Quando mi si presentò l’occasione di leggere
qualcos’altro del mio amato Murakami, non ci pensai due volte ad accaparrarmi
una copia di questo romanzo – per me inedito -, e fiondarmi nell’immediato fra
le sue pagine. Rivivere un’esperienza bellissima, emozioni che credevo di aver
perduto, giusto per non aver più dubbi. Qualche giorno dopo la sua lettura,
eccomi qui a riporre nero su bianco le mie vivide impressioni, il cui elemento
di studio questa volta non avrebbe previsto la corsa o gli elementi surreali
cui siamo abituati, quanto la musica. Più precisamente quella jazz che
compromise in un certo senso la capacità della realizzazione di qualcosa, l’atto
di creare qualcosa dal nulla. Cosa avrebbe comportato tutto ciò? In altre
parole, la visione di una magia che non ha tale caratteristica esclusivamente
udendola ma che emetta qualcosa che arrivi dritta dritta al cuore di chi l’ascolta,
focalizzandola e imprimendola come idea.
Sotto certi aspetti, per nulla dissimile al
celeberrimo saggio L’arte di correre ma in cui l’autore qui non si annulla poiché
dotato di un sottile incanto, qualcosa che valica ogni confine, qualunque
limite del possibile, risucchiando le tenebre, ogni grigiore, esistendo
esclusivamente per donare felicità.
Titolo: Assolutamente
musica
Autore: Murakami Haruki e Ozawa Seiji
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 312
Trama: «Se in un testo non c’è ritmo, nessuno lo leggerà», afferma Murakami Haruki, che ha imparato a scrivere ascoltando musica. La sua passione è nota a tutti i lettori: non solo i suoi romanzi sono percorsi da una costante colonna sonora, ma l’autore giapponese ha anche gestito un jazz club a Tōkyō. E può vantare un amico d’eccezione: il grande maestro Ozawa Seiji, che ha diretto le orchestre piú importanti del mondo, tra cui la Boston Symphony Orchestra. Spinti dal profondo amore per la musica, l’appassionato e il professionista hanno deciso di scrivere insieme questo libro: sei conversazioni e quattro interludi che spaziano da Beethoven ai collezionisti maniacali di dischi, da Brahms al rapporto tra musica e scrittura, da Mahler al blues. Un’insolita guida all’ascolto, capace di farci rivivere l’armonia di un pomeriggio tra amici che parlano di ricordi. E capace di farci emozionare.
Autore: Murakami Haruki e Ozawa Seiji
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 312
Trama: «Se in un testo non c’è ritmo, nessuno lo leggerà», afferma Murakami Haruki, che ha imparato a scrivere ascoltando musica. La sua passione è nota a tutti i lettori: non solo i suoi romanzi sono percorsi da una costante colonna sonora, ma l’autore giapponese ha anche gestito un jazz club a Tōkyō. E può vantare un amico d’eccezione: il grande maestro Ozawa Seiji, che ha diretto le orchestre piú importanti del mondo, tra cui la Boston Symphony Orchestra. Spinti dal profondo amore per la musica, l’appassionato e il professionista hanno deciso di scrivere insieme questo libro: sei conversazioni e quattro interludi che spaziano da Beethoven ai collezionisti maniacali di dischi, da Brahms al rapporto tra musica e scrittura, da Mahler al blues. Un’insolita guida all’ascolto, capace di farci rivivere l’armonia di un pomeriggio tra amici che parlano di ricordi. E capace di farci emozionare.
La recensione:
Trasmettere buona musica, e il sentimento che infonde, alla generazione
seguente. Toccare profondamente il cuore dei giovani musicisti.
Nelle ultime
settimane è capitato di leggere romanzi che hanno allietato pomeriggi estremamente
frenetici ma produttivi, e soprattutto fatto girare per i territori di svariati
autori opere con le quali trascorsi dei bei momenti in loro compagnia. Quando capitano
certe cose mi domando sempre cosa comporterebbe se io mi ritirassi a non
accogliere nel mio cantuccio personale certe << occasioni>>, e adesso
che ho fissato un’idea sul mondo assolutamente mi sarei tirata indietro. Una coppia
di artisti, uno scrittore e un musicista, funsero da contrappeso a questa mia
inutile divagazione, sfidando i limiti del possibile, inalberando certezze e
possibilità di chi soltanto tocca sapientemente certe tipologie di arte
comprende la sua efficacia. Ed ecco che, sulla stessa scia di altri romanzi
dell’autore letti in passato, questo piccolo saggio mi permise di scandagliare
alcuni assetti delle loro anime, manifestando l’amore per la musica e la letteratura
come forme di sopravvivenza. Atti di comprensione, echi sussurrati dell’anima
che ogni tanto intervenivano, durante il corso della lettura, con osservazioni
e discorsi indiretti, percorsero i corridoi del possibile facendo oggetto di provvedimenti
disciplinari.
La mia anima, quando se lo può permettere se ne va a far frotte in luoghi o posti che erano del tutto sconosciuti, lasciando semivuoto un corpo minuto ma formoso, in cui ispezionare certi tipi di paesaggi diventa un'occasione molto piacevole. Una sfilata di figure pubbliche, a cui non avevo prestato particolare attenzione, proietta la loro ombra fumosa sulla soglia di una porta che si sarebbe aperta su un mondo, sui cui contorni abbaglianti avrei potuto tracciare un segno. Su un foglio invisibile intrappolato in una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa avrei catturato il pensiero astratto di due uomini, e, mediante scrittura e musica, composto acute e profonde riflessioni sul talento, sulla creatività
La scrittura, quel battesimo magico che mette in contatto questo mondo con quello dell'altro, e la musica che, in Assolutamente musica, diviene allegoria della stessa vita. Una riflessione sul talento, sulla creatività, l'autoritratto di due artisti, colmo di una straordinaria determinazione, che sottopone maniacalmente le nostre coscienze al duro esercizio della creatività; che per quanto possa essere banale a volte, se ripetuta spesso ingenera una sorta d'intuizione estetica.
