giovedì, marzo 10, 2022

Gocce d'inchiostro: Le ali della colomba - Henry James

Capitano dei momenti in cui improbabilmente mi trovo in luoghi, in compagnia di figure che razionalmente, in un momento imprecisato della mia vita, non avrei mai prestato attenzione. Una Londra fumosa, grigia e ovattata, due fanciulle che si apprestano ad affacciarsi sul palcoscenico artificiale della vita con nient’altro l’insano desiderio di risolvere qualunque problema il tempo, il mondo circostante gli propina, ritrovandosi poi l’una nell’altra cercando di fuggire da qualunque contrarietà. Se questo romanzo l’avessi letto in un momento in cui di tempo a disposizione non ne avrei avuto, quello cioè fondamentale per poter alternare questa lettura con altri romanzi, non credo che avrei potuto portarne a termine la lettura con costanza e concentrazione come invece è accaduto. Perché, seppur scritto bene, uno spaccato politico e sociale dell’epoca che c’è stata in cui si assapora la debole incolore emozione delle cose, la disgressione di ogni cosa, l’orrore di un mondo circostante completamente diverso da quello attuale, tante pagine di troppo appaiono sprecate, fin troppo eccessive, quasi incomprensibili poiché entità piccolissima che non riesce a implodere in un unico splendido agglomerato. Ma solo in forme di persistente abnegazione, frustrazione, sentimenti contrastanti proiettati in un mondo di cui l’autore lo impreziosisce di magia e lirismo, quasi un magnifico apice di apoteosi giunto troppo in fretta. Sospeso in una grande e dorata isola in cui l’intimità, i gesti del cuore stonano con il grigiore di cui è inzuppato ogni cosa.
Requisito fondamentale di questo romanzo l’assetto economico che confluiscono nel realizzare e idealizzare quella disamina utile ad esprimere qualunque intento di evasione, differenti nel tempo e nello spazio.

 Titolo: Le ali della colomba
Autore: Henry James
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 580
Trama: Questo bellissimo romanzo, forse il più enigmatico e appassionato tra le ultime opere di Henry James, narra la vicenda di una ricchissima ereditiera americana che, in un ritratto femminile del Bronzino, riconosce il proprio volto. Quel pallido viso è però una profezia di morte. Milly, così innamorata della vita, vede sfumare tutte le promesse dell'amore, della mondanità, del lusso. Sospesa sull'abisso mortale, viene irretita in un gioco amoroso da una coppia di amanti, belli e raffinati, che vorrebbero appropriarsi della sua ricchezza. Nel finale, però, la sconfitta di Milly si trasforma nella sua vittoria: colui che voleva tradirla si accorge di essere realmente innamorato di lei e le giura fedeltà anche dopo la morte.

La recensione:

 

            L’attività della mente, nel migliore dei casi, trascina paurosamente all’azione, al bisogno di azione, dove la semplicità è tutto ma se non fosse riuscito a impedirlo, meglio sarebbe stato andare sino in fondo.

 

