Il quadro è molto più complesso di quanto pensavo. In quasi
una settimana trascorsa nel Mare senza Stelle, ripeto fra me e me di essere soddisfatta.
Bene o male questa storia mi è piaciuta, scrutandola in ogni forma, sostanza, parvenza
di letteratura o storia e studiandone i contorni nell’attesa di una possibile rivelazione,
senza demordere; ma in tutto ciò non avevo riflettuto su quanto poteva accadere
a mia insaputa. Adesso, dopo che ho riposto il romanzo sullo scaffale, ho le idee
un po' confuse. Mi è piaciuto o non mi è piaciuto? Qualunque sia la risposta, provo
un forte senso di smarrimento. Fin dal principio, la bellezza di essere stata scaraventata
in un santuario magico in cui non vi è alcuna destinazione fra fatto o finzione,
reale o immaginazione, precipitata attraverso il tempo, mi ha catapultata in un mondo che inevitabilmente
è divenuto anche il mio. Forse avevo smarrito la storia di me stessa, e questo romanzo
è stata la culla in cui potermi rifugiare. Ma contornato da una serie di ombre,
da personaggi che non hanno una vera e propria distinzione sennonché collegati dalla
bellezza delle storie, separate a sua volte da altre storie in cui si anela a raggiungere
svariati obiettivi, qualcosa però di irraggiungibile che solo nei romanzi è possibile
raggiungere. Curiosamente tutto ciò non mi ha fatto vedere questa ennesima opera
dell’autrice come una ciofeca, poiché immersa in argomenti che sono particolarmente
cari ai bibliofili, agli amanti della lettura, alla natura cooperativa delle storie
che coinvolgono diversi lettori fino a narrazioni che prevedono svariate realtà.
Al fine di rendere ll mare senza stelle quel poema romantico, che se giudicato sentimentalmente
e non razionalmente, è una metaforica canzone surreale il cui significato è racchiuso
nel ritmo, nel suono, negli spazi fra versi, fra svariati mondi, fra svariati cosmi,
così confortevoli da cui potersi rifugiare.
Titolo: Il mare senza stelle
Autore: Erin Morgenstern
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 600
Trama: Zachary Ezra Rawlins è uno
studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali
della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri
disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano:
fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo
di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino
– un’ape, una chiave, una spada – lo conduce a una festa in maschera a New York,
poi in un club segreto e infine in un’antica libreria sotterranea. Là sotto trova
ben più di un nascondiglio per i libri; ci sono città disperse e mari sterminati,
amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie
bisbigliate da ombre. C’è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai
dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio,
e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un’impetuosa pittrice
dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un
viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca
della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
La recensione:
<< Tutti desiderano afferrare quello che è fuori portata.
Stringere fra le mani lo straordinario e mettersi in tasca l’eccezionale.
>>
Il vero problema si riassume
nell’identificare la natura di questa storia. Prima di tutto: qual è il vero
messaggio che trasmettono le sue pagine? L’amore per i libri, la bellezza delle
storie? La Morgenstern tiene però fede al suo obiettivo: sfornare una storia
che colpisce sentimentalmente e non razionalmente, spedendo così le relative
perplessità che sono sorte durante il corso della lettura nel dimenticatoio. O,
meglio, per amare Il mare senza stelle
bisogna giudicarlo << di pancia >>, e sono perfettamente
consapevole che giudicare un romanzo così per me è una vera e propria
concessione benefica. Perché, io sono quella che ama la letteratura con la l maiuscola,
che ascolta quelle voci che non hanno mai avuto voce, spingendo praticamente la
mia coscienza ad essere relegata in uno spazio di cosmo che la maggior parte
delle volte sposa il mio pensiero con quello dell’autore. Da qui il mio amore
per i libri, quelli veri, che nel corso della mia carriera di lettrice non ha
fatto altro che brancolare nel buio annaspando da un genere ad un altro alla ricerca
di qualcosa che potesse appagarmi completamente ….la mia vita ha avuto così uno
scopo. Quando la mia coscienza si scontra contro questa consapevolezza non
riesco a riflettere. L’istinto prende il sopravvento. Giudico malamente
qualcosa che possiede una parvenza sufficientemente modesta. Sebbene la mia è e
sarà sempre e comunque un opinione personale.
