mercoledì, novembre 09, 2022

Gocce d'inchiostro: Billy Summers - Stephen King

Leggere l’ennesimo romanzo di Stephen King distanza di qualche settimana dalla sua ultima lettura è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso riguardo ad alcune decisioni che influenzeranno la mia vita. Raccontare in forma di prosa e vestendo i panni di osservatore esterno non dovrà essere stato, secondo me nemmeno lontanamente, facile. Eppure, Stephen King - non a caso soprannominato il re dell'horror - ci è riuscito. La sua è una prosa diretta, priva di fronzoli, a tratti solenne a tratti ricercata da cui, un giorno, dal nulla, fuoriuscì dalla punta invisibile di una penna, si sedette alla scrivania del suo studio, aprì il computer e descrisse bellissime epopee riguardo i suoi innumerevoli personaggi e le sue folle gesta. Billy Summers, a quanto ho letto sul web, è un’opera meno spaventosa e crudele delle opere che resero l’autroe celeberrimo. Ora che l’ho concluso, confermo tutto questo: è una storia che scava più sulla psicologia individuale che sulla profondità dei sentimenti. Ma strisciò impunemente nel mio cuore propinandoci una storia che ai più romantici avrebbe fatto palpitare il cuore. Ho trascorso 4 intensissimi giorni in sua compagnia e, com'era logico, ho osservato con una certa attenzione ogni cosa affinchè potessi percepire il minimo sentore di particolarità. Questo tipo di particolarità a cui mi riferisco, infatti, sopravvenne come mi immaginavo, ed io non potei non essere più felice di così. Sicura che fra queste pagine avrei ritrovato il King del mio passato.

Titolo: Billy Summers
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperlyng & Kupfker
Prezzo: 21,90 €
N° di pagine: 545
Trama: Billy Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l'incarico solo se il bersaglio è un uomo davvero spregevole. Ora ha deciso di uscire dal giro, ma prima deve portare a termine un'ultima missione. Veterano decorato della guerra in Iraq, Billy è tra i più abili cecchini al mondo: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare – una specie di Houdini quanto si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe andare storto? Stavolta, praticamente tutto.

La recensione:

Se mi chiedono di partecipare a una sfida, mi è proposta con i migliori intenti, annunciata con colloqui e dialoghi cordiali che lasciano sperare in un allontanamento dalla routine e dalla monotonia generale, abbraccio tutto questo senza pensarci più di tanto. E così, da qualche tempo a questa parte ho scoperto luoghi di inestimabile bellezza partecipando ed abbracciando sfide letterarie straordinarie. Tali sfide sono stati viaggi su svariati mondi, in quello della mia anima e di chi scrive, che intessendo qualcosa che ha a che fare con un particolare tipo di magia, donano non solo conforto e amore ma la stessa vita. Si, può sembrare insulso, quasi stucchevole tutto ciò, ma se non avessi letto certi libri, adesso non sarei la persona che sono. Una povera ingenua che credeva a tutto e a tutti. Ma l’esperienza, grande maestra di vita, mi pone dinanzi spesso sfide che sono necessarie. Prepararsi ed affrontarle non è mai stato problematico, anzi… ha sempre accresciuto un certo fascino, un certo ammaliamento. Il mio cuore sussulta, la mia anima si libra leggiadra fra le avverse stelle. È dunque questa la felicità? Certamente per me, che divoro un romanzo dopo l’altro quasi volessi dare forma e colore alla vita. Rovisto nei cassetti della memoria, e accorgendomi di ciò che ha valore da ciò che invece non lo ha copro le mie fragili membra con coperte invisibili di suoni, voci, colori.
Billy Summers giunse nel mio Kobo una mattina di inizio settembre, di colpo, nel mentre lavoravo, folgorata da questa apparizione, in un luogo non proprio consono di tale attenzione, ma che fu come una folgorazione che conteneva un messaggio. Era stato il compagno fidato di un passante, che involontariamente l’aveva dimenticato sulla mia scrivania. E nell’attesa che tornasse e restituirglielo, mentalmente tracciai e vagliai qualunque possibilità di tornare dal buon vecchio King. Così come altri autori in passato, in questo periodo la sua presenza è ossessiva, ostruttiva, e sebbene di romanzi da leggere ce ne sono un bel po', leggerne qualcuno sarebbe servito ad accrescere il fascino. Oppure, incurante di tutto e tutti, comprare un numero vertiginoso delle sue opere….
Tutto questo per dire, che in Billy Summers ho dovuto fingere di vivere altre vite, altre identità, avvertendo un certo dualismo a vivere questa realtà << parallela >>, dubitando persino di me stessa.
Il processo catartico della scrittura, quello assorbente della lettura lo accendevano a tal punto da non poter fingere di essere ciò che era: un banalissimo uomo di quarant’anni, reduce da un cruento scontro. Era così bello divorare un romanzo dopo l’altro, vedere attraverso gli occhi dei loro autori come fossero i loro figli di carta in carne e ossa, verificare se non fossero solo frutto della sua immaginazione ma completamente reali, concreti. A Billy però è negato tutto questo, il che rendeva difficile essere se stessi, guardarsi con gli occhi di un altro, che tuttavia ho potuto guidarlo ascoltando i suoi pensieri, i suoi più intimi segreti.
Così serio e cosciente delle proprie responsabilità, impiastricciato in situazioni che richiamano altri romanzi e in cui la supremazia del più forte avrebbe prevalso sul più debole. Una maschera di bellezza, pallide illusioni che a fatica mi hanno indotta a concepire l’idea che Billy potesse vivere una realtà a se stante, intrappolato in una prigione in cui i fantasmi del passato bussano continuamente alla sua porta. In perenne stato d’allerta, senza volontà o scelta, miracolo d’impeccabilità ad ogni movimento.
Come altri romanzi letti, mi ha lasciata smarrita, quasi turbata questo meraviglioso viaggio intrapreso con Billy. Ma non ho fiatato nemmeno una parola sino a quando non sono giunta alla fine, nemmeno quando avrei potuto farlo. Ne era necessario? A dire il vero no, e se non avessi taciuto non avrei potuto cogliere gli innumerevoli messaggi che erano sparpagliati tutt'intorno.
All'autrice di questa recensione, sarebbe piaciuto vivere nel mondo che King dipinge così bene; un mondo rinchiuso nel sortilegio del tempo nel quale esiste una specie di morale artistica che proibisce di annientare il prossimo e nel quale i malvagi che hanno avuto l'ardire di farlo alla fine hanno di colpo visto prosciugarsi il loro patetico talento, condannandoli a guadagnarsi da vivere all'ingrata maniera di uomini comuni.
Quale sia stato il motivo scatenante che mi ha indotta a leggere un altro romanzo kinghiano non so dirlo con esattezza. Tutto quello che so è che ho desiderato attraversare vicoli tortuosi di una cittadina soggetta ad omicidi e criminalità, inerpicarmi giù per qualche collina, affinchè la clessidra del tempo mi condusse in un luogo lontano lontano in cui ogni cosa avrebbe avuto la degna conclusione. Avrebbe decretato definitivamente un certo posto nel mondo. Un capolavoro in cui gli uomini sono figure macchiate da qualche entità negativa, che macchiano tutto ciò che toccano e chi gli sta attorno, in una traversata solitaria di parole labirintiche in cui battersi pur di salvare più di una vita umana è una concezione idealistica che redime i peccati. A cui si aggrappano i personaggi kinghiani, pur di scoprire chi e cosa sono veramente, recuperando la memoria e lo spirito di marionette di carta e inchiostro che perpetuano nella memoria. Impersonare svariati personaggi, tema trattato e usato fino alla nausea, qui possiede un'importanza superiore, e King lo fa imitando il verismo di certi celebri scrittori, costruendo una favola oscura in cui è lanciato un importante messaggio: in un caos fantasmagorico di voci, suoni, urla e rumori ognuno di noi dovrebbe far sentire la propria voce.
Avvolta da una nebbia fastidiosa mi sono così lasciata trascinare da Billy, ma anche da Alice, attraverso i corridoi bui di questa storia. Nel mio stato, non ero del tutto cosciente di quello che stava accadendo. Il mondo aveva acquistato una surreale struttura, le cose procedevano in maniera sconosciuta, tutto era allo stesso tempo famigliare e irriconoscibile.
Billy Summers è la visione meravigliosa di un tentativo di salvezza, di ripristino degli elementi, racchiuso fra le imponenti mura di una cattedrale sommersa popolata da strambi personaggi. Una lente d'ingrandimento che mette a fuoco un mondo di ineguagliabile bellezza, dal fondo del pozzo buio dell'anima di chiunque, mediante un dialogo immaginario fra lettore e autore le cui anime entrano a contatto.
Fissandosi nella mia mente con forza e impetuosità, meravigliosa descrizione di un viaggio epico che è beneficio per molti, una storia che a mio avviso non la si può definire pericolosa ma "riflessiva”, che attanaglia le viscere mentre la si legge, inietta nel sangue il veleno di un interesse feroce e delirante, la sete di sapere tanto ardente quanto smorzabile che ai miei occhi ha acquisito una certa particolare consistenza. Onnipresente, come solo poche storie riescono a mantenersi in vita e perpetuare nella memoria di chi le ha lette.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

6 commenti:

  1. Ho letto il romanzo e condivido la tua splendida recensione. King ci porta in una storia dove nulla è prevedibile. Narrando la vita di un sicario, King affronta vari temi parlando di giustizia e destino, amore e redenzione. Un romanzo assolutamente da leggere .

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  2. King non fa per me; ottima recensione, grazie

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  3. Non ho mai letto nulla di King e questo romanzo proprio non lo conoscevo. Prima o poi dovrò decidermi a cominciare. Sono felicissima che il libro ti sia piaciuto, la recensione appassionante mi ha incuriosita subito e anche se non è proprio il mio genere mi hai messo addosso tanta curiosità ❤️

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    1. Grazie! È un romanzo bellissimo che merita davvero tanto ❤️❤️

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