insidioso terreno con scarse informazioni sui protagonisti – in quanto raccolta di racconti di ognuno che si riducono in una manciata di pagine, un vuoto di ipotesi e congetture -, che da qualunque prospettiva lo si guardi appare nell’abbondante verve che la contraddistinse, in un tumultuoso misto di sentimenti ed emozioni: da figure snelle che cercano la redenzione, a piccole scolaresche pronte a prodigarsi verso il prossimo. Il tutto immerso in un’atmosfera ovattata, luminosa,  in un viaggio macchinoso in cui è stato piuttosto facile rispecchiarsi, nonostante non si sa nulla della sua origine. Una posizione morale che è stato inevitabile prendere, che elimina qualunque dubbio o remora, che a mio avviso è un quesito sull’anima. Una questione che può solo arricchire la nostra coscienza, abbracciandoti da dentro in modo più pieno e libero, in quanto il mistero di interpretare l’animo umano è qualcosa che non tutti esplicano così bene.
Così come Le piccole donne, Una ghirlanda per ragazze si fonda su un ricordo della stessa autrice su una successione di eventi: quelli che compresero la società circostante, nel periodo di secessione della guerra. E, in una manciata di giorni, ha accompagnato la mia avanzata lenta, in compagnia di ingenue sognatrici, speranzose adolescenti, che con i loro vestitini bianchi e rammendati, il sorriso timido di circostanza, richiamo solo in parte le sorelle March che cercano conforto in abbracci non del tutto caldi ma sentiti, su quanto talvolta sia crudele il Fato.
Dal mio punto di vista, la straordinaria occasione di abbracciare nuovamente cari amici, un montaggio di sogni o speranze che mi hanno condotta in una  modesta villa inglese, in una fattoria inglese, in un sontuoso salotto dinanzi a un grande camino attraverso il quale ho riconosciuto il coraggio di cui avrebbe avuto bisogno chiunque per ritrovare la felicità e ritrarre la propria vita sotto una nuova svolta.
Valutazione d’inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Ciao Gresi, della Alcott ho letto e apprezzato le celebri "Piccole donne", ma questa raccolta penso potrebbe piacermi, e sono anni che vorrei leggere "Una ragazza fuori moda", chissà se riuscirò a farlo ;-)

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  2. İlginç bir kitap ☺️ teşekkürler paylaşım için Gresi 😊

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  3. Non l'ho letto ma mi incuriosisce, soprattutto per l'atmosfera. Poi la Alcott è una garanzia!

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    1. Assolutamente, e ti assicuro che se lo leggerai non te ne pentirai ☺️☺️

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