lunedì, gennaio 03, 2022

Gocce d'inchiostro: Il vampiro Marius e Blood - Anne Rice

Durante il periodo di tempo che ha scandito attimi di lettura delle Cronache del vampiro mi è capitato di assistere a cose davvero importanti. Ho scoperto come da lettrice ed essere umana, ho vissuto qualcosa di diverso dal mondo spirituale, rinunciando a qualunque forma di abnegazione raccontando non solo funzioni catartiche ma tormenti di vita di figure fatte nient’altro che di carne e ossa che in una manciata di pagine erano diventate persone. Quando avevo riposto delle forti ripercussioni, dubbi, perplessità che sono evaporati in niente era scoccata quella scintilla che ha riposto a posto ogni cosa. Cadde una fitta pioggia di ammaliamento, tepore, amore e una bella sferzata di originalità e accuratezza che entrando dalla finestra di un mondo immaginario che da quant’è ho deciso di imbarcarmi in questa avventura non ho avuto più alcun potere. Alcuna volontà. Gli ultimi casi sono avvenuti con la lettura di questi due romanzi, gli ultimi che decretano il mio stare in questo posto splendido e bellissimo in cui ho perso completamente la testa. Ero cresciuta, respirato, osservato insieme a loro attutendo qualunque << malvagità >>. Ma anche una risposta a quel naturale desiderio di giustizia e armonia che queste figure avevano in se. Non mi sarebbe capitato molte altre volte di incontrare vampiri con la v maiuscola ed ecco che il mio azzardo non poteva non essere più soddisfacente da quando ho deciso di accogliere anche io questo straordinario bellissimo mondo. E certamente fra spiriti, forme di magia, esoterismo, sesso e amore di qualunque tipo mi appresto a porre il punto, a mettere giù il sipario su questo scenario bellissimo, venuta niente che poco di meno che tastare l’ascesa di una straordinaria autrice come Anne Rice.


Titolo: Il vampiro Marius
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Longanesi
Prezzo: 18, 60 €
N° di pagine: 370
Trama: Risvegliatosi da un sonno millenario, il va,piro Thorne è in cerca di una guida che lo reintroduca nel mondo attuale. Il fato lo porta a incontrare Marius, antico mentore di Lestat e amante di Pandora, il quale soddisfa la sua avida curiosità narrandogli la propria vita, un resoconto che diviene appassionata cronaca dei suoi amori, delle sue sofferenze e dei segreti finora mai svelati. La voce intima e profonda di Marius ci accompagna così attraverso i secoli, testimone diretta degli eventi cruciali della Storia. È tuttavia nel presente, nella giungla più intricata, che Marius andrà incontro al proprio destino reclamando giustizia per il vampiro più vecchio dell’universo.

 La recensione:

Spontaneamente abbiamo cercato la nostra reciproca compagnia: sincera e fiduciosa, non ho mascherato nemmeno per un istante il desiderio di stare con i vampiri della Rice. A voler essere precisi, le mie sensazioni istintive mi portarono a credere che quella caratteristica evasiva difetto della loro indole, che attrasse molti lettori in generale, poteva essere ambigua e interpretata come atto di superiorità, dopo un caloroso benvenuto, perché portava con se, per la sua stessa natura, un sospetto di artificio.
L'usanza rurale di un cameratismo senza riserve all'aria aperta, in mezzo a un disastro cosmico che ha spaccato le braccia di chiunque, durante il periodo della mia permanenza, fu l'unica ancora a cui aggrapparsi in un mondo ostile e orribile come quello in cui sono costrette a vivere Lestat, Marius, Armand. Ai loro occhi, non vi era nulla di strano; sembrava invece prematura la natura stessa, finchè mi resi conto quanto normale fosse la cosa in se stessa e per il mondo che mi circondò. Così, durante due pomeriggi della fine di questo 2021 vagai in ogni bugigattolo, stanza o aula, da cui loro passavano più volte, ora in una direzione ora in un'altra. Mai lontani dal fragore perpetuo della violenza, della paura, che serpeggia come invisibili particelle, con il mormorio sommesso delle loro preghiere o i moniti di un perdono mai richiesto, quasi quanto l'anima stessa del romanzo, formavano un pulviscolo ombroso, quasi soffocante, sopra il paesaggio. Ho potuto scorgere una nebbiolina azzurrognola nell'ombra degli alberi e delle siepi, anche quando il sole era nascosto in un banco di nuvole e piogge. La felicità è una mera illusione e il tappetto individuale così piatto, monotono, sempre uguale a se stessa, quasi due lunghe braccia si propenderono invisibili verso di loro, forti e imponenti.
Ci sono stati uomini nascosti ovunque, perché i primi capitoli mi indussero a scoprire e conoscere questi vampiri impegnati a << risistemare >> ciò che avevano perso strada facendo, fondare qualcosa che avesse un suo fondamento logico e dar forma a nuove idee o progetti calpestati dal passato o dall'usura.
Alla chiamata di questo ennesimo romanzo non ho potuto non rispondere con un cenno affermativo, con un sorriso stampato in faccia, tanto grande era l'emozione che mi invadeva al pensiero di andare a conoscere il mondo in compagnia di quest’ennesima avventura, in compagnia di amici inseparabili. I sentimenti mi risuonavano nelle orecchie come un mormorio di onde e trasparivano nelle mie pupille. Poggiare la mia mano in quella loro, camminare così fianco a fianco e a lungo, al di sotto di ciò che ci avrebbe riservato il futuro, con bagliori accecanti che ogni tanto hanno irritato gli occhi, è stato qualcosa di magnificamente straordinario. Credo che i personaggi della Rice indugeranno ancora nei miei pensieri, mentre ripongo queste poche righe, finchè so per certo che insieme non raggiungeremo ciò che per cui tanto combattiamo, che pian piano innalza la sua voce posandosi sulle nostre teste come tanti cristalli sulle ciglia, sulle sopracciglia o sui capelli.
L'affetto per queste creature e la vita per l'anima di questi romanzi, mi avvilupparono come una fotosfera, mi illuminarono facendomi dimenticare le pene vissute, tenendo lontani gli oscuri spettri che tentano insistentemente di turbarmi: il dubbio, l'affanno, i malumori. Sapevo che erano rimaste esattamente dove li avevo lasciate, fuori da quel cerchio di luce; tuttavia non dispongo di poteri magici per tenerli lì, in affannata sottomissione, e una fervida lettura di questo penultimo romanzo mi indusse a retrocedere, e poi ad avanzare e avvicinarmi maggiormente, pagina dopo pagina.
La distinzione fra un volume  e un altro è inesistente; è stato semplice far parte di coloro che sono macchiati di entità che non si lavano via nemmeno ottenendo la beatitudine eterna, l'ingiustizia, l'onestà, proprio come lo sono le creature della Rice. Piccoli grandi combattenti che hanno dovuto combattere con singhiozzi che chiudono la gola; dolori al cuore, sferzate di infelicità. Inconsapevoli - forse - che a quelle parole amare, dolorose, lacrime ancora fresche che rigano il viso, gocciolano ancora sul nostro grembo, mentre la forza matrice della vita stessa prende il sopravvento, col cuore in tumulto, nel raccontare tutta la loro storia, malgrado l'ingiunzione e l'impossibilità di riportarla in un unico volume, in un'unica battuta, lasciando decidere a noi spettatori, per il quale vivono e respirarono con loro, se amarli. Lasciando che crescano e diventino quelle creature forti e indomabili che sognano di essere da sempre, piuttosto che conservare un silenzio che può essere giudicato un tradimento verso la vita, l'amicizia in generale, un ingiustizia verso chiunque.
Il tempo di mezzo che intercede fra altri, di cui io non conosco ancora la loro breve glorificazione, in cui ci sorprende a vagare attraverso il luccichio di questo sentiero, irradiato come se avesse un fuoco interiore, evadendo dalla monotonia e sparendo nel nulla.

Valutazione d’inchiostro: 4

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Titolo: Blood
Autore: Anne Rice
Casa editrice: Longanesi
Prezzo: 18, 60 €
N° di pagine: 360
Trama: La storia inizia dove si conclude il romanzo precedente della serie: Il vampiro di Blackwood. La voce narrante è quella del vampiro Lestat vecchio di duecento anni, ma con l’aspetto seducente di un bellissimo ventenne ossessionato dal desiderio di diventare un santo della Cchiesa cattolica. Lestat vive nella sontuosa residenza di Blackwood, a New Orleans, insieme al giovane e bellissimo Quinn, da lui iniziato alla << fraternità del sangue >>. Quando a Blackwood giunge, all’improvviso, Mona Mayfair, una splendida mortale, dotata di poteri straordinari, ma allo stremo delle forze. Quinn se ne innamora e Lestat, per salvarla, succhia il suo sangue, trasformandola in vampiro. Sulle tracce di Mona, arriva alla villa anche la sorella Rowan, famosa scienziata, per la quale Lestat prova immediatamente un inedito e violento sentimento d’amore e d’attrazione, anche se rifiuta di scambiare con lei il patto di sangue. Ma le due sorelle nascondono un segreto terribile: entrambe hanno partorito dei Taltos, esseri superiori dotati di poteri straordinari, che sono stati portati via subito dopo la nascita.

