martedì, gennaio 24, 2023

Gocce d'inchiostro: Proibito leggere! - Alan Gratz

Eternità, amore, follia, sono elementi che nei romanzi per ragazzi vanno a braccetto. Avessi avuto dieci anni in meno avrei riempito fogli interi di dolcezze, fantasticherie varie, una tenerezza pietosa ma bellissima che non cela alcunchè ma cammina furtiva per i corridoi bui di chi schiva il suo forte ed intenso sguardo.In un altro tempo, mi sarei rifiutata di perdere del tempo prezioso dietro a queste letture. Proibito leggere, primo romanzo per ragazzi che leggo di questo autore, non mi indusse a rifiutarne la lettura ma ad amarne la storia - piuttosto semplice ma molto dolce, attratta dall’amore intenso e viscerale che lega la protagonista ai libri e alla letteratura e il suo irrefrenabile bisogno di condivisione Il morso di una sofferenza provocata, provocatoria, tengono le mani su gruppi di ingenui e innocenti che avrebbero dovuto  curare il giardino della loro vita con estrema cura. E mentre contemplavo questa vita, la sua protagonista si insinuò nelle crepe del mio cuore inducendomi a nutrire moti di tenerezza, quasi di comprensione che è il vero motivo per cui ho avvertito la forte sensazione di leggerlo. Questo romanzo, così come altri romanzi del genere, mi vide recarmi ai piedi di una scalinata che mi portò dinanzi a un portale, in cui era stato tracciato un bel segno, una decorazione disegnata con semplicità e armonia così che la mia coscienza venisse poi sedotta a toccarlo, invitandomi ad entrarvi. Si trattava di una piccola fessura, uno spazio segreto in cui ho potuto accedere al mondo di Alan Gratz. Un disegno letterario davvero semplice ma carinissimo, talvolta dalle forme spicciole, leste, dove ogni cosa era pervaso da una certa malinconia: malinconia nel descriverci un amore bello ma per molti incomprensibili, la mancata solidarietà e conforto che dovrebbe invece legare due adolescenti qualunque nel toccare la felicità e toccare le conseguenze. Intriso di drammaticità, forse un po' troppo consapevole, a colpirmi maggiormente penso sia stata la bellezza e l’autenticità dei sentimenti rivolti al mondo letterario così precisi e penetranti, capace di ridurci a ricordi sfocati ma colorati. Così profondo e introspettivo, trafiggendo la mia pelle come un milione di aghi, non più lieve di un sussurro, ma capace di penetrare così piano nella testa da non avere una sua forma.


Titolo: Proibito leggere!
Autore: Alan Gratz
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 243
Trama: «E poi volevo più libri per la BLB. Volevo tutti i libri che la signora Spencer aveva bandito. Volevo una valanga di libri che straripasse dall'armadietto. E volevo che tutti li leggessero»
Amy Anne ha nove anni, obbedisce sempre ai genitori, non si lamenta mai e non dice mai la sua. Ma quando alcuni libri, tra cui il suo preferito - quello che ha già letto tredici volte e non si stancherebbe mai di rileggere -, vengono banditi dalla biblioteca della scuola perché accusati da una mamma di essere inappropriati, Amy Anne capisce di non poter restare ferma a guardare. Leggere tutti i libri messi all'indice vorrebbe essere il suo silenzioso gesto di protesta, ma altri compagni si uniscono a lei e in breve tempo si trova a gestire segretamente nel suo armadietto una Biblioteca dei Libri Banditi. Quando viene scoperta, Amy Anne e i suoi amici decidono di non arrendersi e contrattaccare: in fin dei conti, una volta che hai bandito un libro puoi bandirli tutti.

La recensione:

Il luogo in cui vi misi piede era fin troppo chiassoso, e sulle prime cominciai a dubitare si trattasse di un romanzo per ragazzi. Generalmente abbraccio le sfide letterarie senza dar peso ad alcunchè, ma lasciandomi sedurre dall’idea di novità e mai visto o letto che solitamente sorge in questi particolari momenti. Non mi nascondo quando capita possa imbattermi in qualcosa che potrebbe non posarsi con i miei gusti, ma affronto il tutto con coraggio e interesse non smaniando per giungere alla fine quanto annusare l’aria di fresco e semplicità che trasparivano da queste pagine, un compito in cui eccello e che tutto sommato mi piace molto. Ma quando nasce un conflitto interiore, quello cioè fra la mia anima e quella del romanzo, non più abituata a questo tipo di letture, non sono mai in grado di lasciarmi andare. Incapace di sostenere alcunchè, di porre ragioni o discussioni varie, ma trovandomi di fronte all’idea che se non avessi vissuto tutto questo non avrei potuto giudicarlo. Il vile cincischiare della diffidenza e delle perplessità. In questo caso però giudicare fu piuttosto semplice, ma positivamente. Avevo scelto di leggere prima di giudicare, e scelta non fu più semplice di questa.
Un condensato di esperienze vissute, rese forse troppo mature, consapevoli, dirette, di cui il suo autore scorse uno spiraglio di vita a quella risma inestimabile che chiamiamo libri. Avvolti in una bolla di sorprese, aspettative, che una volta infrante potrebbero rivelare qualcosa di spiacevole. Amy, la piccola eroina di queste pagine, ha ragione a dubitare di essere scoperta. Io non credo sarei contenta non ritrovare più il mio libro preferito, così insoddisfatta di tornare alla mia vita squallida e sciatta, e prenderei sul serio le vicende che intercorreranno il ritrovamento di questo piccolo grande tesoro – sicuramente non per gli altri, ma per me – sorvolando persino i cieli di splendide città. Ma non basta ritrovare questa reliquia sacra per scandagliare ogni anfratto invisibile per osservare diversamente questo mondo d’inchiostro, porsi delle domande nette che lo differenziano così tanto da quello nostro.
È avvenuto questo nuovo anno, i primi giorni di questo 2023, mediante un libricino che è una pagina bianca di dichiarazioni d’amore per la letteratura e i libri che in un certo senso hanno indotta a vedere l’autore proiettato dietro un paravento di rispettabilità. Forse sono io che vedo troppo, nel bel mezzo di fiumi di parole che potrebbero non avere un vero e proprio senso, ma, fra parentesi, precisano che è un indirizzo spirituale cui sono stata invitata a partecipare.
Questa struttura remota nell’ospitare una voce infantile, delicata, quasi timida di una piccola grande donna mi parve riassumesse un po' troppo la genesi di vita di una ragazza qualunque, ogni cosa sembrava estremamente logico, ponderato, impegnata a combattere inconsapevolmente una guerra che induce a a scovare consigli su come promulgare l’unione fra lettura e vita. Non che me ne siano stati impartiti chissà quanto, ma questo breve testo getta una certa luce su quei testi che sono stati disgraziatamente aboliti in alcune biblioteche americane. Quasi i resti di vecchie fondamenta da cui mi sarebbe dispiaciuto non poter avere fra le mani perché in fondo il bello sta nel poter vivere con il pensiero in quel momento di scoperta o conoscenza la vita di altri.
Una storia molto carina che inevitabilmente mi ha fagocitato… beh, in un certo senso, alla fine, è quello che è accaduto. Una necessità a tornare fra le braccia di autori che negli anni ci hanno inevitabilmente risucchiato in un vortice di sensazioni altalenanti, quasi guasti, annichiliti nel portare il fardello di una vita crudele, egoista, minacciosa, destinati a porre rimedio a qualcosa anche quando sembra non sia così.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

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