Per i primi giorni, il ritmo incuneato in queste pagine fu il seguente: leggevo di Milly e Kate al mattino presto, poi tornavo da loro la sera prima di andare a dormire, leggevo di loro con curiosità e attenzione, tranne in alcuni momenti in cui non riuscivo a stare al passo con ciò che desiderava far trapelare James, poi tornavo a seguire la linea narrativa su cui si districano le vicende e divoravo con avidità le sue pagine come se animate da volontà propria. Mi sono avviata, prima in una Londra fumosa e grigia incuriosita dall’idea che questa ragazza, Kitty, fosse impossibilitata a sposare la sua dolce metà. Poi, compresi i motivi di queste limitazioni, fino all’incontro/ scontro con Milly, che a differenza di Kate non potrà asservire a questo mondo adeguandosi ad assetti che rimodernano il vecchio mondo con quello nuovo. Milly e Kate erano proiettate in un’epoca il cui meccanismo letterario è così complesso, sottile, appassionato, pratico, che dietro forme di aggressione, ambisce a ottenere svariate forme di saggezza. Rispecchia quella che è una realtà che tendenzialmente potremmo considerare nostra che tuttavia provoca sconforto, disagio, apparendo come un’ipocrisia all’ottusità perché l’individuo è impossibilitato ad essere se stesso. L’amore, gli affetti, i legami fungono da meri tentativi di contrapposizione a situazioni abiette, riprovevoli le cui anime a cui si fa riferimento sono un’occasione per stabilire un rapporto, confrontarsi stabilendo un “cifrario” di interpretazioni. Il matrimonio avrebbe si relegato la donna in un angolo, l’avrebbe oscurata da ogni cosa, ma allo stesso tempo a ritrovare se stessa in lievi schizzi di reazioni fuori misura. Tenacia e dedizione sono assetti del mio temperamento che mi hanno sempre distinto dalla maggior parte dei miei coetanei. Voglio dire, che a differenza di molti miei coetanei, ho sempre mostrato tanto fervido impegno verso i compiti, i progetti che mi prefisso, e mai mi sono sentita più decisa, più equilibrata a comportarmi diversamente quando la luce di un nuovo giorno filtrava dalla finestra della mia stanza, così contenta di imbarcarmi in nuove avventure e portarle avanti sin quando non avrei ricevuto un certo prodigio spirituale.
La letteratura, così come la scrittura, è una costante irreversibile, potente e straordinaria che da sempre contorna le mie giornate, adorna il mio spirito, pone la differenza fra ciò che reputo un semplice passatempo come fonte insostenibile e insostituibile in cui mi dibatto fra l’essere viva e morta, conferendomi vantaggi di cui sfrutto spesso bene. Grazie alle innumerevoli letture effettuate durante il corso della mia esistenza ho maturato una certa quietanza nel non tirarmi indietro dinanzi a niente e nessuno. Voglio dire, armarsi di pazienza mi ha da sempre donato il vantaggio di essere vicina a raggiungere un certo prestigio, quello in questo caso di leggere e vivere una storia che richiede di essere letta da tantissimo tempo, o di conoscere un autore di cui ho tessuto le lodi innumerevoli volte in passato e di cui questo romanzo è una irrimediabile lacuna letteraria che dovevo assolutamente colmare. Dopo aver letto le prime cinquanta pagine di Le ali della colomba, conservare le mie impressioni sul mio immancabile bloc notes mi indusse a compiere quel salto, a realizzare quel battesimo magico che mettesse in contatto il mondo di qua con quello di là. Per non parlare degli innumerevoli sforzi di leggere, tornare indietro, rileggere quel capitolo, quella frase che sebbene descritte con eleganza e chiarezza mostrano gli occhi di un mondo che sta andando a catafascio. Henry James credo abbia desiderato semplicemente che chi avrebbe intrapreso questa lettura comprendesse i meccanismi di cui è composto e di cui le protagoniste, Kate e Milly, in relazione a personaggi che sono membri appartenenti all’alta borghesia, sono superstiti di un naufragio cui si lotta per sopravvivere. Ho letto attentamente come aspirando a un certo tipo di libertà sarebbe stato possibile interpretare tutto questo, sciorinare sentimenti che coincidono con quelli dell’autore e di molte donne e uomini del secolo in cui domare gli istinti avrebbe comportato ad un equilibrio passionale ed emotivo  che tuttavia non snellisce una storia fin troppo ricca di dialoghi, conversazioni in cui ho un po’ faticato a muovermi, a distinguere la mia voce in mezzo a un coro di suoni e frastuoni, che tuttavia non esula alcun limite o ostacolo alla libertà d’azione o pensiero.
