giovedì, agosto 08, 2024

Gocce d'inchiostro: Spietate promesse - Rebecca Ross

Un << cattivo >> che attua una guerra esclusivamente per noia, due ragazzi che si battibeccano continuamente mutando poi però atteggiamento nel momento in cui comprenderanno di essere innamorati, e abbastanza magia, alchimia da scalfire l’anima dei più coriacei, da questa tipologia di storie non mi aspettavo nient’altro. Guardandomi attorno, però, in direzione a ciò che più amo, questa storia avrebbe dovuto essere gettata nel cestino, indegna della mia attenzione… Poi, però, penso che, alla fine, contano maggiormente l’emozioni che albergano ancora nel tuo spirito. Come uno sciame impazzito di moscerini, Iris e Roman hanno emesso un canto che è giunto prorompente alla mia coscienza, ha surclassato ogni cosa, incuranti della loro mancata glorificazione. Vagando attraverso il rumore incessante di una tastiera, fiumi d’inchiostro, luminosi lungo un sentiero che ha irradiato anche me, come se dotati di un fuoco, un continuo uscire e fuoriuscire da un canale da cui quest’ultimo capitolo cala il sipario in uno scenario drammatico ma indimenticabile.

Titolo: Spietate promesse

Autore: Rebecca Ross
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 512
Trama; Dopo aver vissuto in prima persona gli orrori della guerra, Iris è finalmente tornata a casa, ma la vita lontano dal fronte è tutt’altro che facile: Roman è disperso e non si hanno sue notizie da settimane, l’esercito di Dacre continua ad avanzare puntando verso Oath, mentre i suoi abitanti, ostili e diffidenti nei confronti delle divinità, sono sempre più inferociti. Quando a Iris e Attie viene offerta la possibilità di tornare a seguire l’offensiva in prima linea, le due non esitano a dirigersi verso ovest, dove dovranno affrontare ancora una volta i pericoli del conflitto. Nel frattempo, nel regno sotterraneo, Roman si è risvegliato da un lungo sonno e tutti i suoi ricordi sono svaniti. Il dio del sottosuolo, che lo ha guarito dalle ferite di guerra, gli ha promesso che presto recupererà la memoria. Tutto ciò che deve fare, per il momento, è scrivere per lui e raccontare ai cittadini di Oath la sua versione. Ma un giorno Roman trova una lettera anonima proprio davanti all’armadio e, incuriosito, decide di mettere da parte i sospetti e cominciare una corrispondenza che lo porterà a interrogarsi sul proprio passato e sulla vera natura di Dacre.

La recensione:


Scegliamo di perdere tempo a guardare alle cose che sono già accadute e che non possono essere cambiate o teniamo lo sguardo rivolto a ciò che possiamo vedere?


Il destino di rincontrarci, a distanza di qualche mese dal nostro ultimo incontro, fu una delle mie più grandi priorità di questo periodo. Per un non lettore, queste cose, certe idee malsane, altro non sono che delle baggianate: come ci si può struggere, così tanto, per delle semplici risme di carta?!? Beh, in effetti, me lo domando anche io…. Dovrei essere uscita di senno, io, come tanti altri lettori, per amare così tanto la carta. La parola scritta. Dovrei essere impazzita, poco razionale per comprare così tanti libri, riporli su uno scaffale, aspirare la loro essenza, la loro anima… Dovevo essere impazzita, quando incontrai Iris e Roland, e mi innamorati della loro storia come una ragazzina di diciassette anni. In fin dei conti, chi erano costoro? Semplici gocce d’inchiostro che su un foglio di carta erano divenute frasi, linee….

Sorrido nel mentre ripongo tutto questo. Immagino, ancora risuonare tra le mie orecchie, la vocina gracchiante di un non lettore. Molti non lettori, che quando scoprono che mi struggo per qualcosa che non esiste, stilo chilometriche poesie, dichiarazioni d’amore a qualcosa o qualcuno che non esiste, se non nella mia testa, offendono, ignorantemente giudicano. E, sorrido, nel constatare che, a sentir loro, ci si accultura diversamente…. Magari seguendo l'ultimo trend di moda, o sprofondati sui social mediante uno strumento virtuale. Il mondo, però e per fortuna, a quanto pare, sembra essere nelle mani di qualcosa di più grande, gigantesco di noi stessi, così onnipresente, delle volte saggio, altre volte ridicolo e poco governativo: la libertà individuale. Ognuno di noi vive la propria vita come le pare e piace, e se i non lettori non comprenderanno mai i lettori, beh, non è un problema mio! Sicuramente avranno qualcosa da dire al riguardo, ma a me non interessa. Perché il loro intervento non ha senso, non è degno della mia attenzione, e i primi a dover essere giudicati sono chi giudica o critica.

Poi entro in ballo io, che di tutto questo non se ne cura. I libri sono il mio fabbisogno personale, la mia unica fonte di sostentamento, e continuerà ad essere così sino alla fine dei miei giorni. In quanto di libertà individuale, di libero arbitrio, sono una grande millantatrice. Spesso inutilmente poiché sono piccole vittorie in partenza, ma proclamatrice di un assolutismo, un individualismo interiore che niente e nessuno potrà mai smorzare. Tutti, pronti a trascinarti chissà dove, ma io ferma e caparbia di seguire una certa direzione.

