Questo romanzo è un fantasy, e
di fantastico, di magico, evanescente, luminoso, c’è ben poco, che non
collegato al testo, all’anima della stessa storia, via via che proseguivo nella
lettura ho cominciato a guardarlo diversamente, a vederlo come una lettura semplice
ma piuttosto ridicola e poco probabile. A vederla come quel genere di romanzo d’evasione
che avrebbe funto da beneficio ai postumi di una settimana frenetica e
lavorativa, che non sapevo quale identità avesse man mano che la storia
prendeva vita. A un estremo c’è la mia coscienza che, senza giri di parole,
avrebbe bocciato questa lettura in men che si dice; streghe, cacciatori, istant
love senza capo ne coda hanno abbacinato il mio mondo, parecchio tempo fa, in
tanti altri bellissimi romanzi. Dall’altro, che è lo spazio ridotto che ha
disgraziatamente occupato, un tipo di avventura rocambolesca, confusa e
altalenante, che mi ha indotto a proseguire questo strambo viaggio.
Non una scopiazzatura dei
tanti romanzi fantasy che ci sono in circolazione, ma una storia che è un
paranormal romance cupo e rigido, indisposto e snervante, in cui sono stata
preda di attacchi brucianti di irritazione, perplessità – da un’iniziale forma
di curiosità a una fioritura metastatica di forma multipla di paralisi.
Titolo: Serpent e Dove
Autore: Shelby Mahurin
Casa editrice: Harper Collins
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 528
La mia recensione: Una strega e
un cacciatore di streghe legati nel sacro vincolo del matrimonio. Un amore che
gioca col fuoco. Louise le Blanc è fuggita dalla sua congrega e si è rifugiata
a Cesarine, rinunciando a ogni forma di magia e vivendo di furti ed espedienti.
Perché in quella tetra città le streghe come lei fanno paura. Vengono braccate.
E mandate al rogo. Reid Diggory è un cacciatore, ha giurato fedeltà alla Chiesa
e da sempre vive secondo un unico, ferreo principio: uccidere le streghe. La sua
strada non avrebbe mai dovuto incrociare quella di Lou, eppure un perverso
scherzo del destino li costringe a un’unione impossibile: il santo matrimonio. Ma
anche se quella tra le streghe e la Chiesa è una guerra antica come il mondo,
un nemico crudele ha in serbo per Lou un destino peggiore del rogo. E lei, che
non può cambiare la propria natura e nemmeno ignorare i sentimenti che stanno
sbocciando nel suo cuore, si trova di fronte a una scelta terribile. Siamo legati
a doppio filo dall’amore, dall’onore, o dal fuoco … e l’amore si prende gioco
di tutti noi.
La recensione:
Raccordo in un mondo in cui la
magia avrebbe dovuto inzuppare la mia anima, con estrema cura. Un fantasy? Un
opera fantascientifica? Un paranormal fantasy con l’inquadratura posta in un
luogo in cui avrei potuto far perdere le mie tracce, ma non più avvezza a
questo genere – perlomeno a queste letture poco serie e sconclusionate -, che è
esplosa in minuscoli pezzettini, spazzando via qualunque remora, dubbio o
perplessità, insistendo speranzosa di riscontrare qualcosa di tangibile.
L’esordio di Shelby Mahurin
perviene alla stessa stregua dei romanzi di questo tipo: storie semplici che
non hanno una loro anima, una loro forma, non hanno una loro voce in un caos di
voci e colori, che dimostra come il mio desiderio di approcciarmici è indetto
esclusivamente da puro e semplice svago. Ho letto infatti Serpent & Dove non per acculturarmi, ma per divertirmi. Non per
contestualizzarne la sua “magnificenza” stilistica, ma per smorzare i ritmi di
una vita quasi sempre uguale a se stessa. E se ci si approccia al romanzo della
Mahurin mediante questa prospettiva, non aspettandosi niente, è qualcosa di
probabile. La sua essenza, che non ha brillato per non più di due pagine,
brilla a questo punto nel buio – come se l’autrice avesse tolto lo stoppino da
una candela. La rabbia si placa. Le perplessità, smorzate. Il mio amore per la
letteratura con la l maiuscola, intatto. Di fronte a un risultato di young
adult come questo devo dire che sono rimasta un po’ attonita.