Prendiamo Il mare senza stelle di Erin Morgenstern, allora. Il suo romanzo
d’esordio, Il circo della notte, si
era identificato come quel mondo distorto in cui avevo relegato i miei primi
giorni di quarantena fra i tendoni di un circo. In questa sua nuova fatica
letteraria il vero bersaglio sono le storie, quelle vere, quelle che
fuoriescono dalle pagine, in cui il lettore è un innocente telespettatore ed
occuperà nient’altro che la posizione che la Morgenstern ha ritenuto propria,
ed in effetti così è stato. Questo lungo preambolo per dire, che da questo
romanzo bisogna spendere qualche parola in più. Mi è piaciuto, ma con riserva.
D’altro canto è possibile che le mie aspettative non convergessero con quelle
ritratte, e che abbiano cospirato ad allontanarmi momentaneamente dal prototipo
dell’indimenticabile e bellissimo.
In tal caso, cosa non mi ha
pienamente soddisfatta de Il mare senza
stelle? Niente di così terrificante, in definitiva … almeno in senso
assoluto. Solo che sono stata intrappolata in questa Baia stellare
nell’iniziazione alla maturità del protagonista e al suo avvicendarsi nel
mondo, in un’accidia tale da annichilire qualunque sensazione. Si, perché per
la prima volta da chè sono lettrice, è così che mi sento: come un niente. Come
una donna condannata a sedere in una stanza e continuare a leggere un libro per
il resto della sua vita. È bizzarro questo: essere tutt’al più semiviva, vedere
il mondo solo attraverso le parole, vivere sola per mezzo delle vite altrui. Ma
forse se al libro fosse stata dotata un anima non sarebbe nemmeno una tragedia.
Avrei potuto amare intensamente tutto ciò ma coinvolta da una trama, che di
base è inesistente, e a poco a poco scordarmi chi ero. Ma questo romanzo,
sebbene non sia brutto, non mi ha donato ciò che cercavo. Solo fascino,
talvolta interesse, ma nulla di più… poiché assente di intreccio, azione…
nient’altro che un ragazzo alla ricerca di una verità nascosta prodotta dalla
ricerca di un libro segreto e misterioso. Tutto qui. Sebbene non nascondo come
uscirne sia stato davvero difficile. Un’impresa piuttosto ardua perché una
volta entrata sono stata come percossa da un balsamo che ha risollevato la mia
anima, anche se per poco tempo, donato una libertà interiore in cui mi sono
inconsapevolmente rifugiata.
A fine lettura, non credevo
possibile che un romanzo apparentemente indimenticabile potesse sortire effetti
così devastanti. Possibile che questa Baia del Mare Senza Stelle nascondesse un
particolare tipo di magia che non ho compreso completamente. Sebbene ho seguito
ogni mossa del protagonista, visto e ascoltato ogni cosa, anche quando non succedeva
niente di particolare. Ed in generale, ho passeggiato senza meta, contemplando
scorci legati ad una matassa che presto avrebbe raggiunto la sua fine, non
particolarmente memorabile ma curiosa. E credo che quando una lettura diviene
poi curiosa, grumi di elementi fortuiti, questo rapsodicamente accorciano le perplessità,
ispezionano nuove prospettive, nuove realtà, carezzando lentamente l’idea di
aver toccato qualcosa che mi ha incuriosita. Quasi inorgoglita di averci messo
piede, trasportata da una corrente ad un'altra, senza mai raggiungere un vero
obiettivo, senza incontrare un ostacolo effettivo che rivelasse tutto ciò di
cui c’era bisogno di sapere. Perché Zachary, quali furono i motivi per cui fu predestinato a tale
scoperta. Chi era in realtà? Ho appreso milioni di particolari, letto
un’infinità di storie, ma disgraziatamente alla fine condensati in niente. Per
questo giudico, anzi necessito di giudicare, Il mare senza stelle con gli occhi del cuore, squarciando il velo
dell’impossibile. Storie di questo tipo, la maggior parte delle volte, sono
tanto fumo e niente arrosto. Ma a questo romanzo ho deciso di concedere un
parere totalmente parziale.