 La recensione:

La mia anima, la mia anima è rimasta intatta, immutata. La mia anima brama questo miracolo! La mia anima brama il tuo viso, te! La  mia anima è sempre con te …

Questa lettura, a molti innocue stupidaggini, di gran lunga preferibile a un giallo lungo e tedioso, mi permisero di ritirarmi dietro una bolla di solitudine, attenzione e ammirazione. Per quattro mesi, ogni pomeriggio, dopo un pasto frugale e ricco, tenevo il Kobo appoggiato sulle cosce a mo di leggio, probabilmente per sentirmi più "vicina" al dolore che la Rice si portava dentro. Fingendo di continuare a condurre una vita normale e banalissima, che al momento a essere completamente onesta me ne importava davvero poco, non fui in grado di contemplare il paesaggio che l’autrice mi aveva posto davanti, e di pensare che forse i suoi personaggi potevano sentirmi, avvertire il mio fiato caldo alle loro spalle, un'idea che mi ha allietato moltissimo sino a quando ogni cosa giunse disgraziatamente al termine. In cima ai miei propositi, prima che Lestat, Pandora, Quinn, Armand, Marius mi attanagliassero nella loro morsa, c'è il proposito di dedicare il mio tempo a letture più impegnative, più mature, infilate in ossa che lentamente si sono costruite nel tempo, o sospesa fra due mondi, e ombreggiata da preferenze e gusti diversi. La mia coscienza, eppure, avrebbe di lì a poco scoperto un mondo nuovo che, come tutte le cose, sarebbe poi scomparso. La mia eccitazione infatti aveva raggiunto livelli insormontabili, quasi folli, e mi sentivo esaltata di avvicinarmi a qualcosa o qualcuno con una certa urgenza. Anne Rice non mi era del tutto nota, piuttosto una sconosciuta come scrittrice. E adesso che tutto è finito mi sembra di conoscerla da sempre, ma non penso a lei come una donna eccezionale, in gamba, che con una certa disinvoltura mi aveva incastrato nella sua morsa, bensì una scrittrice per cui darei tutta la mia vita.
Presto mi sarei pentita di questi quattro mesi di intensa e fuorviante lettura, lontana dai dolori e dai dispiaceri del giorno, avvolta dalla seta delle tenebre e dal forte e pungente odore del sangue. Si trattano di pure e vane fantasticherie, nel quale mi sono mossa agile e determinata, le cui speranze si sono contrapposte a quelli dei protagonisti.
Per mettere il punto a questo mio straordinario viaggio, sebbene di loro e della sua complicata storia serberò penso un ricordo particolare, non penso sia necessario invitare qualunque lettore - diffidente e non - a recarsi nella Louisiana vittoriana del secondo Ottocento, o nel mondo moderno, e lasciarsi sedurre da qualcosa dotata di vita propria. Un quadro fantastico e reprensibile che trasmette tantissimo, un infinità di sensazioni, semplice, scorrevole, appassionante e perfetto in cui ogni cosa alla fine appare splendido o esattamente come se l'era immaginato. Intrecciato in un bellissimo arazzo, realizzato mediante un cordone che si è sbrigliato man mano che si avanzava, su una vasta stanza piena di vampiri o un cielo plumbeo, o un oscuro cimitero i cui non morti brulicavano nella notte.
Una splendida epopea di vampiri, la crudeltà che scorre nelle vane come sangue appena versato che, fra sacro e profano, reale e irreale, è un pezzo d'arte in cui l'autrice ha scritto la storia di esseri che avrebbero dovuto esseri inavvicinabili, egoisti, crudeli, disumani ma che sono più umani di quel che si crede, necessitano di sentirsi liberi, forti e indipendente.
Un meraviglioso viaggio che si è protratto molto meno di quel che credevo, nonostante il numero esorbitante di volumi che compongono questa bellissima saga, in cui ho potuto vedere quel mondo di magia, esoterismo, passioni, dolori, gioie e sofferenze che la Rice si portò dentro. Giovane combattente disgraziatamente e involontariamente risucchiata in un vortice di emozioni da cui non mi sarei sottratta, ne ci ho minimamente pensato, e assieme a lei di aver imboccato inconsapevolmente una strada che ci ha condotte verso la luce. Una rinascita, un nuovo inizio.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

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