Nell’ottobre
del 1996 sul canale internazionale di Italia 1 trasmettevano, ogni pomeriggio
dopo pranzo, una serie televisiva che ha letteralmente fatto storia: nella sua
piccola isola ha dimostrato come leggerezza e immaginazione non sono
necessariamente sinonimi di frivolezza e inutilità, ma progredire, arricchirsi
ed evolversi in qualcosa di straordinario. Questo straordinario è stato per me
Sabrina vita da strega, che alla soglie dei ventinove anni ho desiderato
riesplorare realizzando come inconsapevolmente era ciò che più desideravo:
leggerezza. Con un periodo intenso come questo, in cui il mio umore oscilla a
seconda degli incauti sbalzi temporali, non copiando alcuna forma di pessimismo
o melodramma vari, di cui nessuno può farcene una colpa, dove tutto è
ammissibile, dove qualunque forma di vita sembra essere stata risucchiata via. Non
per me, che sostituisce questo stato d’impasse in distrazioni varie. Le letture,
immancabili, ma anche la visione di tanti telefilm. Recentemente sono stata in
piacevole compagnia di Wanda e Vision, a inizio anno con Daphne e Simon. Questo
mese di aprile, invece, sono tornata fra i banchi di scuola di un liceo che
credevo di aver dimenticato, dove la gente non si lascia influenzare da chi
siamo o quale sia il nostro colore di pelle, ma sgomita per diventare una
persona migliore. Perlomeno ciò è cui aspira Sabrina Spellman. A quei tempi, il
mio modello d’ispirazione.
Chi
non conosce ancora Sabrina non posso che invitarlo a farlo, al più presto. Il
suo potere, la sua verve ci indirizzano in un processo in cui le violazioni dei
diritti dei suoi poteri magici sono sotto le sue responsabilità. Ragione in più
per affinare querst’arte.
Il
mondo ricorda calorosamente Sabrina. La ringrazia per averci tenuto compagnia
quando eravamo ragazzini, bambini, adolescenti e, perché no, persino adulti,
colpendoci nel profondo non tanto per i temi trattati, per com’è Sabrina e da
ciò che è e per cui la discosta dal resto del mondo. Bensì dalla leggerezza, la
profondità di alcuni temi che, nonostante presi sotto gamba, non hanno un’importanza
secondaria. Miscelati a una buona dose di riso, sarcasmo, ironia, talvolta
ridicolaggine, ma che designano quella che sarà l’iniziazione di una dinastia
di streghette di cui faranno di Sabrina un emblema, un icona, di cui è
impossibile non concordare per la folgorante carriera cinematografica che
Sabrina ha ottenuto nel corso degli anni.
Ciao Gresi, di questa serie ricordo con piacere il cartone animato :-)
RispondiEliminaAnche io ❤️❤️ ma la serie televisiva per me è imbattibile ❤️❤️
EliminaBella recensione; grazie
RispondiEliminaA te ❤️
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