venerdì, gennaio 18, 2019

Gocce d'inchiostro: 9 novembre - Colleen Hoover

Da principio ci fu qualcosa di famigliare nel leggere una delle tante opere di una delle mie autrici preferite, eppure i dubbi e le innumerevoli perplessità cominciarono a sorgere nel momento in cui meno me l'aspettavo: in qualunque luogo, in qualunque persona o situazione ero certa che Colleen Hoover non mi avrebbe mai delusa. Eppure terminata questa lettura non pensavo che avrei dovuto ricredermi; la storia che mi ha rivelato, seppure colma di drammaticità, non sedimenta nell'animo come credevo. In un meccanismo amoroso particolare ma non originale, sensuale ma non seducente, carino ma non bello, l'unica ragione che mi ha spinta a proseguire e concludere questa lettura è stata quella riguardante la rivelazione delle ultime pagine.
Nel momento in cui Fallon e Ben entrarono nel mio cerchio personale, vidi queste due figure restare ai margini e non attraversare più di tanto quella linea di confine fra il reale e il possibile. E nonostante abbiano cercato di arrivare fra le membrane sottili del mio cuore, hanno attraversato una barriera invisibile ma non hanno valicato niente che già c'era prima. Niente che attenuasse il peso o la sofferenza dei loro continui stati d'animo, piuttosto confidando in quel momento in cui ci saremmo detti addio per sempre.

Titolo: 9 novembre
Autore: Colleen Hoover
Casa editrice: Leggereditore
Prezzo: 14, 90€
N° di pagine: 308
Trama: E' il 9 novembre quando, durante un pranzo con il padre, Fallon incontra Ben per la prima volta. E' un giorno speciale per lei, non solo perché sta per trasferirsi da Los Angeles a New York, ma anche perché ricorre l'anniversario dell'evento che ha segnato per sempre la sua vita, il terribile incendio che le ha lasciato cicratici su gran parte del corpo, impedendole di continuare la sua carriera da attrice. Contro ogni previsione, la conoscenza tra i due si trasforma subito in qualcosa di più, ma Fallon sta per partire e sembra esserci tempo solo per il rimpianto. Come per strappare al destino quell'inevitabile separazione, Ben le promette allora che scriverà un romanzo su di loro, proponendole di ritrovarsi il 9 novembre di ogni anno, fino a che non ne compiranno ventitrè. E' così che ogni 9 novembre i due protagonisti aggiungono un nuovo capitolo alla loro storia, finchè qualcosa non arriva a sconvolgere le loro promesse e a mettere alla prova i loro sentimenti, tra i dubbi di Fallon e le mezze verità di Ben.