Eppure il mio sesto senso mi
aveva avvertito di non farmi ingannare dall’apparente mancanza di magia. Anche se
in Serpent & Dove non vi è nulla
che lo possa etichettare come quel fantasy d’eccezione che perpetua a lungo
nella nostra memoria. Ma non è stato così, e l’inesperienza dell’autrice divine
evidente dal primo momento in cui si alza il sipario. Uno scenario
confusionario, somministrato confusamente e a più riprese, che a sua volta è un
perenne tentativo di preservare il Bene dal Male. Da qui gli estremi, i punti
focali dell’intero romanzo … ma temo che sia tutto qui. Serpent & Dove, di cui il riferimento alla perpetua caccia
della preda e del csacciatore resta sospeso nei misteri dell’etere, è un
romanzo che disgraziatamente per me si è trasformato in vero e proprio
piattume. In un polpettone di romance, lotte, assediamenti in villaggi e
bordelli in cui la protagonista, Loue, è l’ennesima svampita che, in una
sequenza lunga di inquadrature che accompagnano la sua lotta nel raggiungimento
del suo scopo, è la mafinestazione esteriore di uno stato interiore, che cosa
assurda, a rotta di collo, inarrestabile, egno di una mente al colmo dell’orrore,
che sta osservando la coreografia della salvezza. Un tentativo di salvezza
tradotto in una corsa a perdifiato nelle vie di una città rinascimentale, perché
ottenere la salvezza coincide con il suo essere libera, autonoma, quando la
verità, la realtà circostante è troppo pesante da reggere, quando l’ingiustizia
di questa inevitabile verità non può più essere ignorata e dunque l’unica
possibile reazione è combattere. Condannata a morte, mietuto nel bel mezzo
della vita per motivi a me incomprensibili, ridotta a una manciata di minuti,
secondi, battiti di cuore.
Non mi è importato dei motivi
che hanno spinto Loue ad agire così. Ho seguito le sue vicende con attenzione,
e all’epilogo non sapevo come mettere in ordine i pensieri. Ho trascorso un
weekend in sua compagnia confidando che un romanzo apparentemente fantasy e con
un tocco di sano e puro romanticismo, non si rivelasse trash. Sebbene sono
consapevole che restarne coinvolti è stato davvero inevitabile, che di bizzarrie
ed eventi vari senza capo ne coda la resero sempre più stronza ed egoista, i
personaggi sono stati gli unici in grado di identificarsi. Rintracciare e
paragonare come sia stata raccontata la sua storia.
Sul finire di una recensione di
questo tipo, penso, che tutto sommato è bello vivere anche questo tipo d’esperienze.
È la soluzione convenzionale per riconoscere ciò che è valido da ciò che
effettivamente non lo è, il guazzabuglio di storie trash trite e ritrite, poco
intelligenti e poco concrete che non rivelano mai il loro effettivo assetto, il
loro stare sul mondo, nemmeno quando stai per lasciarti invischiare da inutili
sentimentalismi.
Ma io non sono più malleabile,
lo confesso. Con gli anni sono diventata più pretenziosa, e da una lettura come
questa – di cui mi aspettavo poco e niente -, mi aspettavo almeno quel poco da
essere accettabile. Non memorabile, ma leggibile. E fuori dal mio mondo, l’esordio
di Shelby Mahurin mi è stato così estraneo, lontano, per certi versi
incomprensibile, che mi ha impedito di riconoscerne persino una sua identità.
Valutazione d’inchiostro: 2
Mi ispira sto libro; mi spiace non ti sia piaciuto; grazie per la recensione
RispondiEliminaSpero allora a te possa piacere 🤗
EliminaFelice di farne a meno!
RispondiElimina🤭🤭
EliminaBoa tarde minha querida amiga. Espero que esse livro em Português. Obrigado pela dica e uma excelente tarde.
RispondiElimina🤗🤗
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