Nel mentre ripongo queste poche righe penso che scrivere certi romanzi, riproporre certe tematiche che l’autore visse sulla propria pelle così bene credo che sia uno dei passaggi più complessi per enunciarle la sua magnificenza. Non solo ti costringono a porti delle domande, a osservarti con gli occhi di un altro, ma a rivelare forme di pensiero o dogmi e paradigmi che molto probabilmente non sarebbero mai state espresse se i sentimenti e l’emozioni avessero coinciso con l’ambiente circostante. L’offesa reca superbia mal celata dal disagio, la caducità della vita delinea orrori che fioriscono nei confronti di falsi valori. Rinnegare il mondo stesso equivale a resistere a qualcosa che avrebbe comportato a un buon uso delle cose. La delicatezza, l’intelligenza non avrebbero dovuto comporre alcuno, specie un’anima semplice. L’intelligenza e la cultura avrebbero dovuto adornarne lo spirito, la gioia avrebbe potuto essere riscontrata facilmente in sfumature di consapevolezza, di valutazione che avrebbero mostrato quella a cui si aspira veramente: una realtà autentica. La condizione sociale è così opposta, che come può mancare un terreno comune per trovare posto nel mondo, legato ad un agglomerato geriatrico, sorretto da un marchingegno in cui ci si sorprende unanimi in forme distorte di inquietudine, solitudine che acquistano un sapore amarostico, quasi d’attesa non conferisce nulla di solido, concreto, nonostante gli innumerevoli tentativi.
Le vicende che si sono snodate nel romanzo di James hanno lasciato un seducente sentore di antico nella mente di una giovane sognatrice come me: quando leggevo mi sentivo lontana dal presente. Rievocando la libertà sopita di tempi andati, che ha trovato compenso nel carattere delle protagoniste e nello splendore di ideali letterari dove la natura stessa sembrava arcaica come la rude architettura di un palazzo. Il freddo spirare dei suoi corteggiatori, non poté non avvolgere le mie membra stanche finché il colore intenso di una nuova storia non avesse schiarito le stanze buie della mia anima. Non avrei potuto comportarmi diversamente: questo era senz'altro vero. Ma questo mio girovagare fra esperienze di vita donne eccentriche e strambe, sotto diversi punti di vista, atipiche ed originale sotto altri, era stato lo stesso impulsivo, quasi repentino, come chi in una stanza affollata e calda avrebbe potuto servirsi di una fiala dall'acuto profumo nascosto in un fazzoletto. Ed io non nutrivo alcun desiderio di cambiare atteggiamento. Mista a questo infinito fascino, ad una discrezione quasi impersonale, che per qualche nanosecondo mi fece credere che quello che avrei letto mi avrebbe dato poco, la sensazione di una libertà sconfinata che nel romanzo di James funge da scudo a paradigmi e concezioni della società ottocentesca, così dolce e pacata in sé, sfociava a volte in manifestazioni bizzarre. Le donne che non facevano niente per se stesse, attendevano in atteggiamento di graziosa passività che un uomo passasse per la loro strada e le provvedesse di un particolare destino. La donna, l'individuo di sesso femminile aveva per l'autore l'impressione di avere propositi tutti suoi e, se espansive di emozioni, etichettate come seccatrici e avventuriere. Io, che sono un emancipatrice incallita, ho notato questi strani modi di porsi; ho notato tutto quello che accadeva nel romanzo di James. E se l'orgoglio era talmente utile per valorizzare alcune categorie della condizione umana, la letteratura e i libri un mezzo primordiale per vivere. Una fievole luce che molti non riescono, o, non vogliono ravvivare. Incatenati a non poter seguire un sentimento, una passione onesta come una bellezza indefinibile che circondava l'aura lucente di ogni figura, in una terra ancora veduta e sentita in modo imperfetto, che mi si è stesa dinanzi come una terra promessa in cui l'amore del bello è confortato da un sapere senza fine.

Valutazione d’inchiostro: 4

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