La recensione:
Questa volta mi sono state dette cose che non mi aspettavo di leggere, ancora influenzata dall'onda di avversione che altera l'anima violata, recisa in modo così persistente, quando mi scoprì ingannata da apparenze. C'è stata una corrente impetuosa di compassione, dramma, divenute in poche ma salienti pagine in vera e propria agonia, attraverso la quale una lettrice attenta e romantica come me ha riscontrato solo effetti devastanti. Eppure, durante il corso della lettura, ho cercato di non pensarci: ho accettato, anche se a piccole dosi, ogni cosa mi sia stata propinata, E a stento non ho potuto non provare rammarico, tristezza, delusione. La malinconia che si respira fra queste pagine per me è stata davvero pietosa; qui si cade nel ridicolo, nella natura impulsiva e folle di pianti, baci e sospiri di due adolescenti che ancora non hanno idea di cosa voglia dire vivere. Disgraziatamente per me non c'è stato nulla che abbia potuto farla trascendere, nulla da cui potei difendermi o confortarmi, maledicendo qualcosa che avrei voluto e che effettivamente non ho visto. Non pensavo al mucchio di sensazioni sgradevoli che avrei riscontrato, quando iniziai questa lettura…
Quel momento in cui iniziai, questa manciata di giorni, queste manciate di ore, trascorsero proprio come disgraziatamente immaginavo. In poche, e forse una soltanto occasione, quella in cui i personaggi sembravano molto simili a come me li ero immaginata, mi sono arrischiata a prendere l'iniziativa e avvicinarmi. E Fallon e Ben, anziché avvicinarsi, si sono ritratti in se stessi. Quante volte ho cercato di comprenderli, anche solo con un semplice contatto visivo, senza il loro consenso? Quante volte avrei voluto comprenderli affondo, vedere con che cosa si nutrivano e il motivo per cui ne ritraevano sostentamento. Ma ora che tutto si è concluso non me ne curo più di tanto.
Così l'entusiasmo, il desiderio, l'esperienza di avventurarmi nell'ennesimo capolavoro di Colleen Hoover scomparve. Ho tentato di ascoltare in un certo modo la voce con cui è stata raccontata questa storia, di cogliere le medesime sensazioni che ogniqualvolta riscontro in uno dei suoi romanzi, per poi trovarmi completamente conforme a quella dell'animo dei protagonisti. Forse mi ero immaginata tutt'altra cosa; forse avevo immaginato di leggere qualcos'altro. La storia di Fallon e Brian è senza alcun dubbio una storia che non esula le particolari carattestiche hooveriane. In un ambiente moderno come questo, la vera forza di questo romanzo si consolida nel suo fare semplice ma toccante.Tuttavia ho trovato 9 novembre una lettura che non consiglierei a chi vuole cimentarsi come primo approccio alla Hoover, né a chi non disdegna storie che arrivano dritto al cuore. E la ragione per cui mi sono decisa a leggere questo volume si consolida in questa breve frase: amo immergermi nel mondo hooveriano. 9 novembre si discosta di gran lunga da quelle storie sciroppose, seducenti, romantiche che vivo con coraggio, orgoglio e sorriso ogniqualvolta decido di immergermi fra i suoi romanzi. Proprio per questo motivo, questa lettura si è rivelata una cocente delusione. All'inizio poco definita, irreale e inconcludente che non voglio faccia parte del mio bagaglio culturale. Ho desiderato veramente non provare simili emozioni, simili sentimenti per due figure che non riescono a cogliere dalla vita altro che sconforto e frustazione, mentre la mia coscienza si soffermava su inutili dettagli.
Si potrebbe dire che si è congiunta a me la piena consapevolezza che, restando ai margini, l'anima di questa storia non ha potuto muoversi agile e decisa come una creatura sensibile che vive di vita propria trasmettendo informazioni necessarie. Perlomeno mi piace giustificare così questo terribile dono da parte di una delle mie autrici preferite.
Affacciandomi così alla finestra di un mondo che non ho avvertito minimamente, ma è che è molto simile al mio, in cui non ho potuto non provare dispiacere e compassione - nient'altro! - per le colpe che sono state inferte ai personaggi, 9 novembre è il dramma quotidiano e ripetitivo di due adolescenti che ai più romantici potrebbe apparire come una triste fiaba d'amore. Una fiaccola la cui scintilla è fievole, non divampa come pensavo. Un romanzo che ci parla di solitudine, conosce la malinconia, il dolore di chi non è completamente soddisfatto della vita.
Valutazione d'inchiostro: 2

14 commenti:

  1. Good review 😊 thanks for your sharing 😊

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  2. E dire che, pur non amando il genere, non so perché lo puntavo...

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    1. Se ti incuriosisce non te lo sconsiglio, Mr Ink! La Hoover però ha scritto di meglio, e purtroppo non lo consiglio 😕

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  3. Mi dispiace non ti sia piaciuto.
    Io l'ho adorato ma si sa i gusti sono gusti

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  4. Uhm... e dire che ho letto altre recensioni positive. Mah, sinceramente a me ispira. Vedrò se riuscirò a leggerlo.

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    1. Fammi sapere, Ilaria ☺ mi piacerebbe conoscere il parere di qualche altro che magari lo apprezzerà più di me ☺

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  5. Decisamente è il romanzo che meno amo della Hoover, questa volta non ha compiuto la sua magia.

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  6. Mi dispiace che non ti sia piaciuto =(, ti rifai con la prossima lettura e nel frattempo, sto aspettando gli altri suoi libri =)!!

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    1. Grazie, Ella! Nonostante tutto, anche io non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di suo ☺

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  7. Non è stata una delusione però è il romanzo della Hoover che ho apprezzato di meno

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