Considerato dallo stesso Murakami come una sorta di diario in cui sono riportate alcune riflessioni personali, uno scambio reciproco di idee e pensieri, Assolutamente musica è un romanzo da leggere che potrebbe apparire interessante, ma che non consiglierei spassionatamente. La fine della lettura è una rapida assimilazione del processo creativo degli autori e, disgraziatamente per me, una mera constatazione che non tutti riescono a scrivere con facilità. A far venire fuori, dalla loro penna, parole e frasi spontaneamente senza sforzarsi minimamente. Pensieri che si avvicendano nella mente come derivati del nulla. Si formano ruotando intorno al nulla. Somigliano alle nuvole che vagano nel cielo; nuvole di grandezza e forma diversa che arrivano, e se ne vanno, come semplici ospiti di passaggio.
Non limitandosi a rivelarci nei minimi dettagli i segreti della nobile arte della musica, ma, dando alla storia spazio e tempo. Scomponendo le parti della loro vita come elementi ordinati di una libreria, sorprendendo per la sua natura estremamente metodica, ordinata, peculiare, agli antipodi dello stereotipo dell'artista tutto "genio e sregolatezza" e, infine, lascia con la generale tristezza di un arrivederci che solitamente caratterizza i romanzi murakamiani.
Vasto cosmo di tante cose diverse. Un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha più significato per gli autori che, tra circostanze straordinarie e situazioni diverse, condensa in pochissime pagine, attraverso una sorta di conversazione che sotto certi aspetti estranea chi legge, sotto altri accresce elementi personali. Modeste riflessioni sulla musica, sulla scrittura, sulla strada sbagliata che spesso si percorre, tanto come scrittore e musicista quanto esseri umani. Innovativo, semplice e reale, ammenda utile a ricordarci che, pur di realizzarci, è necessario spesso saper combattere.
La mia anima, quando se lo può permettere se ne va a far frotte in luoghi o posti che erano del tutto sconosciuti, lasciando semivuoto un corpo minuto ma formoso, in cui ispezionare certi tipi di paesaggi diventa un'occasione molto piacevole. Una sfilata di figure pubbliche, a cui non avevo prestato particolare attenzione, proietta la loro ombra fumosa sulla soglia di una porta che si sarebbe aperta su un mondo, sui cui contorni abbaglianti avrei potuto tracciare un segno. Su un foglio invisibile intrappolato in una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa avrei catturato il pensiero astratto di due uomini, e, mediante scrittura e musica, composto acute e profonde riflessioni sul talento, sulla creatività
La scrittura, quel battesimo magico che mette in contatto questo mondo con quello dell'altro, e la musica che, in Assolutamente musica, diviene allegoria della stessa vita. Una riflessione sul talento, sulla creatività, l'autoritratto di due artisti, colmo di una straordinaria determinazione, che sottopone maniacalmente le nostre coscienze al duro esercizio della creatività; che per quanto possa essere banale a volte, se ripetuta spesso ingenera una sorta d'intuizione estetica.
Considerato dallo stesso Murakami come una sorta di diario in cui sono riportate alcune riflessioni personali, uno scambio reciproco di idee e pensieri, Assolutamente musica è un romanzo da leggere che potrebbe apparire interessante, ma che non consiglierei spassionatamente. La fine della lettura è una rapida assimilazione del processo creativo degli autori e, disgraziatamente per me, una mera constatazione che non tutti riescono a scrivere con facilità. A far venire fuori, dalla loro penna, parole e frasi spontaneamente senza sforzarsi minimamente. Pensieri che si avvicendano nella mente come derivati del nulla. Si formano ruotando intorno al nulla. Somigliano alle nuvole che vagano nel cielo; nuvole di grandezza e forma diversa che arrivano, e se ne vanno, come semplici ospiti di passaggio.
Non limitandosi a rivelarci nei minimi dettagli i segreti della nobile arte della musica, ma, dando alla storia spazio e tempo. Scomponendo le parti della loro vita come elementi ordinati di una libreria, sorprendendo per la sua natura estremamente metodica, ordinata, peculiare, agli antipodi dello stereotipo dell'artista tutto "genio e sregolatezza" e, infine, lascia con la generale tristezza di un arrivederci che solitamente caratterizza i romanzi murakamiani.
Vasto cosmo di tante cose diverse. Un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha più significato per gli autori che, tra circostanze straordinarie e situazioni diverse, condensa in pochissime pagine, attraverso una sorta di conversazione che sotto certi aspetti estranea chi legge, sotto altri accresce elementi personali. Modeste riflessioni sulla musica, sulla scrittura, sulla strada sbagliata che spesso si percorre, tanto come scrittore e musicista quanto esseri umani. Innovativo, semplice e reale, ammenda utile a ricordarci che, pur di realizzarci, è necessario spesso saper combattere.
Valutazione d’inchiostro: 4
Interessante, grazie per la recensione
RispondiEliminaA te ☺️☺️
EliminaNon ho mai letto nulla di Murakami e purtroppo non avevo mai sentito nominare il libro... Non l'avevo neppure mai visto in libreria! Da come lo descrivi potrebbe piacermi, libri simili sono tra i miei preferiti... Ho finalmente trovato cosa leggerò come primo libro dell'autore ❤️😍
RispondiElimina😍😍
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