Nel bel mezzo di questo pippone, una cosa è certa. Leggendo tanti classici, delle volte certe storie si rivelano necessarie. Balsami per l’anima, per lo spirito che, con la loro presenza, avevano raddrizzato un mondo che, sul finire del mese di gennaio, avevo visto rovesciato, contorto, ogni pezzo di un puzzle splendido, sorretto tuttavia da un sistema magico che confesso mi ha fatto storcere un pò il naso, ma il cui processo di proclamazione di Bene, l’ennesima lotta del Buono contro il Cattivo aveva reintrodotto quella logica fatalista che non conosce principi tranne quelli della morte.

Nel giro di qualche giorno, questa seconda fatica di un'autrice statunitense che, ad inizio anno, mi conquistò, divenne meta di fascino, clamore. Perlopiù protagonista di uno scontro bellico, che avrebbe decimato la popolazione in piccole masse di carne e ossa e all’immensa corruzione di un potere superiore, mettere le mani su qualcosa che avrebbe garantito le sorti del paese, di due giovani amanti. Forse quello di far sbocciare un amore passionale, travolgente e trascendentale come quello di cui saranno protagonisti Iris e Roland non era ciò di cui questa guerra aveva più bisogno, ora che non si poteva più tornare indietro quanto andare avanti, combattere a testa alta. Eppure ogni cosa avrebbe avuto una sua logica, una sua razionalità. Come la natura! Dopo qualche tempo, la lotta incessante fra uomo fatalista e uomo divinità sarebbe stata sottratta o meno da anni e anni di massacri, la vita tornava a trionfare sulla morte, ma lo faceva nel più primitivo, più crudele dei modi, con l’uomo che tornava a essere animale, selvaggio nei confronti del prossimo.

Su una libreria strapiena ma ordinata le cui coste colorate e scintillanti brillano alla luce morente di un tramonto estivo, aumenteranno sempre più i titoli, i volumi, le opere di uomini o donne conosciute e non che, ad una ragazza insaziabile di conoscenza e curiosità, doneranno nient’altro che la felicità. Per esagerare, la vita stessa. Mendicante umile e cortese che in queste pagine andrà a scovare dei tesori nascosti che custodirà gelosamente nel suo cuore.

La storia che Rebecca Ross ci ha narrato, in questo secondo volume, possiede questo tipo di magia di cui facevo cenno e che, in una manciata di giorni, ha ricreato una solida fortezza sorretta da incauti sussulti di un cuore giovane e dall’amore imprescindibile per la scrittura, la parola; quella di assaporare una storia che trascini in realtà apparentemente simili alla nostra ma diverse e quella in cui il ricordo si scontra contro gli oscuri echi del passato. Come un processo a ritroso, si ripetono situazioni vissute in passato, si perpetuano momenti in cui ci si crede perduti, abbandonandosi a qualcosa la cui anima pura e lucente avrebbe frantumato la corazza persino dei più coriacei.

Affinché ho potuto tessere le lodi a una storia come questa, ho dovuto recidere qualunque legame col presente, eliminare qualunque informazione assorbita da anni e anni di letture cerebrali e nevrotiche. Da qui la consapevolezza che Spietate promesse mi aveva fatto contorcere le budella, fatto svolazzare il mio cuore come un piccolo colibrì; il santuario magico che giorno dopo giorno sta divenendo sempre più solido, man mano che le sue fondamenta si consolidano e convergono in forme contorte di sapere assimilato dalla lettura dei classici o di saggi, comprensioni, forme atipiche di conoscenza, sono simbolo di quella modernità non sempre riconoscibile nel bel mezzo di parole spesso astratte o astruse. Certi simboli sono emblemi di conoscenza, forme atipiche di identità distorte dal tempo che, corrotte dallo stesso, spesso risorgono dalle ceneri. E vista da questa prospettiva, Spietate promesse ha infestato le stanze buie della mia coscienza come uno spirito, uno spettro da cui non ho avvertito il bisogno di liberarsene quanto purificarmi, già consapevole del suo effetto, da cui ne sarei uscita guasta. Non propriamente come quando aprì una finestra virtuale su un mondo, e ti immergi completamente. Ma parecchio vicino….A dir poco folle, no? Ma non è altrettanto folle essere qui, scrivere di qualcosa che non esiste o perlomeno è esistita solo nella mia testa e in quella della sua autrice, il cui tutto era riconducibile all’ennesima lotta fra Bene e Male? Forse… Ma la vita non acquisisce una certa luce, non diviene più radiosa se dettata da azioni o impulsi irrazionali che portano poi a qualcosa di straordinario?

Se dal primo volume non avessi scorto qualcosa di straordinario, ora non sarei qui, a sproloquiare, quanto a mettere o porre per iscritto le mie emozioni, i miei sentimenti, proteggerli nello scrigno segreto della scrittura a cui dedico giorno dopo giorno estrema cura. Eppure è in questo marasma di parole, emozioni, sogni e parole che ho potuto riconoscermi, ho potuto vivere in pace, riscoprire me stessa, ancora una volta, sopravvissuta ai bombardamenti di uno scontro bellico da cui ho potuto rintracciare, fra quei pochi sopravvissuti, due amanti che si tengono ancora per mano.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

6 commenti:

  1. dovrei recuperarlo anche io, ho letto il primo anche se non mi ha convinta del tutto

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    1. A me invece è piaciuto un sacco, nonostante non legga più frequentemente questo genere

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  2. Ciao Gresi, leggendo la tua appassionata recensione ho compreso la bellezza di questo romanzo. L'amore può vincere in un mondo abitato dalla magia e dagli intrighi? Per scoprirlo mi tocca recuperare la dilogia di Rebecca Ross. Sarà un vero piacere :)

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