Perciò, senza rivelare più di
tanto, razionalmente scrivo che Il mare
senza stelle è un buon specchietto per le allodole. Sentimentalmente, un
altro viaggiatore d’inchiostro che mi ha concesso di valicare cancelli
inimmaginabili. Perché non si è trattato nient’altro che di un gioco, quasi
decente, fiabesco, epico e rocambolesco che non resta fermo a un solo genere
percorso ma si trasforma in storie diverse che però fanno parte di un insieme…
un insieme distorto, confusionario, che alla fine avrà un suo perché. O forse
non sarà collocato in una vera e propria concretizzazione, ma di scarabocchi
senza senso, tratti casuali di penna, in un cumulo crescente di sensatezza e
confusione. Ciò rende bizzarra, atipica questa lettura, piccola marionetta
priva di vita propria. Non si arriva a nessun risultato, eppure il tutto ha
avuto un chè di ipnotico. Catapultata in un luogo che altro non è che un posto
innaturale, una culla per noi lettori, in cui ogni cosa è completamente
incomprensibile. Ma è nell’essere innaturale e intrigante che è divenuta ai
miei occhi “accessibile”. Tutta una questione relativa alla bellezza delle
parole che sono stati estrapolati magistralmente.
La fantasia che supera di gran
lunga la realtà, frantumarono le barriere della mia coscienza. Un oscuro pozzo
da cui inconsapevolmente si anela a toccare la luce, scenari onirici,
suggestivi e sconcertanti, ideati con raffinatezza e sontuosità, storie che seppur
potrebbero risultare tutte uguali sono un richiamo costante ai classici, alla
narrativa per ragazzi, ai romanzi veri e propri, che non possiedono nulla di
non visto ma che sono il vero ritratto della realtà, specchio in cui si
riflettono paure o incertezze. Mentre il mondo si tinge lentamente di oro, e
sulla terra giungerà presto l’autunno.
Un viaggio infinito, ipnotico e
surreale, di straordinaria immaginazione in cui nulla ha senso e dove realtà e
finzione si mescolano. In una città luminosa, splendente, in cui ci si muove
simultaneamente, parallelamente, fra diversi mondi, che sono uno il riflesso dell’altro,
Il mare senza stelle è una metafora di
chi ama rifugiarsi nei sogni. Quel cantuccio personale in cui l’uomo calpesta il
suolo della certezza, della ragione risuonando con una cadenza strana fra due pareti
incartate. Un fantasy epico, dotato di senso teorico, senza particolari ambizioni
ne avidità.
<< Che alcuni ne godessero altri no, ma questa è la natura di
una storia. Non tutte le storie parlano a tutti gli ascoltatori, ma ogni ascoltatore
può trovare, da qualche parte, in un momento qualsiasi, una storia che gli parli.
In una forma o nell’altra. >>
Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo
Ottima recensione, grazie
RispondiElimina☺️
EliminaCiao Gresi! A me ispira molto questo libro e spero prossimamente di riuscire a recuperarlo! :)
RispondiEliminaAttenderò una tua opinione ☺️☺️
EliminaA me è piaciuto molto. La tua recensione è interessante. Ma ti posso dare un consiglio?
RispondiEliminaCambia font, lascia degli spazi stile paragrafo, evidenzia i concetti fondamentali in grassetto, così è faticosissimo da leggere, soprattutto vista la lunghezza.
Grazie
Eliminanon ho amato Il circo della notte (per usare un eufemismo) e non leggerò questo. Sono contenta però che ti sia piaciuto tutto sommato
RispondiEliminaGrazie! Maggiormente mi è piaciuto Il circo della notte ☺️☺️
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